82. Epilogo II

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Il continuo della fine

Hermione rientrò in sala, raccolse la giacca che Isaac le porse e lo guardò correre verso il padre sulle scale.
Consegnò a Hiro le giacche di tutti e sorrise alla piccola che allungò le manine verso di lei.
« Com'è andata? » chiese Draco ed Hermione gli sorrise.
« Bene; abbiamo giocato, abbiamo guardato il Leucrotta che si aggira nella proprietà e abbiamo portato i fiori freschi a Ruf. »
L'elfo era venuto a mancare un mese prima.
Dopo la nascita di Diana ebbe un periodo stabile, due mesi in cui ascoltando gli ordini dei padroni stette bene, poi improvvisamente la ricaduta, peggiorò rapidamente e a niente servirono tutte le notti che Hermione passò in bianco per trovare una soluzione, tutti gli incantesimi usati e tutte le pozioni somministrate; Ruf andò a dormire e non si svegliò più, lo stesso giorno in cui Diana compì cinque mesi.
Per tutta la famiglia fu un duro colpo, anche con la consapevolezza che prima o poi sarebbe successo.
Fu Hiro a dare la notizia e fu Hermione a correre dall'elfo, poi venne raggiunta da Draco che si fermò dietro di lei in silenzio a guardare Ruf per qualche istante, ordinò a Hiro di coprire il corpo, fece passare un braccio sulle spalle della moglie e tornò in sala con lei; lì chiamò gli elfi annunciando che Ruf avrebbe avuto una degna sepoltura nel cimitero della tenuta, al pari dei suoi padroni.
Sentì Hermione appoggiarsi a lui singhiozzando silenziosamente e la strinse.
« Non è colpa tua. » sussurrò sui suoi capelli.
« No-n... n-on l'-ho... salv-at- »
« Hai fatto tutto ciò che potevi. -si portò le braccia di lei intorno al collo e le accarezzò la testa- Non puoi salvare tutti Hermione... »
La cerimonia si tenne lo stesso pomeriggio nel giardino della villa, rapida e privata, solo per gli elfi e i padroni.
Ruf venne seppellito e Draco incise la lapide dell'elfo, la data di nascita e quella di morte, infine l'epigrafe: La morte non è scomparire se il ricordo continua a bruciare nella mente degli altri.
Restarono inginocchiati lì davanti a guardare la lapide e Draco continuò a stringerla a sé.
« Dobbiamo rientrare Hermione, fa freddo qui e Diana e Isaac ci- »
« Come-... come lo diremo? »
« Questa sera ci penseremo okay? »
L'aiutò ad alzarsi e la portò in casa al caldo, ordinò di preparare una tisana e si sedette con lei sul divano.
« Come... » la sentì sussurrare e le baciò la fronte.
« Gli diremo quello che si dice ai bambini, che ha intrapreso un viaggio e che anche se è lontano li vede e li ascolta sempre. »
Lo guardò e Draco sorrise amaramente.
« So a cosa stai pensando e no, non sono stato educato così, le bugie bianche per me non sono mai esistite, ma Isaac non è mio figlio, è nostro figlio, e non ha la mia educazione ma la nostra. Sappiamo entrambi quanto fosse legato a Ruf per cui cerchiamo di addolcire la cosa il più possibile. »
« D'accordo. »
Così quella sera prima di cena si sedettero sul divano.
« Isaac, tesoro, vieni. » disse lei porgendogli la mano e lui li raggiunse sorridendo poi salì sul divano.
« Dobbiamo dirti una cosa... » cominciò Draco.
« Riguarda Ruf... lui... è dovuto andare via. »
« Via? »
« Si... è... è andato a trovare i suoi amici e... starà via per un po'. »
« Torna? »
Hermione si bloccò e Draco arrivò in suo soccorso.
« Non sappiamo quando. Gli mancavano tanto i suoi amici e passerà tanto tempo con loro. »
« È dovuto andare via di fretta ma ci ha detto di ricordarti che ti vuole un mondo di bene e che Nancy sarà al tuo fianco come lo era lui. »
Isaac annuì e la donna gli baciò i capelli poi lo prese in braccio.
***
Hermione mise finalmente i bambini a dormire e raggiunse Draco in camera, si tolse il vestito e approfittando dell'assenza del marito gli rubò la camicia che aveva lasciato sul fondo del letto.
« Ladra. » commentò lui con un ghigno divertito quando la vide poi sorrise semplicemente e si avvicinò, lei gli strinse le braccia intorno al collo e lui la baciò.
« Dormono? »
« Si. »
« Oggi Isaac ha fatto domande? »
« No. Forse dovrei smettere di portarlo... sta crescendo e prima o poi comincerà a riuscire a leggere. »
« Dovresti rubare le mie camicie più spesso. » sussurrò sul suo collo.
« Non mi hai ascoltata... »
« Si, ti ho ascoltata Hermione ma sono stanco e tu sei in mutande con una mia camicia addosso... mi sto trattenendo. »
Hermione rise poi sospirò.
« D'accordo, hai ragione, è anche tardi. »
« Domani ne riparliamo. »
« Grazie. »
Si sedette sul letto e se la portò sulle gambe e spostò subito le mani sul suo sedere, la guardò sorridere e ammiccare.
« Serpe. »
« Neanche lei ha giocato pulito Lady... presentandosi così... »
Fece scorrere le mani sul suo petto nudo e Draco intrecciò una mano tra i capelli di lei poi rimase sorpreso quando gli slacciò i pantaloni.
« Hermione. »
Le afferrò i polsi e la vide imbronciarsi.
« Perché? »
« Perché l'ultima volta hai avuto male. »
« E per questo pensi di non fare più l'amore con me? Sono passati sei mesi dal parto Draco. »
« E nonostante tutto questo tempo tu hai ancora male. »
« L'ultima volta abbiamo corso troppo. Se faremo piano non sentirò dolore. »
« Testarda. »
Draco la baciò ancora poi restò sulle sue labbra.
« Ti prego... Mi è mancato tutto questo. » sussurrò lei suadente stringendo leggermente l'erezione di lui coperta solo dai boxer e si godette il sospiro che emise, le strinse i fianchi e capovolse le posizioni poi con un sorriso soddisfatto si calò sul suo collo.
« Lei mette a dura prova il mio autocontrollo Lady Malfoy. » disse sbottonandole gli unici due bottoni che chiudevano la camicia e si prese un istante per guardarla follemente incantato.
« So che a mio marito piace. » rispose lei con un sorriso di pura felicità sul volto.
« Suo marito è un uomo fortunato. » Hermione lo guardò sorpresa ma continuò a sorridere.
« Lo sono anch'io... anche se ogni tanto parla troppo e manca di azione. »
Lo sentì sbuffare sulla sua pelle e intrecciò le mani nei suoi capelli biondi mentre scese a baciarle il ventre.
Le mani le accarezzarono i fianchi e quando le dita di lui si infilarono sotto gli slip lei alzò subito il bacino per aiutarlo.
« Quanta fretta. » la prese in giro mentre Hermione senza dargli retta cercò di togliergli i pantaloni.
Draco si allontanò per spogliarsi e ghignò quando si accorse dello sguardo di lei che rise, si infilò tra le sue gambe e le ginocchia di Hermione si strinsero contro i suoi fianchi.
« Così non scappi. »
« Chi è lo stupido che scapperebbe da tutto ciò? » le chiese con un sussurro prima di scivolare lentamente e delicatamente in lei.
« Se hai male devi fermarmi, intesi? »
« Si. » ansimò lei e gli strinse le braccia intorno al collo prima di chiudere gli occhi e godersi quelle attenzioni.
Fu Hermione a chiedergli di aumentare il ritmo, più e più volte finché non venne quasi urlando.
Draco si sdraiò a fianco a lei, poi la guardò e la donna ricambiò lo sguardo perplessa dal suo sorriso.
« Cosa c'è? »
« Avrai svegliato i bambini. »
« Oh ma smettila! » gli diede un leggero pugno sul petto ridendo con lui e si tirò seduta, poi lo guardò seria.
« Dici? »
« Merlino no Hermione, scherzavo! »
L'attirò a sé e affondò le mano nei suoi ricci sentendola rilassarsi sulla sua spalla, si addormentarono così.
La routine tornò ad essere quella precedente agli ultimi mesi di gravidanza, Hermione spendeva le sue giornate a studiare in biblioteca e Draco la trovava sempre lì, piegata sui libri o rannicchiata sulla poltrona con Diana in braccio. Si ritrovavano tutti lì quando i due biondi tornavano dalla loro sessione di volo e quello era l'unico modo per staccare Hermione dallo studio. La sera toccava all'uomo recuperarla, farle notare l'ora e portarla a dormire, era una routine che in fin dei conti piaceva ad entrambi, lui si prendeva cura di lei come amava fare e lei studiava per aiutare gli altri -Blaise- com'era solita fare.
Aveva letto tutta la sezione di medicina presente nella biblioteca e aveva mandato Hiro a prenderle, nonostante i rischi, due volumi: uno sulla magia del sistema nervoso e l'altro sulla legimanzia.
Aveva coinvolto Draco nella ricerca su quest'ultima poiché aveva più capacità, conoscenza ed esperienza di lei nel campo.
Aveva studiato per dei mesi, tutti studi teorici che sperava avrebbero dato un risultato positivo.
Nella loro solitudine festeggiarono il compleanno di Draco, poi quello di Hermione, il Ringraziamento e ancora Natale e Capodanno.
I bambini continuarono a crescere in fretta, Diana cominciò a camminare prima dell'anno di vita e Isaac sotto gli insegnamenti di Hermione cominciò a leggere piccole e semplici frasi alla soglia dei suoi quattro anni.
Festeggiarono a marzo il compleanno di Diana e ad aprile quello di Isaac.
Fu una sera di maggio che le cose cambiarono.
Hermione sollevò la testa dal petto del biondo e si mise seduta.
« Cosa succede Herm? È tutta la sera che sei così. »
« Penso di aver trovato la soluzione per Blaise. »
Draco si tirò rapidamente seduto a fianco a lei.
« Davvero? »
« Si. Potrei avere in mano il processo necessario. »
La guardò negli occhi e le alzò il viso con una mano.
« Allora cosa c'è che ti turba? »
« C'è la resistenza in Inghilterra. Abbiamo i bambini qua. Blaise sarà ancora vivo? Non abbiamo più avuto contatti con Nora. Magari sono stati condannati entrambi e- »
« Sono innocenti. Non hanno mai agito per il regime. »
« Lo so Draco ma i resistenti- »
« Tu li conosci, pensi che ne sarebbero capaci? »
« Non so più cosa pensare. »
Le lasciò il viso e dopo qualche secondo di silenzio guardò la sua espressione sorpresa alle sue parole.
« Abbiamo fatto una promessa. Blaise deve tornare a vivere la sua vita e se tu hai la soluzione dobbiamo agire. Andremo in Inghilterra. »
« No. Draco sei- »
« Non ti lascio tornare da sola. Non voglio perderti. »
« Draco i bambini- »
« Saranno al sicuro qua e gli elfi si occuperanno di loro finchè tu non tornerai. »
« Io... »
« Sei la loro madre e i resistenti sono tuoi amici. »
« Sono implicata nel regime anche io Draco. »
« Sei stata costretta. »
« Non è vero! Io- »
« Lo so Hermione, ma non è importante che lo sappiano anche loro. Sei stata costretta e ne hai approfittato per combatterlo dall'interno. È ciò che avevi detto a Weasley, è ciò che in fin dei conti hai fatto combattendo contro il Marchio. »
« È un suicidio Draco. » sussurrò lei.
« Voglio fare la cosa giusta. Una volta nella vita. »
Hermione lo guardò e gli sorrise con le lacrime agli occhi.
« Hai fatto tante cose giuste Dra. Guarda i tuoi figli, guarda i tuoi elfi ora, guarda noi. »
Il biondo sorrise e guardò il proprio Marchio sbiadito sull'avambraccio sinistro, poi guardò lei e le accarezzò il viso.
« Ti amo Hermione. »
Non le diede neanche il tempo di rispondere che la baciò e la tirò tra le coperte con sé.
Così alla fine di Maggio del 2006 si ritrovarono pronti, per quanto possibile, per quella missione davvero suicida. Avevano istruito gli elfi ed Hermione aveva lasciato a Nancy il suo anello in modo da avere un contatto.
« Pronto? »
« Tu lo sei Hermione? »
« Si. Devo aiutare Blaise. Ho fatto una promessa. »
« Andiamo allora. »
Si strinsero le mani a vicenda e appoggiarono le fronti l'una all'altro prima di smaterializzarsi a Malfoy Manor, sapevano quanto sarebbe stato pericoloso ma almeno avrebbero incontrato subito la resistenza e cercato di risolvere le cose perché dovendo andare al San Mungo non sarebbero riusciti ad evitarla. Non ebbero possibilità di usare la polisucco e quando Draco propose di riutilizzare l'incantesimo sulla collana lei si rifiutò; non sarebbe tornata a casa sotto mentite spoglie ed era certa che la sua presenza avrebbe salvaguardato Draco, almeno in parte.
Per fortuna Hermione durante la smaterializzazione oltre alle mani di Draco strinse anche la propria bacchetta perché appena comparvero nel salone dovette urlare "protego" per bloccare il lampo verde diretto verso di loro.
« Hermione! »
Draco le fu subito accanto armato anche lui ma la riccia restò immobile a fissare il ragazzo dai capelli rossi davanti a lei e la sua espressione rabbiosa.
« George... »
« Avada Kedavra! » gridò Weasley con la bacchetta puntata verso Draco ed Hermione di nuovo evocò lo scudo.
« George! George sono Hermione! Fermo! »
« Allontanati! »
« George... »
« Allontanati da lui Hermione! »
« No. »
Weasley spalancò gli occhi turbato da quella risposta secca poi strinse i pugni e si rivolse direttamente a Draco.
« Cosa le hai fatto? »
Il Mangiamorte si accigliò senza perdere la mira.
« In tutti questi anni? L'ho protetta. »
« Stronzate. »
« George... »
Ci furono altre smaterializzazioni e i resistenti divennero troppi, Hermione e Draco non poterono fare niente per contrastare tutti gli incantesimi diretti verso di loro.
Il biondo venne legato da un incarceramus e l'unico motivo per cui non morì sotto l'anatema che uccide che George era pronto a lanciare fu perché Hermione si parò per l'ennesima volta davanti a lui con la bacchetta puntata contro il rosso.
« Hermione. »
« Dovrai uccidere me George, se vuoi uccidere lui. »
« Porca puttana Hermione spostati! »
« Non mi ha sentito?! »
Neville comparso con tutti gli altri provò a disarmarla ma lei e il suo "expelliarmus" furono più veloci.
« Sempre lento Neville. » commentò lasciando cadere la bacchetta del Grifondoro a fianco a sé.
Guardò tutti gli altri che per qualche motivo la tenevano sotto tiro ma non osavano colpirla poi tornò a guardare George.
« Vuoi ascoltarmi? »
« Perché? A cosa servirebbe? Come faccio a sapere che sei tu a parlare e non lui? »
Hermione roteò gli occhi e cercò qualcuno di cui potesse fidarsi tra le persone davanti a loro.
« Neville... »
Paciock la guardò chinarsi a raccogliere la bacchetta e lanciargliela.
« Un incantesimo diagnostico... vi dimostrerà che non c'è nessun incantesimo o pozione in corso. »
Neville guardò George poi annuì e lanciò l'incantesimo arrendendosi al fatto che davvero Hermione non era manipolata.
« Bene... te lo richiedo. Vuoi ascoltarmi George? »
« Ti ascolto. »
« Sono qui per Blaise Zabini. È ricoverato al San Mungo e io ho la soluzione per il suo problema. »
George fece un piccolo cenno d'assenso con la testa ed Hermione tirò un sospiro di sollievo che durò poco, nel giro di un istante anche lei si ritrovò legata e crollò in ginocchio.
« George! »
« Ci siamo risparmiati la ricompensa. » commentò uno del gruppo che Hermione non conosceva e mentre Weasley la sollevò di peso lei lo guardò negli occhi.
« Avete messo una taglia... » sussurrò la riccia incredula, non avevano più seguito le notizie dall'Inghilterra.
« Siete Mangiamorte ricercati, -Hermione notò quanto dire quelle parole fu difficile per lui- ovviamente c'era una taglia. » quindi sanno del mio coinvolgimento, pensò lei.
La Grifona guardò Draco venir tirato brutalmente in piedi e il terrore si impossessò di lei.
« Aspetta... aspetta! George! »
« Che c'è?! »
Si fermò bruscamente a guardarla.
« So dove trovare gli Horcrux di Lord Voldemort. »
Tutti nella sala trattennero il fiato, anche Draco che la guardò confuso, non aveva idea di cosa lei volesse fare.
« Cosa? »
« Voldemort ha creato altri Horcrux oltre a quelli che io, Harry e Ron abbiamo distrutto. Li ha creati soprattutto nell'ultimo periodo. E io so dove sono. »
« Ci aiuterai a distruggerli? »
« Si. »
« Bene. »
« Ma voglio stringere un voto. » George la guardò attonito e lei vide la sua mascella contrarsi.
« Cosa vuoi? »
« Io vi porto dagli Horcrux, vi aiuto anche a distruggerli con i mezzi che ho, ma lui -indicò con un dito Draco che spalancò gli occhi- ottiene l'immunità. Non potrete ferirlo, ucciderlo o condannarlo. Quando vi avrò dato tutte le informazioni che volete o che vi servono lui potrà andarsene. »
« Hermione! »
« Perché dovrei farlo? » ringhiò George.
« Hermione no! » gridò Malfoy con rabbia ma lei lo guardò senza rispondere, lo sguardo vuoto e triste prima di tornare a concentrarsi sul rosso.
« Perché sai che mantengo le promesse e perché lui è padre di due splendidi bambini che non possono restare senza genitori. »
Due... era solo Isaac...
« Granger! »
« Zitto Draco! » urlò sotto gli occhi stupiti di tutti, compreso il marito che strinse i denti.
« D'accordo. »
« George! »
« No Fleur, lo farò, voglio chiudere questa storia. »
« George pensaci bene... » tentò Neville ma Weasley sbuffò con rabbia.
« Lo so che deve pagare! Sono il primo a voler vederlo impiccato in piazza! -guardò Hermione e scosse la testa- Ma desidero ancora di più che un regime del genere non si ripeta, e se davvero Voldemort ha altre possibilità di tornare voglio eliminarle. »
« Possiamo cavarcela. »
« E come? -chiese Hermione con tono di scherno- Se prima non eravate neanche a conoscenza di ciò? »
« Stringerò il voto ma lo faremo in modo che tu sia costretta ad aiutarci fino in fondo e io farò ciò che chiederai per lui. »
« Voglio solo che sia salvo e possa tornare a casa. »
Le corde che stringevano Hermione scomparvero e lei tese la mano al rosso davanti a sé.
Nel silenzio più totale strinsero il voto infrangibile e quando ebbero finito la riccia si avvicinò a Draco.
« Sei una stronza Granger. Non era questo il piano. » ma lei di nuovo non rispose, sorridendo leggermente.
« Dove lo porterete? »
« Azkaban. »
« Vi prego- »
« Hermione... -lei lo guardò e il biondo improvvisamente più dolce tentò di sorridere per rassicurarla ma fallì- Fai quello per cui sei qui. Salva il mio migliore amico. »
Lo baciò sotto gli occhi increduli di tutti i presenti e appoggiò la fronte alla sua.
« Tornerai a casa. Te lo prometto. »
« Torneremo Hermione. Insieme. »
« Isaac e Diana hanno bisogno di qualcuno, se sarai libero e io sarò ancora qua, te ne andrai. »
« No. »
« Sì Draco. »
Lo vide disperato e gli sorrise cercando di tranquillizzarlo.
« Starò bene Dra. »
Lo baciò ancora e lo guardò sparire con una smaterializzazione congiunta, fissò per qualche secondo il posto ora vuoto davanti a sé con gli occhi che pizzicavano poi prese un respiro profondo e si girò verso i resistenti notando che gli unici rimasti erano i suoi vecchi amici, George, Neville, Fleur e Bill.
« Blaise... »
« Zabini è ancora al San Mungo. »
« Bene, venite tutti? Avrò la scorta? » chiese sprezzante e Neville si fece avanti.
« Non pensi di doverci delle spiegazioni?! »
Hermione si impettì e si impose di non afferrare la bacchetta.
« Io non vi devo nessuna spiegazione! Che voi abbiate delle domande è comprensibile e risponderò se lo vorrete ma niente di più. »
« Si, ho una domanda... come cazzo ci sei finita sposata con Draco Malfoy?! » chiese George con un tono di voce che fece rabbrividire la riccia.
« Risponderò a questo visto che sembra la cosa più importante ma poi andiamo da Blaise, dopo di che sarò a vostra disposizione, d'accordo? »
Tutti si guardarono e annuirono.
« Bene. A giugno del 2000 Malfoy mi ha trovata in Russia, ero finita vittima di un traffico di esseri umani, mi ha comprata e mi ha riportata in Inghilterra, sono rimasta con lui che mi ha protetta senza rivelare la mia presenza se non a Blaise Zabini e alla moglie Nora. In uno dei viaggi di lavoro in cui lo accompagnavo ho incontrato Ronald. -vide una scintilla di speranza sul viso di George ma lei a quei ricordi non provò altro che rabbia- Lui mi ha rapita, quando gli ho detto che sarei morta se fossi rimasta lì si è rifiutato di aiutarmi- »
« Impossibile! » Gridò George.
« Io ti sto mentendo George, non avrebbe senso farlo. Comunque... se non fosse stato per Draco non sarei qua ora. Siamo tornati in Inghilterra e il mio piano era allontanarmi e tornare a Malfoy Manor ma ovviamente Ron si è messo in mezzo e siamo stati catturati. Ho proposto di unirci ai Mangiamorte, prendere il Marchio e spiarli dall'interno ma lui non mi ha ascoltata, Draco lo ha addirittura risparmiato ma ciò non è servito, Ronald si è condannato a morte da solo. »
« Ron... »
« Ron è morto George. Mi dispiace. » io non mento...
« E tu... » cominciò Neville.
« Io mi sono unita ai Mangiamorte, ho studiato loro e ho studiato Voldemort cercando i suoi punti deboli. -mostrò l'avambraccio sinistro su cui si vedeva ancora parte del marchio nonostante stesse sbiadendo- Io e Draco abbiamo vissuto insieme, collaborato, siamo stati costretti a sposarci perché io sono rimasta incinta. »
« Isaac. » disse George guardandola spalancare gli occhi.
« Come lo sai? »
« A Grimmauld Place alloggia Nora Zabini. »
« Come sta? »
« Bene ma non cambiare discorso. Isaac, Nora ha detto che non è stato cercato. »
« Si. »
« Malfoy ti ha violentata? »
« Cosa?! No! È stato semplicemente un errore, un incantesimo andato male. »
« Ma tu hai detto che è padre di due bambini... » puntualizzò Fleur.
« Diana è nata un anno fa. »
Guardò le espressioni scioccate e sospirò.
« Sentite lo so che vi sembrerà assurdo ma Draco è mio marito, abbiamo legato in questi anni, abbiamo creato una famiglia, lui è il padre dei miei figli e io lo amo. Ha già pagato per quello che ha fatto e sta continuando a pagare. Lasciatelo andare quando avremo finito. »
« Ho stretto un voto infrangibile Hermione. Non ne verrò meno. »
« Bene. Ora vi prego. Portatemi da Blaise, mi servirà del tempo. »
Quando atterrarono all'ingresso dell'ospedale Hermione accelerò subito il passo ma George la fermò stringendole un braccio.
« Camera 15 terzo piano. » disse senza guardarlo e lui la lasciò.
Notò lo sguardo esterrefatto delle infermiere che la conoscevano e sorrise a tutte loro ma restò in silenzio e dopo una camminata che le sembrò infinita arrivarono finalmente alla camera del Serpeverde.
Lui era ancora lì, sdraiato sotto quelle coperte bianche, le guance un po' più scavate di quando l'aveva lasciato e un inizio di barba, probabilmente le infermiere se ne sarebbero occupate a breve.
Lo affiancò e gli strinse una mano con gli occhi lucidi.
« Sono qui Blaise. Ti porto a casa. » sussurrò passandogli una mano sulla fronte poi di girò a guardare gli altri.
« Mi serve la mia bacchetta. »
« Dicci cosa dobbiamo fare e noi lo facciamo. »
Hermione incrociò le braccia sotto al seno e guardò il rosso.
« Quanto ne sai di legimanzia? Sei capace ad entrare nella sua testa, mettere al sicuro i ricordi più importanti selezionandoli e poi abbattere una barriera di magia nera senza causare danni mentali? Anche io ho stretto un voto George e non ho intenzione di infrangerlo, ma per aiutare Blaise mi serve la mia bacchetta. »
Weasley la guardò restio ma poi prese l'arma e si avvicinò porgendogliela.
« Grazie. » disse lei a denti stretti prima di tornare a concentrarsi sull'amico.
Strinse nervosamente la bacchetta tra le mani e prese un profondo respiro.
« Legiliments. » sussurrò.
Si guardò intorno esaminando da fuori tutti i ricordi che la circondavano e si fece coraggio.
Non sarebbe riuscita a salvarli tutti ma i più importanti... doveva. Avrebbe mantenuto un po' di tutto, Hogwarts, i momenti in famiglia, Draco, Nora e Amelia. Avrebbe conservato anche alcuni ricordi di cosa lui aveva fatto per lei, di come l'aveva aiutata e salvata, più volte.
Cominciò a guardare tutte quelle immagini in movimento selezionando quelle che le sarebbero servite e quelle a cui avrebbe rinunciato, sentendosi tremendamente in colpa non avendo il diritto di scegliere per lui e raccogliendo i ricordi importanti si avvicinò a quella massa nera.
Per sua fortuna non era cambiata, non era cresciuta e non sembrava più aggressiva di quando l'aveva studiata anni prima.
« Ti sei divertita abbastanza... ora Blaise torna a casa. »
Creò una bolla di protezione sui ricordi più importanti, uno scudo che avrebbe dovuto proteggerli da qualsiasi cosa e ne creò un'altra, circondando la magia nera, sperando così di evitare danni cerebrali poi raccogliendo tutto il coraggio a disposizione scivolò in un ricordo vicino a lei e si fece risucchiare dalla massa.
« Expecto Patronum. » fu la prima cosa che fece appena il ricordo si congelò intorno a lei e sorrise alla lontra che cominciò a fluttuarle intorno.
« Proteggimi, per favore. »
Allungò le mano verso l'animale di luce blu che sfrecciò su di essa e poi sopra i capelli.
« D'accordo... posso farcela. -sussurrò a se stessa- Repello obscura deflagro. »
Ci fu l'esplosione dalla bacchetta della riccia e il patronus si dissolse dalla sua forma completa per creare una nuvola di magia bianca attorno a lei.
La massa si lamentò, lo stridio fece rabbrividire la donna che si portò le mani sulle orecchie poi dopo qualche minuto la nube si diradò leggermente e lei poté guardare sorpresa e felice la magia nera che bruciava davanti ai suoi occhi. Lo stridio rimase fastidioso ma Hermione era talmente felice che non lo sentì più, la massa continuò a bruciare e la Grifona restò lì a guardarla.
Nella stanza d'ospedale invece regnava il silenzio, erano passate tre ore da quando erano arrivati ed Hermione era semplicemente seduta immobile accanto al Serpeverde.
« Basta. » decretò George e fece un passo verso i due prima che le infermiere si mettessero sulla sua strada.
« Non può farlo! »
« Deve avere pazienza Signor Weasley. »
« Pazienza? Sono più di tre ore! »
« La Signora Malfoy sa quello che fa. »
Tutti sobbalzarono, era la prima volta che sentivano qualcuno riferirsi a lei in quel modo.
Bill e Fleur si guardarono e George si rivolse alle infermiere.
« Lei è Hermione. -ringhiò Weasley poi la guardò e sbuffò- Non so cosa stia facendo lì dentro ma le dò un'altra ora. Poi ce ne andiamo. »
E l'ora trascorse rapidamente, troppo per Hermione che stava ancora aspettando che la magia si consumasse.
« George! » gridò Fleur fermando il caos della stanza.
« Cosa c'è? »
« Gliel'hai promesso. Sta aiutando una persona innocente. Come ha sempre fatto. »
« E quante ne avrà uccise per il regime?! Tu parli di quella Hermione che tutti abbiamo perso. »
« Andiamo fuori George. » propose Bill e il più giovane sbuffò rabbioso uscendo per primo dalla porta, Fleur li guardò allontanarsi poi si avvicinò ad Hermione e prese posto vicino a lei.
Quando la massa bruciò del tutto, lasciando nessuna traccia di sé Hermione si guardò intorno e constatò che alcuni ricordi, oltre a quelli messi in salvo sembravano intatti, altri erano danneggiati, parti mancanti, altri ancora erano bruciati con la magia.
Dissolse le due barriere create e sospirò prima di scivolare fuori dalla mente di Blaise.
« Hermione... stai bene? -le chiese Fleur al suo fianco e la riccia annuì un attimo intontita.- Portatemi dell'acqua. »
« Sto bene Fleur. »
Nonostante i giramenti di testa si sporse verso Zabini e gli riprese la mano.
« Dovrebbe svegliarsi, se tutto ha funzionato, ma non so quando. »
« George è andato a sbollire della rabbia e Bill è con lui. Ti hanno chiamata Signora Malfoy, le infermiere e... non gli è andata giù. »
« Dovrà abituarsi. »
« È difficile Hermione, per tutti. »
« Lo so. Lo è stato anche per me. »
« Davvero? »
« Si. -la guardò e le sorrise- Tra me e Draco non è stato un colpo di fulmine. Ci è voluto tanto tempo per abituarsi prima alla convivenza, poi all'idea di un figlio e al matrimonio obbligato. »
« Se non ti avessero obbligato? »
« Mi stai chiedendo se avrei sposato Draco di mia spontanea volontà? »
« Si. »
« Non lo so ma di sicuro non avrei potuto. Lui è un purosangue, io no. In parte ha acconsentito al matrimonio per salvare suo figlio e me. »
« In parte? »
La conversazione venne interrotta quando la porta si aprì e i due uomini entrarono, George le squadrò entrambe.
« Hai fatto? »
« Si. Ora aspettiamo che si svegli. »
« Ci avvertiranno se ciò succederà. Andiamo. »
« George. »
« È il lavoro delle infermiere controllare i pazienti, non il tuo. Consegnami la bacchetta e andiamo. »
Hermione si alzò con un'espressione dura e dopo aver consegnato la bacchetta strinse il braccio di George lasciandolo sorpreso. Non era certa di dove si sarebbe smaterializzato ma lo scoprì poco dopo, quando atterrarono davanti al numero 12 di Grimmauld Place e le sue gambe vacillarono per un istante.
George aprì la porta e allungò il braccio invitando Hermione ad entrare, lei non lo guardò e fece il primo passo.
Temeva che entrando nel quartier generale dell'Ordine tutto sarebbe andato in frantumi inondato dai ricordi degli anni precedenti, temeva che si sarebbe sentita sopraffatta ripensando a chi e cosa era diventata al fianco di Draco, che si sarebbe sentita colpevole, un mostro, che si sarebbe pentita di tutto; invece stupì sé stessa quando l'unica cosa che provò entrando dopo aver preso un profondo respiro e aver spinto in fondo alla mente tutti i ricordi fu una totale indifferenza.
« Avrai una tua stanza, -disse George ripescandola dai pensieri- da cui potrai uscire solo con uno di noi. Ti verranno portati i pasti e potrai fare richiesta se avrai bisogno di qualcosa. »
« Dov'è Nora? »
« Anche lei in una stanza. »
« Vorrei vederla. »
« No. »
Hermione guardò il rosso sorpresa da quella risposta fredda e ricambiò con lo sguardo.
« Suo marito è stato in coma per anni e io sono riuscita a trovare una soluzione. Ha il diritto di saperlo. »
« Glielo dirò. »
« Non vuoi che la veda?! Nora non è una Mangiamorte. Blaise neanche. »
« Blaise Zabini compare nei registri e porta il Marchio Nero sull'avambraccio sinistro. »
« Ma non sono mai stati attivi. Blaise è un guaritore e- »
« E tu sei stata attiva? »
La riccia deglutì a vuoto e continuò a fissare gli occhi dell'uomo davanti a lei finché lui non distolse lo sguardo e le indicò le scale.
« Sali, per favore. »
« George fammi vedere Nora. »
« Sali le scale Hermione. »
« George... ti scongiuro- »
« Se non le sali da sola ti porterò su di peso. »
Hermione guardò Neville e Fleur allontanarsi senza guardarla e sospirò poi cominciò a salire le scale che da giovane aveva percorso tantissime volte.
« Questa è la tua camera. » disse Weasley indicandole una porta e lei sentì il proprio cuore sprofondare per un attimo al ricordo delle nottate passate in bianco con Ginny... gli aveva detto di Ron ma sapeva anche di Ginny?
Si scrollò di dosso quelle sensazioni e lo guardò in attesa che facesse qualcosa ma lui l'afferrò per un braccio e la condusse più avanti.
« Dove- »
« Hai ragione. Nora deve sapere di suo marito. Inoltre so che Blaise ti ha aiutata per cui glielo devi. »
Cercò di contenere il battito frenetico del suo cuore mentre l'uomo si fermò davanti ad una porta e tirò fuori la bacchetta.
« Nora. »
« George. »
Hermione quasi pianse a sentire la sua voce.
« Hai visite. » disse per poi spostarsi e guardare la Grifondoro che senza degnarlo avanzò rendendosi visibile.
« Hermione... »
Fu davanti all'espressione esterrefatta di Nora che lei non fu più capace di trattenere le lacrime.
Si abbracciarono, Hermione strinse le proprie braccia intorno al collo della mora e si sentì stretta a sua volta, non era mai successo ma lì... in quel momento sembrò del tutto naturale.
« Merlino Hermione... cosa- che ci fai qua? »
« Sono tornata. »
« Questo lo vedo! » squittì trattenendo una risata.
« Mione! »
Poco lontano da loro Amelia era sbucata da dietro al letto ed Hermione si inginocchiò subito tendendo le braccia verso la piccola che le corse incontro.
« Merlino! -la sollevò poi la strinse a sé- Quanto sei cresciuta Amelia! Sei bellissima. » terminò sussurrando.
« Devi raccontarmi tantissime cose Hermione. » Nora attirò di nuovo il suo sguardo e lei annuì lasciando la bimba a terra.
« Sono tornata per Blaise. »
Nora spalancò gli occhi per l'ennesima volta in quel minimo lasso di tempo ed Hermione sorrise emozionata.
« Siamo arrivati questa mattina. Sono andata da Blaise e ho lavorato tutto il pomeriggio. Non ho la certezza di come sia andata ma domani mattina potrebbe svegliarsi. »
« Oh Merlino... »
Hermione l'abbracciò ancora sentendola singhiozzare tra le sue braccia e la guardò poi asciugarsi le lacrime.
« Io... non posso fare niente per ringraziarti- »
« Nora non scherzare. Stiamo parlando di Blaise, e della tua famiglia, io sono quella non capace di ringraziarvi per tutto quello che avete fatto. In più... non voglio mentirti, è totalmente sperimentale. Prego che domani arriveremo al San Mungo e Blaise sarà sveglio, ma non posso darti questa certezza. »
« Il fatto che tu sia tornata per lui, noi, mi basta Hermione. -prese una pausa poi aggrottò le sopracciglia- Aspetta... hai detto siamo. »
La riccia abbassò lo sguardo e Nora guardò George e la sua espressione fredda.
« Io e Draco. Lui è in custodia. Ad Azkaban. »
« Posso testimoniare Hermione. Testimonierò. -disse riferita al rosso poi guardò di nuovo la donna- Lo tireremo fuori, ti aiuterò e- »
« Non è necessario Nora. Draco è salvo. George ha stretto un voto con me, non gli verrà fatto del male e non verrà condannato. È... una garanzia, diciamo. »
« E tu? »
« Io aiuterò l'Ordine a sistemare la situazione. »
« Isaac? »
« È al sicuro... -guardò Nora e fece un sorriso di pura felicità- a casa, con sua sorella. »
La nobile si portò le mani alla bocca e guardò l'amica annuire con gli occhi lucidi.
« È per questo che siete scappati? »
Hermione annuì ancora e Nora si sedette sul letto incredula, la riccia la raggiunse dopo poco.
« Quella volta che Draco è tornato in shock per via delle torture io ero già incinta. Abbiamo deciso di avere un altro figlio e ci abbiamo provato più volte. Non ti ho detto niente perché- »
« Perché ovviamente dopo Isaac sareste stati in pericolo. Lo capisco, non sono arrabbiata Hermione. Hai protetto la tua famiglia, e di conseguenza anche la mia. »
« Mi sei mancata così tanto Nora. »
« Anche tu Hermione. »
Amelia si infilò tra le due e salì sulle gambe della Grifona che di nuovo la strinse a sé estremamente felice sentendosi di nuovo a casa. Tutto venne interrotto da George che si schiarì la gola.
« Il tempo è finito Hermione. »
Pensò di dire qualcosa ma sapeva che sarebbe stata inutile e non era nella posizione di discutere per cui annuì soltanto e guardò la mora, poi la piccola.
« Devo andare Amelia, -disse sussurrando- ma ci vediamo domani. »
« Buonanotte Hermione. » disse Nora dopo averla abbracciata ancora una volta.
George la scortò di nuovo alla sua stanza e prima di entrare lei lo guardò.
« George- »
« Domani Hermione. Tutto domani. Ora dormi. »
Richiuse la porta della stanza ed entrambi restarono a fissarla.
Hermione si sedette pesantemente sul letto e si passò le mani tra i capelli poi dopo averci pensato parecchio estrasse dalla tasca l'anello di Draco, che lui le aveva detto di prendere durante l'ultimo abbraccio dato e lo indossò aprendo il collegamento.
Nel fumo che si creò davanti a lei vide l'elfa impegnata a sistemare il gioiello sul dito.
« Nancy. »
« Signora! Nancy va dal Signorino e poi- »
« No. No Nancy, ferma. »
L'elfa la guardò ed Hermione sorrise.
« È stata una giornata pesante. Vederli ora mi farebbe rimpiangere tutto. Dimmi che stanno bene. »
« I Signorini stanno bene, la Signorina Diana ha camminato tanto oggi e il Signorino Isaac ha letto con Nancy e giocato con Hiro. Ora Nancy stava per metterli a dormire. »
« Dai un bacio a loro da parte mia, e digli che gli vogliamo bene e che papà tornerà a casa presto. »
« I Signori tornano presto? »
« Draco tornerà presto. »
« E la Signora? »
Hermione deglutì il groppo in gola e vide l'elfa abbassare le orecchie.
« Tornerò; ma ci vorrà del tempo. Ho delle cose da sistemare qui e non posso evitarlo. Ora... devo andare. Domani cercherò di riuscire a vederli okay? Grazie Nancy. »
« Nancy è al servizio della Signora Malfoy. »
La Grifona forzò un sorriso e fece svanire tutto ritrovandosi di nuovo sola nella stanza, e pianse fino ad addormentarsi.
La mattina dopo si svegliò e la prima cosa che notò fu un biglietto sul comodino.
Quando sei sveglia chiama Kreacher, ti porterà in cucina a fare colazione con noi.
Dobbiamo parlare.

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWo Geschichten leben. Entdecke jetzt