𝐋𝐈

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"Cara Esme,
oggi è un giorno importante per noi; doveva esserlo, in realtà.
Doveva essere il nostro tredicesimo anniversario assieme, ma non è così.
Ti scrivo nonostante tu non possa leggere queste parole e lo faccio perché penso di aver tanto bisogno di parlare con te, con la sola persona che io abbia mai amato.
La mia prima vera amica, la prima vera compagna, e l'unica.

Dovevamo fare un bel viaggio assieme, ricordi? Dovevamo fare tante cose in tutto questo tempo, ma non siamo riusciti a fare nulla.
Io non sono riuscito a fare nulla: d'altronde, come sempre.
Sei sempre stata tu quella forte, la persona intraprendente, mentre io il codardo incapace di fare anche la minima buona azione.
Ancora non sono riuscito a fare qualcosa per te, non sono riuscito a proteggerti e sei andata via, mi sei scivolata dalle mani come se fossi acqua e mi ritrovo da solo in un'immensa casa, e anch'essa sente mortalmente la tua mancanza.
Sono rimasto a crescere un figlio da solo, perché non sono stato capace ad urlare in quella fottuta aula che tu non c'entrassi nulla, sono rimasto paralizzato alle tue parole e dovevo tapparti quella bocca.
Perché ti prendi sempre le mie responsabilità, Esme? Perché agisci in questa maniera così nobile? Giochi a fare l'eroina, la paladina della giustizia, fin da quando siamo ragazzini e io ho paura tutte le volte per te, per me, per noi.
Rischi la tua stessa vita pur di proteggermi e io non l'ho mai voluto, non solo perché ti amo, ma perché non lo merito.
Io non ho mai meritato le tue gesta, non ho mai meritato tutto ciò che mi hai sempre dato.
Dovevo marcire io in quella cella, non tu. Dovevo soffrire io, non tu.

Sto cercando di fare del mio meglio per te, sto investigando ovunque, ma il Ministero non sta nemmeno rispondendo alle mie lettere.
Avrò fatto almeno una dozzina di richieste, ma sembra che non voglia ascoltarmi.
Sono stanco di stare così, sono stanco di non essere ascoltato e sono stanco di questa ingiustizia contro di te.
Ora capisco meglio le parole che mi dicevi quando eravamo più piccoli, capisco ogni cosa perché la sto vivendo sulla mia pelle, ma preferivo rimanere ignaro.
Preferivo rimanere inconsapevole del dolore perché meriti di essere qui e non lontana da me.
La vita, volendo punire me, non fa altro che ferire te.
Sono stanco di tutto questo e mi chiedo sempre cosa ti porti ad amarmi a tal punto da abbracciare le mie sofferenze, anche quelle più piccole.
Odio sapere che stai male, odio sapere che piangi, Esme.

Vorrei spaccare quelle sbarre e prenderti in braccio per portarti via con me.
Vorrei curare ogni tua ferita, baciare le tue lacrime, guardare i tuoi bellissimi occhi bruni e accarezzare i tuoi soffici capelli.
Vorrei ascoltare la tua voce mentre legge un bel libro, ammirare il tuo dito puntare qualche stella o il tuo grazioso naso annusare dei gigli profumati.
Vorrei mangiare la tua torta di mele, lamentarmi per il tuo disordine, rimproverarti quando semini i tuoi ciuffi di capelli per il bagno.
Vorrei prenderti in giro per la tua statura, dirti quanto sei bella, ballare in salotto assieme a te.
Vorrei cantarti la nostra canzone, portarti la colazione a letto e andare al mare con nostro figlio.

Vorrei te, Esme, adesso e per sempre.

Scusami per ciò che sono, scusami per non fare abbastanza, scusami se sono semplicemente Draco Malfoy, il più grande disastro che tu abbia mai conosciuto.
Non ho molto da offrirti, ma posso almeno garantirti il mio amore.
Posso giurare sulle stelle che non vi potrebbe mai essere altra donna nella mia vita.
Nessuna è come te, fatina mia, nessuna riuscirebbe mai a farmi battere così tanto il cuore.
Dove potrei trovare una persona così perfetta?
Per la barba di Merlino, superi le aspettative di chiunque.
La più bella, la più forte, la più coraggiosa.
Sei unica, Esme Smith, e io mi sento l'uomo più fortunato del mondo ad avere la nostra fede stretta al dito.

PUREBLOOD || She deserves betterWhere stories live. Discover now