𝐋𝐈𝐈𝐈

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⚠️⚫: Attenzione, sono presenti scene violente!

Indecènza s. f. [dal lat. indecentia, der. di indĕcens -entis» indecente»]. - Assoluta e sfacciata mancanza di decoro e di rispetto nei propri o negli altrui confronti.

Le azioni compiute su Esme sono a dir poco indecenti.
Non viene mollata nemmeno un giorno, non viene lasciata in pace la sua mente né il corpo.
Hanno iniziato ad aumentare le pene inflitte, di qualsiasi genere e hanno approvato le malsane idee della sua guardia.
Negli ultimi tempi si è notato che si può far di più su di lei, segno che quel marchio e quella sua magia stanno pian piano cedendo.
Ormai è diventato un vero e proprio spasso per loro vederla soffrire.

Sono passati quasi dodici mesi dal suo primo giorno ad Azkaban ed è già stremata e lei lo ha subito compreso che non sarebbe durata a lungo.
Quei ventisei anni sono stati una formalità, ma tra poco libererà quella cella e uscirà di lì priva di vita. Qualcuno ci è riuscito a distruggerla, bastava solo escogitare il piano giusto.
E che goduria per tutte quelle persone vedere una traditrice del sangue disperarsi così tanto.
Finalmente potranno essere sereni di non avere qualcuno di tanto potente tra i piedi.
Che meraviglia una vita senza Esme Smith.

«Per aver commesso crimini indicibili contro la comunità magica, lei, Esme Smith, è in dovere di ripagare le sofferenze arrecate»
Ancora una volta quelle dannate ferite che squarciano la sua pelle, deturpandola e incidendola come se fosse carta.
I segni sono veramente evidenti sulla sua carne, per giunta quella cicatrice sul volto è ancora lì a marcarla, evidenziando l'immenso dolore che prova ogni giorno di più.
Stringe i pugni con forza e urla a gran voce ormai distrutta, stanca.
Il corpo è riversato su quella grande sedia in legno e non ha la minima forza nemmeno di muoversi, nemmeno di agitarsi su quella postazione.
Che pena la vita, prega di morire al più presto.

Addirittura non l'hanno fatta mangiare per due giorni interi e l'energia è al minimo.
Ma non c'è nulla di più divertente di vederla supplicare per un boccone di riso insipido o un sorso di acqua sporca.
Per non parlare delle grosse risate che si fa quel Carrow mentre la infilza, facendo colare lungo il suo fianco il sangue.
Le azioni sono indicibili, non si possono spiegare a parole, ed è una vera e propria agonia quella permanenza in prigione.
Le ossa sono completamente accartocciate, probabilmente ha qualche frattura e le mani sotto quelle bende e corde sicuramente sono rotte.
Ormai la doccia mensile è stata affidata a quell'omaccione disgustoso e viscido, visto che è di loro gradimento torturare anche il suo animo.
Non basta solo il corpo, il fisico, ma quella mente deve far sì che lei si autodistrugga.

Le spalle si stringono quasi a voler proteggersi, spaventata e tremante come una foglia al vento mentre viene sbattuta contro un freddo muro di quella stanzetta delle torture.
Una mano grossa e callosa si alza di scatto le strattona i capelli crespi con forza, facendola mugolare per il bruciore provato.
«Non devi chiedere» mormora vicino il suo orecchio «Non devi fare richieste»
«M-ma volevo s-sapere di mio marito» balbetta con un filo di voce.
Esme si era solo permessa di domandare come stesse il suo Draco e se non gli avessero fatto nulla come promesso.
«Ti è stato già detto che la tua vita vale per la loro, quindi non devo ripeterlo di nuovo»
Annuisce ancora scossa da capo a piedi e l'uomo trattiene una risatina mentre si diverte a risponderle in questa maniera.
Ormai i forti rumori e le urla spaventano la giovane donna che la fanno sentire piccola piccola come un moscerino.

«Non ti devi permettere di fare domande! Hai capito?» esclama a voce alta, vedendola annuire ancora frettolosa e colpendola contro la spalla con un forte schiaffo.
Esme serra la mascella e si stringe ancora su se stessa, appicciandosi al muro e sussultando quando sente ancora una volta un altro colpo.
Poi un altro ancora, poi sulla testa, sulla schiena, con forza, con cattiveria, a tal punto da farla cadere a terra perché le gambe non riescono più a sorreggerla.
Crolla per la troppa sofferenza, debole, e per questo l'uomo ne approfitta per continuare con quella violenza, dandole qualche forte calcio contro lo stomaco e la schiena.
Esme mugola e come sempre piange disperata, sentendosi veramente al limite della sopportazione.
Non riesce a farcela, non può sopportare tutto quello.
Vorrebbe urlare di smetterla ma non può, allora si morde il labbro inferiore con forza a tal punto da farlo sanguinare.
Deve rimanere in silenzio, non deve permettersi di fiatare.
Però ha saputo indirettamente che il suo Draco sta bene, quindi le basta questo.
Va bene così se lui è felice.

PUREBLOOD || She deserves betterWhere stories live. Discover now