80.

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Cara Nora,
Probabilmente sarai sorpresa di questa lettera e molto più probabilmente sarai arrabbiata con noi.
Mi dispiace davvero, per quello che è successo ma dovevamo farlo, per salvarci; e non abbiamo potuto dirvi niente, per salvare voi.
Stiamo bene e spero che sia lo stesso per te e Amelia.
Non rispondere, per favore; mi farò sentire io appena sarà sicuro.
Anche se non sono lì continuo a studiare per Blaise. Manterrò la promessa Nora e lo salverò.
Con affetto,
Hermione, Draco e Isaac
***
Draco si guardò intorno per l'ennesima volta quella sera ed Hermione guardò lui.
« Che succede Draco? Sembri agitato. »
« Non ho visto Ruf tutto il giorno. »
L'espressione di Hermione cambiò.
« Draco... Ruf non- »
« Non sta bene, lo so, me ne sono accorto. È per questo che sono preoccupato. »
Hermione lasciò affondare il cucchiaio nella zuppa e sospirò.
« Non ha equilibrio, non si smaterializza più. Penso che stia iniziando a dimenticare le cose. E non è vecchiaia. » continuò lui.
« Quanti anni ha? So che gli elfi vivono anche duecento anni. »
« Ne ha 54. »
« Oh... » era giovane, troppo giovane. Avrebbe incominciato a studiare e a cercare un modo per aiutarlo.
« È partito tutto dopo la botta che ha preso durante la fuga vero? »
« Si ma... quando l'ho analizzato non aveva niente, anche due settimane dopo il nostro arrivo non c'era niente nelle proiezioni. E lui continua a dire di stare bene. »
« Ovviamente continua, non lo ammetterebbe mai. Dovresti conoscerlo. »
« Lo so... Dovresti parlargli. »
« Ho provato a metterlo a riposo, con pochi risultati. »
« Sei il suo Padrone. Ordinaglielo. Non potrà obiettare. »
Draco la guardò quasi sconvolto da quella presa posizione e lei sospirò.
« Tengo a lui Draco, e se l'unico modo per aiutarlo è usare questa supremazia mi va bene. »
Hiro comparve silenzioso e ritirò i piatti vuoti.
« Hiro? »
« Si Signora? »
« Dov'è Ruf? »
« Hiro va a chiamarlo. »
« No. No dimmi solo dov'è e cosa sta facendo. »
« Ruf è nel suo nido, sta riposando. »
« Sta bene? »
« Ruf era stanco. »
« D'accordo. Puoi- si bloccò un attimo guardando Draco- controlla che stia bene per favore. »
« Hiro eseguirà gli ordini. »
Draco si alzò avvicinandosi a lei e la fece alzare stringendola tra le braccia.
« Lo so quanto tieni a lui, e ci tengo tantissimo anche io ma- »
« Draco- »
« No. -disse stringendola di nuovo a sé e bloccando il suo tentativo di fuga da quella presa- Ci sei prima tu e il bambino. Prima di tutti. Prima di Ruf, prima di Blaise, prima di me. »
La sentì tirare su con il naso e le accarezzò la testa.
« Non puoi salvare tutti. » le sussurrò concentrandosi sul legame e cercando di infonderle un po' di calma tramite esso.
« Ma devo provarci, almeno provarci. »
« Hermione... »
« Sta male perché ha salvato noi. Non possiamo abbandonarlo. »
« Non l'abbiamo fatto, e non lo faremo. »
Hermione non rispose e Draco sospirò.
« Andiamo a dormire. »
« Non ho sonno. » disse scostandosi da lui che però l'afferrò di nuovo stringendole un polso e le sorrise.
« Allora andiamo solo nel letto e leggiamo o... iniziamo a pensare ai nomi! »
Si lasciò trascinare senza alcuna voglia né resistenza e quando Draco la portò con sé sul letto si sdraiò restando lì, come un involucro vuoto.
« Allora... hai qualche idea? Qualche preferenza? »
« Non... non lo so. »
« Se fosse un maschio... Adam, o... Archie, anche Benedict- »
« Draco... » si zittì e la guardò scuotere la testa.
« Che succede? »
« Non serve. Non oggi, okay? Solo... »
« Tempo. » disse lui.
Hermione annuì e Draco sospirò accarezzandole la schiena.
« D'accordo... ci penseremo domani. Vuoi fare qualcosa? »
« Dormire. » mormorò lei e il marito di accigliò, prima gli aveva detto che non aveva sonno e ora voleva dormire? Poi capì.
« Posso fare qualcosa? »
« Mi prendi una pozione calmante? »
L'uomo strinse le labbra in una linea tesa.
« Quando hai preso l'ultima? »
« La settimana scorsa, per il mal di testa. Prendi la più blanda che abbiamo e ne prenderò solo un piccolo sorso. Solo un minuscolo aiuto. »
« Arrivo. » disse sorridendo prima di baciarle una tempia e poi alzarsi.
Hermione bevve un solo sorso della pozione e tornò ad affondare la testa nel grosso cuscino bianco, sorrise quando sentì la mano di Draco tra i suoi capelli. Si addormentò rapidamente e lui tirò un sospiro di sollievo.
Le sistemò le coperte addosso, si alzò dal letto e uscì socchiudendo la porta della camera.
Richiamò Hiro per sapere di Ruf poi raggiunse il figlio nella sua stanza e giocò con lui facendolo sobbalzare sulle proprie gambe mentre Isaac rideva o incantando i suoi giocattoli. Al secondo sbadiglio del piccolo decise che era ora di andare a dormire, lo mise nel lettino e restò a guardarlo.
Isaac si aggrappò alla manica della giacca di Draco ridendo e lui sbuffò divertito.
« Perché appena ti metto a dormire tu sei di nuovo così sveglio e attivo? »
Il bambino si mise seduto poi si tirò in piedi e il padre sospirò, lo rimise sdraiato e gli accarezzò la pancia con dei movimenti circolari.
Aspettò finché non lo vide chiudere gli occhi e anche qualche minuto in più prima di fermarsi delicatamente, sospirò esasperato quando Isaac aprì di nuovo gli occhi.
« Mi farai penare questa sera. » disse mentre lo sollevava per stringerlo tra le braccia e cullarlo.
Gli servirono venti minuti per farlo addormentare definitivamente, con estrema delicatezza lo sistemò nel lettino pregando i Fondatori che non si svegliasse e quando fu certo che stesse dormendo uscì sorridendo sollevato.
Quando Hermione si svegliò la mattina successiva era sola nel letto, si mise seduta coprendosi la bocca per uno sbadiglio e si alzò dirigendosi in bagno, si vestì e scese le scale dopo che fu passata in camera di Isaac e l'ebbe trovata vuota.
« Padrone- »
« No Ruf. I miei sono ordini. »
« Padron Draco- Ruf ha servito la famiglia Malfoy da quando Ruf è entrato nella famiglia, Ruf vuole continuare a servire i Signori Malfoy e Ruf- »
« Lo farai. -tuonò Draco ed Hermione vide l'elfo abbassare le grandi orecchie mentre gli occhi gli si riempirono di lacrime- Ti occuperai dell'intrattenimento di Isaac ma solo questo ti è concesso. »
La riccia gli affiancò e l'elfo spalancò i grossi occhi su di lei.
« Signora- »
« No Ruf. Qualsiasi cosa tu voglia dire è fuori discussione. Sappiamo bene quanto tu ci tenga ma qui si tratta della tua salute. Avrai il compito di occuparti di Isaac ma niente al di fuori di farlo giocare o portarlo in giardino o metterlo a dormire. Meno smaterializzazioni possibili perché non ti fanno bene e dovrai dirci se qualcosa dovesse non andare. Siamo stati chiari? »
« Si Padroni. »
« Ruf... -l'elfo guardò il biondo- Ripetimi cosa ti è vietato fare. »
« Ruf non può fare grandi pulizie, Ruf non può fare sforzi fisici, Ruf deve smaterializzarsi il meno possibile, Ruf non può fare sforzi magici. Ruf si occuperà del Signorino Isaac. »
« Bene. » decretò Draco annuendo.
« Cerchiamo solo di farti stare bene Ruf. -disse Hermione attirando lo sguardo della creatura- Rimani fondamentale per la famiglia, sappilo. »
« Sì Signora. Ruf è grato ai Padroni. »
« Ora facciamo colazione poi usciremo. Isaac fa il suo riposino sempre alla stessa ora. »
« Si Padron Draco. Agli ordini. Ruf può andare? »
« Si Ruf. » disse Draco guardandolo allontanarsi poi sospirò e la moglie gli passò una mano sulla schiena.
« Grazie Draco. »
Gli sorrise e accarezzò i capelli di Isaac in braccio al padre.
« Non lo capirà ma ci darà ascolto. È obbligato a farlo. »
« Bene... in un certo senso. »
« La colazione è pronta. » annunciò Hiro e loro lo seguirono.
Il piccolo si riempì il viso di briciole di biscotto al cioccolato e Draco guardò Hermione ridere mentre cercava di pulire una peste che non stava ferma un attimo.
« Abbiamo proprio bisogno di giocare oggi vero? »
Gli chiese prendendolo in braccio e guardando il marito che finì la sua tazza di tè.
« Possiamo uscire allora. Ti va Isaac? »
« Si! Fuori! »
Hermione lo mise a terra prima che cominciasse ad agitarsi e lui si avvicinò correndo al padre prima di fermarsi e guardare la riccia con uno sguardo interrogativo.
« Dov'è Ruf? »
« Ruf sta riposando. Dopo pranzo starai con lui. »
Isac annuì e tornò a concentrarsi sul padre che gli fece indossare la giacca.
« Gli incantesimi riscaldanti sono sempre attivi, vero? »
« Si, sulla parte ovest del giardino. »
« Perfetto. »
Draco finì di vestirsi prima di lei e si avvicinò in tempo per prendere la sciarpa e sistemargliela intorno al collo accarezzandole la pelle con le dita fredde, poi la baciò dolcemente sentendola sorridere sulle sue labbra, si guardarono negli occhi quando lui smise di baciarla poi senza dire una parola il biondo prese per mano il piccolo e aspettò che lei gli affiancasse per uscire.
Appena misero piede fuori dal maniero Isaac cominciò a correre e si fermò poco dopo ad osservare il muro di neve alto si e no un metro che costeggiava il sentiero in cui per via del calore la neve non poteva attecchire.
La toccò con un dito e scoppiò a ridere poi guardò i genitori.
« Neve! »
« Esatto Isaac. »
Draco sentì la riccia respirare pesantemente a fianco a sé e la guardò.
« Herm... »
« Scalcia. » disse lei con un sorriso sofferente.
« Vuoi sederti? »
« No, sto bene, ci sono abituata. »
« Questo non vuol dire- »
« Mamma? »
« Sto bene Isaac. »
« Lui? » chiese indicando con un dito la pancia gonfia della madre ed Hermione annuì mentre Draco lo prese in braccio.
« Tuo fratello, o tua sorella, ne stanno facendo passare tante a tua madre. Più di quanto abbia fatto tu. »
Hermione strinse il braccio che l'uomo le porse e ricominciarono a camminare tranquillamente dietro al bambino. Il Mangiamorte le baciò la testa di punto in bianco e lei sorrise senza guardarlo mentre il suo cuore si scioglieva; amava questi piccoli gesti di attenzione che il biondo le riservava senza preavviso.
Quando la riccia fu troppo stanca si sedettero sulla panchina e Draco si divise tra lei e il figlio, Hermione lo vide sparire alla ricerca del piccolo mentre giocavano a nascondino, poi sentì delle grida divertite e li vide tornare indietro, Isaac sulle spalle del padre con la guancia appoggiata sui capelli biondi di lui, la donna inclinò la testa guardandoli innamorata e il marito le sorrise, si sedette vicino a lei e spostò Isaac dalle sue spalle alle sue gambe.
« Di nuovo! »
« Di nuovo? Non vuoi stare un po' con tua madre? »
Il piccolo lì guardò entrambi poi si spostò tra i due e si sedette sulla panchina di pietra prima di sdraiarsi sulle gambe di Hermione che gli accarezzò i capelli biondi.
« L'avresti mai immaginato Draco? »
« Cosa Granger? »
Lo guardò e sorrise.
« Tutto questo. Che saremmo scappati e avremmo cominciato una vita diversa, lontano dall'Oscuro. »
« No Hermione. Pensavo che avrei servito il Marchio fino alla fine dei miei giorni, che sarei morto per questo. »
In fondo allo sguardo della moglie lui vide sofferenza, un dolore a cui erano però fuggiti.
« E poi sei arrivata tu. E hai cambiato tutto. Mi hai portato via da quel mondo e mi hai dato un'altra possibilità. Draco Malfoy con una seconda possibilità... l'avresti mai immaginato Hermione? »
La Grifona sorrise alla domanda rigirata e scosse la testa.
« No, ma sono felice di averlo fatto perché te la sei meritata Draco Malfoy. »
***
Hermione entrò in camera alla ricerca di Draco, poi in bagno e fu lì che lo trovò; piegato sul water che vomitava, la benda intorno al braccio slegata e srotolata.
« Draco. »
Il biondo non rispose rigurgitando ancora ed Hermione si avvicinò notando come tutto il suo corpo tremava.
Lo aiutò a sedersi per terra quando le gambe deboli e tremanti non lo ressero più e si inginocchiò a fianco a lui sul pavimento del bagno.
« Da quanto ha cominciato? »
« Poco fa. Penso... due minuti. Ero lucido fino a poco fa. »
« Due minuti... sei in questo stato dopo due minuti? È un attacco più aggressivo di altre volte. »
C'era stata una pausa, per due settimane Draco non aveva patito niente di tutto ciò e avevano pensato che qualcosa non andasse. Eppure non erano ancora riusciti a trovare una linea sicura per ricevere informazioni dall'Inghilterra, qualsiasi metodo li avrebbe resi rintracciabili e anche se la possibilità era minima non potevano correre il rischio.
Hermione proiettò la magia del Marchio sopra di loro e cercò di trovare un modo per bloccare il bruciore mentre nelle orecchie le rimbombava il respiro affannato del biondo e i suoi gemiti trattenuti tra i denti.
Seguì il filamento che si allungava verso il cervello di Draco, quello che ci arrivava più vicino ed esaminò l'estremità radicata che presentava, diversa dalle altre.
Quando la toccò con la punta della bacchetta successe qualcosa.
Hermione si sentì risucchiata, si ritrovò inginocchiata in una stanza buia che riconobbe subito come la sala centrale di Lord Voldemort.
Guardava attraverso gli occhi di qualcuno, rabbrividì di terrore quando vide l'Oscuro davanti a sé, la veste logora galleggiava intorno a lui, digrignava i denti e aveva gli occhi iniettati di sangue, più delle altre volte, tanto che due rivoli di liquido rosso gli scivolavano sul viso.
Tutta la pelle che lei poteva vedere in quel momento sembrava in necrosi, nera e marcia in certi punti.
Se Voldemort l'aveva sempre spaventata con il suo aspetto mostruoso, vederlo così, anche se a distanza era terrificante.
Distolse lo sguardo dal mostro e lo abbassò sul braccio del malcapitato, in quel momento il proprio braccio, e sul suo Marchio Nero; il disegno ribolliva mentre la pelle tutt'intorno ad esso si riempiva di bolle e bruciava sotto la maledizione dell'Oscuro.
Chiuse gli occhi e occluse la mente presa dal panico, tutto ciò che la circondava scomparve, restò circondata dal buio e quando li riaprì era di nuovo davanti a Draco, seduta sul pavimento del bagno, la bacchetta per terra a pochi centimetri da lei.
Aveva appena viaggiato tramite il Marchio Nero; guardò il viso del biondo e la sua espressione dolorante senza però riuscire a concentrarsi su di lui.
Il Marchio si era appena rivelato essere un legame molto più profondo di quello che lei pensava, Voldemort lo sapeva? L'aveva progettato così o la cosa gli era sfuggita di mano, un errore di programmazione.
Ripensò all'aspetto dell'Oscuro, non stava bene, di sicuro qualcosa non andava e avrebbero dovuto approfittarne, non poteva perdere quell'occasione.
« Perdonami. » sussurrò al biondo accarezzandogli il viso poi toccò di nuovo il filamento e scomparve con la mente da quel bagno, dal Canada.
Tornò a guardare con gli occhi del malcapitato, questa volta ne sentì le grida di dolore ma le ignorò e si concentrò sul Marchio dell'Oscuro, anche quello ribolliva sotto l'unico punto di pelle non marcia.
Le sembrò di saltare e scivolò con grande sforzo tra i filamenti di magia nera che la circondavano.
La sala in Inghilterra scomparve e tante troppe immagini le si accavallarono davanti agli occhi.
Prese un respiro profondo e calmò il battito cardiaco rallentando seppur di poco tutto quello che la circondava, il giusto per poterlo guardare e studiare.
Vide le scene susseguirsi una dopo l'altra, come in una pellicola cinematografica, un prigioniero dopo l'altro trascinato al cospetto di Lord Voldemort e ucciso, nessuna domanda, nessun interrogatorio come lei pensava. Guardò i primi tre senza capire perché, cosa stesse succedendo, cosa l'Oscuro stesse cercando di fare; al quarto, quando l'Oscuro mischiò il suo sangue e ripeté una formula che lei conosceva tutto si fece chiaro.
Era riuscita ad entrare nella mente troppo debole di Lord Voldemort e stava guardando i suoi ricordi.
Una stilettata di dolore le colpì il cranio, l'Oscuro doveva essersi reso conto che qualcosa non andasse ma lei non poteva mollare.
Scrollò i ricordi perdendo il conto di quante vittime, quanti tentativi falliti e arrivò a ciò che cercava, una mappa mentale di tutti i nascondigli in cui l'Oscuro meditava di sistemare gli Horcrux.
Aveva sempre avuto una buona memoria fotografica fortunatamente, cinque secondi furono abbastanza, un altro colpo arrivò dall'esterno ma lei aveva finito. Mischiò tutti i ricordi, creò confusione poi spinse tutto lontano da sé e tagliò ogni legame mentale, svuotò la sua testa, nascose tutto fino a che non fu di nuovo buio tutt'intorno.
Le servì più tempo questa volta, tentò di riaprire gli occhi ma la luce le fece pulsare le tempie e venire la nausea, respirò a fondo sentendo qualcosa solleticarle il viso.
« Signora? »
Quella voce la conosceva.
Questa volta riuscì ad aprire gli occhi e tentò di ignorare quel dolore acuto nella testa.
« Ruf. » disse dopo aver messo a fuoco la figura dell'elfo.
« La Signora sta bene? Ruf ha sentito urlare e- »
« Ho urlato? No, no sto bene. »
Si girò e capì cosa le stava solleticando la guancia, Draco aveva la testa appoggiata alla sua spalla, sembrava svenuto, o almeno così Hermione sperò mentre il panico si impossessava di lei.
« Oh dio Draco. »
Lo mise dritto e cercò di fretta la sua bacchetta per lanciare un incantesimo diagnostico, nella testa il terrore di non sentire altro che silenzio dal suo battito cardiaco; invece si sentì svenire quando vide la bolla di luce bianca battere a fianco a sé.
Si asciugò le lacrime sfuggite al controllo e lo strinse a sé accarezzandogli la testa.
« Mi dispiace... mi dispiace Draco. Dovevo. »
Hiro si smaterializzò a fianco a loro ed Hermione annuì quando gli elfi le proposero di tornare in camera, per il bene dei padroni. Hiro si occupò di Draco mentre Ruf restò davanti alla riccia ancora sul pavimento, lo vide schioccare le dita e la luce dorata del secondo genito brillò davanti a loro.
« Il Signorino sta bene. »
« Grazie... -mormorò Hermione senza più forze, fisiche o mentali- Ruf, Isaac. »
« Ruf si occuperà del Signorino Isaac come i Padroni hanno ordinato, Ruf porta la Signora in camera e poi Ruf va dal Signorino. »
La Grifona avrebbe voluto dire altro, doveva concentrarsi, aiutare Draco, curarlo ma quando Ruf la fece levitare e la depositò a fianco al marito lei non riuscì a riaprire gli occhi. Crollò insieme a Draco in un sonno agitato e pieno di pensieri cupi trasformati in incubi.
Al risveglio non ricordò niente della notte ma si svegliò con un peso sul petto e una sensazione di angoscia che le stringeva la gola, tutto ciò che aveva vissuto la sera precedente le tornò in mente come una secchiata d'acqua gelida. Chiuse gli occhi con la testa che le faceva ancora male e quando li riaprì si accorse che Draco non era a fianco a lei.
Si mise seduta e appena si tirò faticosamente in piedi la porta del bagno scattò e si aprì rivelando il biondo.
Aveva solo i pantaloni neri, la garza di nuovo stretta intorno al braccio ferito, probabilmente ora medicato e quando Hermione lo guardò negli occhi si sentì sprofondare all'espressione gelida che lui le rivolse.
Fu lui il primo ad interrompere quel silenzio soffocante.
« Cos'hai fatto? »
« Io... »
« Cos'hai fatto ieri sera Hermione? » le chiese con un tono apparentemente calmo ma che non nascondeva la sua rabbia.
« Ho cercato... di... capire. »
Draco la guardò poi afferrò la camicia e la indossò in silenzio, quando finì di abbottonarla si parò davanti a lei che si sentì piccola sovrastata da lui.
« Non è la risposta che voglio. Ho perso i sensi ieri sera, ho il vago ricordo di te che mi chiedi di perdonarti per cui voglio sapere cos'hai fatto. »
Hermione evitò il suo sguardo e raccontò tutto senza prendere fiato, lui non la interruppe e restò ad ascoltarla con la mascella contratta dalla rabbia.
« Hai avuto la brillante idea di farti un giro nella mente dell'Oscuro Granger? È quello che mi stai dicendo? »
« Sì. » mormorò lei.
Il Mangiamorte si diresse verso la porta e lei lo chiamò.
« Ho bisogno di sbollire la rabbia. Forse non ti rendi conto di cosa hai rischiato. »
« Lo so Draco ma era un'opportunità che- »
« Perché non puoi semplicemente chiudere quel capitolo?! Ci hai portati fino a qua, hai deciso di scappare, chiudi quella dannata porta e smettila di correre rischi per niente. »
« Niente... »
Draco sospirò e si stropicciò gli occhi con due dita; Grifondoro, pensò.
« Non possiamo uccidere l'Oscuro in due. Siamo fuggiti proprio per questo. Concentrati su altro. »
« Lui sta morendo. »
Il biondo la guardò e alzò le spalle.
« Allora lascialo morire Granger. »
Hermione lo lasciò uscire e decise di farsi una doccia, quando fu pronta e scese trovò Draco e Isaac seduti sul divano.
« Oh... mi avete aspettata. » constatò notando la colazione in tavola ancora intatta.
« Ovviamente Hermione. »
Fecero colazione in silenzio, Draco si occupò di far mangiare il figlio poi tornarono sul divano e lei rimase a distanza a guardarli.
L'uomo aspettò qualche minuto poi quando capì che non si sarebbe avvicinata la guardò.
« Non mordo Granger. Vieni qui. »
Hermione si sedette accanto a lui che chiamò Ruf e gli affidò Isaac con l'ordine di intrattenerlo per qualche ora o in giardino o in camera sua, guardarono il piccolo allontanarsi felice stringendo la mano all'elfo poi Draco le fece passare un braccio sulle spalle e lei seppur sorpresa si appoggiò a lui.
« Abbiamo in sospeso una conversazione sui possibili nomi... » tentò Hermione e il suo cuore saltò qualche battito quando lui la guardò e le sorrise.
« Archie mi piace, il diminutivo di Archibald. »
« Si. »
« Con Isaac non l'abbiamo fatto ma se volessi rispettare la tradizione dei nomi dalle costellazioni... per me va bene. »
« Hai studiato le tradizioni dei Malfoy... »
« D'altronde sono una Malfoy. Faccio parte della casata. »
« Oh si che lo sei. »
Draco intrecciò una mano con i suoi capelli accarezzandole il collo e l'attirò a sé baciandola.
« Sono ancora arrabbiato. » sussurrò sulle sue labbra e lei annuì prima di sorridere.
« Però mi ami comunque. »
« A mio malgrado Granger. » ringhiò divertito prima di baciarla ancora.
« E se fosse una bambina? » chiese Hermione dopo qualche minuto di silenzio.
« Uh, hai qualche idea? »
« Ho un desiderio in realtà, per il secondo nome. »
« Vuoi chiamarla Hermione? » Draco sorrise ed Hermione scosse la testa prima di guardarlo negli occhi.
« Narcissa. »
Le labbra di Draco tornarono ad essere una linea dritta sul suo volto per la sorpresa.
« Ne sei sicura Hermione? »
« Si, ci tengo. »
« Allora abbiamo il secondo nome, ci manca il primo. »
Hermione si accoccolò tra le sue braccia pensandoci.
« Che ne pensi di Leila? » propose lui.
« Mi piace. Io pensavo a Diana, Isaac viene dalla Bibbia e Diana verrebbe dalla mitologia greca, una bambina con il nome di una dea. »
« Isaac viene dalla cosa? »
« Oh... ehm... dalla Bibbia, un libro babbano, per farla molto, molto breve. »
« Hai dato a nostro figlio il nome del protagonista di un libro babbano? »
« No. Cioè sì ma è ben più complicato di così. E poi avrai pur sentito questo nome prima no? »
« Si, l'ho sentito. Penso di aver avuto qualche lontano parente di nome Isaac ad essere sincero. »
« Bene. Per cui- »
« Spiegami questa cosa ben più complicata di così. »
« Oh non è il caso, davvero. »
« Pensi che non capirei? »
« No è solo che... è davvero complicato. Ed è totalmente al di fuori del tuo mondo. »
« Ma mi interessa. »
Hermione lo guardò sorpresa.
« Davvero? »
« Si, voglio sapere queste cose strane dei babbani. »
« D'accordo ma l'hai voluto tu. Allora... »
E passò i venti minuti successivi a parlare spiegando a Draco cosa fosse la religione per i Babbani e tutto ciò che da essa derivava.
« Ho sempre sostenuto che i Babbani fossero strani. »
La riccia si ritrovò a ridere e si portò una mano alla bocca mentre Draco la scoccava uno sguardo divertito.
« E tu? Credi in tutto questo? »
« No, e non l'ho mai fatto. Poi ho conosciuto questo... » disse rigirandosi la bacchetta tra le mani.
« Dopo aver conosciuto me... »
« Da quando sei di nuovo così pieno di te Malfoy? »
« Ho mai smesso di esserlo Granger? »
Hermione emise un verso con le labbra strette e tornò a rilassarsi sulla spalla di lui.
« Diana... » lo sentì sussurrare e sorrise prima di chiudere gli occhi cullata da quel calore famigliare.
***
Nora prese il giornale che l'elfo le stava porgendo e lo sfogliò leggendo velocemente i titoli delle notizie.
Si fermò a pagina cinque su cui erano stampate due foto, una di Draco e una di Hermione, sopra scritto a caratteri cubitali la parola "ricercati" e sotto la didascalia che condannava la coppia per alto tradimento, diserzione e sabotaggio del regime, ancora più sotto la ricompensa offerta a chiunque li avesse consegnati, meglio se vivi.
Strappò la pagina dal giornale e la ripiegò con l'intenzione di metterla insieme alle altre che aveva tenuto da quando la notizia era stata pubblicata.
La ricompensa saliva ogni settimana, a segnare la disperazione e l'accanimento del regime verso i due. Nora non sapeva tutto ma si rendeva conto che la situazione al di fuori del suo maniero e dell'Inghilterra non era buona, si chiese perché stessero sprecando energie per trovare due disertori come Draco ed Hermione. Probabilmente avevano solo paura di loro. 

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Eccoci qui...
I prossimi tre (spero) capitoli costituiranno l'epilogo.

Vi avverto già ora che saranno belli lunghi e sostanziosi, decisamente più di questi ultimi (che già non scherzano).

Avete qualche idea su come finirà ora che vi ho dato più indizi?
Ditemi tutte le vostre supposizioni che magari posso anche prendere spunto🤭

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now