𝐗𝐋𝐕

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Draco si sveglia con un mal di testa incredibile.
Avrà dormito forse tre ore al massimo, anche molto male, e la voglia di andare a lavoro è sul serio poca; eppure, come ha deciso con il trio la sera precedente, non può permettersi di aspettare altro tempo per tornare al Ministero.
Per fortuna Scorpius starà qualche giorno dai nonni e questo gli darà modo di sistemare un po' la situazione attuale veramente pessima.
Arranca per quella casa ormai vuota e sbuffando si prepara un caffè, mentre le immagini della sua Esme in quella cella sembrano non voler proprio andare via.

Stringe i pugni contro il lavello della cucina e mantiene gli occhi chiusi, cercando in tutti i modi di rasserenarsi.
Deve stare calmo, deve ragionare ed essere lucido proprio per farla uscire presto da lì e soprattutto per il suo amato bambino.
Non può permettersi di affondare nell'angoscia e non concludere niente.
Sorseggia un po' quella bevanda calda e si va a preparare per l'ennesima giornata lavorativa che utilizzerà per far uscire Esme dalla prigione.
Ci sarà sicuramente qualcosa tra le varie scartoffie, documenti e testi del Ministero.
Deve firmare delle carte, magari scrivere una lettera al segretario del Ministro.
Insomma, qualcosa la troverà.

Quando arriva in ufficio, infatti, si mette subito all'opera.
Sembra un automa e nella sua testa c'è solo la sua amata Esme.
Osserva le foto poggiate sulla scrivania e mostra un sorriso malinconico: «Ti farò uscire da lì, amore, lo prometto».
Sospira e tira fuori da un cassetto un manuale ministeriale, supponendo che possa trovarci delle risposte adeguate al caso.
La sua testa si affolla di pensieri e si appunta ciò che trova rilevante su un taccuino, sperando possano essere informazioni necessarie per la moglie.
Non vi è molto da analizzare, la maggior parte delle riforme sono anche cambiate, ma nulla lo fermerà dal prendersi carico della sua degenza ad Azkaban e scagionarla.
Sia lui che quei tre amici faranno di tutto per lei e Draco non vuol fermarsi un attimo.
Si sente carico, pieno di energia, nonostante il profondo vuoto che sente dentro il petto perforando il suo cuore che un tempo era rigoglioso di gioia.

«Buongiorno, signor Malfoy»
La voce di Meredith si fa viva nello studio accompagnata da un piccolo sorriso, cosa che lo riporta nel mondo della realtà: «Oh, buongiorno a lei signora Wilson».
«Stamattina la trovo stanco, signor Malfoy, ha bisogno di qualcosa?»
«No, la ringrazio, va tutto bene» scuote piano il capo e riprende a leggere quel manuale, non volendo perdere la concentrazione.
La donna si avvicina piano alla sua scrivania e butta uno sguardo su ciò che sta facendo, abbastanza curiosa.
Intuisce che di nuovo sta lavorando per la moglie e non si capacita come faccia ad essere così tanto preso da quell'obiettivo.
Certo è normale essere preoccupati, ma sembra che niente esista se non quella Smith.
«Se ha bisogno di una mano, può contare su di me»
«Grazie mille, può andare ora» le mostra un breve sorriso cortese, ma vuole solo pensare alle sue scartoffie.

Non ha molto tempo per pensare ad altro che non sia Esme.
Nota nelle varie leggi e protocolli ministeriali che qualcosa non va e ci sono parecchie incongruenze.
Certo è scontato, certo è qualcosa che aveva già immaginato, ma leggere quel libro conferma tutte le sue teorie.
Strofina le dita attraverso i capelli e scuote piano la testa, cercando di trovare la soluzione a quel puzzle che sembra difficilissimo.

Meredith, nel frattempo, è andata a prendere un caffè caldo e riflette su come far aprire quell'uomo, come potergli parlare più spesso e magari farlo concentrare su altro rispetto quel caso.
Intuisce che ha bisogno del suo tempo e lei, in cuor suo, suppone che Draco abbia bisogno di pensare a sé, di pensare a qualcosa di diverso e magari positivo.
Deve avere pazienza, lo comprende, e sa che imponendosi troppo potrebbe minare sulla sua fiducia e magari lo farebbe allontanare ancor di più.
Soffia nella tazza calda e continua a fare supposizioni, cercando la soluzione più adatta.
Quell'uomo è diventato una fissazione per lei, lo osserva tutti i giorni e non può che trovarlo interessante. Non si aspettava una persona di tale portata, di tale fascino, ma un semplice capo da ammaliare con poco.
Si morde l'interno della guancia e riflette, non riuscendosi a togliere dalla testa la sua figura.

PUREBLOOD || She deserves betterWhere stories live. Discover now