15.

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Il Mangiamorte rientrò al Manor chiudendosi il pesante portone alle spalle e lasciando la tempesta ad infuriare fuori dalle mura.
Consegnò il cappotto fradicio all'elfo e si passò una mano tra i capelli appiccicati dalla pioggia.
« Granger? »
« Malfoy. »
Scorse la sua testa riccia sbucare dallo schienale del divano. Stava leggendo il libro con cui aveva tentato di nascondersi da Blaise, se n'era appropriata per passare il tempo e Draco non aveva espresso nulla in contrario.
« Vieni con me. -la guardò- Devo parlarti e non voglio restare bagnato. »
« Allora puoi asciugati e tornare qui. »
« Mezzosangue. »
« Cosa farai? Schioccherai le dita e poi mi risparmierai? Come sempre. »
Draco si avvicinò e le strappò con rabbia il libro di mano, poi accostò i loro visi tanto che i loro nasi quasi si sfioravano godendo dello sguardo spaventato di lei.
« Ora che non sei più impegnata nella tua preziosa lettura puoi seguirmi. »
Hermione sbuffò sonoramente cogliendo l'occhiataccia di Draco. Entrarono nella stanza del Mangiamorte e lei si fermò poco dopo la soglia.
« Devo partire, Parigi, e tu verrai con me. »
« Cosa? »
Il biondo la guardò accigliato sbottonandosi la camicia bagnata.
« Cosa non hai capito? »
« Vuoi davvero viaggiare con la ricercata numero uno di Inghilterra? »
« È quello che ho detto. »
« Potrei tentare di scappare. »
« Confido sul fatto che tu riesca a ricordarti la nostra conversazione nella quale ti ho esplicitamente confermato che sarebbe stata l'ultima cosa che avresti fatto nella tua vita. »
« E come nascondiamo il fatto che sono Hermione Granger? »
« A quello ci penso io. »
Hermione smise di pensare a ciò che il biondo le aveva appena detto e distolse lo sguardo accorgendosi che si era tolto la camicia e ora si stava slacciando la cintura.
« Dovevi dirmi solo questo? Posso andare? »
« Puoi. »
La donna si girò ma lui la richiamò.
« Ah Granger, mi ha scritto Blaise, i risultati dei tuoi esami sono a posto. »
***
Hermione chiuse il libro e si alzò dal letto. Uscì dalla camera e scese le scale fino al salone, lí poggiò il libro sul tavolino da dove l'aveva preso.
« L'hai finito. »
Si portò una mano al petto per lo spavento e lo guardò.
« Già. »
« Ti è piaciuto? »
La vide annuire e guardarlo.
« Bene. Se ne vuoi altri li puoi prendere nella biblioteca. »
« Biblioteca? »
Draco ghignò alla sua espressione stupefatta.
« Vieni. -e accorgendosi che non si muoveva la guardò- Dai Granger. Vieni con me. »
Lo seguì su per le scale fino ad una porta che aveva sempre visto chiusa, il Mangiamorte la aprí e la invitò ad entrare con un gesto della mano.
« Wow. »
Davanti agli occhi Hermione aveva una biblioteca grande come una camera da letto e piena zeppa di libri
Guardò i libri su uno dei numerosi scaffali facendo scorrere un dito sulla mensola.
« Jane Austen... Kafka... Garcia Màrquez... sono tutti autori babbani. »
« Ne sembri stupita. »
« Ne sono stupita Malfoy. »
« La cultura non ha sangue, almeno per i Malfoy. »
Le diede le spalle.
« Ora sai dove sono. »
Dopo che si fu allontanato Hermione si prese ancora del tempo per guardare tutti quei volumi poi ne scelse uno di Orwell e uscì.
***
L'elfo entrò in camera dopo aver bussato e la avvertì che era richiesta nell'ufficio del padrone.
La donna si alzò incerta e si diresse accompagnata dalla creatura fino alla stanza indicata.
Era la prima volta che ci metteva piede e la osservò bene. La grande finestra dava sulla fontana in giardino, era perfettamente ordinata ad eccezione di un angolo riempito da pile di fogli.
Draco era seduto alla scrivania di legno scuro, davanti ad essa c'erano due poltrone identiche a quelle del salone se non per il colore, queste erano marroni.
« Volevo parlarti di Parigi. »
« Perché ci vai? »
La guardò sottecchi.
« Affari, che non ti riguardano. »
Hermione alzò gli occhi e accolse l'invito a sedersi che la mano di Draco le porgeva.
« Partiamo martedì, staremo lì per due giorni, alloggeremo in hotel, parteciperemo a delle serate di gala... in tutto questo tu verrai con me. »
« Penso ancora che sia una pessima idea. »
Il Mangiamorte la ignorò e continuò il suo discorso.
« Ti chiamerai Cathleen, non avrai cognome e ti presenterai come la mia donna di compagnia. »
Hermione di irrigidì sulla poltrona e assottigliò gli occhi.
« Mi fai schifo. »
« Ti adeguerai, Cathleen. » marcò il suo nuovo nome mentre un ghigno gli si dipingeva sul volto.
« Continuo a non capire come pensi di nascondere la mia identità. »
« Ti ho detto che di quello non devi preoccuparti Granger. »
« So benissimo quello che hai detto Malfoy, non sono sorda. Mi interesserebbe saperlo in quanto penso che mi riguardi direttamente. »
« Ho un modo, che funzionerà. »
La Grifona sbuffò.
« Martedì mattina ti farò trovare ciò che ti servirà in camera, devi essere pronta per le sei, viaggeremo via passaporta. »
Dopo qualche secondo la guardò alzando di poco la testa.
« Ora puoi andare, devo lavorare. »
Hermione si alzò e uscì lasciando la porta aperta anche dopo la richiesta di Draco di chiuderla.
***
La sveglia era stata fissata per le cinque ma quando l'elfo si materializzò in camera per svegliarla lei era già seduta sul letto, la creatura accese le candele e scomparve.
Hermione notò subito l'abito che Draco le aveva lasciato appeso all'anta semiaperta dell'armadio; era verde scuro, la scollatura alle barca, il tessuto liscio e la gonna gonfia.
Le aveva dato tutto, insieme al vestito c'erano un paio di tacchi neri, un bracciale con delle pietre che a prima vista riconobbe come smeraldi (si intonavano al vestito) e degli orecchini abbinati.
La Grifona si alzò dal letto e andò in bagno dove si lavò constatando che aveva gli occhi contornati da profonde occhiaie poi si vestì e fu in salotto poco prima dell'orario deciso da Malfoy.
Draco la vide, guardò l'orologio al polso e poi di nuovo lei.
« Sei addirittura in anticipo. »
« La cosa ti stupisce? » la voce le venne fuori carica di odio.
« Un po' in effetti. Indossa quello. »
Le indicò un cappotto beige appoggiato sullo schienale della poltrona poi tornò a raccogliere dei documenti e riporli nella ventiquattrore di pelle.
« Sono quelli gli affari? »
« Ribadisco che non sono cose che ti riguardano. »
« Lo prendo come un si. »
Il Mangiamorte roteo gli occhi e chiuse la valigetta.
« Prendilo come vuoi. Andiamo. »
Si abbottonò il cappotto e lo raggiunse.
« Ah, giusto. »
Le puntò la bacchetta addosso e lei si irrigidì aspettandosi dolore invece non sentì niente; Draco mise via la bacchetta e la guardò.
« Cos'hai fatto? »
« Non potevi presentarti con quel collare. »
Hermione si tastò il collo sentendo sotto le dita una fredda e sottile catenina, era d'argento e il ciondolo era un gabbietta dello stesso materiale con dentro un rubino grande come un chicco di mela.
« Non pensare che sia più facile liberarsene, non ha la chiusura ed è più resistente di quel che sembra. »
L'afferrò per un polso e si infilarono insieme nel camino, in pochi secondi sparirono tra le fiamme verdi e atterrarono in una grossa stanza buia, al centro di essa c'era un orologio d'oro da taschino. Hermione osservò il biondo inginocchiarsi, posarle la mano sull'oggetto metallico e fare altrettanto.
Dedusse che fosse la passaporta poco prima di sentirsi risucchiata in un vortice.
Arrivarono nell'ex ministero di Parigi, file di camini riempivano i muri del corridoio.
Draco si prese un attimo di tempo per osservarla, era elegante e bella, sembrava una donna del suo rango, evitò che lo vedesse mentre la guardava e si tolse la polvere dal cappotto.
La donna fece lo stesso poi vide il biondo avvicinarsi e si stupì quando le porse il gomito.
« Andiamo? »
Lo superò senza degnarlo di una risposta ma lui si affrettò ad afferrarla per un braccio e strattonarla.
« Non iniziare. Fammi fare brutta figura e te la faccio pagare. »
« Avevi solo da lasciarmi tranquilla al Manor. »
Il Serpeverde emise un verso a metà tra uno sbuffo e una risata, poi le sistemò delicatamente una ciocca di capelli dietro all'orecchio e le porse di nuovo il gomito.
« Due giorni e saremo a casa. Ora prendi il mio braccio e andiamo in hotel. »
Si materializzarono nella hall dell'Hotel Bel Ami al 7 di Rue Saint-Benoît e si diressero alla reception.
« Come posso aiutarvi? »
« Malfoy. »
« Oh Monsieur Malfoy, benvenuto, la vostra suite è pronta. Potete seguire quel ragazzo. Spero che apprezzerete il soggiorno da noi. »
Un ragazzo giovane si fece avanti e li invitò a seguirlo, presero l'ascensore fino all'ultimo piano, il facchino aprì la porta e lasciò la chiave al biondo che ordinò una bottiglia di champagne prima di congedare il giovane.
Quando si voltò trovò la riccia affacciata alla grande vetrata della suite.
« Posso Granger? » chiese afferrando da dietro il cappotto, in risposta lei annuì soltanto senza staccare gli occhi dal panorama. Il Mangiamorte appese entrambi gli abiti e tornò da lei.
« Oh siamo sentimentali Granger? »
Hermione si asciugò una lacrima senza rispondergli.
« Quanto ha dovuto insistere papà per farti salire sulla ruota panoramica... e mamma che si svegliava presto e preparava la colazione per lasciarti più tempo per vedere la città. »
« Smettila. »
« Perchè Granger? Stiamo solo ricordando. »
« Non sono cose che ti riguardano quindi smettila. »
Sbottò allontanandosi da lui e da quel suo ghigno fastidioso. Tentò di farlo uscire dalla sua mente ma Draco se lo aspettava e glielo impedì, la sua presenza divenne ingombrante ed Hermione gemette per una stilettata di dolore.
« Lasciami stare Malfoy. Smettila! »
Improvvisamente il dolore e il peso sparirono, Hermione si raddrizzò e vide il Mangiamorte che ancora la guardava con un'espressione di superiorità.
« Sei proprio debole. »
Le diede le spalle ma lei gli rispose.
« I ricordi non ci rendono deboli. »
Lo guardò negli occhi poiché si era di nuovo girato.
« I ricordi definiscono chi siamo, ci danno la forza per affrontare la vita, che siano belli o brutti. »
« Quei ricordi non ti rendono forte Mezzosangue, ti fanno soffrire e ti rendono debole per l'appunto. »
« Sai benissimo che i ricordi fanno soffrire o sbaglio? »
Draco le si avvicinò e lei indietreggiò per tenerlo lontano fino a che le gambe toccarono il bordo del letto e ci cadde sopra.
« Io non mi lego ai ricordi Mezzosangue. Io non soffro Mezzosangue. »
Fece un passo indietro e le diede le spalle.
« Facciamo pranzo qua e usciamo questa sera quindi mettiti comoda e riposati, hai delle occhiaie spaventose. »
Si sedette sul divano e tirò fuori dei documenti mettendosi a lavorare mentre Hermione si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi deglutendo il sapore delle lacrime.

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now