Beside you [2]🐙

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Riapro gli occhi e noto che nessuna parte del corpo fa male, eppure ho sentito lo sparo.
Guardo alle mie spalle e noto un buco nel muro che prima non c'era: Rachele non ha sparato a me, ma al muro.
-Vedi di alzarti, perché il prossimo sarà per te-dice abbassando la pistola e guardandomi seria, quasi senza emozioni.
Per quanto vorrei stare fermo e essere più forte, purtroppo non lo sono, e con le gambe che mi tremano mi alzo dalla mia sedia per andare verso la mia stanza.
Entro e ci trovo sul letto le valigie già preparate.
Cosa farò con i miei amici? Cosa diranno a Chiara?
Che sono così codardo e debole da non potermi oppormi, ma io non so proprio cosa fare in questo momento, non so cosa frulla nella mente di Rachele e ho paura sul da farsi.

Porto le valigie fuori dalla porta della stanza e la rossa mi raggiunge per poi infilare la sua mano all'interno della mia tasca del giubbotto estraendo il registratore. Sorride e sembra davvero divertita, per poi gettare a terra l'oggetto.
-Non sono stu-non riesce a finire la frase, che la porta dell'appartamento si apre rivelando la figura di Ginevra.
Rachele automaticamente alza la pistola e la punta proprio diretta verso la propria sorella minore. La ragazza appena tornata si gela sul posto.

-Guardate un po' chi è arrivata, la traditrice della propria sorella-parla Rachele allontanandosi da me e, sempre, puntando l'arma contro una persona con il suo stesso sangue e che dovrebbe voler bene-Chiudi la porta

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-Guardate un po' chi è arrivata, la traditrice della propria sorella-parla Rachele allontanandosi da me e, sempre, puntando l'arma contro una persona con il suo stesso sangue e che dovrebbe voler bene-Chiudi la porta.
Ginevra non se lo fa ripetere due volte e chiude la porta alle sue spalle.
-Rachele, lasciala stare-la ammonisco, restando fermo al mio posto.
-Ma certo, ma solo dopo questo-dichiara per poi fare scattare di nuovo il grilletto.
Resto immobile, mentre il proiettile raggiunge il corpo della quindicenne e la fa cadere a terra. Resto scioccato per qualche secondo, a farmi risvegliare è la risata malvagia della ragazza più grande.

Cammino velocemente verso Ginevra che è stesa a terra e urla, tenendo una mano dove il proiettile è entrato nel suo corpo

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Cammino velocemente verso Ginevra che è stesa a terra e urla, tenendo una mano dove il proiettile è entrato nel suo corpo.
Appena arrivo da lei mi chino e, senza pensarci più di molto, metto le mie mani sul punto macchiato di rosso e premo forte. La faccia di Ginevra è una smorfia di dolore vera e propria.
-Questo succede a chi tradisce la mia fiducia-avverte Rachele rimanendo ferma al suo posto-Morirai lentamente.
Sta morendo dissanguata e io sto facendo di tutto per impedire che fuoriesca dal suo corpo altro sangue.
Non può morire per colpa di una pazza, non posso permetterglielo. Io dovevo proteggerla.
-Andrà tutto bene-ripeto.
-Peter, muoviti, è ora di andare.
-Non la lascio-urlo alzandomi da essa e guardando verso la ragazza.
-La lascerai se vuoi dargli qualche possibilità-ribatte puntando nuovamente la pistola contro la sua stessa sorella.
Guardo verso Ginevra e lei, stringendo i denti, annuisce lentamente e io mi allontano dal suo corpo. Non posso permettergli di morire.
-Verrò con te senza ribellarmi, se mi darai la possibilità di chiamare l'ambulanza-dico, mentre mi avvicino a lei.
Annuisce sbuffando per poi incamminarsi verso l'uscita di questo appartamento. Prendo le valigie e le trasporto fuori dall'appartamento, ma prima dico in labiale alla ragazza stesa a terra:"Ti salverò".

Appena sono fuori metto le valigie dentro la macchina per poi andarmi a sedere al posto vicino al guidatore, con il cuore che batte a mille.
Mi sembra così surreale tutto ciò che è successo. Non me lo aspettavo, chi avrebbe mai fatto del male alla sua stessa sorella?
Appena la macchina parte Rachele mi tira il suo cellulare sulle mie gambe, per comporre il numero dell'ambulanza. Non perdo tempo e la chiamo, rivelando solo la posizione e come sta Ginevra.
Appena lascio il cellulare noto come sono conciate le mie mani: macchiate di sangue. Guardo la mia maglietta sporca di sangue.
Punto la mia attenzione sulla guidatrice e non voglio continuare a scappare, non voglia avere un'altra vita senza le persone a cui voglio bene; non sarebbe vita.
Non posso vivere con lei.
In una mossa veloce mi muovo verso il volante e faccio sbandare la macchina. Non posso permetterle di scappare.

Finalmente ho trovato il coraggio.

Una vita per distruggerti //cole sprouseWhere stories live. Discover now