𝐋𝐗𝐗𝐗𝐈𝐈𝐈

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«Quindi potrò rivederti papà?» domanda Scorpius con un piccolo broncio, mentre rimane avvolto dalle braccia del padre.
Draco lo stringe come mai aveva fatto, sospira e mantiene il suo gracile corpicino vicino al proprio grande e forte, percependo il suo cuore piccolo battere veloce sotto il suo petto.
«Certo fagiolino, e ci possiamo sentire quando vorrai» lo guarda con dolcezza e accarezza la sua guancia «Ma sono certo che starai bene con la mamma, lei sa come prendersi cura di te»
Il bambino annuisce e si sente confortato dalle sue parole, sa che i genitori lo amano e mantengono sempre le loro promesse.

Oggi è una fresca mattinata d'ottobre ed Esme ha sistemato ogni cosa per la sua partenza con Scorpius.
Ha sistemato i cartoni delle cose da portarsi via, l'occorrente per il piccolo, e ha anche messo Salem in una comoda gabbietta visto che dovranno portarselo nella loro nuova casa.
Ebbene sì, Draco è rimasto anche senza il suo animaletto da compagnia, proprio senza nessuno.

Esme ha le braccia allacciate al petto mentre vede quella scena e per quanto le susciti dolcezza lei rimane impassibile.
Lo prenderebbe ancora a schiaffi, teme qualsiasi cosa faccia o dica, ma non può privare il figlio di un momento con il padre, anche perché non lo vedrà per molto, finché lei non si sentirà più calma e sicura.
Lei ha bisogno di ritrovare se stessa, rilassarsi, far passare le sue grandi ferite che la ricoprono dall'interno. Quella donna è distrutta e necessita un po' di serenità.

Infatti è emozionata del suo nuovo inizio, tra poco segnerà un cammino differente, vivrà in un paese diverso, sola con il suo bambino, tra i babbani.
Dovrà trovarsi un lavoro, mandare il piccolo a scuola, fare tante cose che non si sarebbe aspettata mai di fare, tra cui vivere senza l'amato Draco.
Qualcosa di inaspettato ma che spera che la possa sorprendere.
E poi, parlando seriamente, più di quello che è già capitato non può subire.

«Adesso è momento di andare» mormora gentile, facendo staccare i due e tenendo la mano del figlio «Dobbiamo materializzarci, fagiolino»
Draco si mette dritto e si ricompone, lo guarda con dispiacere, non riesce a dirgli quell' "arrivederci".
Ma prima che possano andare via, lui compie un gesto davvero tenero che lascia Esme stupita.
«Questo è un sacchetto di semi di giglio, fagiolino» si piega e tra le mani gli mette una busta in tessuto piccola e tondeggiante «Appena arrivate puoi piantarli, così sarà simile a casa»
Il figlio gli mostra un sorriso enorme e annuisce energicamente, manterrà la sua promessa e non vede l'ora di farlo.

I fiori dell'amore sono ormai appassiti, e cercherà di coltivare al meglio quelli della paternità.
Nota la rigidità della moglie, nemmeno gli ha rivolto un breve sorriso, e questo lo ha paralizzato, nonostante sappia le giuste ragioni.
Appena l'ha vista ha sentito il corpo vibrare, il cuore battere a mille, le mani sudare, come un ragazzino innamorato.
Poi ha notato ogni particolare della sua figura: i pantaloni beige, la camicetta bianca, poi una morbida coda che le lascia in vista il bellissimo volto.
Voleva baciarla, eccome se voleva, ma è rimasto composto e fermo.
Draco non deve ferirla di nuovo, far qualcosa contro la sua volontà, quindi rimarrà in silenzio, inerme a quella realtà amara.
L'ha distrutta, l'ha resa un cumulo di polvere al vento, e non deve più permettersi di farlo.

«Ti chiamerò e ti dirò il numero di casa» comunica lei, sempre rigida ma con un tocco gentile per non far sospettare nulla al figlio.
«Certo, mi troverete qui»
Annuiscono entrambi, lui è tentato almeno da posarle un'ultima carezza sul viso ma le mani sono dietro la sua schiena.
Sembra un pezzo di ghiaccio, l'apparenza è quella solita di un Malfoy severo e irremovibile, eppure dentro è sciolto come neve al sole.
Dentro è un ragazzino di quindici anni in preda al panico, che si accorge di essere innamorato della sua migliore amica ma che non può fare nulla pur di non rovinare quel rapporto, per non combinare qualche casino.
Però, adesso è ora di andare via e non c'è più tempo di altri saluti.
L'America attende Esme e Scorpius.

PUREBLOOD || She deserves betterWo Geschichten leben. Entdecke jetzt