46.

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Hermione svoltò l'angolo con la bacchetta sguainata e proseguì nel vicolo buio.
Si girò di scatto sentendo un rumore alle sue spalle ma tirò un sospiro di sollievo vedendo solo un gatto nascondersi tra i rifiuti.
Aveva perso di vista il suo obiettivo da ormai troppi minuti ed era pronta a fare marcia indietro sollevata di non aver dovuto catturare qualcuno e condannarlo a ore di tortura quando un'ombra uscì e l'attaccò.
Hermione evocò uno scudo e appena possibile contrattaccò. Si impose di non usare maledizioni e magia oscura ma il suo avversario cominciò a prendere il sopravvento.
« Crucio! »
Il ragazzo urlò accasciandosi a terra e lei fece un rapido passo indietro. Alle spalle del fuggitivo comparve Malfoy dalla cui bacchetta usciva un lampo di luce rossa e un'espressione dura.
La riccia si appoggiò al muro a fianco a lei con il fiato corto e gli arti incredibilmente pesanti e restò a guardare il viso del biondo.
Solo dopo qualche minuto il Mangiamorte lasciò la maledizione e la guardò deluso; afferrò l'ormai prigioniero per il colletto e lo mise in piedi, lo immobilizzò e lo consegnò a Neil arrivato nel frattempo.
« Portalo al campo. »
« Si Generale. »
Draco e Hermione restarono soli dopo la smaterializzazione degli altri due e lui le si avvicinò.
« Cos'è successo? »
« Non riuscivo a contrastarlo. »
« Un ragazzino... » precisò lui con tono disgustato.
« Malfoy- »
« Sei debole. »
Hermione lo guardò negli occhi sorpresa da quel comportamento e ferita.
« Ho promesso all'Oscuro una potenza Mezzosangue quindi datti una svegliata. »
« Io faccio del mio meglio. »
Draco rise con ironia e cattiveria.
« Del tuo meglio Granger? Stronzate. Tu ti limiti. Hai smesso di usare fatture e maledizioni per cosa? Perché le trovi immorali? Sei una Mangiamorte! »
Il biondo fece un passo indietro guardandola dall'alto.
« Non mi interessa cosa pensi, e neanche che incantesimi usi ma voglio vederti tornare a combattere decentemente. Ora andiamo. »
« Aspetta... »
Sussurrò con ancora il fiato corto.
« Cosa c'è? »
« Dammi... un attimo. »
L'uomo la guardò in silenzio, pensando a cosa le stesse succedendo ma venne interrotto quando lei si staccò dal muro e lo raggiunse.
« Quanto manca alla fine? »
« Quaranta minuti. »
La vide sospirare ma non ci diede peso. L'ultima mezz'ora di ronda andò scorse senza intoppi ne combattimenti, si ritrovarono tutti di nuovo nella piazza, Draco le porse il braccio senza guardarla e si smaterializzò.
Hermione pensava solo al proprio letto e alla voglia che aveva di dormire, avevano fatto il turno dalle tre alle sei di mattina e lei si sentiva come se non avesse dormito. Si voltò verso le scale ma estrasse fulminea la bacchetta vedendo qualcuno seduto sul divano; Draco invece dopo un istante di incertezza sorrise.
« Ancora di intrufoli in proprietà altrui? »
« Gli elfi mi hanno fatto entrare. »
« Quando è finita la tua missione in Bulgaria? »
« Sono appena tornato. »
Spiegò lo sconosciuto alzandosi dal sofà.
Hermione lo guardò attentamente, aveva il volto ricoperto di cicatrici e doveva avere più o meno la loro età.
Il ragazzo la squadrò con un'espressione di superiorità, anche Draco la guardò, appoggiò una mano sulla sua bacchetta e premette verso il basso.
« Rilassati, lo conosco. »
« Io invece non conosco te. » disse lo sconosciuto facendo un passo verso di lei.
« Hermione. »
« Piacere di conoscerti Hermione. Io sono Amias. -guardò il biondo sorridendo- È quell'Hermione? »
« Esattamente lei. »
« La mia fama mi precede. » disse sbuffando mentre metteva via la bacchetta. »
« Amias è- » cominciò Draco prima di essere interrotto dalla riccia.
« Un lupo mannaro. » Gli uomini la guardarono sorpresi e Amias sorrise.
« È davvero come l'avevi descritta. »
« Come mi avevi descritta Malfoy? » gli chiese con tono di scherno guadagnandosi un'occhiata torva.
« Intelligente. » rispose il lupo mannaro.
« So riconoscere uno come te. Ne ho conosciuti. »
« Chi? »
Il primo che le venne in mente fu Remus ma lui non era come gli altri, era diverso, era buono perciò alzò lo sguardo agli occhi gialli davanti a lui e nominò il secondo.
« Fenrir Greyback. Ha ferito o ucciso persone che amavo. »
« Allora ti suggerisco di stare lontana da me, cucciola. »
« Amias è uno dei trasformati da Greyback, ha preso il suo posto a capo del branco. » spiegò il Mangiamorte guardandoli come se fossero pronti a sbranarsi a vicenda.
Il lupo si avvicinò e annusò rumorosamente l'aria fino ad arrivare con il viso a pochi centimetri dal suo collo.
« Hai un odore particolare... quasi come se fossi malata. » terminò sussurrandole all'orecchio in modo che Draco non sentisse e guardando l'espressione tremante di Hermione.
« Bene, -fece un passo indietro e guardò Draco- ero giusto passato a fare un saluto. Ci rivedremo presto a meno che il Signore Oscuro non abbia un'altra missione per me a breve. »
« Chiedi i turni delle ronde, puoi unirti a noi. »
« Sicuro. »
L'elfo si smaterializzò a fianco a loro per accompagnare l'ospite alla porta ma ebbe scarsi risultati.
« Faccio da solo piccoletto. »
Scomparve oltre il portone e Hermione si avviò su per le scale, Draco la guardò ma restò in silenzio e fermo fino a che non la vide più.
La riccia chiuse la porta della camera a chiave e cominciò a spogliarsi dei gioielli, disfarsi l'acconciatura; aprì l'acqua della vasca e lasciò cadere a terra il vestito.
Restò fino alle sei e trenta a mollo nell'acqua calda, indossò una camicia da notte e si mise sotto le coperte con un'immensa voglia di dormire.
Draco uscì dall'ufficio all'ora di pranzo e raggiunse la sala aspettandosi di trovarla già seduta invece il tavolo era vuoto, l'aspettò per un po' prima di alzarsi e dirigersi verso la camera di lei.
Bussò senza ottenere risposta, tentò di aprire la porta ma questa risultò chiusa a chiave, afferrò la bacchetta ansioso e avvalendosi dell'alohomora bloccò la serratura ed entrò.
Camminò a passo rapido verso il letto e si tranquillizzò quando la vide respirare.
Si sedette accanto a lei sul materasso e la guardò, le scostò i capelli dal viso con un dito osservando l'angolo della bocca piegato un po' in su.
« Granger... »
Le poggiò una mano su una spalla e la scosse leggermente.
« Granger svegliati. »
Hermione aprì gli occhi guardandolo per un attimo e li richiuse.
« Sono stanca Malfoy. »
« È ora di pranzo. Dovresti mangiare. »
« Arrivo. »
Il biondo si alzò ma non se ne andò, aprì l'armadio, afferrò una vestaglia bordò e tornò da lei.
« Andiamo. »
L'aiutò ad alzarsi, le infilò la vestaglia annodandogliela sul fianco e la guardò poi le appoggiò una mano sulla schiena e scesero al piano di sotto dove il pranzo era già in tavola.
Draco la guardò avanzare la metà delle portate.
« Domani chiamerò Blaise. »
« Perché? »
« Perché ti visiti. Non stai bene. »
« No Malfoy sono solo- »
« Non è solo stanchezza. »
« Dammi qualche giorno, non allarmare Blaise. Se peggiorerà andrò io stessa. Della mia salute me ne occupo io Malfoy. »
Il Mangiamorte assottigliò lo sguardo ma lei alzò il dito.
« Me ne occupo io. Punto. »
« Come desidera lady. »
La guardò accigliarsi e si alzò lasciando il tovagliolo sul tavolo.
***
Draco entrò in camera e la guardò sistemarsi i capelli con la bacchetta.
Hermione attraverso lo specchio davanti a lei lo vide scegliere dall'armadio una giacca ed indossarla, distolse lo sguardo e dopo qualche secondo sentì le mani dell'uomo stringerle le spalle.
« Stai meglio oggi? »
La riccia annuì sorridendo mentre alzava le barriere per impedirgli di vedere le sue bugie.
Non stava meglio, ma fortunatamente non stava neanche peggio, continuava ad essere stanca, affaticata e debole.
« Bene. Allora oggi usciamo. »
Il Mangiamorte si allontanò e lei si alzò senza staccargli gli occhi di dosso.
« Dove andiamo? »
Le porse la maschera vedendo il sorriso sparire dal suo viso, poi il braccio.
« Dal tuo amato Lenticchia. » detto ciò si smaterializzò.
Quando atterrarono qualunque cosa lei volesse dire le morì in gola mentre guardava l'imponente torre triangolare.
« Lei è con me. -sentì Draco dire e lo guardò- Fa vedere il Marchio. »
Hermione sollevò la manica e le guardie fecero un passo indietro per farli passare.
« Perché? »
« Cosa Granger? »
« Perché ora? »
« Perché avevi ragione, può darci informazioni. »
La riccia non fece neanche caso al percorso che stavano facendo troppo assorta nei pensieri dalla scelta presa dal Mangiamorte.
Si fermarono davanti ad una massiccia porta di ferro e lui la guardò.
« E tu puoi aiutarci ad averle. »
Colpì un paio di volte la porta con la bacchetta e questa si aprì.
Hermione entrò senza aspettare alcun segnale da lui.
« Lumos. »
Guardò inorridita il corpo del rosso rannicchiato su se stesso contro il muro in una divisa tutta sporca di sangue.
« Ron... »
Si avvicinò e si inginocchiò davanti a lui mentre Draco richiudeva la porta senza distogliere lo sguardo dalla scena.
« Ron... Ronald... sono Hermione... guardami... »
L'uomo alzò lo sguardo e lei sobbalzò alla vista del viso spaccato e tumefatto.
« Mio dio... come ti hanno ridotto... »
Avvicinò la bacchetta al suo viso per vedere meglio con la luce e lui si girò velocemente poco abituato.
« Scusa... - abbassò un po' l'intensità- Va meglio? »
La guardò di nuovo e lei accennò un minuscolo sorriso.
Sembrò accorgersi solo in quel momento della presenza di Malfoy, scalciò facendo perdere l'equilibrio ad Hermione e la guardò con uno sguardo cattivo.
« Ron- »
Weasley scalciò di nuovo per tenerla lontana e lei si alzò, lo osservò per un po' prima di voltarsi verso il biondo.
« Lasciaci soli Malfoy. »
« È fuori discussione. »
La Grifona si avvicinò.
« Il tuo caro Lord vuole delle informazioni Malfoy... come pensi reagirà quando gli riferirò che non ho potuto averle perché tu me l'hai impedito? »
Draco sbuffò e guardò il prigioniero.
« Hai dieci minuti. »
Quando la porta sbatté Hermione sospirò e tornò dal rosso.
« Ron devi ascoltarmi. »
« Ifo nonf afscoltefrò nienfte fda fte. »
La donna fece fatica a comprendere ma non disse niente, con le fratture che sembrava avere era già tanto fosse un minimo comprensibile.
« Invece devi Ronald Weasley o il mio sacrificio andrà sprecato. »
La guardò stupito e lei sospirò di nuovo.
« Pensi davvero che sia entrata tra i Mangiamorte per la causa? Come puoi?! Mi sono unita a loro perché agire dall'interno era l'unico modo per avere informazioni. »
Si sedette di fronte a lui.
« Ma tu devi darmi informazioni sulla resistenza. Quello che sai e io filtrerò le notizie riferendo solo quelle meno importanti. »
Toccò con la bacchetta diversi punti del viso di Ronald chiudendo tagli e facendo sgonfiare i lividi.
« Sfei tfornatfa pfer flui? »
« Ti ho detto il motivo per cui sono tornata Ronald. -lo guardò negli occhi- Chi ti ha messo in testa questa idea? »
Weasley guardò la porta con un'espressione rabbiosa e lei capì.
« È venuto da te? Ron, è venuto a parlarti? »
« Sfi. »
« E cosa ti ha detto? »
« Cfhe vfiaggiavi cfon flui e cfhe sfei tfornatfa pfer flui. »
« Che stronzo. » sibilò tra i denti strappando un debole sorriso al rosso.
A meno di un minuto dalla scadenza importa da Draco Hermione uscì dalla cella e si chiuse la porta alle spalle, rivolse uno sguardo vuoto al biondo e si incamminò da sola per il corridoio.
Si smaterializzarono al Manor e il Mangiamorte l'afferrò per un polso catturando il suo sguardo truce.
« Cosa c'è? »
« Lasciami. »
« Non fino a che non mi dici cosa c'è. »
« Sei andato da lui! -con la mano libera cercò di spintonarlo- Sei andato da lui senza dirmelo! E gli hai detto che ero con te e che sono tornata per te! »
« Non è così? »
Hermione abbandonò le braccia lungo i fianchi guardandolo sorpresa dalla semplicità con cui aveva detto quelle parole.
« Non sei tornata per me Hermione? »
Boccheggiò in cerca di qualcosa da dire e sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
« Sei tornata per avere stabilità e protezione che non avresti avuto altrove. Il fatto che sia io è irrilevante. Saresti tornata fosse stata qualsiasi altra persona. Tu avevi bisogno dei due elementi che io ti ho offerto. »
Draco fece un passo verso di lei e le asciugò una lacrima che stava scivolando sulla sua guancia.
« Come... ti odio! »
L'uomo sbuffò divertito.
« Perché? »
« Perché trovi sempre il minimo pretesto per litigare, in qualsiasi momento e quando io voglio litigare, quando ne ho bisogno, tu smorzi tutto restando così calmo. È frustrante! »
Si portò una mano alla tempia e Draco aggrottò la fronte.
« Stai bene? »
« Si... »
« Granger- »
La donna fece un passo indietro liberando il suo polso dalla presa del biondo e scosse la testa.
« Sto bene Malfoy. »
***
Hermione ci aveva pensato bene, e a lungo, prima di ritrovarsi davanti alla porta aperta dello studio del Mangiamorte con quell'oggetto prezioso stretto tra le mani sudate.
Aveva pensato che vista la situazione era la cosa migliore e la decisione presa che aveva fatto capire quanto stranamente ora si fidasse di Draco.
Battè due volte contro lo stipite attirando l'attenzione del biondo che la guardò da dietro la scrivania e si accigliò.
« Che succede? »
La donna si avvicinò in silenzio e appoggiò la moneta dorata sulla scrivania facendo accigliare ancora di più Malfoy.
« Un galeone? »
« È una moneta dall'ES. » disse tutto d'un fiato. Draco la guardò serio questa volta.
« L'hai presa a Weasley? » chiese alzandosi.
« No. »
« Come no? »
« No, ce l'ho da prima. »
Ora il biondo sembrava nervoso e forse... arrabbiato?
« Devo tirarti le parole fuori dalla bocca Granger? Da quanto ce l'hai? »
« Dalla prima volta che sono scappata. A Diagon Alley mi sono nascosta nel vecchio negozio dei Weasley e l'ho trovata lì. »
« E per tutto questo tempo- »
« È rimasta nascosta in camera mia. Mi sono stupita in effetti di averla trovata ancora lì. »
« Per tutto questo tempo... »
Hermione aspettò qualche parola di lui per un istante ma quando non arrivarono continuò.
« Vista la posizione in cui sono ora ho pensato fosse meglio che l'avessi tu, saprai dove nasconderla. »
« Si. Ovviamente. »
La riccia sorrise leggermente e fece per andarsene ma lui la richiamò.
« Hai fatto la scelta giusta. »
« Niente di quello che sto facendo è una scelta Malfoy. Come hai detto tu ci si adegua, per sopravvivere. »
Draco annuì impercettibilmente stringendo la moneta nella mano.
« Non so se possa servire ma... ti chiedo solo di non usarla. »
« Non lo farò Granger. Nelle ultime ronde non ho visitato posti in cui avrei potuto trovarla per cui è meno pericoloso nasconderla e dimenticarsene. »
La guardò allontanarsi ma lui rimase fermo appoggiato alla scrivania ad osservare quel galeone incantato, non tanto per studiarlo ma ripensando a cos'era appena successo.
Hermione gli aveva davvero consegnato di sua spontanea volontà l'unico collegamento che ancora aveva con la resistenza, e cosa che per Draco era più importante si era fidata, quasi ciecamente di lui.
Nascose la moneta con gli altri artefatti oscuri collezionati dal padre nel corso degli anni e tornò alla scrivania cercando di togliersi dalla testa lo sguardo e il sorriso della donna. 

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Aggiornamento oggi perché domani ho un esame e non ero certa di poter aggiornare con calma.

E così Hermione da una parte sembra arrendersi sempre di più alla sua nuova vita e Draco apprezza, con molta sorpresa, questa cosa.
Dall'altra dice a Ron che entrare nei Mangiamorte era l'unico modo per cercare di combatterli dall'interno.

Quale sarà la realtà secondo voi? Che gioco starà facendo?

Sono mooolto curiosa (come sempre) di sapere le vostre impressioni su questo capitolo (un po' di passaggio) e i prossimi con tutte le cose che succederanno, belle e brutte.

Elly💜

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now