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PDV Felix.

È strano come l'assenza di Peter si possa sentire, anche se è passato poco tempo dalla sua assenza e dal suo arrivo in questa scuola. Peter, è diventato importante in modo significativo per diverse persone. Finalmente non è più il bambino timido, ma nemmeno il ragazzo stronzo. No, da quando è uscito dalla clinica ha dimostrato quando sia migliorato e io non me ne sono nemmeno reso conto, preso da tutto il rancore nei suoi confronti. Sono stato un pessimo fratello e mi fa male pensare che lo stavo per perdere, per colpa mia, e ringrazio il cielo che non sia successo.

Mi avvicino a Chiara e, appena le sono vicino, la stringo in un abbraccio veloce. È inevitabilmente volere bene a questa ragazza: forte, decisa, intelligente, buona e piena di insicurezze.
E strano, ho passato in questa scuola quattro anni della mia vita, è solo adesso mi rendo conto di quante persone fantastiche io abbia ignorato. Invece, Peter, non so come, è riuscito a crearsi un gruppo unito e fedele. Per me ci sono voluti vari anni...
-Abbiamo denunciato quelle persone e Matteo ha testimoniato contro i suoi amici-rivelo a Martin e tutti i suoi amici.
-Bene, adesso dobbiamo solo trovarlo- parla Martin sforzandosi di sorridere per alleviare la tensione.

-Bene, adesso dobbiamo solo trovarlo- parla Martin sforzandosi di sorridere per alleviare la tensione

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Tutti non stiamo dormendo bene da tempo, ma a nessuno importa. Vogliamo solo riavere al nostro fianco Peter e chiedergli scusa per non avergli creduto.
-La polizia se ne sta occ-Non riesco a finire la frase perché sto guardando alle spalle di Martin.
La gente che si trova nel corridoio ha la mia stessa reazione, infatti il silenzio si fa sentire per la prima volta, nella storia, nel corridoio di questa scuola.
Anche la compagnia di Martin si gira per guardare e tutti restano pietrificati da ciò che vedono.
Peter sta entrando nella scuola a testa alta e con uno sguardo che non traspare nessuna emozione concreta. Alle sue spalle, pochi passi più indietro, due ragazzi che non avevo mai visto, ma che avranno la nostra età.

Mi stacco dal gruppo e mi avvicino a mio fratello, ho bisogno di sapere che è veramente lui e non una mia illusione.
Mi fermo in mezzo il corridoio, aspettando che mi arrivi di fronte, ma appena succede, quest'ultimo mi supera come non esistessi. Non mi ha nemmeno guardato in faccia.
Mi giro e lo chiamo:-Peter.
Ho bisogno di sapere che tutto questo è reale e non frutto della mia immaginazione.
Il ragazzo ferma la sua camminata e si gira per  guardarmi con un'espressione neutra. Questo dovrebbe essere mio fratello?

La campanella suona e quest'ultimo si gira per proseguire per la sua strada

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La campanella suona e quest'ultimo si gira per proseguire per la sua strada. Come può trattarmi così?!
I suoi nuovi due amici lo seguono entrando con lui nella classe.
E io rimango nello stesso punto, mentre le persone incominciano ad andare nelle rispettive classi.
-Quello chi era?-domando, quando mi si avvicina Martin.
-Non lo so-mi risponde, guardando a sua volta la porta dov'è entrato Peter-Ma lo scoprirò.
Guardo Martin e poi concentro la mia attenzione su Chiara che è rimasta pietrificata, più di me i di tutti gli altri.
Mio fratello, o chiunque sia, è tornato e io farò di tutto per fare in modo che rimanga. Scoprirò cosa gli è successo in questo lasso di tempo e mi dovrà dirà Cos'ha.

...

Suona la campanella che segna l'ora della pausa pranzo e io, senza nemmeno aspettare Zack, mi affretto ad uscire dalla classe e mischiarmi alle altre persone che si muovono per andare in mensa.
Inevitabilmente sento due ragazze davanti a me parlare dello scoop mattutino: il ritorno di Peter. E dicono che si sia comportato come se io non fossi stato suo fratello. Peter è rimasto indifferente a me.

-È così bello-afferma una ragazza e la sua amica le dà corda. Ma hanno una vita sociale questa due?!
Le supero e mi vado a mettere vicino all'armadietto di Chiara, devo sapere com'è andata la lezione o se hanno parlato. Devo sapere cosa tormenta mio fratello, perché mi rifiuto di credere che quello sia il Peter di una settimana fa. Come può essere cambiato così tanto?!
È impossibile!
Ci deve essere una buona ragione sotto e io la troverò.
Alzo la testa e vedo avvicinarsi a me Chiara con al suo fianco Thomas, già il suo viso non prospetta niente di buono.

Appena mi è abbastanza vicina la afferro per le braccia e lei, finalmente ,alza i suoi occhi scuri nei miei.
-Com'è andata?-le domando lasciando la presa sul suo corpo.
-Non sembra il mio Peter, sembra un'altra persona, molto più brutta-mi risponde abbassando lo sguardo.

-Non sembra il mio Peter, sembra un'altra persona, molto più brutta-mi risponde abbassando lo sguardo

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Porto una mia mano nei capelli e me li tiro indietro. E adesso cosa gli è successo?
Si avvicina a noi la migliore amica di Chiara, che la prende sotto braccio e insieme a Thomas, si incamminano verso la mensa.
Sospiro e mi appoggio contro gli armadietti, chiudo gli occhi, cosa può essere successo a mio fratello?
Come non può essere lui? Come può avere avuto un altro cambiamento in solo una settimana?
Devo parlargli.

Entro in mensa e mi metto a cercarlo per tutta la stanza, inutilmente, non è qui. Esco dalla mensa appena in tempo per vedere Ryan uscire dalla porta principale della scuola, lo seguo.
Mi fermo prima di essere visto, seguo le mosse del mio fratellastro che si avvicina a un gruppo di tre ragazzi che stanno fumando. Per quanto vorrei vederci male, purtroppo, non è così, mio fratello ha ripreso a fumare.
Ryan si avvicina a quel gruppo e parla a Peter. Ma che sta facendo?
Stanno parlando e dopo qualche secondo il minore si getta ad abbracciare il più grande. Stringo i pugni. Quel Ryan è così dipendente da mio fratello, da fregarmene se è cambiato?

Esco dal mio nascondiglio e mi incammino verso mio fratello gemello. Il primo a notarmi è Ryan, poco dopo è anche Peter con il suo solito sguardo neutro. Gli posso tirare un pugno?
-Dove sei stato?-sbotto, stringendo i pugni.
I due ragazzi, alti e muscolosi il doppio di me, si alzano e uno di loro mi spinge costringendomi a indietreggiare. Vogliono fare a botte? No, perché, oggi ne sono proprio in vena.
-Fermi-gli ordina Peter e i due eseguono. Adesso li chiamerò "i due cagnolini".
Peter li supera e si ferma a qualche passo da me. Quanto vorrei leggergli nella mente e capire cosa lo tormenta.

-Felix, avevi ragione sempre-dice fissandomi direttamente negli occhi-Io non sono mai cambiato, io sono sempre rimasto lo stronzo che ero, ho cercato di mascherarlo, inutilmente-afferma e l'angolo della sua bocca sinistra si alza-Ho preso in giro tutti, eravate solo delle pedine sulla mia scacchiera, dovresti renderti conto di quando è stato facile manovrarvi a mio piacimento con solo delle parole dolci-spiega e questa volta sorride-Io non sono cambiato: ho ripreso a fumare, a drogarmi e a stare con Rachele.

Senza riuscirmi a contenere il mio pugno finisce contro il suo viso. Non deve permettere di ridermi in faccia quando io ci ho creduto che lui era veramente cambiato, invece è stata tutta una presa per il culo. Un piano ben architetto da buono stronzo che è.
I due cagnolini si affrettano ad accorrere ma, ancora una volta, Peter li ferma con una sola parola.
-Sei solo un falso che si diverte a giocare con i sentimenti delle altre persone. Ti odio, ti odio così tanto. Avrei voluto che fossi morto-confesso, mentre stringo i pugni e guardo Peter steso a terra per colpa mia.
Quello non è mio fratello, non lo è mai stato.

Una vita per distruggerti //cole sprouseWhere stories live. Discover now