𝐗𝐕𝐈𝐈

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<<È questo un pugnale che vedo davanti a me,
il manico verso la mia mano? Vieni, lascia che ti stringa.
Non ti ho, eppure ti vedo ancora.
Non sei, visione fatale, sensibile
a sentirti come a vista? o sei solo
un pugnale della mente, una falsa creazione, che
procede dal cervello oppresso dal calore?
>>

Esme è tornata prima di Draco a casa e si presta a leggere qualche pagina di un vecchio libro per passare il tempo.
Il Macbeth di William Shakespeare è una buona compagnia questo pomeriggio e riesce a tranquillizzarla dopo giorni di lavoro orrendi.
Entrare al Ministero e svolgere compiti in veste di semplice segretaria del dipartimento Auror non è il massimo per una donna piena di energie e talenti. Nulla da togliere a chi svolge questo genere di lavoro, ma non è certo adatto ad Esme Smith.
Per quanto vorrebbe fare questioni, non è certo il momento adatto.

Rimane sdraiata sul divano con il gatto posato sulle proprie gambe, mentre il piccolo Scorpius riposa adagiato in un comodo box posto al suo fianco. Sfoglia le pagine spensieratamente e spesso butta un occhio verso il figlio, sorridendo nel notare la sua guanciotta schiacciata contro il cuscino. Certo che è davvero un amore.
Accarezza Salem dolcemente e si gode la sua morbidezza sotto i propri polpastrelli, trovando quel gesto rilassante.
Sposta poi lo sguardo verso il grande orologio in legno appeso in quella villa maestosa e attende impaziente Draco, annoiandosi a stare da sola in casa. Quanto vorrebbe essere in giro a fare qualche missione da Auror.

Sente la serratura della porta far rumore e subito si alza in piedi, lasciando il gatto sul divano e accorrendo verso il marito.
Gli salta praticamente addosso e lui sobbalza stupito, facendosi sfuggire una risatina divertito.
«Come mai questo benvenuto così caloroso?» continua a ridere e le stampa un bacio sulla guancia, entrando in casa con la ragazza ancora avvinghiata a sé come se fosse un koala.
«Mi stavo annoiando e mi serviva qualcuno da torturare!» esclama con un riso, iniziando a riempire il suo viso di baci ovunque.
Passa per le guance, il naso, la fronte e le labbra.
Draco la posa a terra delicatamente e la vede correre verso il salotto a piedi scalzi.
Lei indossa semplicemente una maglia del compagno che le arriva sotto il sedere, che l'avvolge comodamente e facendola apparire molto tenera.

«Stasera cosa vuoi cucinare, ah?» domanda sempre con fare energico, voltandosi dal marito e mostrandogli un raggiante sorriso «Potremmo cucinare degli spaghetti! Oppure una quiche, ehm... magari uno sformato!»
«Calma fatina, è presto per pensare alla cena»
Ancora una volta ride per via del suo modo di fare euforico e si avvicina alla ragazza togliendosi subito la giacca indossata per il lavoro.
L'appende sul proprio avambraccio e ha gli occhi spalancati per la confusione mentre la sente ancora una volta parlare a macchinetta.
«Allora possiamo leggere qualcosa amore, oppure vedere la televisione! Oh, non la vediamo da tanto, che ne pensi, Draco? Possiamo anche sentire della musica visto che ho preso un nuovo giradischi, lo sai? È vintage, l'ho preso in un negozio di antiquariato e-»
Non finisce di parlare che il marito le prende il viso tra le mani e la fa tacere con un bacio. Lei sussulta quando percepisce le sue labbra contro le proprie, ma subito si scioglie sotto quel tocco, sospirando rilassata.

«Sei una gran chiacchierona, te l'ho mai detto?» sghignazza contro le labbra della bruna e strofina il naso contro il suo dolcemente.
«Il nostro primo giorno di Pozioni assieme, a dire il vero»
La bacia ancora una volta e poi si stacca dal suo viso, osservando la sua espressione serena.
Sa che per lei è un periodo difficile, ma è grato che sia una persona positiva e sempre con un sorriso dipinto in volto.
La sua Esme è come un vulcano e lui ha un debole per lei.
Sta per baciarla ancora una volta, finché le loro effusioni non vengono interrotte da un ometto di loro conoscenza.
Scorpius, infatti, si mette dritto, aggrappato alla ringhiera del box, emettendo qualche versetto per attirare la loro attenzione.

PUREBLOOD || She deserves betterWhere stories live. Discover now