13.

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Hermione era a Malfoy Manor da ormai quattro giorni.
Il Mangiamorte ancora non l'aveva vista sedersi al tavolo con lui ma la donna non dava segni di sofferenza per la fame, certo se ne stava chiusa in camera ma le poche volte nelle quali si incontravano era sempre in piedi e non sembrava priva di forze.
L'uomo sapeva benissimo che lo stava fregando, doveva solo capire come.
La mattina del quinto giorno Draco decise di alzarsi presto e come un ladro si appostò nella sua stessa casa poco lontano dalla camera della Grifona.
Non dovette aspettare molto prima di vedere uno dei suoi elfi entrare e uscire poco dopo con un vassoio vuoto.
Contenne la rabbia e decise che avrebbe agito a suo modo, subdolamente.
Quella sera Hermione, come quasi tutte le sere, andò a dormire presto.
Si addormentò nel giro di pochi minuti, nascosta sotto le coperte che sembravano essere l'unica cosa in grado di darle un minimo di protezione in quell'enorme casa ostile.
Quella notte sognò, dopo tante notti di sonno senza sogni.

Vide un elfo intento a pulire una cucina, poi a lavare i panni e dopo a sparecchiare e pulire il tavolo dove i padroni avevano appena mangiato.
Lo vide girare indaffarato per tutte le sale a svolgere un sacco di compiti. Poi improvvisamente la creatura si fermò e la guardò. Non l'aveva mai fatto prima, era come se Hermione fosse stata presente in quella realtà ma non visibile, fino a quel momento.
Si guardarono negli occhi poi improvvisamente l'elfo assunse un'espressione di dolore, cominciò a deformarsi e sciogliersi come una candela accesa.
Hermione volle aiutarlo, provò a muoversi verso di lui ma si ritrovò bloccata, le gambe pesanti come pietra le impedivano di spostarsi.

La Grifona si svegliò improvvisamente e si mise seduta. Fuori c'era l'alba, lei era sudata, la camicia da notte le si appiccicava sul petto. Si alzò e lavò il viso, quando si guardò allo specchio si vide terrorizzata e immediatamente ripensò al sogno fatto.
Aveva un senso di soffocamento da quando si era svegliata ed esso peggiorò quando tornata in camera, per abitudine, pensò di restare sveglia per aspettare Pim e come sempre ringraziarlo.
Al soffocamento si aggiunse una sensazione di gelo e angoscia.
Era successo qualcosa e ne era sicura.
Restò immobile sul letto a fissare la porta aspettando che l'elfo entrasse a prendere il vassoio ma il sole divenne alto nel cielo e quella porta non si aprí.
Al quella paura ormai certa si aggiunge la rabbia, scese dal letto decisa ad uscire da quella stanza, non si curò nemmeno togliersi la camicia da notte e indossare un vestito.
Scese le scale fino al salone e individuò subito la testa bionda del Mangiamorte seduto sul divano, gli si parò davanti e quando lui alzò lo sguardo facendo incontrare i loro occhi lo stomaco le si attorcigliò ancora più di quanto già non fosse.
« Che cos'hai fatto? »
Il padrone di casa si accigliò guardandola.
« Di cosa stai parlando Sanguesporco? »
« Sai benissimo di cosa parlo. »
« Illuminami. »
« L'elfo.-il viso di Draco si contrasse in un'espressione seria- Cosa hai fatto all'elfo? »
« Ah, l'elfo. Mi hai sfidato Granger, e l'hai fatto sulla pelle di una creatura innocente. »
« Cosa gli hai fatto? »
« L'ho liberato. »
Il viso di Hermione perse colore mentre sentiva un'ondata di disperazione e lacrime investirla con cattiveria. Se qualche anno prima sarebbe stata contenta di ricevere questa notizia ora tutto era cambiato e rivoltato. Gli elfi liberati erano destinati alla morte e Pim sarebbe morto per colpa sua.
« No. »
« No? - la risata di Malfoy le metteva sempre i brividi, cosí fredda e cattiva- Si Granger. »
« Lui non ha colpa! Sono stata io a- »
« Tu! Esatto! Sei stata proprio tu. - il sorriso strafottente sul volto del Mangiamorte si spense mentre si avvicinava a lei- Osa sfidarmi un'altra volta Granger. Hai già una vita innocente sulla coscienza. »
La riccia abbassò la testa incapace di sostenere lo sguardo gelido dell'uomo.
« Ora, sei pregata di sederti con me a colazione ed evitare di farmi perdere altra servitù. »
Il primo passo fatto dalla donna lasciò il biondo sorpreso, si aspettava un altro rifiuto, un altro affronto invece aveva accolto senza neanche una parola di ribellione il suo invito. Che fosse riuscito a piegarla?
Hermione si sedette in uno dei due posti apparecchiati e raccolse le mani sul grembo aspettando che il biondo prendesse posto davanti a lei.
C'era una fetta torta alla panna in un piattino bianco, con dei frutti di bosco sopra e uno strato di marmellata in mezzo.
Aveva avuto fame da quando si era svegliata ma in quel momento aveva lo stomaco annodato.
« La colazione non è di tuo gusto Mezzosangue? »
Hermione lo guardò questa volta rabbiosa poi guardò il piatto e di nuovo il biondo.
« Adoro la panna, è la mia torta preferita. » precisó fingendo un sorriso e ignorando in ghigno sul volto del biondo.
Fecero colazione in silenzio, appena ebbe finito la donna di alzò.
« Dove vai? »
Hermione lo odiava.
« Lontano da te. »
Eppure adorava sfidarlo e vedere il suo volto contrarsi di rabbia, era così soddisfacente.
Lo osservò alzarsi e per la seconda volta nel giro di pochissimo tempo avvicinarsi pericolosamente.
« Abituati a me Granger perché passerai la tua vita qua. »
Si allontanò lasciandola in piedi nel salone con gli occhi pieni di lacrime.
La riccia si chiuse in camera per evitare qualsiasi altro incontro con lui prima dell'inevitabile pranzo.
Si mise davanti allo specchio e guardò il suo riflesso, le guance scavate e il poco colore che aveva.
Raccolse parte dei capelli con una pinza per toglierseli dal viso e tornò in camera pensando a qualcosa per passare il tempo.
Era pericoloso, se Malfoy fosse entrato un quel momento sarebbe stata spacciata ma doveva.
Estrasse dal nascondiglio nel suo vestito la moneta dell'ES, la osservò a lungo prima di decidersi ad usarla; la girò tre volte nella mano e aspetto, in pochi secondi questa divenne bollente e il suo cuore cominciò a battere freneticamente. La lasciò cadere a terra, non poteva mettersi in contatto con la resistenza da Malfoy Manor. Aspettò che tornasse ad essere una normale moneta, fredda poi la raccolse e la nascose di nuovo.
Funzionava e questo era un altro enorme passo avanti.
***
Hermione uscì dalla camera appena in tempo per vedere Malfoy uscire dal suo studio sbattendo la porta.
Tutte le volte che si incontravano il Mangiamorte ne approfittava per infastidirla, questa volta invece le passò accanto cupo, senza degnarla.
La riccia scese dopo di lui senza più vederlo e si sedette a tavola aspettandolo per la cena.
Eppure lui non arrivò, Hermione aspettò più di mezz'ora senza vederlo, chiese informazioni ad un elfo ma non ebbe delucidazioni.
Nervosa si alzò e osservata dall'elfo uscì dal maniero.
L'aria fredda l'investì con cattiveria facendola rabbrividire, si abbracciò le spalle e si mosse alla ricerca del biondo.
Il giardino del Manor era enorme e lei non ci era mai stata, le sembrò di perdersi al primo passo.
Costeggiò un lato nel castello e dopo qualche minuto di ricerca scorse Malfoy seduto su una panchina di pietra.
Aveva un braccio appoggiato su una gamba e l'altro vicino al viso.
A Hermione arrivò un dolce profumo di anice mentre si avvicinava a lui.
« La cena si raffredda Malfoy. »
Draco sobbalzò, era sovrappensiero e non si aspettava di trovarsela davanti.
« Interessante. »
L'uomo prese una boccata dalla sigaretta nella sua mano destra e di nuovo la Grifona sentì quel forte profumo di anice.
« Non ti aspetterò ancora. »
Disse la riccia voltandogli le spalle, non ricevette risposta.
Si sedette a tavola e mangiò il primo piatto oramai freddo, mangiando ripensò a Malfoy, da quando era al Manor non l'aveva mai visto così, le ricordò il sesto anno.
Il secondo, in mancanza del padrone, non venne servito perciò la donna di alzò e si diresse in camera sua.
Percorrendo il corridoio del primo piano l'occhio le cadde sulla porta dello studio in cui Malfoy lavorava; pensò di entrarci, di cercare informazioni sulla resistenza poi ci ripensò, al momento non era il caso.
Era in camera già da parecchio tempo quando lo sentì rientrare.
Draco si chiuse in camera e si sedette sul letto. Tirò fuori dalla tasca una lettera sgualcita e la lesse nuovamente; l'ennesima proposta di matrimonio, questa volta con un'aristocratica tedesca, più grande di lui di quattro anni. La fece cadere nel cestino accanto alla porta ed essa prese fuoco lasciando come prova della sua presenza solo un mucchietto di cenere.
Si tolse le scarpe e si sdraiò sul letto senza cambiarsi, chiuse gli occhi e restò immobile con la mente piena di confusione.
Tenendo gli occhi chiusi si girò cercando con il braccio qualcosa (o qualcuno) da stringere ma non lo (la) trovò. Provò di nuovo quel fastidioso dolore al petto.

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N. A.
Non avete idea di quanto mi piaccia scrivere di Draco in questa fanficion!😍
Amo la caratterizzazione che gli ho dato!

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now