Back to you[3]

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Ai miei amici gli ho detto che andavo a comprare del cibo al McDonald's e subito, tutti, si sono messi a fare l'elenco di cosa volevano mangiare e io ho fatto finta di ascoltarli. Meredith, la mia matrigna, si è opposta a questa cosa perché il cibo c'è già a casa, ma alla fine mio padre l'ha convinta a lasciarmi andare. Mio padre mi ha prestato la sua macchina e la carta di credito.

-Entriamo-sussurra Megan aprendo la porta di casa sua.
Da quanto mi ha detto abita da sola da qualche anno.
Casa sua è una piccola villetta e appena entri vieni avvolto da un senso di famiglia. Alle pareti ci sono appese diverse foto dove c'è sempre lei con un sorriso enorme che la contraddistingue. È bellissima.
Questa casa è piccola, è tutta su un piano, però è semplicemente bellissima. Si sente che ci ha messo il cuore nel decorarla.

-Non dovevi venire-mi rimprovera fermandosi in mezzo al corridoio che divide la sala dalla cucina-Sto bene.
-Certo, e io faccio finta di crederci.

Scuote la testa e nasconde un piccolo sorriso per poi dirigersi verso la cucina, la seguo

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Scuote la testa e nasconde un piccolo sorriso per poi dirigersi verso la cucina, la seguo.

-So che questa non è come casa tua...
-Ed è bellissima allo stesso modo-concludo per lei, mentre mi siedo su una sedia dell'isola della cucina-Mi piace molto.
Sospiro:-E a me piace la tua, facciamo cambio?
-Molto volentieri.
-Davvero?
-Certo-le rispondo guardandomi in giro-Sai, anch'io una volta abitavo in una casa simile e tutto andava bene.
Piega la testa di lato e alza le sopracciglia, incitandomi silenziosamente a parlare.
Le racconto della storia dei miei genitori: che si sono conosciuti a diciotto anni, si sono innamorati e dopo un anno si sono sposati. Mio padre per i primi anni ha lavorato per qualcuno mettendo dei soldi da pare per aprire una sua azienda e, quando l'ha fatto, mia madre rimase anche incinta. Da quel momento le cose andarono male a causa dei pochi soldi e dell'arrivo mio e di Felix, in un momento non perfetto, ciò nonostante non hanno voluto mai rinunciare a noi.
Mia madre, Hannah, ha spronato mio padre a seguire i suoi sogni a qualunque costo e lei intanto si procuró un lavoro poco faticoso per avere i soldi per la casa e il cibo.

-Tua madre è stata davvero dolce-commenta la ragazza, attenta alla mia storia.
-Mia madre era innamorata-specifico io, abbassando lo sguardo sul marmo.
Megan si mette a preparare la cioccolata calda e intanto ascolta il resto del mio racconto.
Alla nostra nascita l'impresa di mio padre non guadagnava molto, ma qualcosina incominciava a incassare, mentre mamma smise di lavorare per colpa del parto ormai imminente.
Quando nascemmo io e mio fratello rimasero sorpresi, non si aspettavano due gemelli, ma nonostante questo ne furono felici. Avrebbero trovato una soluzione, insieme.
Mamma, ormai aveva smesso di lavorare, per stare con noi, per crescerci visto che nostra nonna materna la aveva rinnegato per colpa del suo matrimonio e nostra nonna paterna era morta qualche anno prima. Era sola, eppure ci ha cresciuto bene. È stata forte ed è per questo che l'ho sempre ammirata.

-E abitavamo in una casa piccola come questa, eppure perfetta perché c'era tutto quello che serviva a dei bambini-concludo alzando lo sguardo dalla mi tazza sulla ragazza.
-Grazie per avermi raccontato tutto questo-dice in un sussurro.

-Grazie per avermi raccontato tutto questo-dice in un sussurro

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Mi piace il suo sorriso e la preferisco nettamente. Sembra che si sia tranquillizzata molto di più rispetto a prima.
-Di niente.
Finisco quello che rimane nella tazza per poi sentire il mio cellulare vibrare. Mi alzo dal mio posto, prendo il cellulare che segna la chiamata di mio padre.

-Peter, ti sei perso?-mi chiede papà e sotto sento tutti i miei amici lamentarsi che hanno fame.
-No, sto bene-rispondo, alzo lo sguardo e vedo Megan fissarmi attenta.
-Allora, perché non arrivi? È successo qualcosa?-domanda.
Esco dalla cucina e vado nel corridoio per aver un po' di privacy.
-Non è successo niente-lo rassicuro-Papà, puoi inventarti una scusa? Una mia amica ha bisogno di me, non voglio lasciarla sola.
-Certo che posso-mi asseconda-Ma, torni a dormire a casa?
-Non lo so, al massimo ti mando un messaggio per avvisarti.
-Okay, fa il bravo.
Chiudo la telefonata per poi tornare in cucina dove trovo Megan di spalle, mentre pulisce le tazze. Mi avvicino a lei e mi appoggio contro il lavandino.

-Te ne devi andare?-chiede non alzando gli occhi su di me.
-Solo se tu vieni con me.
Alza un sopracciglio e finalmente alza gli occhi su di me, la guardo a mia volta e insieme, inspiegabilmente, ci mettiamo a ridere.
-Sei proprio uno stupido-afferma dandomi un pugno sulla spalla, con la mano bagnata.
-Hey!
Metto la mia mano sotto l'acqua, fredda, e senza aspettare gliela schizzo in faccia. Da qual momento incominciamo a schizzarci, comportandoci proprio come due bambini.
Corriamo per casa tirandoci i cuscini presi dal divano. Ci divertiamo e so che tutto questo a lei serve.

Quando siamo stanchi entrambi, a peso morto, ci sediamo sul divano. Entrambi, nello stesso momento, ci giriamo per osservarci e contemporaneamente scattiamo a ridere per come siamo conciati.
-Sembri un panda.
-Senti chi parla, lo spaventapasseri-ribatte, mentre allunga la mano per sistemarmi i capelli.
Lascio che mi tocchi i capelli, che me li rimetta a posto, intanto la osservo: come può non piacere una ragazza simile? Chi non vorrebbe avere un futuro con lei?
-Vado a sistemarmi, tu intanto accendi pure la televisione-parla alzandosi e andando verso il bagno.

Accendo la televisione, ma non trovo niente di interessante così mi concentro nel guardare il mio cellulare e i vari messaggi.
Rispondo a mio fratello che ci possiamo vedere anche domani, l'ultimo giorno prima di ritornare a scuola. Leggo i messaggi di Shawn, e mi accordo con lui su quando ci vediamo. Arrivo ai messaggi di Chiara e non so cosa fare: le dovrei dire dove sono?
Chiudo gli occhi: se lei facesse una cosa simile con un suo amico maschio, lo vorrei sapere? Anche se non sto facendo niente di male, e mai lo farei, è meglio che lo sappia prima che abbia mille paranoie venendolo a sapere da altre persone. Meglio sapere.

Prima rispondo hai suoi numerosi messaggi, infine le scrivo che una mia amica ha avuto bisogno di me e che adesso sono qui a casa sua. Lo so che si farà mille paranoie e domani mi eviterà come fossi la peste perché, anche se non vorrei fosse così, lei ha poco fiducia in me.
-Politica? Sul serio?-mi domanda, la ragazza entrando nella stanza.
Guardo la chat con la mia fidanzata e poi guardo la mora, mentre si siede al mio fianco.

-Tutto bene? Problemi con la tua fidanzata?-mi domanda-Se devi andare, vai tranquillamente, sto bene.
-Se vuoi che me ne vada, basta dirlo-ribatto spegnando il cellulare e concentrandomi solo su di lei-Senti, io non sto facendo niente di male, sto solo con una mia amica che ha bisogno di me, anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura. Vuoi che me ne vado?
I suoi occhi marroni guardano i miei, e sembra che mi voglia leggermi dentro.
-Solo se mi porti con te-mi risponde facendomi sorridere e, a sua volta,sorride.

-Solo se mi porti con te-mi risponde facendomi sorridere e, a sua volta,sorride

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Una vita per distruggerti //cole sprouseWhere stories live. Discover now