I don't even know your name.[4]

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-Ma almeno sai le regole?-mi domanda disperato Ryan mentre mi insegue per i corridoi della scuola.
Ci penso:-No, ma l'ho visto in televisione, quanto sarà diverso?
Il ragazzo si sbatte una mano in faccia e brontola qualcosa di incomprensibile tra se e se.
Ormai è da giorni che mi si è messa in testa questa idea: giocare a calcio. Felix fa basket e se la cava alla grande. Io fin da piccolo mi piaceva giocare a calcio solo che non avevo mai tempo, adesso però ho molto tempo a mia disposizione. Quindi che male c'è nel provarci?

Starò meno tempo a casa, non vedrò ne mamma ne mio fratello, mi sfogherò correndo dietro a una palla e cercherò di divertirmi come meglio posso. Chissà, mi potrei fare anche dei nuovi amici.
Entro nella palestra e ci trovo delle ragazze sugli spalti mentre acclamano i giocatori in campo che hanno iniziato solo a riscaldarsi.
Mi incammino verso il coach che sta scrivendo su un foglio seduto al suo banco.
-Salve-lo richiamo e quando alza la testa sembra confuso.
-Santo cielo figliolo, cosa ti sei fatto ai capelli?-chiede lasciando i fogli da parte.
Inevitabilmente metto una mano nei miei capelli. Cos'hanno di sbagliato?
-E poi come hai fatto a dimagrire così tanto in un giorno che non ci vediamo?-continua con le sue domande a dir poco strane.
Ryan mi richiama dandomi una gomitata:-Credo che ti stia confondendo con tuo fratello.

Adesso ho tutto più chiaro. In effetti lui non è il mio professore di educazione fisica e quindi non sa della mia esistenza. Mi confonde per Felix e io che mi preoccupavo di aver qualcosa di sbagliato.
-Scusi, signore, lei si sta confondendo con mio fratello gemello: io sono Peter Johnson-Lo informo.
Si mette una mano sulla fronte per poi annuire.

-Sì, certo, lo avevo capito, ci sei cascato-scherza-Cosa posso fare per te figliolo?-Vorrei entrare nella squadra di calcio-gli rispondo

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-Sì, certo, lo avevo capito, ci sei cascato-scherza-Cosa posso fare per te figliolo?
-Vorrei entrare nella squadra di calcio-gli rispondo.
L'uomo mi guarda, più volte, da capo a piedi.
-Non si fermi al mio aspetto fisico: sono veloce e resistente-lo avverto e Ryan annuisce.
Il prof si alza dalla sua posizione e mi continua a guardare con attenzione per poi puntare l'attenzione sul mio fratellastro:-Anche tu?
-No, no, non è per me l'attività fisica-risponde mettendo le mani avanti, Ryan.
-Infatti, si vede-commenta il professore per poi tornare a guardare a me-Con te potremmo provare, tuo fratello è un campione perché tu non potresti esserlo?
Gli sorrido, mi sta dando una possibilità anche se è tutto grazie a mio fratello.

-Infatti, si vede-commenta il professore per poi tornare a guardare a me-Con te potremmo provare, tuo fratello è un campione perché tu non potresti esserlo?Gli sorrido, mi sta dando una possibilità anche se è tutto grazie a mio fratello

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-Hai il cambio?-chiede e io annuisco, stamattina per sicurezza l'ho messo dentro allo zaino-Bene, allora vatti a cambiare, incominciamo a vedere di che pasta sei fatto.
Annuisco e insieme a Ryan mi dirigo verso gli spogliatoi maschili. Sarà divertente, sarà un'esperienza diversa.

Quando ero all'istituto ed ero in compagnia di Martina ne combinavamo di tutti i colori, e per scappare dovevamo correre più veloci.
Entro nella camera e Ryan richiude la porta per poi andarsi a sedere su una panchina e mettersi le mani nei capelli.
Metto lo zaino e incomincio a fare uscire i vestiti, per cambiarmi.
-So già che tutto questo è un errore-sussurra il ragazzo.
Mi tolgo il maglione e mentre mi cambio continuo a sentire i borbottii di Ryan a cui non è piaciuta, per niente, la mia idea di entrare nella squadra di calcio.
Appena ho finito usciamo e lui mi sta appiccicato.

-Perché non ti piace questa idea?-domando mentre entriamo in palestra.
-Uno, non sai giocare.
-Questo non lo sai.
-Lo so, sesto senso chiamalo-ribatte e scuote la testa-Seconda, e più importante, hai visto i tuoi compagni di squadra?
Scuoto la testa e alzo la testa guardando meglio i visi dei miei nuovi, futuri, amici. E rimango spiazzato quando riconosco il viso di Martin e dei suoi scagnozzi. Certo che la mia fortuna è senza dubbio in vacanza e non accenna a rientrare.
Non avrei mai pensato che questa scuola fosse così piccola.

-Felix-urla il professore e tutti si girano verso di me. Sta chiamando me? Ma non è il mio nome fino a prova contraria.
-Buona fortuna, fratello-sospira Ryan dandomi una pacca sulla spalla e lasciandomi andare al mio destino che prevede morte.
Mi incammino verso i miei compagni e, ognuno di loro, mi guardano a dir poco male. Perché mi è venuta questa stupida idea?
-Allora Felix...
-Mi chiamo Peter.
-Stessa cosa, incomincia a fare tre giri del campo e dello stretching, poi si inizia la partita per vedere se puoi entrare in squadra-mi informa davanti a tutti i ragazzi.

-Stessa cosa, incomincia a fare tre giri del campo e dello stretching, poi si inizia la partita per vedere se puoi entrare in squadra-mi informa davanti a tutti i ragazzi

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Incomincio a correre nel campo al coperto mentre il coach gli rivela lo schema di gioco e gli da le magliette di due diversi colori. Li vedo dividersi in due gruppi. Spero solo di non finire nella squadra rossa Perché non ho tanta voglia di rivedere Martin per un bel po'.
Posso tornare indietro? Perché sono stato così stupido da non vedere chi c'era prima in squadra?
Ah, certo, perché sono un'interminabile ottimista e pensavo che non ci sarebbero stati certi elementi.

Finisco il giro e incomincio lo stretching alle gambe e poi alle braccia.
-Finito Felix?-domanda l'uomo riapparendo al mio fianco e facendomi prendere un colpo, annuisco-Bene-fischia nel fischietto facendomi diventare sordo da un'orecchio per colpa della troppa vicinanza-Adesso entrerà Felix nella squadra rossa.
Vorrei dirgli qualcosa sul fatto che mi chiama con il nome sbagliato, ma adesso sono troppo in panico per farglielo ricordare o per semplicemente parlare.
Guardo Martin e lo vedo sorridere per poi alzare la testa al soffitto. Non credo che sia una cosa positiva...

Ma, ancora una volta, il coach fischia proprio a pochi centimetri dal mio povero orecchio

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Ma, ancora una volta, il coach fischia proprio a pochi centimetri dal mio povero orecchio.
-Sì incomincia la partita, ognuno ai priori posti-urla peggiorando la situazione del mio orecchio.
Mi incammino verso Martin che con un cenno della testa mi indica il posto dell'attaccante, mentre lui si trova al posto del portiere.

Appena la partita inizia cerco di prendere la palla, ma ogni singola volta che ci provo mi ritrovo per terra a causa dei giocatori che mi buttano al suolo con sgambetti o spintonate. E il prof non sta guardando, ma è al telefono ovviamente.
Guardo Martin che mi osserva da infondo al campo e lo vedo sorridere beffardo verso di me. Non mi faranno mai giocare...

Una vita per distruggerti //cole sprouseWhere stories live. Discover now