PUREBLOOD || She deserves better

𝐋𝐗𝐗

Questa volta metto in alto lo spazio autrice così da assicurarmi che ognuno di voi possa leggerlo!
Questo capitolo è abbastanza importante, anche se non è così tanto cruento o fortemente emotivo come gli altri.
Oltretutto, vi invito sempre a fare attenzione ai piccoli particolari della mia storia: i libri citati (ad esempio qualche capitolo fa vi era un riferimento al diciassettesimo di pureblood), ai gigli, ai loro pensieri...

Spero che questo capitolo vi possa piacere e commentate così che io possa sapere che ne pensate!
Non siate timidi, ci tengo molto sapere, arrivati a questo punto della storia, dei vostri pareri e/o supposizioni.

Grazie per il supporto e ci vediamo giovedì, LadyD  💚

PS: vi ricordo che potete seguirmi su tiktok (_ladyd__) e su ig (_ladyd___wattpad), dove potete trovare qualche informazione, edit ma anche come è venuto il cartaceo di PROPHECY!

Buona lettura💚

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Tic e Toc, Tic e Toc.

I lenti rintocchi dell'orologio risuonano nel buio della notte, mentre la quiete si è appropriata dell'atmosfera e la maggior parte delle persone si cullano beate tra le braccia di Morfeo.
Tra queste vi è Esme Smith, che con un sorriso dipinto in volto dorme tra le coperte priva di indumenti. La sua esile figura è coperta da una morbida coperta bianca e il volto è adagiato sul cuscino, il suo respiro appare lento e caldo che attraversa la bocca schiusa, mentre i capelli sono scompigliati contro le spalle.
La grande mano di Draco sfiora la sua pelle posandosi ripetutamente sul suo braccio in mostra, le dà anche un bacio sulla fronte e accenna un sorriso trovandola bellissima.

«Mi dispiace, Esme....» mormora a voce inudibile, alzandosi dal materasso e afferrando prontamente la sua bacchetta in biancospino, la punta contro il suo volto dormiente e la agita per generare un incantesimo.
Non è contento di doverlo fare, ma deve assicurarsi che possa dormire tutto il tempo in cui è fuori casa, anche se per farlo ha dovuto renderla vittima di una piccola magia.
Da questo si può notare quanto è andato fuori di testa Draco, facendo una cosa che non ha mai fatto prima alla sua compagna: tramare alle sue spalle, addirittura servendosi di un incantesimo che la faccia rimanere inerme a dormire.

Un altro bacio sul suo capo e con un altro colpo di bacchetta si occupa a sistemare il proprio travestimento. Passa davanti allo specchio e rimane immobile per qualche attimo, osserva il proprio riflesso e si sente maggiormente sicuro di sé, sa bene che è irriconoscibile, ma quelle vesti non gli dispiacciono.
Finalmente può rendersi utile, dare onore alla propria famiglia e, soprattutto, vendicarla. È sul serio convinto che sia tutto corretto, ne è fermamente convinto.
A questo punto si materializza via presso una grande dimora che accoglierà le sue malefatte.
Eppure si è promesso di essere meno cruento questa volta, di agire in maniera fredda e indolore.

La villa è enorme, delle colonne bianche come il latte la sorreggono mentre delle grandi finestre fanno penetrare al suo interno la luce della Luna e delle stelle.
L'aspetto è incantevole, certo, ma al suo interno sono presenti persone meno gradevoli, ma che Draco non vede l'ora di incontrare.
Essendo tarda serata ha dato modo a tutti di godersi i festeggiamenti perché si sa nonostante tutto lui è pur sempre un uomo educato.
E poi ci saranno tutte le persone che necessita di vedere e di cui si deve occupare a dovere.

Un tonfo riecheggia nel salone principale e tutti gli invitati sono lì a godersi la piacevole serata in onore del Wizengamot. Non vedevano l'ora di festeggiare quelle cariche a vita che assicurano finalmente alla società la giustizia, se così si può chiamare.
Emettono grasse e grosse risate, si riempiono la pancia di cibo e spumante, insomma non può esserci serata migliore.
E hanno ragione, per Draco non ci sarà serata migliore, dove potrà garantire serenità alla sua famiglia, in particolar modo alla moglie e al figlio.
La donna non dovrà temere più alcuna legge folle, mentre il piccolino non dovrà crescere consapevole di vivere in una società con a capo delle persone ingiuste.