𝐗𝐋𝐈𝐈

505 27 35
                                    

Oggi dovrebbe essere un bel giorno, ma non lo è affatto.
Si è tramutato in uno pessimo che Draco vorrebbe solo saltare e non vivere.
Sarebbe bello alzarsi senza il peso di maggiori ricordi che sono troppo difficili da sopportare.
Ormai sono due mesi che Esme manca a casa, precisamente due mesi e quattro giorni: oggi è il 5 giugno, il compleanno del suo amato compagno e che non potrà vedere né sentire.
Solitamente avrebbe preparato una grandissima festa, invitato tutti i loro amici, riempito il marito di regali. Lo fa fin da quando erano ragazzini, viziandolo in quel giorno speciale.
Ma adesso non sarà così e ciò lo fa sentire particolarmente solo.

Ha passato questi giorni con Scorpius o da solo a bere come una spugna, non riuscendo a stare lucido se solo.
Con il bambino si dedica ad un sacco di attività, non solo per intrattenerlo, ma soprattutto per tenere occupata la propria mente.
Forse giocare con dei peluche o guardare i cartoni animati serve più a lui che al figlioletto.
Tutta la serata del giorno prima, infatti, hanno parlato tantissimo e poi Scorpius si è fatto trasportare da una bella favola, prima che entrambi potessero addormentarsi piacevolmente.

Per questo cinque di giugno Draco si è preso una giornata libera, non sopportando l'idea di andare a lavoro e sentire un singolo augurio ipocrita.
Odia quelle persone, va a lavoro solo per Esme, non per altro, non perché gli interessi qualcosa di stare in quel postaccio.
Anzi, se fosse per lui smetterebbe di lavorarci, ma si trattiene per lei che merita tutto il suo impegno; deve riuscire a farla scagionare.
Apre gli occhi con fatica, mugola e strofina una mano contro il proprio viso stanco, voltandosi e notando il bambino riposare beatamente.
Non lo vuole disturbare visto che si merita un po' di ore di sonno in più.

Si alza, scende in cucina e sbuffa sonoramente, già stanco.
Se non avesse difficoltà nell'addormentarsi di certo approfitterebbe di questo giorno per andare in letargo.
Gli manca il bacio mattutino dato dalla moglie, quella vocina a svegliarlo e cantargli la classica canzone di compleanno.
Per non parlare della torta di mele e un bel caffè caldo per colazione, il tutto accompagnato da un grazioso pacco regalo posato sul comodino.
Il pranzo impeccabile e poi il pomeriggio passato a sistemare tutto ciò che riguarda la festa che si sarebbe tenuta la sera.
Vederla correre per tutto il Manor intenta a sistemare gli addobbi e poi vederla uscire dalla camera con un vestito incantevole.

Apre il frigo, prende del succo di frutta alla pesca e lo versa in un bicchiere, nonostante odi quella bevanda visto che la trova troppo dolce e disgustosa.
Quelle cose piacciono alla moglie e al bambino, ma non ha la minima voglia di prepararsi il suo amato caffè amaro.
Eppure non gli piace per niente quel sapore così dolciastro e mugola non appena deglutisce un sorso, così il resto lo butta giù per il lavello.
Si trascina verso il divano e cade su di esso, sbadigliando e passandosi le dita per le ciocche bionde. Che fatica anche solo respirare.

Sta per accendere la tv quando viene interrotto dal rumore del citofono.
Molto strano visto che non aspettava nessuno e ha chiesto esplicitamente ai suoi amici e parenti di non presentarsi quest'oggi, volendo essere completamente libero.
Ancora una volta suona quel fastidioso campanello ed è costretto ad alzarsi e andare a vedere chi diavolo si è presentato a casa propria.
Apre la grande porta in legno e davanti a sé non trova nessuno, o meglio, finché non abbassa il capo.
«Buongiorno, signor Malfoy!»
Corruga la fronte e scuote il capo molto confuso: «Dobby?».
«Buon compleanno, signor Malfoy, Dobby ha pensato di portarle un dolce»
Sospira e scuote la testa, non troppo contento della sua presenza: «Scusami, oggi non posso proprio-».
«Signor Malfoy, sono certo che la signora Esme ne sarebbe contenta»

Vorrebbe dirgli qualcosa ma quell'aria così docile e quella breve frase gli hanno fatto cambiare idea, almeno per quanto riguarda la sua presenza.
Con un cenno del capo lo invita ad entrare e nota un pacco tra le sue mani con un fiocco fatto con una cordicella.
Entrambi si accomodano in cucina e si siedono sul tavolo, ma Draco rimane in silenzio, molto giù di morale.
Un gomito è posato sul ripiano in legno, mentre la mano regge il volto dalla sua fronte.
L'elfo si accorge del suo stato d'animo e storce la bocca dispiaciuto, ma anche leggermente contrariato: «La signora Esme vorrebbe che lei mangiasse questo».
Posa il pacco vicino a lui e lo invita ad aprirlo, eppure Draco scuote il capo e continua a tenerlo chino: «Lei non è qui, Dobby».

PUREBLOOD || She deserves betterWo Geschichten leben. Entdecke jetzt