𝐗𝐈𝐕

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24 aprile 2002 – Torino

La primavera italiana era il clima perfetto per compiere una prima vacanza di coppia.
Le strade torinesi accoglievano Esme e Draco, pronti per godersi il loro soggiorno in quella che era nota come la città dell'occulto.
Tale nomina aveva attirato la loro attenzione, amanti di tutto ciò che è magico e mistico, portandogli a voler partire per quella graziosa città del nord Italia.
Anzi, a dire il vero era stata la bruna a voler dedicare ad entrambi un po' di intimità e portare il compagno in quel bel posto.
Non appena ebbe il suo primo stipendio in qualità di Auror, pensò bene di spenderlo per il suo amato Draco volendo lei, questa volta, far qualcosa di grandioso per lui.
Eppure Esme ne aveva compiute di gesta grandiose per il suo ragazzo.

Indossava un grazioso vestito a fiori dalle maniche lunghe, accompagnato da un giacchetto rosso che riprendeva la tonalità delle rose raffigurate sull'abito. Ai piedi calzava un paio di scarpe color crema e i capelli erano sistemati in una morbida coda bassa.
Il biondo, invece, portava una splendida camicia in lino di un beige molto tenue, accompagnata da un pantalone nero e un cappotto del medesimo colore.
Erano belli come poche cose esistenti al mondo e il loro sorriso dipinto in volto era più che visibile.

«Questa è Piazza Statuto» inizia a parlare Esme con una mappa stretta tra le mani «Il centro della magia nera di questa città!»
Draco si avvicinò al monumento sito in quel luogo e lo osservò con attenzione, scrutando gli elementi di quello che dovrebbe essere un angelo.
«Molto dicono che, in realtà, è rappresentato un diavolo, sai?»
Esme frugò nella propria borsa frettolosamente e tirò fuori un piccolo libricino dall'aria curiosa.
«Qui si dovrebbe trovare la Porta dell'Inferno!»
«Sarebbe un luogo di villeggiatura interessante» accennò una risata il compagno, spostando poi gli occhi sulla ragazza e rubandole quel manuale dalle mani, altrettanto curioso.
Lei mugolò nel vedere quelle pagine tolte dalla propria vista, ma poi si fece scappare una piccola risata. Si poggiò con il capo sul suo braccio e spiò la sua lettura.

«E comunque grazie per questo viaggio, fatina» chiuse il libro e si voltò da lei, sorridendole e dandole un bacio sulla fronte con dolcezza.
Accarezzò i suoi capelli e rimase a guardarla per qualche istante incantato dai suoi bellissimi occhioni: «Ah, questa fatina voleva rendermi contento!».
Gli diede un lieve pugnetto sul petto e sghignazzò teneramente, alzandosi poi sulle punte per poterlo baciare sulla bocca: «Non vedevo l'ora di usare i miei primi soldini, amore».
Questa frase fece maggiormente aprire il sorriso sul proprio volto e lo fece sentire estremamente fiero. Non era contento di quella sorpresa perché non aveva avuto bisogno di spendere un soldo, bensì perché ammirava la sua ragazza, vogliosa di lavorare e farsi valere in società.
Non era mai stata di suo interesse l'eredità Malfoy e vederla così soddisfatta del proprio lavoro lo rese parecchio felice.
Gli era sempre piaciuto quel modo di fare intraprendente, quel carattere forte e sicuro.

«E poi amore adesso che ho un lavoro possiamo pensare a-» le parole le morirono in bocca e scosse la testa quasi imbarazzata al pensiero che era appena spuntato della sua mente.
La fronte di Draco si corrugò e la guardò ancora più intensamente: «Parla, dai».
«Alla nostra casa, ecco» scosse le spalle e sospirò mentre portava gli occhi altrove.
Forse aveva esagerato con quella proposta, ma era venuto spontaneo per Esme pensare a ciò.
«La nostra casa?» il tono si fece stranamente serio, quasi innervosito, e fece rimanere la bruna alquanto mortificata.
Ma, ancora una volta, Draco la stava prendendo in giro come era suo solito fare.
«Magari la tua, mia cara! Vorrai sistemare ogni camera e decidere ogni singolo mobile» rise con gusto e la fece sospirare sollevata.
«Idiota, mi hai fatto rimanere male!» esclamò con un'espressione nervosa, incrociando le braccia al petto «Pensavo non volessi!»
«Esme, l'idea di poter vivere con te e allontanarmi dai miei genitori è probabilmente la cosa che più desidero» ammise con sincerità, non sopportando più la convivenza con Narcissa e Lucius.

PUREBLOOD || She deserves betterWhere stories live. Discover now