83. Epilogo III

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La fine della fine

Hermione uscì dal bagno stringendosi l'asciugamano intorno al corpo e si raccolse i capelli in una crocchia improvvisata poi aprì l'armadio per scegliere cosa indossare e per la prima volta in due settimane scelse un paio di jeans e un maglione verde acqua.
Scese in cucina per la colazione e salutò i presenti, poi prese posto davanti a Bill che le porse la tazza piena di tè.
« La Signora ha deciso di rinunciare alla nobiltà e vestirsi come noi comuni mortali. » commentò George attirandosi lo sguardo di tutti addosso ma sul viso di Hermione nacque un ghigno divertito.
« Ho solo pensato che per la campagna in cui andiamo oggi sarebbe stato più comodo indossare dei pantaloni. Non ho intenzione di rinunciare a niente. »
Il sorriso di George scomparve e si alzò dalla sedia.
« Dieci minuti e partiamo. »
« È questo il tuo modo di reagire? »
« Sono le nove, se sei abituata a perdere tempo nel castello in cui abiti qui devi cambiare routine. Dieci minuti. »
Hermione emise uno sbuffo divertito guardando anche gli altri alzarsi, tranne Neville.
« Grazie per la compagnia Nev ma forse ti conviene andare. »
« Devi dargli tempo. »
« Divertente come me lo stiate dicendo tutti ma non sia cambiato ancora niente. »
« Hermione... »
« Senti Neville, l'ho già detto a George, che voi capiate o no, che ve ne facciate una ragione o no, a me non interessa. Sono felice della mia vita, con lui e voglio solo pagare il mio debito e tornare dalla mia famiglia. »
« Abbandonerai l'Inghilterra? »
Lo guardò accigliandosi e rise.
« Pensi che voglia stare qui? Additata come la traditrice che si è unita ai Mangiamorte e lontano dalla mia famiglia? »
« Puoi portarli qui Hermione, saremmo tutti contenti di conoscerli. »
La Grifona assunse un'espressione fredda e lasciò la tazza ancora mezza piena sul tavolo.
« Non strapperò a Draco i suoi figli, le uniche fonti di felicità che ha avuto nel mondo oscuro in cui ha vissuto per anni. -si alzò dalla sedia e lo guardò un'ultima volta- Ma te lo ripeto Neville, non mi aspetto che lo capiate. »
Lo lasciò solo e si sedette in sala dove si sciolse i capelli solo per legarli più stretti.
Fleur e Bill la raggiunsero poco dopo, poi Neville e infine George, si smaterializzarono a coppie nella campagna di Skye. Si divisero in squadre e cominciarono a cercare l'Horcrux, restarono lì fino alle otto di sera quando piantarono i paletti ai confini della zona esaminata e tornarono al quartier generale.
Hermione si rintanò in camera sua e nonostante l'ora e la cena pronta in tavola optò per un lungo bagno caldo.
Si spogliò lasciando i vestiti sporchi disseminati sul pavimento del bagno e riempì la vasca per immergersi, dovette ammettere a sé stessa che si era abituata ai comfort in cui aveva vissuto negli ultimi anni, le sue essenza che l'aiutavano a rilassarsi e che le lasciavano addosso il profumo che sapeva sarebbe piaciuto a Draco.
Draco.
Si toccò l'anello al dito, quello di lui, gliel'aveva lasciato prima di smaterializzarsi perché potessero restare in contatto ma lei non l'aveva ancora usato. Per quanto le mancasse Draco non aveva il coraggio di aprire il collegamento e vederlo, sarebbe stata una ferita troppo profonda e ancora non sapeva quanto avrebbe dovuto resistere tra le grinfie della resistenza.
Lasciò che l'acqua calda eliminasse il freddo e la stanchezza accumulati durante quella giornata.
Fece scivolare la mano sulla coscia e poi tra le gambe, chiuse gli occhi e soffocò il pianto ingoiando le lacrime; non fece altro, restò immobile a lasciarsi cullare dall'acqua finchè la pelle delle dita non si raggrinzì e lei cominciò a tremare per il freddo.
Uscita dalla vasca e rivestita guardò l'orologio accorgendosi che era passata un'ora, gli altri probabilmente avevano già mangiato e nessuno sembrava averla cercata.
Non poteva saltare la cena perché l'indomani avrebbe avuto bisogno di energie per cui uscì dalla sua camera -ora poteva farlo anche se non accompagnata- e raggiunse la cucina in cui trovò solo Kreacher.
L'elfo insistette per servirle il pasto cosa che la lasciò sorpresa poi si sedette al tavolo e afferrò la copia della Gazzetta del Profeta lasciata da qualcuno.
Quando aveva vissuto con Draco avevano creato il loro nido sicuro e aveva perso l'abitudine di leggere le notizie, prendere di nuovo un giornale in mano fu una vera emozione.
La sua lettura sui memoriali che ancora venivano inaugurati venne interrotta da Neville che entrò nella stanza sorridendole.
« Volevo assicurarmi che stessi bene. »
« Si Nev, grazie per averlo chiesto. »
« Non evitarci Hermione. »
La riccia lo guardò stupita e posò la forchetta nel piatto prima di scuotere la testa,
« Non vi ho evitato Neville, ho solo fatto un bagno e ho perso la cognizione del tempo. »
« D'accordo... hai letto qualche notizia interessante? »
« Stavo leggendo dei memoriali. »
« Il principale è ad Hogwarts, dove una volta c'era la capanna di Hagrid, ci sono incisi tutti i nomi dei caduti durante la guerra, Harry per primo anche se probabilmente non avrebbe voluto. »
« Già... -disse Hermione ridendo leggermente- non avrebbe voluto. Non sarebbe stato da lui. »
« E poi Lavanda, Colin, Fred, poi in quello abbiamo aggiunto Ginny e Ron perché meritavano di esserci. »
« Ovviamente. »
Neville ricambiò il sorriso della riccia e appena lei se ne accorse tornò seria.
« Ti mancano? »
Hermione sollevò lo sguardo su di lui e si pulì le labbra con il tovagliolo.
« Se le cose fossero andate diversamente si, mi mancherebbero. »
« Come puoi dire questo? »
« Sono solo sincera. La mia vita è cambiata. »
« Tu sei cambiata Hermione... e se penso che una volta ti battevi per gli elfi domestici mentre ora proteggi quell'assassino di Malfoy. Hai idea di quante vite ha spento Hermione? Hai idea di quante persone ha ferito? Quanti danni ha fatto al nostro mondo? »
« Hai idea di cosa ha passato? »
« Smettila di proteggerlo! »
Con quale forza non mise mano alla bacchetta non lo capí, e neanche come fece a restare calma.
« Non smetterò di proteggere la persona che amo. »
Neville la guardò con un'espressione che lei non seppe decifrare e se ne andò senza dire una parola, lei finì la sua cena e tornò a rifugiarsi in camera portando con sé il giornale.
***
Draco si smaterializzò nel giardino della villa canadese e restò lì a guardarsi intorno per assicurarsi di non essere stato seguito, solo dopo diversi minuti passati fuori al gelo si convinse ad entrare.
Sulla soglia del portone vide Nancy che gli sorrise felice di vederlo.
« Padrone! »
« Ciao Nancy. »
« Il Padrone deve entrare. Fa troppo freddo. »
Lo scortò in casa, si affrettò a prendere la giacca e si offrì di preparare un tè.
« Sto bene Nancy. Dove sono Isaac e Diana? »
« La Signorina sta dormendo mentre il Signorino è in bagno con Hiro. »
« Grazie. »
Si incamminò per le scale e le salì con il cuore in gola, aprì la porta della camera soffermandosi a guardare la figlia, le accarezzò leggermente una manina poi proseguì fino in bagno.
« Papà! »
Isaac riuscì ad uscire dalla vasca, travolse Hiro e saltò in braccio al padre che nonostante le gocce d'acqua lo sollevò quasi ridendo.
« Ciao ometto! Come stai? »
« Bene! »
« Ne sono contento. » disse ridendo prima di rimetterlo nella vasca e guardare l'elfo.
« Finisco io Hiro, grazie. »
La creatura annuì e scomparve.
« Ti sei preso cura della tua sorellina? »
Isaac annuì con decisione più volte e Draco sorrise.
« Sono fiero di te Isaac. »
« Dov'è mamma? »
« Tua madre arriverà tra un po'. È dovuta rimanere là ma è al sicuro. »
Almeno lo spero.
Finito il bagno lo rivestì e uscirono in tempo perché la piccola si svegliasse.
« Diana... -la bimba emise un verso sorridendo e allungò le mani verso il padre- ciao tesoro. »
La sollevò e le baciò le guance sentendola ridere ancora di più.
Si trasferirono tutti in sala, Isaac fu il primo a salire sul divano sotto lo sguardo attento del padre che gli si sedette accanto e si sistemò la bambina su una gamba, prima di iniziare a leggere si preoccupò di toglierle i capelli dal viso fissandoli con una piccola molletta dorata.
Avevano il colore di quelli della madre ma sembravano lisci (anche se lo sarebbero stati ancora per poco), Draco si perse a guardare quegli occhi castani con dei riflessi verdi che non aveva idea da dove arrivassero.
« Papà. »
« Si, ci sono. » strinse la bimba e spettinò i capelli al figlio sentendolo ridere prima di prendere il libro e mettersi a leggerlo.
Quando Isaac fu troppo stanco Draco continuò a leggere per loro e quando finì entrambi i bambini stavano dormendo, non trattenne il sorriso e si sdraiò sul divano, sistemò Isaac al suo fianco e Diana tra le proprie braccia. Aveva talmente tanto sonno arretrato che crollò anche lui in pochissimo tempo.
Fu Nancy a svegliarlo ad ora di cena e prima di aiutarlo con i piccoli si tolse dal collo l'anello di Hermione e glielo porse, l'uomo lo prese e lo fissò per un attimo pensando che avrebbe potuto mettersi in contatto con lei poi osservò la catenina con cui l'elfa l'aveva tenuto e se lo mise al collo.
« Grazie Nancy. Scalda le cose per Diana e dì a Hiro di preparare la cena. »
« Si Padrone. »
Sentì il cuscino su cui era seduto muoversi poi le braccia di Isaac gli si strinsero intorno al collo.
« Su papà! »
« Va bene va bene. -acconsentì ridendo- Ma dammi il tempo di lasciare Diana qui. »
Il bambino lo guardò attentamente mentre lui sistemava la piccola sul divano poi gli saltò sulla schiena quando tornò da lui.
« Sei comodo? »
« Si. »
« E cosa vedi da lassù? »
« La finestra! » rispose genuinamente il bambino e Draco rise ancora.
« E poi? Cos'altro? » chiese cominciando a girare per la sala.
« Tavolo! Fuoco! Divano! Diana! »
« Che vista! » commentò il biondo facendolo scendere dalla propria schiena quando l'elfo arrivò ad annunciare la cena.
Lasciò Isaac e prese Diana ricambiando il sorriso che innocentemente lei gli regalò.
***
La conversazione si spense lentamente durante la cena ed Hermione si ritrovò a guardare per l'ennervima volta George, attirata dal ghigno che continuava a brillare sul suo volto; questa volte sbuffò e lo guardò negli occhi.
« Vuoi dirmi cosa c'è o passerai semplicemente la serata a guardarmi così e a crogiolarti in quella che sembra soddisfazione? »
« Ho fatto delle ricerche. »
« Su cosa? »
« Su di te... e Malfoy, »
Hermione continuò a guardarlo all'erta, ignorando la pelle d'oca che era arrivata sentendo il nome dell'uomo.
« Nora mi ha detto una cosa interessante... vi siete sposati sotto il Marchio Nero. -la guardò sorridendo e lei restò immobile, in attesa- In tutti i documenti che abbiamo trovato, non uno certifica la vostra unione, e ora che il Marchio Nero non esiste più, non esiste neanche il vostro matrimonio. Sei Hermione Granger, e basta. »
La Grifona ignorò la coltellata che provò e soffocò tutto il vortice di pensieri che nacque nella sua testa cercando di concentrarsi sulle cose importanti.
« Io e Draco siamo legati tramite magia del sangue. È un legame irreversibile e indistruttibile. »
« Non mi interessa quale strano rituale oscuro abbiate fatto. Non sei legalmente sposata, non sei sua moglie. »
« Pensi che questo cambi le cose? -chiese ridendo sotto lo sguardo sorpreso di tutti i presenti.- Pensi che tenga a Draco solo per quello che ha? Il fatto che niente certifichi il mio legame con lui non ha importanza. Lui è il mio compagno, e lo sarà sempre. » terminò urlando e si alzò.
« Siediti. »
« Fottiti! »
« Hermione. » tentò Neville senza successo.
« Siediti! »
« Perché non accettate che sia felice così? Perché ci ritroviamo sempre a discutere sulla mia vita?! »
« Perché è un cazzo di assassino Hermione! »
« Pensi che la resistenza non abbia fatto lo stesso?! »
Una bomba, tutti nella sala la fissarono ammutoliti ma lei rimase impassibile.
« Ho letto i resoconti. Ho letto le azioni della resistenza. Non siete stati migliori di loro sul campo. Blaise ha perso due anni di vita per colpa vostra. »
« Ci stai davvero paragonando ai Mangiamorte?! »
« No, ovviamente. Avevate scopi migliori, ovviamente. Ma quando si è trattato di agire, avete fatto tanti danni quanti ne hanno fatti loro. »
Nessuno le rispose e lei prese un profondo respiro prima di guardarli.
« Ora vado a dormire. Buonanotte. »
***
Passarono giorni, settimane e mesi alla ricerca degli Horcrux.
Alcuni giorni erano buoni, in altri la ricerca non dava frutti e il morale era a terra; soprattutto per Hermione che non vedeva l'ora di tornare a casa.
Una notte si era svegliata per via dell'anello, Draco aveva tentato di mettersi in contatto con lei ma la riccia l'aveva evitato. Aveva la paura costante che la resistenza la stesse osservando, pedinando, aveva la sensazione che avrebbero in ogni modo tentato di rubarle quella felicità solo perché non erano capaci di comprenderla.
Con il passare dei mesi la lista degli Horcrux si accorciò sempre di più, quella dei ricercati catturati si allungò, George e gli altri della resistenza si dividevano tra la ricerca degli artefatti oscuri e le esecuzioni dei Mangiamorte mentre la notte Hermione sognava di sentire pronunciata la condanna a nome di Draco Malfoy.
Il sei dicembre 2006 l'ultimo Horcrux venne depennato dalla lista e la mattina del sette lei e Neville arrivarono ad Azkaban.
« Vorrei parlarci per un attimo. »
« Per? »
« Ho un conto in sospeso con lui. »
Paciock la guardò e annuì.
« Hai due minuti. »
« Basteranno. »
La guardia aprì la porta dopo aver assicurato il prigioniero alle catene per permetterle di entrare.
Angus Davies, l'uomo che lei aveva più odiato era legato davanti a lei, emaciato e sofferente.
Il Mangiamorte la fissò dapprima sorpreso poi ghignò.
« Guarda guarda... la puttana di Malfoy. -Neville fece un passo avanti ma lei lo fermò e il ghigno sul volto dell'uomo si allargò ancora.- Sei tornata con i vermi. »
Lei non rispose e lui continuò.
« Come sta il bastardo? » Hermione sorrise e si sistemò i capelli con non chalance.
« Parli di Draco o di Isaac? »
Davies rise sguaiatamente e tornò a guardarla.
« Sei qui per la mia udienza? Sarai tu a darmi il bacio della morte? »
« Sono qui perché puoi fare un'ultima cosa nella tua vita. »
« Una cosa per voi? Scordatelo. »
« Carino, -lo canzonò lei- pensi che ti darò la possibilità di scegliere? E sprecare tempo prezioso per convincere te a fare qualcosa? No, non ne ho il tempo. »
« Devo ammettere che Malfoy ha fatto un buon lavoro con te. L'eroina del mondo magico trasformata nel perfetto soldatino dell'oscurità. »
« Tu non mi conosci Davies. »
« Quindi sarai tu a lanciare la maledizione... l'idea ti eccita? » disse per infastidirla, ma fu un colpo che andò a vuoto.
« Avere il controllo sul bastardo che ha rivelato la mia gravidanza a Voldemort? Da morire. »
« Mi dirai cosa sarò costretto a fare? »
« Sarai costretto, per l'appunto, per cui non ti servirà saperlo. »
Gli diede le spalle e uscì dalla cella dando il cambio a Neville che si preoccupò di mettere in sicurezza il prigioniero prima di smaterializzarsi.
Davanti alla capanna a cui avrebbero dato fuoco trovarono George e Bill che si avvicinarono appena li videro.
« Qualche Weasley ci è sfuggito- »
« Silencio! » tutti guardarono Hermione che alzò semplicemente le spalle.
« Ha il brutto vizio di parlare a vanvera. »
« Sei sicura di riuscirci? »
La Grifona si girò verso il prigioniero e gli puntò la bacchetta contro cogliendo il ghigno che ancora gli deformava il volto.
« Imperio. -Gli occhi di Davies si fecero vacui e la bocca tornò ad essere una linea dritta, totalmente inespressiva- Resisti alla maledizione. Liberati. » e per quanto ci provò, per quanto Hermione faticò a trattenerla l'uomo non riuscì a batterla.
« Direi di si. »
Si voltò a guardare la capanna e sorrise.
« Ci sono tutti? »
« Tutti. »
« Bene. Chiudiamo questa storia. »
Sotto i comandi di Hermione Davies appiccò l'incendio; quando l'Ardemonio raggiunse gli Horcrux di fu un'esplosione e Neville guardò la donna sollevato che sotto suo consiglio di fossero tutti allontanati.
Gli artefatti bruciarono velocemente e il Mangiamorte estinse il fuoco, Hermione gli tolse la bacchetta di mano e sciolse la maledizione; lui non disse una parola troppo stordito dall'inutile sforzo di resisterle, si lasciò trascinare via rivolgendole uno sguardo vuoto.
Anche la riccia si incantò a guardare la capanna bruciata, si concentrò sull'assenza del fastidiosissimo rumore prodotto dagli Horcrux e questo abbassare la guardia fu un errore.
Un filamento d'oro le si strinse intorno ai polsi, in un istante si girò e si ritrovò di fronte George che la disarmò.
« Cosa- »
« Sei trattenuta per crimini contro la comunità magica. Ti aspettano gli arresti al quartier generale dell'Ordine della Fenice, Grimmauld Place n. 12 finché una giuria non esaminerà il tuo caso e prenderà una decisione sul da farsi. »
Lo fissò per qualche istante e cercò di comprendere cosa ci fosse in fondo allo sguardo che le stava rivolgendo.
« Perché? »
« Perché sei una Mangiamorte ricercata Hermione. Hai collaborato con il regime di Voldemort. Quelle ti impediranno di smaterializzarti ora che il voto è esaurito. » terminò indicando i filamenti d'oro poi consegnò le bacchette a Neville prima di afferrarla. Quando la mano dell'uomo si strinse sul suo braccio lei cercò di scostarsi, la smaterializzazione avvenne ed Hermione perse l'equilibrio cadendo a terra davanti al portone di Grimmauld Place; George si avvicinò per alzarla ma lei lo evitò ancora.
« Smettila Hermione. » lo sentì ringhiare e lo guardò negli occhi con rabbia.
« Pensi che non lotterò? Pensi davvero che abbandonerò i miei bambini e Draco- »
Continuarono a guardarlo negli occhi ma qualcosa in George tremò.
« Sono un'esca... »
« Hermione... »
« Sono un'esca per Draco. Non avete intenzione di condannare me altrimenti l'avreste già fatto, da mesi oramai. Volete che torni per me in modo da catturarlo e condannarlo. »
« Si. -ammise il rosso- È così. »
« Non funzionerà. »
« Sembrava inspiegabilmente parecchio legato a te. Ti abbandonerebbe qua? »
« Sa che non deve cercare di sacrificarsi per me. » mentì lei indossando una pesantissima maschera di falsa sicurezza. Era certa che Draco sarebbe tornato per lei a qualsiasi prezzo e questa cosa la terrorizzava ma loro non dovevano saperlo; racchiuse tutti quei pensieri in una scatola e la spinse in fondo alla mente, occludendo l'argomento.
Rivolse di nuovo lo sguardo a George e scosse la testa.
« Non riuscirete ad ucciderlo. È più furbo di voi. »
Questa volta si lasciò prendere e scortare in camera, quando G chiuse la porte i filamenti d'oro che le legavano insieme i polsi si divisero in due bracciali.
Kreacher le portò la cena ma lei non la toccò, aspettò la mattina, ancora prima dell'alba.
Nella completa oscurità della sua camera estrasse dalla tasca l'anello dei Malfoy e lo attivò.
Con sua sorpresa nella nebbia davanti a lei comparve Nancy.
« Signora! Il padrone dorme e- »
« Volevo te, Nancy. Devi farmi un enorme favore. »
Quaranta minuti dopo l'elfa comparve nella camera di Hermione a Londra e la Grifona rise dalla felicità inginocchiandosi ad abbracciarla.
Era stato stupido da parte dei suoi vecchi amici non mantenere un blocco per le smaterializzazioni degli elfi domestici ma probabilmente non avrebbero mai immaginato che lei avrebbe chiamato la sua elfa.
« Nancy... » sussurrò con un enorme sorriso sul volto sciogliendo l'abbraccio.
« La Signora ha chiamato, Nancy verrà sempre per la Signora. »
« Ho ancora bisogno della mia bacchetta Nan- » ma la creatura le mostrò l'arma poi gliela porse.
« La Signora ha detto a Nancy della bacchetta e Nancy l'ha cercata. Nancy pensa che non era nascosta molto bene. »
« Nancy... ti adoro. Ora... »
« Nancy porta la Signora a casa. »
Non ebbero alcun problema nella smaterializzazione congiunta e quando Hermione atterrò nel salone della villa canadese quasi pensò di sognare, dopo sei mesi, finalmente a casa.
« Il Padrone è in camera. » sussurrò l'elfa sorridendo.
« Grazie Nancy. »
Si incamminò per le scale e ciò che vide in camera le sciolse il cuore; Draco era sdraiato sul letto, Isaac dormiva tra le sue braccia e la culla di Diana era stata spostata accanto al letto, attaccata.
Hermione sorrise e si avvicinò, gli passò delicatamente una mano tra i capelli poi lo baciò, sorridendo ancora alla strana sensazione sul viso, lo sentì ricambiare il bacio e quando lo guardò negli occhi si godette la sua espressione esterrefatta.
« La barba Lord Malfoy... potrebbe piacermi. »
Draco lasciò Isaac profondamente addormentato al suo fianco e si tirò seduto fissandola poi le prese il viso e la baciò ancora.
« Sei davvero qui. »
« Sono qui Draco. »
« Come... come? »
« Ho chiamato Nancy ed è venuta a prendermi. »
« Hai fatto? » chiese lui incapace di pensare lucidamente.
« Si, tutti gli Horcrux sono distrutti. »
« E sei qui. »
« Sono qui. » ripeté ridendo dalla felicità.
Draco la strinse e se la tirò sulle gambe mentre lei gli passò le braccia intorno al collo.
« Non potrò tornare in Inghilterra. -Draco la guardò confuso e lei alzò le spalle con un sorriso amaro- Ho estinto il mio voto ma mi hanno messo sotto arresto. Pensavano di arrivare a te. Che saresti tornato a prendermi. »
« L'avrei fatto. »
« Lo so, ma non è stato necessario. Avevo il tuo anello e Nancy; loro non ci hanno pensato. Devo solo liberarmi di questi, -disse mostrando i polsi- prima che si sveglino e possano rintracciarmi. »
Draco esaminò la magia su di essi e ghignò.
« Mi aspettavo di meglio dalla resistenza che ha battuto i Mangiamorte. » un colpo di bacchetta, un piccolo lampo di luce e le catenine caddero tra le lenzuola.
Hermione gli accarezzò di nuovo il viso sorpresa da quella strana sensazione pungente, incapace di capire se le piacesse o no, l'uomo colse i suoi pensieri e sorrise.
« Me la taglierò. »
« È una nuova sensazione ma potrebbe piacermi. » sussurrò prima di baciarlo ancora, e ancora.
« Ti mancherà l'Inghilterra? » le chiese d'un tratto.
« Non com'è ora. Sto bene qui, con la mia famiglia. Restare in Inghilterra sarebbe stato soffocante. »
« Blaise e Nora? »
« Stanno bene. So che sono tornati finalmente a casa. »
« Grazie a te. »
La riccia appoggiò la testa sulla spalla del marito e lui la strinse accarezzandole i capelli.
« È tardi Hermione. Vuoi andare a dormire? »
« Sto già dormendo. » biascicò e Draco rise poi si sdraiò sul letto portandola con sé.
Quando riaprì gli occhi fuori brillava il sole e la riccia era già in piedi con Diana in braccio.
« Buongiorno. »
« Buongiorno Draco. »
Si sedette sul letto e si sistemò la piccola sulle gambe.
« È cresciuta così tanto. »
« Maa. »
« E ora ha i capelli ricci come i tuoi. »
« Già. » mormorò Hermione cercando di raccoglierle i ciuffi da davanti agli occhi.
« Ma ancora non capisco da dove abbia preso gli occhi. Nessuno nei Malfoy ha mai avuto gli occhi verdi che io ricordi. »
« Oh... a proposito di Malfoy. Questo è tuo. » disse porgendogli l'anello.
« Grazie. -lo indossò e poi la guardò- Ho cercato di mettermi in contatto ma non hai voluto, perché? »
« Non volevo che potessero scoprire dove siamo nascosti e vederti mi avrebbe reso ancora più difficile rimanere lì. Volevo solo tornare a casa e la sognavo, rendere il sogno reale vedendo te e i bambini sarebbe stata una tortura. -restò in silenzio per qualche istante a guardare le lenzuola- Non volevo farti preoccupare. » sussurrò infine ma lo sentì ridere e le accarezzò il collo poi il viso.
« Tutto quello che conta è che ora sei qui. »
Si sporse a baciarla poi prese la piccola lasciando ad Hermione la possibilità di svegliare Isaac.
La riccia gli accarezzò i capelli e gli baciò una guancia guardandolo aprire lentamente gli occhi.
« Buongiorno amore mio. »
Il bambino la guardò assonnato poi il suo viso si illuminò.
« Mamma! » fu ciò che urlò prima di saltarle in braccio.
***
« Isaac e Diana sono con Hiro. »
Disse Hermione sedendosi a fianco a Draco sul divano.
« Ottimo. -le passò un braccio sulle spalle e l'attirò a sé- Cosa vuoi fare? »
Guardò il sorriso malizioso di lei e un attimo dopo se la ritrovò sulle gambe.
« È questo che hai deciso? »
Chiese accarezzandole i fianchi.
« Ti dispiace? »
« Ovviamente no. »
La sollevò d'improvviso e lei gli strinse le braccia intorno al collo mentre lui si diresse verso le scale, raggiunse il primo piano, poi la camera, poi il letto.
La lasciò sulle lenzuola e le cadde addosso quando lei lo tirò per il colletto della camicia.
« Merlino quando mi sei mancata. » mormorò sulla sua pelle con le labbra tra i primi bottoni slacciati della camicia.
Mentre lei lo spogliò della camicia lui si occupò dei suoi pantaloni, glieli spinse fino alle caviglie, le accarezzò le gambe con le mani e il ventre con le labbra.
« Non hai più il tuo profumo. » sussurrò facendola rabbrividire mentre lei gli stringeva i capelli biondi.
« Ti hanno tenuta lontana da me per così tanto tempo. »
« Sono qui Draco. »
« Sarei tornato a prenderti. Non ti avrei mai lasciato con loro. Sei la cosa che più amo a questo mondo. » disse prima di baciarla sulla bocca e di infilarsi tra le sue gambe.
« Lo so Draco. Ti amo anche io. »
L'ex-Mangiamorte non disse nient'altro, usò la bocca solo per dedicarsi alla moglie, il collo, il seno e le labbra mentre si muoveva in lei con delicatezza e ascoltava i suoi gemiti.
Quando vennero entrambi dopo un amplesso veloce l'uomo riprese fiato poi sorrise sulla sua pelle.
« Ora hai il mio odore addosso. »
Hermione ridacchiò e annuì.
« E mi piace da morire. »
Draco la baciò ancora poi si alzò e si spostò in bagno entrando nella vasca con lei e aprendo l'acqua calda.
In poco tempo la stanza si riempì di vapori caldi e profumati alla rosa.
« Ora sono finalmente a casa. » sussurrò la riccia accoccolandosi tra le braccia del marito e godendosi il bacio che lui le scoccò sulla tempia.
***
George fece visita a Nora solo una volta, un mese dopo la scomparsa di Hermione.
Non cercò di capire dove fossero, chiese solo se la donna avesse avuto notizie della vecchia amica e Nora rispose di no, cosa vera.
L'annuncio di Hermione come ricercata scomparve lentamente dai giornali, quello di Draco anche ma rimase nelle bacheche del Ministero della Magia in modo che tutti ne fossero al corrente.
Blaise e Nora tornarono alla loro vita, con la piccola Amelia che cresceva, Zabini aveva anche deciso di non riprendere a lavorare per godersi il più possibile la figlia e la moglie per recuperare quei due anni persi e creare dei nuovi ricordi così riempire i buchi di quelli andati distrutti.
L'Inghilterra tornò al suo splendore, il Ministero tornò ad avere un ministro, Roberth Huges, e una stabilità, così come l'economia.
Tutti i memoriali vennero inaugurati e ad Hogwarts venne ristabilito il vecchio ordine, l'espresso, le case, i punti.
Tutto tornò alla normalità, o quasi.
***
« Mamma! »
« Tesoro! »
Hermione sollevò la bambina e ridendo la strinse.
« Isaac ha visto il Leucrotta! »
« Davvero?! »
« Si mamma. »
Disse il biondo raggiungendo le due donne di casa.
« Ma poi è scappato perché Diana ha fatto rumore. E allora le ho spiegato che se vuole vederlo deve fare silenzio. »
« E gliel'hai spiegato gentilmente? »
« Certo! »
« Bravo. » lo lodò prima di baciargli i capelli e rimettere giù la bambina che corse subito a prendere la mano del fratello più grande.
« Se volete restare ancora fuori potete ma all'interno delle aree riscaldate e se vi chiama Hiro rientrate subito. »
« Si mamma. »
« Bene. Stai attento ad entrambi. »
Isaac annuì con un'espressione seria e guardò la madre rientrare in casa, poi la sorellina che gli sorrise rendendolo felice.
« Andiamo a cercare il Leucrotta, in silenzio però questa volta. » e si portò un dito sulle labbra come Hermione gli aveva insegnato.
La Grifona raggiunse l'uomo nello studio e sorrise vedendolo concentrato su un vecchio tomo.
« Draco? »
« Herm... vieni. » richiuse il libro e fece per alzarsi ma lei lo bloccò.
« Stai comodo, dobbiamo parlare. »
« Cosa succede? »
« Dobbiamo pensare al futuro di Isaac. Ha dieci anni, a settembre dovrebbe incominciare la scuola. »
« Vuoi tentare Hogwarts? Ho letto che è tornata al vecchio ordine. »
« Non voglio mandarlo da solo in Inghilterra, odio dirlo ma sono certa che la resistenza sarebbe capace di usarlo contro di noi. E Ilvermorny è fuori discussione. Il MACUSA appoggia l'Inghilterra, siamo ricercati. »
« Vuoi mandarlo a scuola? »
« Stai pensando all'educazione privata? »
« Si, è un'opzione. »
« Sta pagando per noi Draco... » mormorò lei affranta.
« Sta pagando l'essere mio figlio Hermione. L'essere un Malfoy. »
La moglie non rispose portandosi le mani sul viso e sospirò profondamente.
« Proviamo ad iscriverlo a Durmstrang, come avevamo pensato già anni fa. Se non dovessero accettarlo penseremo ad un'alternativa. »
Così Draco scrisse una lettera e tentò di iscrivere il figlio alla scuola bulgara, ci riuscì, a settembre Isaac cominciò la sua educazione lontano da casa restando lì anche durante le vacanze di Natale per non mettere a rischio la posizione sicura della famiglia.
Alla fine del primo anno di scuola il bambino tornò a casa cresciuto e cambiato nonostante la sua tenera età.
Per quanto fosse già responsabile con la sorella prima di partire, al suo ritorno lo fu ancora di più.
Hermione si preoccupò e il marito la tranquillizzò, avrebbe parlato con il figlio.
Così una sera lo chiamò chiedendogli di sedersi sulla poltrona a fianco alla sua, di fronte al fuoco e Hiro gli porse un bicchiere uguale a quello di Draco contenente un liquido chiaro e trasparente.
Isaac guardò il contenitore per un attimo, poi guardò il padre e si accigliò.
« Papà, questo... »
« È solo succo di mela, tua madre mi ucciderebbe se ti dessi dell'alcol Isaac. »
Il giovane ridacchiò e annuì prendendo un sorso.
« Allora... ti va di parlare di Durmstrang? »
« Cosa vuoi sapere? »
Draco sollevò un sopracciglio sorpreso e sorrise.
« Niente che tu non voglia dirmi ma sia io che tua madre abbiamo visto un cambiamento quando sei tornato. Voglio solo che se c'è qualcosa che non ti piace a scuola, se hai dei problemi, voglio che me ne parli Isaac. »
« Va tutto bene papà, davvero! La scuola è fantastica, ho degli ottimi amici e le materie mi piacciono da morire. Ho dei buoni risultati- »
« Buonissimi direi. Siamo fieri di te Isaac. »
« Allora cosa vi preoccupa? »
« Qualcuno ti dà fastidio? Per il fatto di essere un Malfoy? »
Isaac lo guardò poi abbassò la testa e la scosse.
« No papà. Ho sentito cose sui Malfoy, su di te, ma lì sembra quasi siano buone. »
« Avrei dovuto parlartene ma speravo che sarebbe passato più tempo. »
Il bambino vide per la prima volta il padre in quelle condizioni, sembrava incapace di trovare le parole.
« Eri il Generale... » cominciò il biondino e Draco dopo averlo guardato sorpreso annuì.
« Si, lo sono stato. Due volte. »
« E hai combattuto. »
« Si, l'ho fatto. Io e tua madre abbiamo fatto delle scelte per salvare noi e te. E probabilmente sono discutibili ma abbiamo deciso che erano le migliori perché tu sei qui ora, e lo è anche Diana, lo siamo tutti. Un giorno spero potrai capire. »
« Forse potrai raccontarmelo di nuovo. Quando sarò più grande. »
« Ovviamente Isaac, lo farò. »
« E a scuola va tutto bene. Mi rispettano e ho degli amici. »
« Sono felice di sentirlo. »
Isaac crebbe e nonostante la scorza più dura che si creò intorno a lui non si chiuse mai in sé stesso.
« Mamma. »
« Isaac. -Hermione chiuse il libro e allungò le braccia verso il figlio ormai adolescente- È tutto a posto? »
« Si mamma. » rispose il biondo abbracciandola.
« Ti voglio bene Isaac. »
« Anch'io te ne voglio. »
Gli baciò i capelli e lo guardò negli occhi.
« Che succede? »
« Volevo un libro sulla difesa contro le arti oscure. »
« Come mai? » chiese aggrottando la fronte.
« Perché è un argomento che mi affascina e vorrei tornare a scuola con più competenze quest'anno. E... voi potreste aiutarmi. »
« Ma certo. »
Passarono il pomeriggio a sfogliare antichi libri e a trovare argomenti che interessassero Isaac, Hermione a fianco a lui si accorse dell'espressione pensierosa del figlio.
« Tesoro... -lui la guardò e la riccia gli sorrise- Se c'è qualcosa che ti tormenta puoi parlarne, con me o con tuo padre. Lo sai che ci siamo. »
« Si lo so... è che... »
« Cosa Isaac? »
« Siete scappati dalla guerra. »
« Si, siamo scappati. Abbiamo dovuto farlo. »
« Perché? »
« Perché aspettavo tua sorella e la situazione in Inghilterra era pericolosa per noi tutti. »
« Ma tu ci sei tornata. Quando ero piccolo. »
« Sì, sono andata ad aiutare Blaise, un amico di famiglia. »
« E ora di nuovo non puoi tornarci. »
Hermione sorrise amaramente e scosse la testa.
« Non posso. Non penso che mi verrebbe fatto del male ma mi userebbero per arrivare a tuo padre e non voglio che questo succeda? »
« Ti manca l'Inghilterra? »
« No, questa è casa mia. »
« E papà... »
« Tuo padre era il Generale, questo lo sai, ha combattuto dalla parte che i suoi genitori hanno scelto per lui ed era quella sbagliata. In Inghilterra è ricercato per crimini contro la comunità magica. Verrebbe... »
« Condannato, e ho capito come. »
« Mi dispiace tanto Isaac. »
« Per cosa? » chiese lui confuso.
« Avrei voluto di meglio per te. Avrei voluto poterti dare una vita normale. »
« A me la mia vita piace mamma. Vado a scuola, ho degli amici, ho una sorellina fantastica e due genitori splendidi. So che papà ha fatto cose condannabili ma l'ha fatto per salvare le persone che amava. Continuava a ripeterlo quando abbiamo parlato. »
« L'ha fatto, l'abbiamo fatto entrambi. E non cambierei una virgola delle scelte che ho preso per salvare te e tua sorella e vostro padre. »
« Io non sono arrabbiato, non ce l'ho con voi. Volevo che lo sapeste. »
« Grazie Isaac. Per noi conta tantissimo. »
Il ragazzo sorrise e strinse due dei libri trovati nella biblioteca e guardò la madre.
« Grazie per questi. Farò un'ottima figura a scuola l'anno prossimo. »
« In bocca al lupo con lo studio allora. »
Hermione lo guardò uscire dalla sala e non aveva ancora smesso di osservare la soglia quando Draco fece il suo ingresso.
« Ehi. » gli si avvicinò e gli strinse le braccia intorno al busto.
« Ciao Hermione. »
La riccia respirò a fondo mentre il marito le accarezzava i capelli, poi lo guardò.
« Io e Isaac abbiamo parlato. Ancora. »
« Del passato? »
« Si, ha fatto altre domande. »
« È andata bene? »
« Direi di si. Mi ha detto che non è arrabbiato con noi. »
« Potrebbe sempre diventarlo. »
« Lo so, ma per ora non lo è, e mi interessa questo. »
« Sembra che abbia capito i nostri gesti. »
« È cresciuto in fretta. » mormorò la donna.
« Ma l'abbiamo cresciuto bene. Ne sono certo. »
« Anche io Draco. »
Le accarezzò il viso attirando il suo sguardo, Hermione si alzò sulle punte e lo baciò prima di essere interrotti da Diana.
L'uomo la sollevò in braccio e la riccia le accarezzò i capelli prendendo tra le dita una ciocca di capelli biondi.
La piccola aveva appena compiuto dieci anni quando alcuni ciuffi di capelli avevano cominciato a diventare del biondo tipico dei Malfoy, rimanendo nascosti tra i ricci castani.
I genitori non avevano mai capito il perché di quella strana comparsa ma ne erano rimasti semplicemente ammaliati.
« Papà abbiamo la pozione da finire! »
« Vuoi farlo ora? »
« Si! Sono passate esattamente trentacinque ore e dobbiamo aggiungere l'asfodelo! »
« D'accordo. Andiamo allora. »
« Non fate saltare in aria il laboratorio, mi raccomando. » li prese in giro Hermione ridendo, Diana le fece una linguaccia divertita e il marito la guardò mentre strinse la mano alla figlia.
« Donna di poca fede. »
« Mm... ti ho dimostrato il contrario negli anni. »
Disse con un ghigno divertito, Draco annuì e la baciò.
« E te ne sarò sempre grato. Ora... andiamo a finire la nostra pozione! »
Hermione li guardò uscire dalla stanza e sospirò felice, la sua famiglia... tutto quello che non si era mai aspettata e di cui ora non poteva fare a meno.
La passione per la difesa contro le arti Oscure di Isaac si trasformò ben presto in un desiderio limpido nella sua mente, lo espresse durante una cena, incapace di trovare il momento più adatto.
« Ho pensato a cosa fare dopo il diploma, visto che mancano pochi mesi. »
Cominciò tra un forchettata e l'altra.
« Davvero? Cosa? » chiese Hermione curiosa.
« Vorrei fare domanda per il corso di Auror. »
Draco per poco non si strozzò ed Hermione lo guardò preoccupata ma Isaac aveva occhi solo per il biondo.
« Padre- »
« Non ho niente in contrario. »
Tutti lo guardarono sorpresi.
« Sono preoccupato, ovviamente ma non ti fermerò se è davvero quello che vuoi. La vita è tua e la guerra è finita. »
« Papà... »
« Se tua madre è d'accordo naturalmente. »
Hermione si sentì osservata e deglutì un groppo in gola.
« Tuo padre ha ragione, il futuro è tuo ma tesoro... l'Inghilterra... non- non voglio fermarti ma mi spaventa saperti lì, da solo. »
« Non sarò solo. Ho pensato di scrivere a Blaise Zabini. »
L'ex-Mangiamorte lo guardò e il giovane sorrise.
« Non l'ho ancora fatto ma vorrei chiedere ospitalità a lui, almeno per i primi tempi. Penso che sarebbe un posto sicuro semmai il mio arrivo dovesse causare una bufera. »
« È una buona idea Isaac. » concordò Draco.
« E io? » tutti guardarono la più giovane.
« Diana- »
« Mi abbandoni Isaac. »
« Sarà per poco. Se non dovessero prendermi tornerò a casa e se dovessero prendermi a Natale tornerò. »
La ragazzina non rispose e il fratello maggiore sospirò.
« Ti voglio bene Diana, lo sai. Hai ancora tre anni a Durmstrang e poi potrai pensarci. »
« Ma mi mancherai. »
« Anche tu sorellina ma sarò sempre con te. »
« Mi scriverai? »
« Lo sai che è meglio evitare, per non essere rintracciati. »
La giovane annuì comprensiva seppur triste e tornò a mangiare la cena prima che il biondo le tendesse la mano.
« Non ti abbandonerò mai Diana. Potrò solo essere lontano fisicamente ma sarò sempre vicino a te. »
« Lo so. »
« E se avessi bisogno basta che mi mandi un patronus. So che sei riuscita ad evocarne la forma completa e mi dispiace essermelo perso. Dopo me lo mostri? »
« Si! » disse annuendo felice.

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now