𝐋𝐗𝐈𝐈𝐈

819 40 26
                                    

⚠️🔴

La pioggia tamburella contro il vetro, fuori è buio.
L'aria calda che abbraccia le mura di casa rende tutto estremamente piacevole e il rumore delle gocce che si scontrano sulle finestre appare melodico.
Esme ha il viso rivolto verso l'esterno, seduta su uno sgabello ad ammirare e seguire con un dito l'acqua che cola, immersa nei suoi pensieri, godendosi la serata tranquilla.
Le era mancata la pace, la serenità, anche i rumori esterni, la comodità del cuscino rosso sul ripiano su cui è seduta.
Indossa una camicia da notte in seta blu a maniche lunghe e che la copre fino alle ginocchia, volendo nascondere quella pelle deturpata.
Non si piace, detesta vedersi allo specchio e le ricorda tutto il male che ha dovuto subire.
Picchietta le dita contro il vetro e canticchia a voce sussurrata, precisamente la tanto amata canzone di Frank Sinatra.
Le è rimasta questa abitudine dal carcere e le riscalda il cuore pronunciare quelle parole che l'hanno tenuta più o meno lucida tutto il tempo.

«You are all I long for, all I worship and adore»
Si volta e nota il marito entrare in camera da letto, sorridendole e continuando la strofa che conosce a memoria anche lui.
Sposta una ciocca di capelli dal viso e gli mostra un'espressione amorevole, guardandolo come se fosse la cosa più bella che potesse avere davanti a sé.
Una camicia celeste ricopre il suo fisico tonico, dei pantaloni scuri avvolgono le sue gambe lunghe, ma la parte più bella sono i suoi occhi chiari e quei capelli che scendono morbidi sul viso.
Si alza e si avvicina all'uomo, accarezzando piano il suo petto e percependo una sua mano sfiorarle delicatamente il viso.
«La ferita sta meglio, fatina» le posa un bacio sulla fronte e la sente sospirare, poco contenta di essersi ricordata di quel segnaccio che le spacca il viso.
Alza il suo volto tenendolo delicatamente dal mento e le mostra un sorriso premuroso: «Sei bellissima anche se dovessi rimanere con questa cicatrice».

Esme si stacca dal suo corpo, abbassa il volto e scuote il capo, sentendosi mortificata, quasi come se fosse una bambina insicura.
«Non è così, Draco...» mantiene lo sguardo basso, non ha molta forza di guardarlo «Tu sei ogni giorno più bello, mentre io-»
«Mentre tu sei stupenda, come sempre»
Si avvicina nuovamente alla ragazza e fa incontrare i loro occhi, parlandole seriamente: «Non hai idea di come ti vedano i miei occhi, Esme. Non hai idea di quello che scateni dentro di me».
«Pena, ecco cosa scateno» smorza un'amara risata e cerca di nuovo di spostare lo sguardo, venendo poi catturato nuovamente dal marito.
«No, è tutt'altro che pena»
Lei storce la bocca, non è molto convinta delle sue parole e stenta a credere che lei possa ancora essere bella agli occhi di un uomo come lui, così affascinante.

Draco nota quanto sia insicura, molto timida, diversa da come l'ha conosciuta, ovvero dalla vera Esme.
Comprende il suo stato d'animo, sa bene che quel corpo è stato maltrattato e ciò gli mette non poca rabbia.
Ma vuole accantonare per ora la sua ira e pensare a lei, pensare ad un modo per farla sentire di nuovo spettacolare e soprattutto voluta.
Si nasconde quando si cambia, cerca di non osservarsi allo specchio, insomma prova tanta vergogna.
Non può permettere che lei si senta così, soprattutto perché Draco la trova sul serio meravigliosa.
Di certo non saranno dei segnacci sulla pelle a renderla brutta ai suoi occhi.

Le mani di Esme cercano di allungare i lembi del tessuto che la ricopre, accorgendosi che si notano le sue ginocchia lacerate.
«Oh no, sta' ferma» le prende le mani e le bacia, non apprezzando per niente questo suo nascondersi.
Non deve, Esme è sul serio bellissima.
«Poi le vedi, Draco...» sussurra, come se si stesse sforzando a farlo.
Corruga la fronte alle sue parole e schiude la labbra, accorgendosi ancora una volta di come quelle persone abbiano distrutto l'intero essere di quella donna così grintosa e sfacciata.
Un tempo lasciava intravedere le sue cosce, ammiccava e si lasciava andare, per niente imbarazzata del proprio corpo.
Si prende un attimo per pensare, vuole cercare le giuste parole per cambiarle l'umore e darle più confidenza.
Qualcosa che la faccia sentir bene con sé stessa.

PUREBLOOD || She deserves betterWhere stories live. Discover now