Catch me[4]

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PDV PETER.

Apro gli occhi e mi ritrovo immerso in altri occhi di color Terra, mi allontano di qualche centimetro e posso notare i capelli color carota

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Apro gli occhi e mi ritrovo immerso in altri occhi di color Terra, mi allontano di qualche centimetro e posso notare i capelli color carota.
Mi alzo immediatamente provocandomi male in tutto il corpo e facendomi uscire dalla bocca un gemito dolore.
Mi giro nuovamente per controllare che quello che ho appena visto sia tutto reale, e non frutto della mia immaginazione. Ma, no, quella che vedo sdraiata a fissarmi è proprio lei, non c'è dubbio, non potrei mai confonderla.

È lei.
Rachele.

Tocco il lenzuolo sotto di me per accettarmi di essere ancora vivo. E sì lo sono. Sono vivo e sto vedendo la ragazza che mi ha cambiato soltanto con il suo sorriso. La mia prima ragazza, la prima che io abbia mai amato ed è sorprendentemente bella, come al suo solito.
Alza la schiena così da essere nella stessa mia posizione. Mi controlla come io controllo lei, in ogni singolo dettaglio.
Mette una mano sulla mia guancia e io glielo lascio fare. Il suo tocco sulla mia pelle mi è sempre piaciuto, non ne potevo fare a meno. Mi piaceva e mi faceva star bene.
Sorride lievemente.

-Come sono finito qui?-sussurro non smettendo di osservare i suoi occhi.
Mi sembra ancora impossibile che mi stia ritrovando proprio davanti ai suoi occhi. Che lei sia qui.
-Ti ho salvato, Peter-risponde, togliendo la sua mano dal mio viso, lasciandomi un vuoto incredibile. Ha ancora il suo effetto su di me, non c'è dubbio-Ti ho curato le ferite e ti sono rimasta accanto, com'è sempre stato.
È vero, lei mi riusciva sempre a salvare.

Mi si avvicina di qualche centimetro e il suo profumo si fa sentire, il suo solito profumo dolce che mi piaceva tanto

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Mi si avvicina di qualche centimetro e il suo profumo si fa sentire, il suo solito profumo dolce che mi piaceva tanto.
Guardo le sue labbra grandi è una parte di me vorrebbe farmi allungarmi per baciarle, nuovamente. Ma, grazie al cielo, riesco a trattenermi.

-Come mi hai trovato?-le domando, mentre mi osserva la mascella.
-Stavi per essere spedito dall'altra parte del mondo, sei stato fortunato che un tuo vecchio amico ti abbia riconosciuto e sia subito venuto a dirmelo-mi informa, mentre si allontana. Com'è possibile che abbia ancora questo effetto su di me? Non è naturale.
-Fortunato non è la parola che utilizzerei-borbotto, mentre cerco di alzarmi dal letto, ma inutilmente. Mi fa ancora male tutto.
-Non ti alzare, sei ancora debole-mi ordina la ragazza, mentre si alza e torreggia su di me-Quando ti sentirei bene, vedremo sul da farsi.
È preoccupata?
-Rachele-la richiamo e lei si gira per osservarmi con un sopracciglio alzato-Grazie.
Appoggio la mano sulla porta e cerca di non sorridere, inutilmente:-Allora è vero, ti sei rammollito.
Scuoto la testa:-No, sono migliorato.
Lei sorride ancora di più e se ne esce dalla stanza, chiudendo la porta subito dopo, lasciandomi in una stanza spoglia che non conosco.
Mi rimetto sdraiato e cerco di ricapitolare tutto ciò che è successo e il come sono finito qui.

...

Avranno davvero fatto quello che hanno detto? Avranno portato a termine la loro vendetta?
Beh, da una parte sì, mi fa male tutto il corpo. Ma adesso i miei amici mi odieranno? E Chiara? Felix?
Mi odieranno tutti...
Da quanto sono qui, sdraiato?
Devo andare da loro, ma per cosa? Per essere rinnegato di nuovo? Sono davvero pronto a ricominciare tutto da capo?
La risposta è no.

Chiara non mi guarderà più in faccia, Felix mi odierà definitivamente, Martin e tutti gli altri mi eviteranno come se avessi la peste. Che senso ha tornare? Potrei scomparire e fare felice tutti. Potrei alleviargli il peso che gli ho dato con la mia presenza nella loro vita. Io li ho distrutti.
Come posso tornare indietro sapendo questo?

Come posso tornare indietro sapendo questo?

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...

Vengo risvegliato, nuovamente, da una dolce carezza che parte dalle mie guance fino ad arrivare al mio braccio destro. Le afferro la mano e apro gli occhi trovando proprio la ragazza dai capelli arancioni che non smette di sorridermi.
-Buonasera, Peter-mi saluta, mentre con la mano libera mi sistema i capelli.
-Da quanto sono qui?
-È questo che ti preoccupa?
-Si, puoi rispondere alla mia domanda?
Conosco Rachele e so che non risponde mai alle domande, se non costretta. E io voglio saperla la risposta. Da quanto sono lontano da casa?

Si stringe nelle spalle, mentre osservo il muro sopra di me:-Direi tre giorni , non di più.
-Mi hanno cercato?
-E io che ne so?-ribatte acida lasciando la mia mano e alzandosi-Se vuoi andartene io non ti trattengo-sbotta per poi incamminarsi fuori dalla stanza.
Sbuffo. E adesso che le è preso ? Io voglio sapere se ancora qualcuno mi vuole bene...

Cerco di alzarmi dal letto e ci riesco, arrivo alla porta e la supero arrivando in cucina dove si trova Rachele che sta fissando fuori dalla finestra. È una bella giornata di sole.
Mi ricordo quando io pianificavo di vivere con Rachele in una piccola casa, felici. Avevo così tante cose in mente per noi. Io credevo che saremo resistiti a tutto, io credevo nel nostro futuro insieme, ma questo non valeva per lei.
Che stupido ad averci creduto. Ad aver minimamente creduto di poterla rendere felice, ma che si può fare io ero innamorato e piccolo.

-Rachele-la richiamo-Mi dispiace, è che devo sapere se qualcuno mi vuole ancora bene.
La ragazza si gira nella mia direzione e si appoggia contro il lavandino.
-Una volta ti bastavo solo io-parla incrociando le braccia al petto-Vedo che sono cambiate molte cose.
-Rachele, che ci posso fare? Tu mi hai lasciato andare. A te non bastavo, mentre per me tu eri la cosa più importante. Io ti amavo-le confesso è sempre di più, la mia voce, si affievolisce.
-Perché non me lo hai detto a quei tempi?-mi domanda con la sua solita voce neutra come se non le importasse, ma le importa e anche molto sennò se ne sarebbe già andata.
-Avevo paura che tu non ricambiassi.
-Cosa potevi saperne tu dei miei sentimenti?-ribatte slegando le mani e lasciando le sue braccia ricaderle suo suoi fianchi.
-Okay, allora cosa avresti risposto a quel tempo?

Mi si avvicina, con passo sicuro e mette una mano sul tavolo, ha lo sguardo freddo mentre mi guarda:-Ti avrei risposto che ti amavo anch'io.
Non riesco a crederci che una persona come lei me lo abbia rivelato. Rachele non è una che dà molto affetto, con nessuno, perché ha paura di farsi del male, ma con me è sempre stata aperta: perché mi amava. Noi ci amavamo e nemmeno lo sapevamo.
Chiude la bocca, si sposta le ciocche che le sono ricadute sul viso, sospira e mi guarda tornando con quel sorriso finto.
-Ci vediamo-dice prima di girarsi e andarsene.

La guardo mentre si allontana da me, lasciandomi, come al suo solito, senza parole

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La guardo mentre si allontana da me, lasciandomi, come al suo solito, senza parole.
Lei mi amava.

Una vita per distruggerti //cole sprouseWhere stories live. Discover now