2.

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Hermione si svegliò e una scossa l'attraversò dalla testa ai piedi per poi tornare su e fissarsi nel cranio con fitte fisse.
Si accorse di essere sdraiata a terra, il pavimento era umido e freddo, in certi punti anche bagnato di un liquido ignoto.
Lentamente si mise seduta e si accorse di avere ancora i polsi incatenati, davanti a se c'erano delle sbarre.
Con la poca forza che aveva nelle braccia si trascinò contro il muro e dopo averci appoggiato la schiena lì rimase con le gambe strette al petto per ripararsi dal freddo.
Si passò le mani tra i capelli sporchi fino sulla nuca e fu lì che sentì qualcosa di strano, tastandosi il collo si accorse di qualcosa che glielo cingeva, sembrava un girocollo probabilmente di pelle ma non poté dire altro non vedendolo.
Rimase un giorno intero dentro quella cella senza che qualcuno le portasse cibo o acqua finché finalmente un elfo si smaterializzò e nonostante lo spavento ne fu contenta; era da tanto che non vedeva un elfo domestico.
« Ciò che ha al collo è un regalo di benvenuto da parte del padrone. »
Un regalo? Davvero? Non sarebbe bastato a farsela amica se era quello che il suo aguzzino cercava di fare.
L'elfo lasciò a terra dell'acqua e scomparve prima che la ragazza potesse chiedergli qualsiasi cosa.
Venne lasciata senza cibo per un altro giorno, aveva le unghie spezzate a forza di grattarle sulla pietra fredda, dei solchi violacei nei palmi a forza di stringere i pugni, i capelli sempre più sporchi e delle occhiaie profonde.
Era piena notte quando sentì una porta sbattere in lontananza e si strinse di più su se stessa; i passi si fecero sempre più vicini fino a che si fermarono a pochi passi da lei e la porta di ferro arrugginito cigolò.
« Lumos. »
Quella luce improvvisa la costrinse a chiudere gli occhi e a coprirsi ulteriormente con le braccia.
« Dubitavo fossi cosciente invece eccoti, i miei complimenti. »
Hermione si tolse le braccia dalla testa ma ancora non aprì gli occhi.
« Da quando non mangi? »
La prigioniera non rispose e l'aguzzino l'afferrò dapprima per i capelli poi per il girocollo costringendola a guardarlo.
« Ti ho fatto una domanda e quando ti faccio delle domande mi aspetto delle risposte. »
La riccia che vide per la seconda volta quella maschera provò un brivido di terrore lungo la schiena.
« Chi sei? >>
Il Mangiamorte sorrise sghembo.
« Sono il tuo nuovo Padrone. »
La lasciò allontanandosi di poco.
« Immagino che l'elfo ti abbia detto di quello. » disse indicando il collare di pelle.
« Non ho bisogno dei tuoi regali. »
« Non serve a te, serve a me. Alzati. »
La ragazza non lo ascoltò e lui alzò gli occhi al cielo.
« Immaginavo. »
Schioccò le dita e il collare si strinse intorno alla pelle di lei togliendole l'aria.
« Alzati. »
Ordinò tra i colpi di tosse e i rantoli della prigioniera.
« Alzati! »
Hermione pur di trovare sollievo obbedì faticosamente e l'oggetto tornò a circondarle perfettamente il collo, appena i suoi polmoni si riempirono di nuovo di aria ricadde a terra tossendo.
« Da ora in poi sei al mio servizio prima però dovremmo lavorare sul tuo spirito di ribellione, sei da addomesticare. »
Si sistemò la giacca togliendo un capello dalla manica.
« Direi che per iniziare uno o due ulteriori giorni senza cibo potrebbero avere un buon effetto. »
Uscì lasciandola di nuovo sola e questa volta più spaventata di prima.
***
Draco si alzò dal letto senza coprire le sue nudità e prese dal cassetto un paio di boxer che poggiò sul letto.
« Draco? »
Il biondo guardò la donna nuda nel letto aspettando che dicesse altro.
« Ti alzi già? »
« Devo lavorare Astoria. »
« Uffa. »
Si piegò su di lei e le baciò il collo bianco.
« Vestiti forza. »
« Draco... »
« Devo riportarti da tuo padre. »
« Non ho voglia. »
Draco sospirò e cominciò a vestirsi.
« Puoi restare fino a stasera poi devo riportarti a casa. »
La ragazza si alzò e lo ringraziò.
« Astoria? »
« Si? »
« Vestiti. »
« Sì Draco. »
***
Dopo la visita del suo padrone Hermione rimase a digiuno per altre ventiquattro ore.
Il Mangiamorte scese nelle segrete, aprì la porta e fece luce.
« Caspita, hai proprio voglia di vivere. »
« Perché... tu vuoi uccidermi? »
« Oh no, sarebbe troppo semplice, io voglio distruggerti. »
Infilò la mano in tasca.
« Ogni cosa ha il suo tempo però. »
Lanciò un pezzo di pane a terra e la vide allungarsi a prenderlo ma non ci arrivò.
Draco le aveva pestato la mano fino a sentire un crack secco come un legnetto rotto.
Hermione urlò ma ricacciò indietro le lacrime e cercò di calmare il tremolio del corpo.
« Razionalo in modo intelligente perché non ne vedrai altro nei prossimi giorni. »
La ragazza ne staccò un pezzo con i denti poi provò a spostare la mano rotta ma non ci riuscì.
Draco invece arrivò in sala e ordinò ad un elfo di servirgli da bere, si sedette sul divano e lì sorrise.
La mattina del sesto giorno Hermione si svegliò e davanti ai propri occhi trovò quattro fette di pane con una confettura rossa spalmata sopra e un bicchiere di latte.
Non fece domande né esitò a cibarsi di quel ben di Dio.
« Vedo che hai apprezzato. »
Hermione sobbalzò e riuscì a vederlo dopo che ebbe fatto luce con la bacchetta.
« Ne sono contento. Come ti ho già detto ti voglio viva. In piedi. »
La riccia non si mosse.
« Non hai ancora capito a chi devi obbedire? In piedi ho detto! »
« Fottiti. »
Draco l'afferrò per i capelli e la spinse violentemente contro il muro facendole sbattere il viso.
« Ripetilo feccia. »
« Fottiti. »
Le afferrò un polso e le torse il braccio sentendola gemere.
« Posso decidere di romperti un osso al giorno, dopo le ossa ogni legamento fino a che non imparerai ad abbassarti davanti a chi è più potente di te. »
« Non prendo ordini da un Mangiamorte. »
Le fece nuovamente sbattere il viso contro il muro poi le tirò i capelli facendola cadere a terra.
« Obbedirai al tuo padrone o credimi che ti renderò l'esistenza un inferno. »
Hermione sputò saliva e sangue poi lo guardò senza però vederlo bene.
Draco le poggiò un piede sullo sterno e la schiacciò a terra.
« Posso annullarti completamente. »
Le permise di respirare di nuovo e uscì facendo tornare il buio in quella fredda cella.

Under the Darkness | Dramione | Italian VersionWhere stories live. Discover now