51.

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Si smaterializzò nel lungo corridoio bianco e vuoto.
Si slacciò la chiusura del mantello sul collo e se lo appoggiò sul braccio incamminandosi nel mentre verso un'infermiera poco lontano da lui.
« Scusi... »
« Si? Oh, il Signor Zabini giusto? »
« Esatto, sono qui per Draco Malfoy. »
« Certo. Mi segua. »
Blaise si incamminò seguendo la donna e cercò di calmare l'ansia che lo stava assalendo. In che condizioni l'avrebbe trovato? Ancora incosciente? Morto? Se fosse deceduto nella notte gliel'avrebbero comunicato appena arrivato giusto?
Il suo intricato filo di pensieri venne interrotto quando l'infermiera si fermò e sorridendogli cordialmente lo invitò ad entrare nella stanza.
Il biondo giaceva immobile sul letto mentre un'altra guaritrice si occupava delle bende togliendo quelle vecchie sporche di sangue e pus.
« Quali sono le sue condizioni? » chiese senza distogliere lo sguardo dall'amico.
« Stabili per ora. Non si è ancora svegliato, le ferite continuano a fare infezione rapidamente e noi continuiamo a trattarle nella speranza che prima o poi l'effetto di qualsiasi cosa l'abbia colpito svanisca. »
« Avete mai visto qualcosa del genere? »
L'infermiera che l'aveva accompagnato nella stanza scosse la testa ma l'altra lo guardò.
« Io si. »
Blaise si avvicinò a lei intenta a stringere una benda intorno alla spalla del biondo.
« Dove? E quando? »
« Poco dopo la guerra, qui. Un civile è stato portato d'urgenza ma è morto durante il trasporto. Gli esami postumi hanno rilevato ferite interne senza alcun segno esterno. »
« Se non ha altre domande signor Zabini non la disturbiamo ulteriormente. »
« Certo, potete andare. »
La porta si chiuse con un leggero clack della maniglia, Blaise guardò l'amico disteso sotto le coperte e sospirando afferrò la cartella clinica cominciando a leggerla.
Le ferite erano state completamente richiuse con un'operazione durata sei ore, i valori tratti dalle ultime analisi effettuate quella mattina erano normali, ora l'unica speranza era che il corpo non avesse subito un danno troppo grosso e che Draco riuscisse a svegliarsi.
L'opzione più probabile era che fosse stato vittima di una Maledizione di Doholov ma anche in quel mondo così oscuro era una maledizione rara, pochi sapevano padroneggiarla, perfino parecchi Mangiamorte non ne erano capaci. Blaise non aveva la minima idea di chi potesse essere l'aggressore.
« Posso? »
« Ehi, Nora. »
La donna entrò sorridendo e si richiuse la porta alle spalle.
« Ti ho portato il pranzo. »
« Grazie tesoro. » le baciò una guancia stringendola tra le braccia e quando avrebbe dovuto lasciarla andare non lo fece.
« Blaise? »
Il serpeverde nascose il viso tra i capelli mossi di lei e la strinse un po' di più sentendo la mano della moglie accarezzargli la testa.
« Blaise... »
Lui la guardò, la baciò e la guardò di nuovo.
« Grazie per essere qui. »
« Non devi ringraziarmi. »
Lasciò il pranzo al marito e si avvicinò al biondo.
« Non si è ancora svegliato? »
« No. »
« Sono andata dalla Granger questa mattina come mi hai chiesto, prima di venire qui. È preoccupata e dava l'impressione di non aver dormito molto. »
« Questa sera passerò da lei. »
« Per quanto resti qui? »
« Alle tre ho un appuntamento poi torno qui, prima di cena vado da Hermione e dopo vengo a casa. »
« D'accordo. »
Blaise indicò a Nora la poltrona ma lei scosse sorridendo la testa.
« Tu stai bene Nora? »
« Si. »
« Sei sicura? Mi rendo conto che tra la gravidanza della Granger e Draco posso averti trascurato e- »
« Blaise. -il moro si zittì- Va tutto bene. So quanto mi ami ma so anche quanto tieni a Draco e ora alla Granger quindi rilassati. »
« D'accordo. »
« Bene, ora vado a casa perchè arriva mia sorella. »
« Si, ricordo. Spero si fermi a cena così posso salutarla. »
« Le offrirò di fermarsi. Ci vediamo questa sera. »
Nora gli lasciò un rapido bacio sulle labbra e Blaise le accarezzò una guancia prima di lasciarla uscire dalla stanza.
Si sedette di nuovo sulla poltrona a fianco al letto e rivolse uno sguardo malinconico al biondo.
Dopo una ventina di minuti trovò la voglia di mangiare e addentò il panino che la moglie gli aveva portato.
Come aveva annunciato andò all'appuntamento di lavoro alle tre e dopo un'ora fu di ritorno dall'amico.
Trovò di nuovo le infermiere intente a cambiare le fasciature ed ebbe la buona notizia che l'infezione stava diminuendo.
Restò in ospedale fino alle cinque poi come promesso passò da Hermione.
« Blaise. »
« Ciao Hermione. »
La riccia lo osservò bene e si avvicinò.
« Sembri stravolto. »
« Sono stanco. È stata una lunga giornata. »
« Siediti, vuoi qualcosa? »
« No tranquilla. Siediti anche tu. »
Hermione lo assecondò e si portò un cuscino sulle gambe.
« Nora mi ha detto che sembrava non avessi dormito e ha ragione. »
« È stata una notte complicata, ero da sola e ho avuto le nausee. »
« So che prendi le pozioni per limitarle, ne hai ancora? »
« Si, ancora per una decina di volte. »
« Ottimo. »
Entrambi si zittirono pensando a come introdurre il discorso spinoso che li aspettava, con gli sguardi sul pavimento ascoltarono il silenzio intorno a loro poi Hermione alzò gli occhi e parlò.
« Sei andato da Malfoy? »
« Ci sono stato tutto il giorno. »
« E come... come sta? »
« È stabile. Questa sera si è visto un piccolo miglioramento, le ferite dell'operazione si infettano meno adesso. »
« Operazione? Ha subito un'operazione? »
« Si. »
« Non mi hai mai raccontato bene cos'è successo. »
« Hermione- »
« Voglio saperlo Blaise. È il padre del bambino che sto crescendo e penso di avere il diritto di sapere cosa gli è successo. »
« Non è necessario e non voglio causarti stress. »
« Se non me lo dici tu Zabini me lo farò dire dalle infermiere del San Mungo. »
Disse alzandosi dal divano con un'espressione truce verso il moro.
« Granger- »
« Dovete smetterla, tu e Malfoy, di trattarmi come una bambina! Come qualcuno che non sa cavarsela da sola. Sono una donna adulta, ho passato cose che hanno scioccato anche il Generale Malfoy e il fatto che sia incinta non sminuisce le mie capacità! »
Blaise rimase a guardarla in silenzio stupito da quella sfuriata.
« Se non me lo dirai tu -disse puntandogli il dito contro- andrò al San Mungo. » Gli diede le spalle ma si voltò di nuovo alle parole del serpeverde.
« Non lo faresti. »
« Vuoi sfidarmi Zabini? Davvero? »
« Sai quanto è rischioso e non sei così stupida. »
Blaise si rese conto di cosa era uscito dalla sua bocca dall'espressione offesa della riccia.
« Se questo è tutto ciò che hai da dirmi Zabini puoi andartene. Sai dov'è la porta. »
Gli diede le spalle incamminandosi verso le scale.
« Granger... »
« Ruf! Accompagnalo all'uscita. »
« Granger! »
L'afferrò per un braccio ed Hermione fu rapida ad estrarre la bacchetta dal vestito e puntargliela contro, Blaise fece un passo indietro ma non lasciò la presa che aveva su di lei.
« Okay... -disse alzando una sola mano- Mi spiace per cos'ho detto ma metti giù quella bacchetta. »
« Lasciami. »
La mano del moro si aprì e scivolò lungo il braccio di lei per poi lasciarlo.
« Abbassa la bacchetta Hermione. Per favore, parliamo civilmente. »
Si sedette di nuovo sul divano e la guardò mettere via la bacchetta con il viso corrucciato.
« Mi dispiace Hermione. Siamo entrambi preoccupati e nervosi, o almeno, io lo sono. Siediti e risponderò alle tue domande, senza alcun velo. »
Così Hermione lo raggiunse e Blaise le raccontò tutto partendo dal principio, ciò che sapeva dell'aggressione, l'arrivo al San Mungo, l'operazione, e il ricovero.
« Quindi non si è ancora svegliato? »
« Purtroppo no ma se la situazione migliora è un buon segno. Ha passato la scorsa notte, quella più critica e passerà anche questa. »
« D'accordo. »
« Hai bisogno di qualcosa Granger? »
Hermione senza guardarlo scosse la testa e si portò le mani tra i capelli.
« Voglio che Malfoy torni a casa. »
Blaise sorrise amaramente e le accarezzò la schiena.
« Tornerà Granger. »
Quando Blaise la lasciò sola lei decise di alzarsi dal divano e raggiunse la stanza del pianoforte. Aveva bisogno di distrarsi, smettere per un attimo di pensare all'immagine del biondo bloccato in un letto di ospedale.
La porta non era chiusa a chiave perciò entrò e guardò gli spartiti con curiosità.
Scelse una sonata di Beethoven e cercò di ricordarsi la tecnica, fece qualche esercizio per le mani e suonò le prime cinque righe del pentagramma.
Si fermò e il suo sguardo venne attirato da una figura sulla soglia.
« Ruf. »
« Se la Signorina vuole mangiare la cena è quasi pronta. »
« Grazie, arrivo. »
Dopo aver mangiato si sedette sul sofà davanti al fuoco e Ruf le si avvicinò.
« Signorina? »
« Ruf. -lo guardò sorridendo, le ricordava tanto Dobby- Dimmi. »
« Ruf non vuole mancare di rispetto, a Ruf dispiace disturbarla ma Ruf si chiedeva se la Signorina potesse dare a Ruf qualche informazione sul Padrone. »
« Oh, certo. Perdonami, non ho pensato di mettervi al corrente. »
L'elfo la guardò impaziente di avere notizie.
« Malfoy non si è ancora svegliato ma sta migliorando. Zabini è fiducioso che si rimetterà e lo spero anche io. È tutto quello che so. »
« Ruf è grato alla Signorina per le informazioni. Ruf può andare ora? »
« Certamente Ruf. »
Lo guardò allontanarsi e si concentrò sul camino.
Amava guardare la danza delle fiamme nel camino, lo trovava rilassante, tanto rilassante che si addormentò lì, sul divano.
***
Blaise tornò al San Mungo per il terzo giorno consecutivo, si diresse da solo in camera del biondo e lo trovò sempre lì.
Lesse gli aggiornamenti della cartella clinica, le ferite avevano finalmente smesso di infettarsi e avevano cominciato a richiudersi.
Spostò la poltrona vicino al letto e vi si sedette tirando fuori il libro.
Nora quella mattina gli aveva chiesto se fosse necessaria la sua presenza e Blaise ci aveva pensato. In effetti gli sembrava di buttare il tempo stando lì ad aspettare ma nel mentre si sentiva un pessimo amico all'idea di starsene a casa. Voleva essere al fianco di Draco quando si sarebbe svegliato. Voleva che lui sapesse di non essere solo.
Fece pranzo con ciò che gli elfi gli avevano preparato quella mattina e restò ancora lì, sulla sedia, a leggere fino a che un movimento davanti a lui catturò la sua attenzione.
Con agitazione chiuse il libro e si alzò.
« Draco? »
Il biondo non reagì, Blaise gli tastò il polso ascoltando il battito cardiaco più rapido dei giorni precedenti.
« Draco... »
Si diresse rapidamente verso la porta, uscì di pochi passi e chiamò un'infermiera in fondo al corridoio. Quando tornò nella stanza il suo cuore rischiò di esplodere dalla gioia; Draco stava tentando di mettersi seduto.
Dopo la sorpresa iniziale Blaise si riprese e accorse a fianco al biondo.
« Ehi, fermo. Fermo. »
Draco lo guardò spaesato per un istante poi si lasciò aiutare a mettersi di nuovo sdraiato.
« Dove sono? »
« Al San Mungo Draco. Non devi muoverti. »
Due infermiere entrarono trafelate ma si fermarono sulla soglia aspettando il permesso di uno dei due per entrare.
« Cos'è successo? »
Chiese il biondo guardando le donne trafficare intorno a lui.
« Sei stato attaccato, durante la ronda, tre giorni fa. »
« Tre giorni... Fuori! »
Gridò rivolto alle infermiere che lo guardarono interdette.
« Ho detto fuori! »
« Draco hai bisogno di- »
« Uscite di qui se non volete ritrovarvi licenziate in tronco! »
Le infermiere uscirono in fretta e Blaise lo guardò amareggiato.
« Dov'è la Granger? »
« Al Manor Draco, ti aspetta a casa. »
« Sei andato da lei? »
« Tutti i giorni. Sta bene Draco, davvero. »
Il biondo sospirò sollevato e annuì.
« Grazie. »
« Di niente. Ora posso richiamare le infermiere? »
« D'accordo. »
« Bene. »
Blaise gli sorrise e si allontanò mentre Draco si rilassò pensando ad Hermione sana e salva a casa.

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Aaaaaaaaaaah quanto amo il personaggio di Blaise!!

Avevo anche bisogno di far finalmente scontrare lui ed Hermione in modo da dimostrare la parte Serpeverde di lui, che fin ora è sempre stato dolce, e sottolineare che Hermione non ha affatto perso quel coraggio Grifondoro che tanto la caratterizza.

E no dai... Non potevo far morire Draco, non ora almeno🤭
Tornerà a casa sano e salvo, da Hermione e dal bambino.

Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo tanto!
A venerdì,
Elly💗

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionDonde viven las historias. Descúbrelo ahora