𝐗𝐂𝐈𝐗

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La notte non è stata gentile quanto la giornata pacifica trascorsa tra buon cibo e passeggiate.
Esme ha avuto inaspettatamente tanti anzi troppi incubi che l'hanno sommersa fino a farla boccheggiare.
Si è svegliata di continuo, ogni volta che chiudeva gli occhi la sua mente le riportava scene disastrose.
Probabilmente rendersi conto che sono due anni che se la cava da sola, con i pesi dei suoi dolori ancora addosso, l'ha completamente travolta.
Per quanto lei stia bene ed è andata avanti, il passato è rimasto sotto il tappeto, come la polvere che non si vuole spazzare via e che accumulata ci provoca un bel po' di starnuti.
Così il suo passato, che mai è stato cancellato, è tornato questa notte a darle un po' di fastidio.
Un po' come quando non ha sopportato i forti rumori dei fuochi d'artificio e non è riuscita a rispondere alla signora Diaz dopo quel suo commento.

Sono le sei di mattina, è inutile provare a dormire ancora.
Si alza barcollando dal letto e tutta sudata va a prepararsi del tè caldo per potersi rilassare, prende un grosso respiro e si riversa sulla sedia della cucina.
Gli occhi si rivolgono alla finestra, il cielo sta diventando man mano sempre più chiaro, il sole inizia a spuntare dietro la staccionata, e i primi uccellini si svegliano.
Il mal di testa, però, non la lascia godersi questo piacevole spettacolo e martella incessante nelle sue tempie.

Rivedere ciò che ha subito ad Azkaban è stato forte, stringe gli occhi così da non far caso a quegli incubi, ma sono così veritieri ed indelebili che le sta risultando faticoso smettere di pensarci.
Il tè non è nemmeno abbastanza efficace e forse quest'oggi non sarà così spensierato come il giorno prima, dovrà portarsi dietro un'emicrania pazzesca.
Sicuramente prenderà una pozioncina, ma di certo non vi è rimedio ai brutti ricordi.
Strofina una mano contro il viso e sbuffa, non ci voleva proprio.
Certe volte vorrebbe scontrare la fronte contro il muro, magari è la buona volta che si dimentica quelle atrocità.

Si mette sul divano e accende la televisione, magari potrà distrarsi un po' e non c'è canale migliore che quello dedicato ai bambini.
I cartoni animati riescono a distrarre senza costringerti a porre troppa concentrazione, il che è un toccasana per una mente già tormentata come quella di Esme.
Il corpo è disteso e la testa posata su un piccolo cuscinetto, mentre gli occhi sono rivoli sullo schermo, sbadiglia e magari riuscirà anche a prendere sonno.
Quelle vocine acute riescono a soffocare le urla che vagano nella propria mente e così finalmente riesce un po' a dormire.

Ore 09:36

Il citofono interrompe la sua quiete che aveva finalmente ritrovato, apre faticosamente gli occhi e la luce dei raggi solari penetra attraverso le ciglia.
Mugola poco contenta, si alza confusa e apre la porta senza pensarci due volte.
«Oh, pensavo di trovarti già sveglia, ero venuto a riportare delle cose di Scorpius e avvisarti che sta bene» è Draco, che le sorride e nota che ha la forma del cuscino sulla guancia e un aspetto davvero molto stanco.
«Mh... ho dormito poco» scuote le spalle e sbadiglia di nuovo, facendogli cenno con il capo di entrare e posare il borsone del figlio.

Draco nota la televisione accesa, una tazza posata sul tavolo della cucina e la osserva meglio per analizzarle l'aspetto.
«Comunque ieri gli ho messo la crema e siamo stati bene, adesso è con Dorothy e ho già lasciato il mio numero ai genitori»
Lei annuisce, si accascia su una sedia con le braccia contro il tavolo e chiude gli occhi.
Non è mai stata così stanca nell'ultimo periodo, ma quei brutti ricordi le hanno fatto perdere un sacco di energie.
«Esme, tutto bene?» le domanda spontaneo, non per farsi gli affari suoi ma perché ha davvero una brutta cera.
Si siede davanti a lei e sospira, aspettando una sua risposta che però non arriva.

«Ti preparo la colazione, dai» si alza e decide di far qualcosa di utile per lei, comprendendo che non ha voglia di dare spiegazioni e non può costringerla a farlo.
«Lascia stare» mugola «Vai via»
«Dico davvero, preparo un paio di cose e me ne vado, lasciami fare»
Esme non si mostra contenta a questa proposta, borbotta qualcosa di incomprensibile ma non ha molta voglia di impegnarsi con qualche lagna.
L'uomo fa un paio di uova, ci mette vicino anche del formaggio e poi le tosta del pane e ci spalma del burro.
«Vedo che hai già preso del tè, ti farebbe bene del succo» e le serve tutto con molta gentilezza, mentre lei è ancora contro il tavolo.
«Mh... sì, grazie»

PUREBLOOD || She deserves betterWhere stories live. Discover now