𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

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«Io sono il Signore Oscuro e tu morirai come tutti loro»
«Ricordati che se vado all'inferno, tu vieni con me»
Tom Riddle estrasse la sua spada e senza indugio, senza essere fermato, le trafisse il cuore.

Il volto di Esme è diventato completamente pallido, le gambe hanno iniziato a tremare, la paura si è irradiata dentro di lei.
Guarda Draco con gli occhi strabuzzati per lo shock e lui cerca di rimanere calmo e vigile, proprio per darle il suo supporto e per evitare che possa scoppiare in un momento di pura crisi.
Lui stesso non sa come elaborare l'accaduto ma non può permettere che la moglie perda la testa. Bisogna essere lucidi, consapevoli.
«Non è possibile... non è realmente possibile» mormora la donna, andandosi a poggiare contro la parete e portandosi le mani tra i capelli.
È fin troppo sconvolta e non sa bene come processare quell'informazione e reagire a riguardo.
Scuote la testa energicamente e il marito prende le sue mani, cercando di farla stare calma, eppure sa bene che sarà difficile farlo.
«Esme, non farti prendere dal panico» la guarda seriamente negli occhi e le stringe le dita con forza, ma lei continua a muovere il capo senza freno.
Non può davvero credere a ciò che è successo e sa bene che quello è un campanello d'allarme più che forte.

Hanno tentato di uccidere Esme.

«Tu non capisci, Draco, ma chiunque abbia fatto questo... beh, è una minaccia!»
«Ma tu sei qui, tu sei intoccabile» le prende il viso con le mani e cerca di farla rasserenare, ma senza riuscirci.
Lui stesso non è sereno, non è quieto, ma deve cercare di esserlo per lei.
«Non voi, Draco!» esclama, alzando improvvisamente la voce e guardandolo con una serietà incredibile «Se hanno colpito me, possono provare a colpire voi!»
La preoccupazione prende il sopravvento e fa staccare bruscamente il marito, prendendo un grosso respiro e iniziando a camminare attorno al tavolo con le mani tra i capelli.
Scorpius la osserva confuso nel frattempo, cercando di comprendere cosa stia succedendo ai suoi genitori. Percepisce il loro disagio e non sa proprio cosa abbia portato quei due a tramutare il loro stato d'animo.
L'uomo rimane in silenzio per qualche istante, osservandola e sapendo bene che non ha torto, che i suoi pensieri non sono immotivati.
Eppure, cerca di pensare a qualcosa di logico dietro tutto quello.
Lui deve aiutarla a cercare eventuali risposte che Esme non riesce a tirar fuori.

«Se hanno colpito te, Esme, vuol dire che non colpiranno noi»
L'affermazione del marito fa sfuggire alla bruna un'amara e sarcastica risata, che la porta a scuotere la testa e guardarlo interdetta: «E chi lo garantisce, Draco? Il tuo volermi far stare calma?».
Il brutto difetto di quella donna è proprio il suo pessimo modo di porsi, il suo essere estremamente scorbutica non appena qualcosa la disturba.
Ma la conosce così tanto bene da non farsi toccare dalle sue parole, anzi comprendendo il suo attuale stato d'animo turbato.
«Intendo dire che era più facile arrivare a noi, quindi se non l'hanno fatto prima è solo perché c'è un interesse per la tua persona»
Guarda il marito senza dire una parola e cerca di seguire il suo ragionamento, nonostante nella testa abbia ancora una preoccupazione mortale per la propria famiglia.
«Voglio dire, sapendo del tuo marchio hanno cercato di far qualcosa, vuol dire che è gente che poco si interessa di girare attorno la questione. Avranno provato qualcosa di assurdo, qualche strana magia, nella speranza di ucciderti»
«Si sa che provare a farmi fuori è inutile, lo sai»
«Ma sai quanto la gente può essere folle, quanto tenti qualsiasi tipo di scorciatoia pur di arrivare al suo intento» si avvicina nuovamente alla moglie e afferra le sue mani, sospirando e cercando ancora una volta di farla calmare «Chiunque sia stato, Esme, non aveva fatto bene i calcoli. Oltretutto, quel qualcuno adesso è sicuramente morto al posto tuo, quindi non hai da preoccuparti per questa persona»

Lei strofina le dita contro le sue e mantiene gli occhi chiusi, prendendo grossi respiri d'aria e cercando in tutti i modi di non sfociare nuovamente nella frustrazione.
«Non è comunque normale...»
«Non ho detto che lo sia e non ho nemmeno detto che non sia preoccupante, ma non devi pensare a noi ora. Dobbiamo capire chi sia stato e perché abbia tentato quest'impresa suicida. Potrebbe essere qualcuno che vuole mandarti via dal Ministero o qualche folle della manifestazione, magari con l'intenzione di vendicare ciò che è successo a quello stronzo»
«Qualcuno che sicuramente ha voluto dare qualsiasi cosa pur di fare un tentativo»
Esme posa la testa contro il suo petto, facendola quasi cadere contro di esso, e si accascia contro il suo corpo, ancora scossa per questa situazione insolita.
Non era mai capitato prima d'ora che qualcuno tentasse di ucciderla e ha potuto riconoscere la sensazione proprio perché era molto simile a quella che ha provato nove anni prima quando venne trafitta da Voldemort.
Essendo, però, un tentativo di omicidio piuttosto banale ha percepito un bruciore e una sensazione di debolezza modesti, ma riesce a riconoscere i sintomi della propria magia.
Sa bene cosa succede al suo corpo in questi casi.

PUREBLOOD || She deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora