Gotta be you[4]

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Finalmente è arrivato il sabato.
Aspettavo da così tanto tempo questo giorno.
Mi sono svegliato alle sei e mezza solo per andare in un posto che è sicuramente meglio di qui.
Finisco di allacciare le scarpe per poi alzarmi dal letto e muovermi verso l'uscita di casa con la cartella in spalla con dentro tutto l'occorrente all'interno.
Chiudo la porta nel massimo silenzio, perché tutti stanno dormendo e non voglio disturbarli.

Questa prima settimana è stata dura. Certo non mi aspettavo chissà che, ma nemmeno tutto questo.
Ho scoperto che mia madre è pazza, mio fratello mi odia, il mio fratellastro mi sta appiccicato, a scuola c'è una ragazza che vuole scoprire il mio passato e poi c'è Allison la ragazza che ama mio fratello e con cui io sono andato a letto. Insomma, non è stato il massimo come settimana.
Arrivo alla fermata del pullman e aspetto il pullman che mi porterà alla metro.
In questo momento potevo benissimo non essere da solo, Ryan mi aveva offerto di andare a una festa con lui, ma non me la sono sentita e ho dovuto dirgli una bugia. E poi, sinceramente, non ho voglia di portarlo lì dentro.
Timbro il biglietto quando salgo sul pullman e mi siedo a un posto libero. Metto le cuffie nelle orecchie e aspetto di arrivare all'ultima fermata. Appoggio la testa contro il vetro del mezzo e vedo il mio paesino scorrermi davanti gli occhi.

Quando arrivo alla fermata la pioggia ha già iniziato a scendere copiosa e io, come al solito, non mi sono portato dietro l'ombrello.
-Dove stai andando?-chiede una voce mentre sopra di me arriva una protezione contro la pioggia.
Giro la testa e vedo il mio compagno di banco, se non sbaglio si chiama Andrew.
-Grazie-riesco solo a dire e lui mi sorride.

-Di nulla, non avrei permesso che l'unico compagno di banco che mi stesse simpatico si prendesse un raffreddore-scherza mentre ci incamminiamo verso la struttura dove si trova la metropolitana

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-Di nulla, non avrei permesso che l'unico compagno di banco che mi stesse simpatico si prendesse un raffreddore-scherza mentre ci incamminiamo verso la struttura dove si trova la metropolitana.
Arriviamo al riparo e lui chiude il suo ombrello verde scuro. Saliamo le scale e andiamo a comprare, insieme, il biglietto per salire sul mezzo di trasporto.
-Allora, tu dove stai andando?-mi chiede quando abbiamo superato il punto dove si timbrano i biglietti.
-A trovare una mia vecchia amica-gli rispondo. Sto diventando esperto nel dire queste mezze verità.
-Ti manca?
-Tanto-mi lascio andare mentre incominciano a scendere gli scalini.
-Anche per me era così-continua a parlare, ma a differenza di Ryan, con lui mi piace parlare-Quando sono arrivato mi mancavano tanto i miei vecchi amici.

Aspettiamo che la metro arrivi insieme ad altre poche persone.
-E adesso?
Per risposta alza la mano dove tiene il biglietto:-Mi mancano ancora.
Gli sorrido e abbasso la testa. È simpatico come ragazzo.

Arriva la metro, saliamo e scegliamo i posti l'uno di fronte all'altro

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Arriva la metro, saliamo e scegliamo i posti l'uno di fronte all'altro.
-Sai, si è sparsa la voce che ti sei avvicinato alla ragazza più famosa della scuola-mi informa mentre le porte si chiudono.
Mi viene quasi da ridere da ciò che ha detto, non sono sicuramente io che mi sono avvicinato a lei, ma più che altro è stato l'incontrario.
Alzo le spalle, non m'interessa ciò che pensano gli altri, mio fratello non deve solo sapere che ci ho fatto sesso.
-Anche se io la trovo una vipera senza cuore-continua a parlarmi-Ma, sai, prima non era così.
Giro la testa nella sua direzione, adesso ha attirato la mia attenzione.

Mi sorride lievemente:-So chi eri e so che sei stato tu a farle del male.
Apro più volte la bocca, ma non riesco a trovare la risposta giusta da dargli. Non mi aspettavo che lui sapesse chi ero, insomma sembrava così gentile con me.
-Era la mia migliore amica-spiega-Tu le hai fatto del male e l'hai trasformata in una persona che odio. È stata tutta colpa tua.
I suoi occhi sono diventati lucidi e, da come tiene saldo il suo ombrello portatile, si vede che è arrabbiato.

I suoi occhi sono diventati lucidi e, da come tiene saldo il suo ombrello portatile, si vede che è arrabbiato

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Stringe le labbra in una riga sottile.
-Mi dispiace-riesco a dire in un sospiro-Io non le ho mai voluto fare del male.
-Invece sì-ribatte-Se non avessi voluto farle del male, non avresti proprio aperto bocca.
Annuisco a testa bassa:-Hai ragione, mi dispiace così tanto.
-Non mi servono a niente i tuoi "Mi dispiace"-alza la voce, alzandosi contro di me.

Alzo la testa e lo guardo, non so che altro posso fare. Se potessi cambiare le cose lo farei ben volentieri.
Pochi secondi dopo torna a sedersi a testa bassa. Ho rovinato anche al sua di vita.
-Scusami-dice prendendomi alla sprovvista-Non è stata del tutto colpa tua, certo, hai anche tu la tua parte di colpe, ma è stata lei che è voluta cambiare così tanto. È solo che la rivorrei indietro.
-E io farò di tutto per aiutarti-confesso sporgendomi nella sua direzione.

-Lo faresti davvero?Perché è così stupito?-Certo, non ti posso promettere niente, ma farò del mio meglio per riparare al danno che ho fatto-gli rispondo e questa è la prima verità che dico da quando sono arrivato

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-Lo faresti davvero?
Perché è così stupito?
-Certo, non ti posso promettere niente, ma farò del mio meglio per riparare al danno che ho fatto-gli rispondo e questa è la prima verità che dico da quando sono arrivato.
-Non sembri più quel mostro-commenta e io annuisco tornando alla posizione di prima.
-Sto cercando di fare del mio meglio per farlo capire a tutti-sospiro.

Una vita per distruggerti //cole sprouseWhere stories live. Discover now