𝐋𝐗𝐗𝐗𝐈

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I′m gonna pack my things and leave you behind
This feeling's old and I know that
I′ve made up my mind
I hope you feel what I felt when you shattered my soul
'Cause you were cool and I′m a fool
So please let me go

Draco ha cercato in tutti i modi di fermare Esme, prendendola dai polsi, mettendosi davanti alla porta, scongiurandole di non uscire dal Manor.
L'espressione dell'uomo si è mostrata affranta, piena di dolore e anche stupore, non aspettandosi da lei tale gesto.
Anzi, lui l'ha sempre considerata una certezza, ma si sa che quando le cose iniziano a sembrare scontate è proprio lì che ti vengono strappate via.
«No, Draco, no!» esclama a pieni polmoni «Spostati!»
«Esme, ti prego, rifletti, ragiona...siamo sposati da anni, non puoi fare così»
«Pensi che io sia felice di questa scelta?» mugola addolorata e sposta altre lacrime ricadute sul viso «Ma non ti credo, non mi fido e non voglio che mio figlio stia in pericolo. Tu sei diventato un matto!»
A quell'ultima affermazione si paralizza e comprende che tutto ciò che ha fatto lo porta a sembrare fuori di testa, senza controllo, si rende conto che agli occhi di chiunque sembrerebbe folle, si rende conto che la sua paura è motivata.
Anzi, forse lui stesso avrebbe agito così per proteggere il bambino.

«Non voglio stare in una casa assieme a te! Non voglio che mio figlio stia sotto il tuo stesso tetto... tu... tu, Draco, sei pericoloso!»
Rimane in silenzio, fa un passo indietro e si sposta dalla porta d'ingresso, comprendendo le sue parole tanto crudeli quanto vere.
Annuisce e con gli occhi velati di lacrime non le risponde, la fissa intensamente sapendo che si è rovinato la vita.
Non è stato Lucius a strappargliela, nemmeno quei mostri in galera, o qualche mangiamorte, ma è stato lui stesso. Draco è la vittima e il carnefice di se stesso.
Si è distrutto, si è ferito, ed è rimasto solo per colpa delle sue azioni.
Ha perso la propria famiglia e l'unico uomo da incolpare è proprio Draco Malfoy.

«Mi hai distrutta...ricordatelo»
Il biondo rimane qualche istante muto prima di dire qualche semplice parola, rotta dal dispiacere: «Quando potrò vedere il mio bambino?».
«Quando lo riterrò giusto» sospira «Quando sarai almeno un padre responsabile»
E dopo queste ultime parole lo guarda dritto negli occhi e poi si dilegua via.

Adesso Esme deve fare i conti con una nuova vita, con la solitudine, con un figlio al quale spiegare nella giusta maniera quella separazione.
Adesso Draco deve fare i conti con una nuova vita, con la solitudine, con un figlio che non potrà rivedere finché non avrà compreso i suoi mali.
Non gli è rimasto più nulla, né l'amore della sua vita, né il suo bambino, né la dignità.

È stato ripagato per tutti gli sbagli che ha fatto, perché deludere una donna come Esme è il più grande peccato che si possa fare.
Dopo che lei ha dato il suo animo intero a quell'uomo, lui non è stato capace di mostrarle la sua fedeltà.
La cosa peggiore è che si è approfittato del suo stato di debolezza, ha dato per scontata la sua persona, e così l'ha fatta sentire una nullità.

Esme Smith è una donna stanca e non riuscirebbe a vivere bene al fianco di un uomo come lui.
Quella permanenza ad Azkaban l'ha segnata al punto da darle una visione della vita differente e l'ha portata al limite, le ha fatto capire che non può permettersi altro dolore.
Lei non riuscirebbe a reggere un singolo malessere in più, la sua voglia di rimanere in piedi è al minimo, lo fa solamente per amore del figlio. E quel figlio merita di stare lontano da quelle tragedie.

Adesso si parlerà della morte naturale di Lucius, si continuerà ad indagare sull'uomo mascherato, e lei ora deve andare via. Non può permettersi di rimanere un altro minuto lì e lasciare in pericolo sé ma soprattutto Scorpius.
Il suo cuore è devastato, l'uomo che ama ha rovinato ogni cosa, ma non può permettere di piangersi addosso, deve proteggere il piccolo.
L'Inghilterra non è più un posto sicuro.

PUREBLOOD || She deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora