Lost boy[3]🐥

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Entro a scuola a testa bassa, spero che nessuno mi noti, che si dimentichino che esito, almeno per oggi.
Arrivo al mio armadietto a testa bassa per poter prendere solo uno stupido libro che mi serve per la prima ora.
-Eccoti-dice una voce familiare-Dai togliti il cappuccio, non piove anche dentro a scuola.
Cerco di infilare la mia testa dentro all'armadietto, ma è tutto inutile, Ryan mi ha scoperto e appena uscirò mi dirà quella parola che cerco di evitare da questa mattina.

Sbuffando, e di malavoglia, tolgo la testa dal mio riparo, prendo il libro che mi serve e lo infilo nella mia cartella per poi richiudere l'armadietto e sentire cosa mi deve dire il mio fratellastro.
-Il cappuccio-mi sprona alzando un sopracciglio senza smettere di sorridermi.
Sospiro e mi tolgo l'ultima difesa che mi era rimasta per non essere notato da tutte le altre persone.
-Auguri, fratello-dice per poi abbracciarmi di getto.

Ryan sembra più felice di me per questa festa che io vorrei tanto evitare

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Ryan sembra più felice di me per questa festa che io vorrei tanto evitare.
Quando ero piccolo festeggiavo il mio compleanno con i miei familiari. Crescendo con gli amici sia miei che di mio fratello, anche se erano maggiormente per quest'ultimo. All'arrivo dei miei problemi non ho mai detto, ai miei amici di allora, quand'era il mio compleanno e tanto meno loro lo chiedevano, l'unica che lo sapeva era Rachele.
Di solito la gente si ricorda che è anche il mio compleanno grazie al fatto che ho un fratello gemello molto più simpatico. Io odio il mio compleanno, questa festività mi ricorda quanto io sia solo, ogni anno.

Ricambio l'abbraccio del mio fratellastro che appena si separa da me continua a sorridermi.
-Dimmi che non lo hai detto a nessuno-lo scongiuro.
-No, assolutamente-mi rassicura.
Menomale, mi metterebbe in imbarazzo se qualcuno dei miei amici mi facesse gli auguri anche perché non so mai come rispondere.
"Grazie, lo so che sto invecchiando?"
-Hey, maggiorenne- mi richiama una voce che conosco bene.
Guardo Ryan che mi rassicura di non averlo detto ad anima viva, ma allora come fa a saperlo Martin?!
Giro la testa e ogni persona del mio gruppo mi abbraccia facendomi gli auguri di conseguenza.
Odio essere al centro delle attenzioni delle persone.
-Come ti senti?-mi chiede Martin, ora al mio fianco.
-Ora puoi finire in carcere-scherza Liam.
-Qui l'unico che finirà in carcere mi sa che sei proprio tu-mi difende, sbalordendo tutti, Thomas.
Sorrido leggermente e grazie al suono della campanella mi libero subito dei miei amici e me ne corro in classe, evitando tutte le persone che cercano di farmi gli auguri. So che lo fanno per gentilezza, ma io non ci riesco proprio a essere sociale, a costo di risultare uno stronzo.

Entro in classe dove trovo Chiara e Andrew  tutti felice e pronti a farmi gli auguri. Automaticamente, mi giro e cerco di uscire dalla classe, non voglio passare una giornata così, speravo che non succedesse, ma invece è successo: sono al centro dell'attenzione. Tutti mi guardano, tutti mi osservano e mi scrutano. Non c'è la posso fare.
Sapevo che non sarei dovuto venire oggi.
Mi imbatto in Allison, ma subito la supero, non voglio sentire un altro augurio e non voglio certamente altri abbracci.
Supero anche il gruppo di mio fratello che lo sta elogiando e, a Felix, piace. Perché non posso essere come lui? Perché non mi piace ricevere attenzioni?
Esco dalla scuola e me ne vado. Oggi propio non c'è la faccio a sopportare nessuno.
-Peter, per l'amor del cielo, fermati-urla una voce femminile.
Mi giro e noto la figura di Allison correre nella mia direzione: non l'ho mai vista correre.
Quando arriva di fronte a me prende un gran respiro profondo e punta i suoi occhi nei miei.
-Senti, oggi non voglio star sola e non voglio tanto meno andare a scuola, e vedo che anche per te è lo stesso-dice puntando i suoi occhi nei miei-Quindi, hai voglia di passare una giornata con me?

-Senti, oggi non voglio star sola e non voglio tanto meno andare a scuola, e vedo che anche per te è lo stesso-dice puntando i suoi occhi nei miei-Quindi, hai voglia di passare una giornata con me?

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Mi chiedo se non sia un trucco per poi, alla fine, festeggiare il mio compleanno. Ma non credo che Allison sia una ragazza stupida, anzi la reputo molto intelligente, quindi perché no?
Sinceramente odio il mio compleanno, ma odio ancora di più rimanere solo proprio questo giorno.

-Sai dove andare?-le chiedo e lei sorride in un modo davvero dolce.
-Seguimi, guido io-mi informa, mentre cerca nella sua borsa le chiavi della sua macchina.
Entro nella sua macchina, lei fa partire il motore e inizia a guidare per una meta che nemmeno io so. Guardo il mio cellulare dove noto diversi messaggi della mia ragazza, ma non ci metto molto a mettere in modalità aereo. Non voglio scusarmi oggi e tanto meno festeggiare il mio compleanno, se lo vuole fare può farlo con il mio gemello.
Appoggio la testa contro il finestrino della macchina di Allison e chiudo gli occhi per qualche secondo. Vorrei tanto che questo giorno finisse al più presto...

Ben presto la macchina si ferma e mi ritrovo in un parcheggio.
-Cosa facciamo qui?-le domando, staccando la testa dal finestrino.
-Indovina-mi risponde, mentre scende dalla macchina, chiudendo la portiera dietro di se.
Con la mia scarsa voglia scendo dal mezzo e seguo Allison all'interno del bar.
-Facciamo colazione-deduco sedendomi vicino alla ragazza.
Nemmeno un secondo dopo ci raggiunge una ragazza vestita da cameriera che conosce la ragazza seduta accanto a me.
Guardo prima la ragazza e poi mi confronto con tutte le amiche che di solito circondano Allison: ricche, sfrontate e insopportabilmente oche. Questa non mi sembra minimamente paragonabile a loro, eppure sembra che si conoscono da una vita.
-Peter, ti presento Blaike, la mia migliore amica-ci presenta e la cameriera mi stringe delicatamente la mano per poi chiederci cosa vogliamo da mangiare-Direi due frappé: uno al latte e l'altro alla fragola, grazie.
Appena la ragazza se ne va incrocio le braccia sul tavolo.

-Qua vengo da quando sono piccola-parla, anche se non la vorrei ascoltare

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-Qua vengo da quando sono piccola-parla, anche se non la vorrei ascoltare. Vorrei solo che stessimo in silenzio.
-Ben per te-mi limito a dire. Perché sono venuto qui?
-Peter, so che è una giornata no per te, lo s...
-Non sai niente-ribatto senza nemmeno guardala in faccia.
-O forse só tutto-esordisce tranquillamente-Ti stai comportando proprio da stronzo e io non lo merito.
Punto la mia attenzione su di lei e ha ragione. Non so come, ma alla fine mi riduco sempre a trattarla male e, come ha appena detto lei, non se lo merita affatto. Allison è sempre stata una delle poche che mi ha sempre voluto aiutare.
-Scusa-dico e lei sorride timidamente.

Sarà una giornata lunga, ma qualcosa mi dice che non sarà brutta in sua compagnia.

Una vita per distruggerti //cole sprouseWhere stories live. Discover now