Glowing in the dark[3]

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La campanella suona segnando la fine di questa giornata di lezioni.
-Ci vediamo alle quattro nella biblioteca della scuola-mi avverte Chiara prendendo in spalla la sua borsa a tracolla.
Mi metto in mezzo a lei e alla porta.
-Ho altro in mente-le rivelo e lei alza un sopracciglio-Tranquilla, non è niente di pericoloso, per studiare bene insieme dobbiamo conoscerci, non pensi?
-A dir la verità no, non lo penso-mi risponde sinceramente.
-E poi mi chiedi cosa mi faccia pensare che io ti stia antipatico-sbuffo mentre lei sospira abbassando lo sguardo-Allora, vieni con me?
-A due condizioni-sostanzia tornando a guardarmi.

-E poi mi chiedi cosa mi faccia pensare che io ti stia antipatico-sbuffo mentre lei sospira abbassando lo sguardo-Allora, vieni con me?-A due condizioni-sostanzia tornando a guardarmi

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-Spara-la esorto aprendo le braccia. Non ho nulla da perdere, ma ho solo da guadagnarci.
Non m'importa quello che mi chiederà prima di iniziare a studiare con lei, voglio che abbiamo prima di tutto un'amicizia concreta.
Devo ammettere che per una volta, nella mia vita, sono stato fortunato: sono capitato proprio affianco alla ragazza che volevo conoscere.

-Uno: mi devi dire dove mi vuoi portare-dice e io accetto-Due: hai solo due ore, poi si inizia a studiare.
-Stiamo andando al centro commerciale più vicino-la informo-E, per la seconda cosa, per me va bene.
Chiara annuisce per poi superarmi e incominciare a incamminarsi verso l'uscita della scuola. Prendo velocemente la mia cartella e la seguo.
Ciò tante cose in mente per questo pomeriggio in sua compagnia. Spero che ci divertiremo.
Prendiamo il primo pullman che passa e ci sediamo a due sedie libere.
La ragazza si mette le cuffie nelle orecchie e incomincia a guardare fuori con sguardo triste. Ma perché è sempre con questo sguardo? Cosa la tormenta?
Arriviamo al centro commerciale e lei va dritta filata e non si ferma finché non si trova all'interno della struttura. Non c'è molta gente.

-E adesso?-chiede mentre si toglie le cuffie e le rimette dentro la giacca del suo giubbotto.
-E adesso si mangia-le rispondo incominciandomi a incamminare verso le scale mobili.
Quando ero piccolo, io e la mia famiglia, ogni domenica venivamo a mangiare a un fast food e stavamo insieme parlando di ogni singola cosa che ci era successo durante la settimana. Questo succedeva quando io avevo otto, o sette, non me lo ricordo. So solo che erano i migliori momenti di sempre, quelli che aspettavo.
-Al McDonald's-brontola la ragazza quando arriviamo al nostro "ristornate".
-Non ne sembri felice-commento.
-Infatti è così-dichiara e io cerco di nascondere lo stupore, ma lei se ne accorge e trattiene un piccolo sorriso-Io sono celiaca, qui non c'è quasi niente da mangiare per me.
-Vuoi andare a mangiare da qualche altra parte?- le chiedo.
Finalmente mi sorride lievemente:-Non ti preoccupare, c'è qualcosina che posso prendere.

È bella quando sorride, lo è molto di più. Andiamo ad ordinare e io, come al mio solito, ordino di tutto e di più: è il mio cibo preferito questo.
Ci andiamo a sedere a un tavolino libero quando abbiamo tutto il cibo nei vassoi. E Chiara non riesce a credere che io riesca a mangiare tutto questo.
Il cibo che ha preso lei è poco: patatine piccole, un panino per celiaci e acqua. Invece, io: cinque panini, patatine grandi, Coca-Cola, sei crocchette e il gelato per concludere.
-È il cibo più buono della storia-esclamo guardando il panino nelle mie mani.

-Buono sì, ma non molto salutari-commenta la ragazza incominciando a mangiare le sue patatine

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-Buono sì, ma non molto salutari-commenta la ragazza incominciando a mangiare le sue patatine.
-Sarà, ma non lo mangio da tanto, e mi è mancato-rivelo e subito mi rendo conto di ciò che ho detto-Ho cercato di star a dieta.
La ragazza annuisce e io continuo a parlare dicendogli che questo "amore" è nato tanti anni fa. E, non so per quale grazia del cielo, ma anche lei parla di suo fratello minore.
Si sta incominciando ad aprire e, alcune volte, riesco anche a farla ridere ed è una sensazione bellissima oltre che magnifica da vedere. Mi piace farle questo effetto.
È sorprendente quando possa essere bella nella sua semplicità.

Appena abbiamo finto la prendo per il braccio e la trascino verso la sala giochi.
-Ti prenderò un pupazzo-affermo mettendo una monetine all'interno della macchina.
Cerco di prenderle il pupazzo di Minny e ci devo riprovare tante volte, inutilmente.
Alla decima sbuffo e sento di aver fatto una figura di merda davanti ai suoi occhi, ma lei sta ridendo e questo mi rassicura. Vorrei vederla sempre così...
-Posso provarci?-domanda e io le cedo il posto molto volentieri. Mette una monetina e incomincia a giocarci-Ti prenderò pikachu.
Si concentra sul gioco e io prendo occasione nell'osservarla. Ha lo sguardo verso i pupazzi e non perde di vista niente.

È incredibile quanto sia bella nella sua semplicità.
-Preso-esordisce per poi piegarsi ed estrarre Il peluche giallo dalla macchinetta, lo guarda e sorride per poi tornare a guardarmi-Prendi.

-Preso-esordisce per poi piegarsi ed estrarre Il peluche giallo dalla macchinetta, lo guarda e sorride per poi tornare a guardarmi-Prendi

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Prendo nelle mie mani il piccolo oggetto giallo.
-È per me?-le domando guardando il peluche, lei annuisce-Dovrebbe essere il contrario.
-Oh, per l'amor del cielo, non essere maschilista-dice.
Questo è il più bel regalo che qualcuno mi avesse mai fatto: anche perché non li ricevo da tanto.

Per il resto del pomeriggio continuiamo a giocare e, ogni singola volta, io continuo a perdere e credetemi ci sto provando a vincere.
Chiara è forte a giocare, oltre a scuola. È sorprendente questa ragazza. Diventa sempre più bella ai miei occhi.
Alle diciotto siamo alla fermata pullman e stiamo parlando, senza fermarci. Ho scoperto che mi piace stare con lei, mi rende la vita più bella e giocosa.

-Alla fine non abbiamo studiato-sospira guardando la strada.
-Ti dispiace?
Scuote la testa:-No, mi sono divertita e mi serviva proprio un giorno così.
Vorrei chiederle tanto cosa la tormenta e così cercarla di aiutarla, ma è ancora troppo presto.
-Hai cambiato la tua opinione su di me?
-No, per niente, anzi, mi hai confermato ciò che pensavo: tu porti una maschera, e mi chiedo il perché-risponde mentre arriva il suo pullman.
Arriva il mezzo di trasporto e la gente incomincia a salire, Chiara fa un passo verso l'entrata del pullman, ma poi si gira e mi guarda con un piccolo sorriso sulle sue belle labbra:-Stai molto meglio senza la tua solita maschera.
Dette quelle parole entra nel mezzo e non si gira più verso di me.
E io, come uno stupido, resto fermo lì con un piccolo sorriso sulle labbra.
Non avevo sbagliato, Chiara è davvero speciale e la voglio conoscere sempre di più.

Una vita per distruggerti //cole sprouseWhere stories live. Discover now