afterteste[3]

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-Sta zitta-urla Rachele, in piena crisi, verso sua sorella minore.
I loro genitori questa settimana non ci sono e Rachele mi ha invitato a stare da lei per tutti questi giorni, ovviamente non ho potuto dire di no e i miei genitori non si sono opposti anche perché non gliene ho dato la possibilità.
La bambina di dodici anni è in lacrime davanti ai miei occhi e mi dispiace di questa cosa. Mi alzo dal loro divano, dove ero poco fa, con Rachele mentre fumavamo una canna.
Prendo per le braccia Rachele e la riporto a guardarmi negli occhi, la vedo calmarsi notevolmente di più. Sua sorella, Morgana, era scesa solo perché aveva bisogno di aiuto in una materia di scuola e Rachele ha perso la calma perché le aveva espressamente detto non farsi vedere.
Porto la mia ragazza in camera sua e la faccio calmare facendola stendere a letto, e accarezzandole più volte il volto. In pochi secondi si addormenta, ha avuto una brutta giornata voleva solo riposarsi per poche ore...

Mi alzo dal letto e esco dalla camera e in salotto trovo la dodicenne mentre osserva la sigaretta seduta sul divano.
-Che stai facendo?-le domando e lei, spaventata, fa cadere la sigaretta per terra.
Subito si alza e la riprende per poi, con mani tremanti, passarmela. È a testa bassa e in qualche modo penso di farle paura.
Appena prendo la sigaretta dalle sue piccole mani lei se la fila.
-Peter-mi richiama e mi stupisce che sappia il mio nome, ad ogni modo mi giro per guardarla-Perché lo fate?
Guardo il piccolo oggetto che tengo fra le mani.
-È una scappatoia-le rispondo non girandomi e continuandole a dare le spalle.
-Perché mia sorella dovrebbe scappare?
Mi giro e mi stringo nelle spalle:-Ognuno ha i propri mostri da combattere, ognuno ha i suoi metodi per farlo.
-Secondo me è un metodo sbagliato-afferma guardandomi per la prima volta negli occhi-Secondo me, quella è una scappatoia per i deboli. Quella è solo la strada più facile.

Mentre la guardo, inevitabilmente, mi viene in mente sua sorella: hanno lo stesso colore dei capelli e i loro occhi sono determinati alla stessa maniera.
Le sorrido abbassando la testa:-Forse hai ragione.
-Io ho ragione-dichiara per poi andarsene dritta in camera sua.
Sospiro. Forse ha ragione, questa è la strada più facile per affrontare i miei demoni ed è l'unica che conosco.

...

Ancora una volta un piatto di ceramica cade a terra e si frantuma, riducendosi in mille pezzi.
Sento i miei genitori litigare perché non sono il figlio che vorrebbero, perché non assomiglio a mio fratello gemello.
È pieno inverno eppure qui, sul mio balcone, con indosso solo la tuta non ho per niente freddo, anzi sto bene. A farmi da compagnia ci pensa la mia sigaretta mentre il mio stupido fratello è in cucina a cercare di far smettere di litigare i nostri genitori. Sì, lui è proprio il foglio perfetto per tutti.
Alzo la testa e sputo fuori tutto il fumo.
Guardo il cielo scuro, senza nessuna stella a causa dell'inquinamento atmosferico. Non si vede nessuna stella...

Perché non mi vengono a parlare, perché non fanno niente per impedirmi di uscire da questa casa?Perché non mi dicono che sono un mostro e gli sto rovinando la vita? Perché non hanno il coraggio di dirmi che vorrebbero che non fossi mai nato?

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Perché non mi vengono a parlare, perché non fanno niente per impedirmi di uscire da questa casa?
Perché non mi dicono che sono un mostro e gli sto rovinando la vita? Perché non hanno il coraggio di dirmi che vorrebbero che non fossi mai nato?

Il cellulare mi vibra e automaticamente lo prendo, un messaggio dal mio migliore amico che mi informa di una festa a casa di una ragazza. Però non so se andarci ...
La porta per uscire in balcone si apre rivelando la figura di mio fratello gemello. Appena mi nota si gira verso di me e posso notare che i suoi occhi sono lucidi e sulle sue guance ci sono ancora i residui delle lacrime che non è riuscito a trattenere.
-Smettila di fumare, ti fa male-ed eccolo, come al solito, deve criticare ogni singola cosa che faccio.

Sbuffo e mi alzo in piedi così da essere alla sua stessa altezza. Non voglio più stare a casa: qui sono sempre giudicato e mai apprezzato. Non sono mai abbastanza per nessuno, incredibile la mia fortuna!
Faccio l'ultimo tiro di sigaretta e quando devo lasciare il fumo mi preoccupo che finisca proprio dritta in faccia di Felix.
Ed eccola, la sua prima lacrima e ben presto non riesce più a trattenersi e si mette a piangere. Felix è proprio una femminuccia, faccio fatica a credere che sia mio fratello.

Getto la sigaretta per terra e la pesto, proprio davanti ai suoi occhi. Rientro in camera mia e metto il giubbotto di pelle.
-Dove stai andando?-chiede e so che vorrebbe che restassi a casa.
-A farmi una vita-gli rispondo mentre sto per aprire la porta della mia camera, ma prima che ci riesca mi giro verso mio fratello-Dovresti provarci anche tu.
So di avergli fatto male, e ne gioisco.

Esco di casa proprio nel momento giusto in cui arriva la macchina di Rachele. Lei è più grande di me e per questo ha già la patente e di conseguenza la macchina, gentilmente regalata dai suoi genitori.
Appena salgo in macchina quest'ultima parte a tutto gas.
-Tutto bene?- mi chiede dopo qualche secondo di silenzio.

-Tutto bene?- mi chiede dopo qualche secondo di silenzio

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-Sì, tutto bene-le rispondo velocemente.
-Bene, oggi faremo una nuova esperienza, un'esperienza pericolosa, ma dove si possono guadagnare molti soldi-mi informa e sento la felicità nella sua voce.
Ci sto.
Basta che mi faccia sentire vivo.

...

-Ma io non posso guidarla, ho solo quattordici anni-dico mentre guardo la Lamborghini del mio migliore amico.
-Amore mio, questo nessuno lo sa-afferma Rachele mentre si sistema i capelli-E a nessuno interessa.
-Rachele ha ragione, non interessa a nessuno se hai l'età giusta e comunque sia ho sempre detto che dimostri di più della tua età, grazie alla tua altezza-spiega il mio miglior amico-Allora, ci stai?
Guardo Rachele che ha alzato un sopracciglio e mi sta guardando curiosa. Giro la testa e vedo tutti i miei amici che stanno scommettendo tutti i loro risparmi. Non posso deluderli, loro sono ciò che ho, sono tutto ciò che mi è rimasto.
-Ci sto.

...

E dalla prima gara fatta per dovere verso i miei amici, ero passato a farlo per divertimento. Perché mi faceva sentire vivo e Rachele, ogni volta che vincevo, era felice e io non potevo far a meno di renderla tale.

 Perché mi faceva sentire vivo e Rachele, ogni volta che vincevo, era felice e io non potevo far a meno di renderla tale

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Incominciai a bere mentre ero in macchina. A drogarmi pesantemente.
Mi incominciai a divertire sul serio. A sentirmi vivo e, in qualche modo, felice.
La scuola non m'interessa più e non la frequentava più così tanto. Passavo del tempo con i miei amici, ma ancora di più con la mia ragazza. E sotto suggerimento di quest'ultima mi tinsi anche i capelli per evidenziare, ulteriormente, la differenza totale tra me e Felix.

Ormai le strade, il disastro, erano state ben delineate. Non ci saremo mai più incontrati.

Una vita per distruggerti //cole sprouseWhere stories live. Discover now