𝐂𝐈𝐕

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Potete leggere questo capitolo ascoltando l'ultima canzone aggiunta nella playlist Spotify di PUREBLOOD (trovate il link in bacheca)

"Da: Esme Smith
A: Draco Malfoy
Sono Esme, puoi raggiungermi?
Sono a casa mia. Grazie."

Draco è rimasto alquanto stupito nel ricevere quel messaggio sul telefono, lei non lo aveva mai chiamato prima di quel momento e non ha mai necessitato la sua presenza, ma questa volta non sembra così.
Dopo i funerali del padre, la Smith ha preferito tornare a casa propria a Charleston per poter dedicarsi a sé e prendersi del tempo per meditare sul suo lutto.
Il piccolo Scorpius è stato lasciato da Harry per un po', così che possa stare sereno assieme ai suoi cuginetti e non pensare a quello che è appena successo.
Lei purtroppo non ha testa per dedicarsi a qualcosa che non sia la sua perdita ed è normale, proprio perché adesso che era riuscita a star meglio si è trovata a soffrire ancora una volta.
Si è rintanata in casa, sono due giorni che è chiusa in camera sua a piangere e meditare su cosa è accaduto, senza molta forza né voglia di fare altro.
Ma sente di avere il bisogno di essere consolata, di ricevere un abbraccio o almeno una semplice parola di conforto perché adesso sa che da sola non riesce a stare. È consapevole che l'unica persona adatta a questo compito è proprio Draco, sa di sentirsi a suo agio con lui, stranamente si fida questa volta.
Lui è l'unico capace ad asciugarle le lacrime.

Anche Draco era tornato in America e adesso ci ha messo giusto un paio di minuti per catapultarsi dalla donna, senza pensarci due volte.
Ha aperto la sua porta con un incantesimo e l'ha cercata per casa, sentendo dei singhiozzi provenire dal piano di sopra.
Entra in camera sua e la trova rannicchiata sopra il materasso, con la testa poggiata contro le ginocchia e i capelli che crollano lungo la sua figura minuta ed esile.
Si avvicina cauto e sospira, permettendosi di accomodarsi al suo fianco, sedendosi sul bordo del letto.
«Hey... eccomi» mormora piano, posando con delicatezza una mano sulla sua spalla.

Esme alza il viso e tira su col naso, sfregandosi una mano contro gli occhi e guardandolo con sorpresa: «Sei venuto sul serio...».
Lui annuisce e le sorride leggermente, ma trovava scontato presentarsi dalla donna: «Certo, perché non sarei dovuto venire?».
In realtà, a lei è sembrato un po' da ipocrita chiedere il suo aiuto ma non poteva fare altrimenti, lui è pur sempre Draco, l'unica persona con la quale non prova vergogna a farsi vedere fragile.
«Perché ti ho chiamato solo adesso dopo tutti questi anni» confessa velocemente, cercando di asciugare le sue guance umide con le maniche della sua maglietta.

Un sorriso spontaneo si disegna sul volto di Draco e le dona una carezza, lui ha compreso il suo punto di vista e trova molto dolce da parte sua aver considerato questo aspetto, facendogli capire che è tutt'altro che un'approfittatrice bensì Esme ci tiene ad essere una persona giusta nei suoi confronti, nonostante tutto quello che le ha fatto in passato e la loro attuale separazione.
«Te l'ho detto anche un paio di giorni fa: io ci sono per te, sempre» le dona una carezza sul viso e le sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Hai fatto bene a chiamarmi, davvero»
Lei annuisce piano e si lascia toccare, prendendo anche un profondo respiro, come se fosse il primo fatto nelle ultime quarantotto ore.

Draco si toglie le scarpe e si mette a gambe incrociate davanti a lei, che ancora chiusa come un riccio lacrima senza interruzione.
Lui nota anche il grande numero di fazzoletti sparsi a terra e sulle coperte e poi anche una foto sul comodino che raffigura Esme assieme al padre quando era una bambina.
La prende e sorride, trovandola davvero adorabile: «È molto bella, sai? Eri carinissima».
«Ero piccolissima, avevo quattro anni qui» spiega con un filo di voce, buttando uno sguardo su quell'immagine che le fa stringere il cuore.
«Sei sempre piccolissima» afferma con un riso, per strapparne uno anche a lei nel tentativo di rallegrarla.
Lei scuote il capo ma un piccolo sorrisetto riesce a farlo, gli occhi lucidi si piegano e si stringe nelle sue stesse spalle con tenerezza.

PUREBLOOD || She deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora