77.

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Quando Draco si svegliò la prima cosa che vide fu Hermione seduta accanto a lui e una fitta rete di fili neri fluttuare sopra di sé.
« Di nuovo... »
Lei lo guardò e forzò un sorriso.
« Poi tu esci e io non riesco a studiare il mio. »
Il Mangiamorte si mise seduto e fece sparire le proiezioni della magia del Marchio Nero.
« Posso avere un buongiorno normale? » le chiese porgendole le mani che lei gli strinse.
« Buongiorno. » la guardò sorridere e l'attirò a sé.
« Buongiorno anche a te Granger. Da quanto sei sveglia? »
« Le cinque. »
« Hermione, devi dormire. »
« Lo so Draco ma- »
« Niente "ma" Granger. Sei incinta, devi avere una routine sana. »
« Ma se non ci lavoro- »
« Hermione. » riuscì a guardarla negli occhi ma qualsiasi cosa volesse dire non lo fece.
« Abbiamo detto di provarci Draco. »
« Lo so. »
« Devo riuscire a neutralizzare il Marchio per andarcene, almeno in parte. Se non lo facciamo è una condanna a morte. »
« Herm... » la riccia lo guardò sorpresa da quel nomignolo, era solo la seconda volta che la chiamava così e ad essere sincera le piaceva da matti poi si appoggiò a lui che sospirò.
« Lo so che questa cosa ti sta a cuore ma- »
« Se non salviamo noi stessi Draco non salveremo Isaac e questo bambino. »
La baciò una tempia accarezzandole i capelli poi le alzò il viso per guardarla negli occhi.
« Facciamo un patto. Tu mi prometti di impegnarti in una routine sana, tutti i pasti tutti i giorni e delle ore di riposo che concorderemo, per il resto della giornata potrai fare cosa vuoi. Io ogni sera sarò a tua disposizione per gli studi di cui hai bisogno. »
Hermione annuì e Draco sorrise.
« Mi fido di te Hermione, per cui lo dico solo per infastiditi; sappi che gli elfi mi riferiranno se verrai meno a questo accordo. » terminò con un ghigno divertito davanti alla reazione di lei.
« Antipatico. » mormorò la riccia mal trattenendo un sorriso e anche quando provò ad alzarsi lui non la lasciò andare.
« Mi devi un bacio. »
« Ti devo?! » chiese fintamente indignata.
« Si, per sigillare il patto. »
Hermione roteò gli occhi e sbuffò sorridendo prima di baciarlo.
« Ti amo. »
« Anche io Hermione. »
Passarono entrambi in camera di Isaac per svegliarlo e fecero colazione tutti insieme, poi lei si sedette sul divano con il figlio e poco dopo Draco li raggiunse.
Hermione lo guardò da cima a fondo provando una strana sensazione dentro di sé, era vestito competamente di nero, al posto delle scarpe a cui lei era abituata indossava degli stivali che sembravano tremendamente pesanti, un mantello nero gli copriva le spalle e in mano aveva la maschera dorata.
« Sarò di ritorno per pranzo oggi. » disse ripescandola dai pensieri in cui era scivolata.
« Stai bene? » chiese guardandola accigliato.
« Si. »
« Hermione- »
« Sto bene Draco. Stavo solo guardando... il Generale. » terminò con un leggero sorriso che stupì il biondo.
Le accarezzò i capelli e la baciò dolcemente.
« Stai attento. » sussurrò lei sulle sue labbra con una mano sulla sua guancia.
« Lo farò. »
Baciò anche la testa del figlio poi indossò la maschera e si smaterializzò.
« Papà. »
Hermione sorrise ad Isaac che la guardò.
« Papà torna tra poco. »
Affidò il bambino a Ruf e lavorò per tutta la mattina, non si accorse neanche di quando l'elfo arrivò più volte nello studio a controllare la situazione.
Studiò gli appunti che aveva preso sulla magia del Marchio Nero e fece ipotesi su come neutralizzarla.
La cosa più importante ora era impedire che potessero rintracciarli, una volta bloccata quella possibilità sarebbero fuggiti e lei avrebbe lavorato su come neutralizzarlo del tutto.
Quando Draco tornò Ruf si smaterializzò nello studio e l'avvertì di ciò; la vide sobbalzare e riordinare tutti i libri e i fogli di pergamena come a coprire le prove di un misfatto.
« Hermione. » la salutò con già Isaac in braccio e si avvicinò per baciarla.
« Stavi studiando? »
« Solo un po'. »
Lo vide mandare uno sguardo all'elfo accanto a loro, Hermione fece lo stesso e Ruf annuì.
« La Signora ha rispettato il patto. »
Mentre il biondo le baciò una guancia la Grifona continuò a guardare l'elfo esterrefatta, Ruf aveva mentito a Draco, al suo Padrone, in anni non gliel'aveva mai visto fare.
Quel pomeriggio si sedettero entrambi in biblioteca, il Mangiamorte prese un libro e tese il braccio alla riccia che ricominciò a studiare il Marchio.
La guardò ogni tanto, assorta nel suo lavoro e osservò più volte anche la rete nera sopra di loro. In tutti quegli anni non aveva mai analizzato il Marchio come stava facendo lei ora. Cosa cercasse di preciso non lo sapeva, e probabilmente neanche Hermione lo sapeva ma vederla così concentrata a cercare una soluzione che a lui sembrava introvabile gli faceva tenerezza.
Non gliel'aveva mai detto ma davvero nella sua testa era convinto che il piano della riccia non avrebbe mai funzionato. Mettere fuori uso il Marchio Nero, era una pazzia. Per questo insisteva perché riposasse e mangiasse, non aveva intenzione di mettere a rischio il secondo figlio in arrivo, tanto meno Isaac che avrebbe avuto bisogno di lei ancora per molto.
« Ah! » si ritrovò a gemere e la guardò.
« Che è successo? »
« Ha fatto male. »
« Ti ha chiamato? » chiese lei con la voce improvvisamente tremante.
« No, era più una scossa. Cos'hai toccato? »
Hermione avvicinò la bacchetta ad uno dei fili neri davanti a lei poi ne allungò la proiezione, la magia scorreva nel braccio di Draco fino ad arrivare quasi al cuore; il Mangiamorte guardò l'espressione fredda e sofferente della moglie e comprese che ciò che stava vedendo non fosse una cosa buona.
« Granger... »
« Aspetta. »
Quando toccò il filamento con la bacchetta Draco balzò in piedi, imprecando questa volta e lei lo seguì.
« Scusa, scusa... dovevo esserne sicura. Scusa... » mormorò prima di baciargli le dita della mano che stringeva.
« Questo è uno dei principali collegamenti con la tua traccia magica. Il fatto che arrivi quasi al cuore è indice di quanto sia radicato. »
« Bene... hai altre buone notizie? »
Chiese ironicamente guardando la moglie e la sua espressione amareggiata.
« Draco... »
« No scusa, sono solo... stanco. » ribatté pentito delle parole dette.
Hermione fece sparire tutte le proiezioni sotto lo sguardo interrogativo di lui poi lo guardò e gli sorrise leggermente.
« Basta per oggi. »
« Granger- »
« Davvero Draco, sono a posto, basta. Voglio passare il resto del pomeriggio in tranquillità. »
Il biondo l'attirò a sé e la fece sedere sulle proprie gambe sentendola ridere.
« Cosa vuoi fare allora? »
Chiese lui con le labbra sul suo collo e le mani sui suoi fianchi.
« Bella domanda... mi sembra che tu abbia le idee chiare. »
Draco rise e risalì con le labbra fino al suo viso.
« È quello che vuoi? »
« Tra poco Isaac si sveglierà. »
« Già... -la baciò e le strinse una coscia sentendola mugolare sulle sue labbra- Peccato. » disse separandosi e passandole il pollice sulle labbra bagnate.
Hermione si alzò dalle gambe di lui e un attimo dopo Ruf si smaterializzò sulla soglia della biblioteca avvertendoli che il Signorino si era svegliato.
« Vieni ad imparare un po' di parole con noi? »
Gli chiese per poi guardarlo annuire e alzarsi sorridente.
Isaac dopo una lunga e fruttuosa sessione di giochi educativi strappò il libro dalle mani della madre che lo sollevò e se lo sistemò meglio sulle gambe.
« Ho pensato a cosa potrebbe tornare utile. -disse senza guardare il marito e cercando di fermare il piccolo che stava sventolando il libro in aria- Argento di Goblin, un'arma, o comunque una lama affilata. »
« Va bene. -disse Draco notando l'espressione sorpresa si lei- È roba rara ma potrei avere i giusti contatti. »
« Ottimo. »
« Come pensi di usarlo? »
« Ancora non lo so bene. Non so se sia possibile tagliare quei legami ma l'argento di Goblin è di sicuro la cosa più utile. »
Hermione ricambiò lo sguardo di Draco e sorrise.
« Non ti metterò in pericolo. »
« Lo so Hermione, non l'ho mai pensato. »
« Papà! »
Il Mangiamorte sorrise al piccolo, posò il libro sul bracciolo del divano e lo prese in braccio.
« Ciao peste. »
« Volo! »
« Vuoi volare? »
« Volo papà! »
« D'accordo. »
La riccia sorrise guardando Draco alzarsi con il figlio aggrappato al collo e appellare la scopa giocattolo; neanche un minuto dopo Isaac stava sfrecciando nel salone sotto l'incantesimo e lo sguardo attento del padre.
Dopo cena Isaac crollò e Draco annunciò che si sarebbe fatto una doccia tentando di portare la moglie con sé ma alla fine dovette arrendersi al volere di lei ed entrò da solo.
Hermione si affacciò alla grande finestra della camera e cercò di spegnere per un attimo tutti i pensieri che vorticavano nella sua testa; fu una smaterializzazione a farla sorridere, Ruf posò sul suo comodino un bicchiere d'acqua e uscì silenziosamente dalla porta.
La riccia lo seguì e nel corridoio lo fermò.
« Signora. »
« Vieni Ruf. »
Lo portò in biblioteca, chiuse la porta e lanciò un incantesimo isolante tutt'attorno a loro cogliendo l'espressione preoccupata dell'elfo.
« Signora- »
« Voglio solo chiederti una cosa. »
Ruf restò in silenzio e lei si sedette sulla poltrona.
« Hai mentito a Draco oggi. »
La creatura spalancò gli occhi e abbassò le orecchie e lei si affrettò a tranquillizzarlo.
« Non sono arrabbiata Ruf, anzi, devo ringraziarti e ovviamente non lo dirò a Draco perché ci andrei di mezzo anche io. Vorrei solo capire perché l'hai fatto. »
« Ruf sa quanto i Padroni stanno rischiando. Ruf vuole che i padroni siano salvi e la Padrona si sta impegnando tanto per fare ciò. Ruf vuole salvare i Padroni. »
La donna sorrise quasi sentendo gli occhi pizzicare e annuì.
« Ce la farò Ruf. Ci salveremo. »
Quando Draco uscì dal bagno lei era seduta sul letto, lo guardò indossare i pantaloni del pigiama poi la raggiunse.
« Come stai? »
« Bene Draco. E tu? »
« A meraviglia. »
Disse prima di piegarsi e posarle un bacio sulla pancia.
Si guardarono negli occhi, entrambi sorpresi ed emozionati poi lui le alzò la canottiera e ripeté il gesto, questa volta sulla pelle nuda mentre Hermione intrecciò le mani nei suoi capelli.
« Draco... »
« Dimmi. » sussurrò baciandole una guancia.
« Dove andremo? »
Draco la guardò e si sedette vicino a lei.
« Ho pensato ad una tenuta dei Black in Canada, è abbastanza lontana dalla mia eredità, l'ho trovata rovistando tra i documenti. »
« Pensi sia sicuro? »
« Saremo decisamente lontano dal Lord e con il MACUSA non si spingerà fino a lì, non ora che è in crisi almeno. »
« È proprio il MACUSA che mi preoccupa. Dovessero trovarci... »
« Non succederà. »
« Come fai ad esserne sicuro? »
« Perché non lo permetterò. »
Hermione sorrise e sospirò.
« D'accordo. Ci serve del denaro... »
« Ci ho già pensato. Gli elfi stanno prelevando varie somme, senza un ordine, sto ristrutturando il Manor. »
La vide annuire e le baciò una tempia.
« Ce ne andremo, promesso. »
Ad agosto del 2004 Hermione aveva trovato il secondo ingrediente che avrebbe potuto aiutarla in quella missione assurda.
« Draco. »
Lui alzò lo sguardo dai documenti e fece un sorriso che morì subito davanti all'espressione di lei.
« Che succede? »
« Devo entrare ad Hogwarts. »
« Come mai? »
« Devo accedere alla camera dei segreti. » lo disse con una freddezza che lasciò il biondo sorpreso, come se fosse la cosa più facile da fare.
« Hermione- »
« Mi serve il veleno di basilisco e nella camera dei segreti dovrebbe esserci ancora la sua carcassa se non è stata mossa. »
Draco sospirò e lei raddrizzò la schiena, all'erta.
« Granger ascolta... tutto questo... »
« Ti stai tirando indietro?! »
« Hermione pensi davvero di poter neutralizzare il Marchio? »
« Pensi che ci avrei speso gli ultimi tre mesi se non ci avessi creduto?! »
« È una pazzia Granger! »
Hermione rimase in silenzio, l'espressione glaciale e un fastidioso bruciore in gola.
« Pensavo ci credessi. Pensavo ti importasse di noi. »
« Hermione- »
« No. Hai voluto un secondo figlio Malfoy! E sapevi cosa avremmo rischiato! Pensi di offrire anche questo a Voldemort come hai fatto con Isaac?! L'Oscuro ti ha torturato, pensi di farti uccidere?! E noi con te?! »
Il Mangiamorte si alzò rapidamente dalla poltrona e lei fece un passo indietro gridandogli di non toccarla.
Ruf si smaterializzò accanto a loro attirato dalle urla e lasciando entrambi senza parole, si mise tra i due evocando uno scudo protettivo.
« Ruf! » ringhiò Draco visibilmente turbato da ciò, era la prima volta in vita sua che un elfo si permetteva di fare ciò.
« Ruf vede tutto quello che succede nel maniero. -guardò Hermione che aveva tentato di allontanarsi senza riuscirci per via della bolla che li circondava- Ruf sa che il Padrone ama la Signora e il Signorino Isaac e il Signorino in arrivo, ma Ruf vede anche che il Padrone è preoccupato per la salute della Signora, ha paura che si ferisca e ha paura di perderla. »
Draco guardò la moglie che ricambiò lo sguardo anche se ancora con freddezza e sofferenza.
« Il Padrone deve sapere che la Signora studia, tantissimo, e che Ruf la vede stanca. La Signora vuole solo salvare la famiglia Malfoy. »
Lo scudo tra i due scomparve e Draco guardò di nuovo l'elfo.
« Ruf sa che c'è tensione ma i Padroni non possono litigare. Il Padrone deve fidarsi della Signora e la Signora deve prendersi cura di sé. »
La riccia annuì attirando lo sguardo di lui.
« Lo farò ma devi farmi entrare ad Hogwarts Draco. »
Il biondo rimase in silenzio, ancora arrabbiato per le parole di lei e per la disobbedienza dell'elfo.
« Studieremo un piano per farlo. »
Ruf scomparve e i due restarono a guardarsi senza parlare per quasi un eterno minuto.
« Lo pensi davvero? »
« Cosa? »
« Che abbia consegnato Isaac, e che avrei fatto lo stesso anche questa volta. »
Hermione si morse il labbro e scosse la testa.
« No. Ovviamente non lo penso. Mi sono solo arrabbiata. Pensavo mi appoggiassi Draco. »
« Non so cosa pensare Granger. Ti appoggio, ovviamente, è solo che mi sembra una pazzia! Ho vissuto con il Marchio per anni, provando anche odio verso questo segno ma l'idea di neutralizzarlo mi sembra assurda e impossibile. »
« L'importante è provarci, e ci proverò; e mi spiace dirlo ma lo farò con o senza il tuo appoggio. »
Draco si avvicinò fino a intrecciare le mani nei suoi ricci e baciarle la testa.
« Sarà facile entrare ad Hogwarts ma non sarà facile uscirne dopo la violazione della Camera dei Segreti. Dovrà essere l'ultima cosa da fare prima di andarcene. »
« D'accordo, mi organizzerò. »
Hermione si allontanò e il biondo restò fermo dove lei l'aveva lasciato guardandola andarsene con un nodo allo stomaco. Aveva fatto un casino.
Prima di cena venne chiamato per un'emergenza ai campi, dovette organizzare un'esecuzione lì sul momento e tornò a casa tardi. La Grifona era già in camera, seduta sul letto a leggere un libro, Isaac era sdraiato al suo fianco addormentato.
Draco entrò senza dire una parola e si accorse a malincuore che lei non lo guardò nemmeno.
Prese delicatamente Isaac in braccio senza svegliarlo e si sedette sul letto facendogli appoggiare la testa sulla propria spalla.
« Sei arrabbiata? » chiese dal nulla guardando la donna al suo fianco sospirare.
« Non lo so Draco. Penso di essere delusa. »
« Lo sai che voglio che stiate bene e che siate salvi. »
« E tu? »
« Io? Cosa? »
« Sei considerato oppure no? »
Hermione staccò gli occhi dal libro quando il silenzio divenne troppo lungo.
« Non ti lascio qua Draco. Se ce ne andiamo, lo facciamo tutti insieme. »
Il biondo guardò il bambino addormentato su di lui poi di nuovo lei che lasciò il libro sul comodino.
« Dorme qua? »
« Non sapevo a che ora saresti tornato. Non mi andava di restare sola. »
« Hai fatto bene. »
Baciò la testa del piccolo e lo sistemò sotto le coperte in mezzo a loro si sdraiò coprendo uno sbadiglio con la mano.
« Buonanotte Hermione. »
« Notte Draco. »
Fu il sussurro che ricevette in risposta prima di chiudere gli occhi e sprofondare in un buio sonno senza sogni.
***
« Quindi me lo consigli? È da un po' che pensavo di leggerlo. »
« Se ti piace il genere Nora, assolutamente si. L'ho divorato. »
« Tu divori tutti i libri che apri Hermione. »
« Anche questo è vero. » disse ridendo prima di venire interrotta da una smaterializzazione; si girò in tempo per vedere Draco atterrare nel salone, lontano da loro e crollare a terra.
« Draco! »
Gli fu subito accanto seguita da Nora.
« Draco. Draco mi senti?! »
Il Mangiamorte si agitava scompostamente sul pavimento del salone come in preda ad una crisi epilettica.
« Hermione... »
« È in shock. Aiutami Nora. »
« C-certo, dimmi cosa- »
« Tienilo fermo. -disse indicandogli il braccio sinistro del biondo- Ho bisogno che non si ferisca. »
La Corvonero si inginocchiò a fianco a loro e afferrò con entrambe le mani il braccio di Draco facendo forza per bloccarlo al meglio possibile, poi guardò Hermione che aveva gli occhi chiusi e sembrava concentrata su qualcosa.
Ruf arrivò con una pozione calmante e restò ad aspettare, la riccia riaprì gli occhi e smise di far lavorare il suo legame con Draco solo quando la crisi fu finita.
Si sedette sui talloni e appoggiò le mani a terra con la testa piegata in avanti, Nora la sentì piangere.
« Signora... »
« Sto bene. Sto bene Ruf. »
Si asciugò le lacrime e si avvicinò di più al marito tentando di svegliarlo.
« Draco... »
Gli accarezzò la fronte imperlata di sudore ma fredda, trattenne il pianto che cercò nuovamente di uscire.
« Hermione. »
« Grazie Nora. Per l'aiuto. Mi dispiace che tu abbia dovuto- »
« Ehi, non pensarlo nemmeno. Sai cos'è successo? Draco sta male? »
« No, no penso... penso che abbia visto l'Oscuro. »
« Devi fare qualcosa ora? Posso aiutarti seppur con i miei limiti- »
« Grazie Nora ma no, devo solo aspettare che si riprenda e sperare che non abbia danni. »
« D'accordo. »
Calò il silenzio fino a che la mora non si alzò e si avvicinò ad Hermione e le accarezzò una spalla.
« Andiamo Hermione, portiamolo in camera e- »
« Her-mi- »
« Draco! »
Il biondo aveva gli occhi aperti ora e come sempre le mani tremanti.
« Sono qui Draco. Sono qui. »
Sussurrò accarezzandogli i capelli.
« Mi hai spaventata a morte Draco. »
« L'Os-scuro... »
« Lo so, lo so... ora non pensarci. »
Nora guardò la scena a distanza di un metro con il cuore stretto in una morsa e pensò al suo Blaise.
« Io... non voglio essere d'intralcio Hermione... se hai bisogno... »
« Nora, grazie per l'aiuto ma- »
« Non preoccuparti. Vi lascio tranquilli. Se avessi bisogno, di qualcosa anche dallo studio di Blaise manda un elfo. »
Hermione annuì con le lacrime agli occhi, sorpresa da quell'offerta e Nora si smaterializzò quando Ruf le portò Amelia mentre Isaac rimase in camera con Nancy.
L'elfo le rimase accanto per dei minuti che lei passò in silenzio ancora inginocchiata a terra a fianco a Draco, gli accarezzò prima i capelli poi il viso e lui cercò di stringerle la mano senza riuscirci.
« Ruf portami una coperta. Non voglio che si alzi, non ancora almeno. »
Lo coprì al meglio e gli strinse una mano per poi appoggiare la fronte sul suo petto e singhiozzare incapace di trattenersi.
« Dobbiamo andarcene Draco. »
Lo sentì sospirare e lo guardò annuire con gli occhi chiusi e il fiato spezzato.
Passò più di mezz'ora prima che il Mangiamorte fosse in grado di alzarsi e reggersi sulle proprie gambe, Hermione lo portò in camera senza l'aiuto di Ruf e dopo averlo fatto sedere sul letto tentò di aiutarlo a svestirsi.
« Lascia, Herm- »
« Ti aiuto solo a metterti più comodo Draco. » lo ammonì lei guardandolo fare un piccolissimo sorriso.
Gli tolse la giacca, la cintura e la camicia facendogli indossare la maglia del pigiama.
« Ho bisogno che ci concentri un attimo Dra. »
« È strano sentirmi chiamare "Dra" da te. Solo Blaise mi chiama così. »
« Posso smettere se- »
« No! -si affrettò a rispondere lui- No mi piace. Me lo dai un bacio? » terminò sussurrando.
« Solo uno perché poi ho bisogno che ti concentri per qualche minuto. »
E nonostante la buona volontà di Hermione quel bacio divenne due, e poi si trasformò in un abbraccio che durò a lungo.
Draco l'attirò lentamente a sé facendola sedere sul letto, la strinse e affondò il viso tra i suoi ricci annusando quel profumo di rosa che lui amava da pazzi.
« Hermione... » sussurrò sentendola tremare tra le sue braccia.
« Ho sempre paura che un giorno non tornerai a casa. »
« Calmati Hermione... -le appoggiò una mano sulla pancia e lei lo guardò- pensa a lui. Respira. »
La Grifona annuì e si asciugò una lacrima solitaria con il dorso della mano.
« Ho bisogno che provi a stringere le mani. Una alla volta. »
Il biondo le mostrò la mano aprendola a chiudendola un paio di volte poi fece lo stesso con la destra e quasi sobbalzò quando si accorse di non riuscire a chiuderla del tutto.
« Ci lavorerò. Posso risolverlo. »
« Combatterò con la sinistra. Pensa a finire il progetto di fuga. Non abbiamo più tempo. »
***
Un giorno di inizio settembre Hermione entrò nello studio e sulla scrivania trovò due pugnali, uno ricurvo e uno dritto più sottile.
Sorrise al settimo cielo e li mise in una piccola borsa nera dove aveva iniziato a raccogliere tutto ciò che avrebbe potuto servirle.
Non vide Draco fino a tarda sera quando rientrò stanco morto e la raggiunse in bagno abbracciandola da dietro.
« Se ti eri lavata dovrai rifarlo perché sono sporco e sudato. »
La sentì ridere e la mano di lei gli accarezzò la guancia ispida per la corta barba che aveva.
« Non importa. »
La guardò nello specchio davanti a loro e spostò le mani sulla sua pancia dove si sentiva un leggerissimo e basso rigonfiamento.
« Ho l'ultima cosa di cui avremo bisogno, un corno di unicorno. »
Vide Draco spalancare gli occhi e si girò a guardarlo.
« Draco perché quella faccia? »
« Perché non è facile da reperire, anzi, sarà faticoso. »
« Lo compravo a Diagon Alley... »
« Anni fa Hermione. Ha iniziato ad essere molto richiesto con la guerra, ed è diventato un bene raro e prezioso. »
Hermione gli strinse le braccia intorno al busto e appoggiò la testa sul suo petto.
« Come stai Granger? »
« Bene. »
« Isaac? »
« Dorme ma ho fatto fatica. Era nervoso. »
« Starà somatizzando quello che succede in casa. »
« Non voglio che abbia dei traumi. »
« Ehi... è esagerato parlare di traumi. Isaac sta bene ed è amato. Non gli manca niente e la situazione migliorerà. »
Draco la sentì abbandonarsi completamente su di lui e la strinse.
« Sei stanca Hermione... andiamo a dormire? »
La sollevò senza aspettare una risposta e la sistemò sul letto, quando tentò di allontanarsi lei non glielo permise.
« Hermione... »
« Resta qua. »
« Devo lavarmi. »
« Non importa, resta qua con me. »
Sospirando la raggiunse e lei non aspettò un istante prima di appoggiare la testa sul suo petto e intrecciare le loro gambe.
Gli tolse una striscia di terra dal collo e gli lasciò un bacio sul mento dove riuscì ad arrivare.
Hermione fu la prima dei due a crollare nel sonno, Draco prima di addormentarsi intrecciò le dita con quelle di lei e le baciò la fronte sussurrandole poi "ti amo" all'orecchio, sperando che lo sentisse in sogno e le evitasse gli incubi.
E mentre il tempo scorreva crudele senza dare loro tregua o respiro arrivò ottobre e loro furono pronti con un piano chiaro da seguire.
Avrebbero lasciato il Manor, Draco diede a tutti gli elfi l'ordine di non farsi trovare per evitare interrogatori tranne Nancy e Ruf che avrebbero seguito i padroni nella nuova tenuta, il Mangiamorte aveva prelevato metà della sua fortuna e si sarebbe portato dietro l'atto di proprietà del maniero in Canada per lasciare meno tracce possibili.
Hermione aveva completato gli studi e preparato un piano di azione sperimentale continuando a pregare che funzionasse.
Draco per la prima volta non obiettò niente del piano, neanche quando la moglie disse che sarebbe entrata ad Hogwarts da sola per rendere le cose più facili sia in caso di fuga che di cattura.
La mattina del 15 ottobre 2004 si ritrovarono tutti e cinque in salone con i nervi tesi; Draco, Isaac e Nancy si sarebbero smaterializzati in Francia dove avevano appuntamento per l'acquisto del corno mentre Hermione e Ruf sarebbero entrati ad Hogwarts, fin nella camera dei segreti e avrebbero tentato di uscirne salvi.
« Dra- »
« Stai attenta. »
« Lo farò. Conosco Hogwarts, conosco la camera e ho Ruf con me. Usciremo e vi raggiungeremo. »
Lo baciò dolcemente ma si costrinse ad allontanarsi dopo poco.
« Isaac. »
Il bimbo tese le mani verso di lei e venne preso in braccio.
« Mamma... »
« Ti voglio bene Isaac, un bene immenso. È una cosa che devi ricordarti. Sempre. »
« Voglio bene. »
« Tantissimo. »
Gli baciò la testa e guardò Draco notando con sorpresa e un nodo alla gola gli occhi lucidi di lui.
Si fece forza e diede Isaac in braccio al marito poi guardò l'elfo che annuì.
« Francia, Grenoble, la posizione esatta me la dirà l'anello. »
« Sì Hermione. » confermò Draco.
« Bene. -prese un respiro profondo e deglutì a vuoto, terrorizzata- Ci vediamo lì. »
L'elfo le strinse la mano e si smaterializzarono, pochi secondi dopo Draco porse la mano a Nancy e anche loro sparirono lasciando Malfoy Manor, nel Wiltshire immerso nel silenzio e nella solitudine. 

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Ta-daaaaaa
E così il Manor è rimasto vuoto e loro hanno deciso di rischiare per la propria salvezza.

So che lo svolgimento sta andando alquanto velocemente ma volevo proprio darvi l'impressione del tempo che scorre senza dare tregua, spero di esserci riuscita.

Non ho molto da dire se non che prossima purtroppo non uscirà alcun capitolo, é l'ultima settimana di esami, dopo di che mi metterò sotto a scrivere per terminare questa storia.

Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo!
Elly💗

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora