𝐗𝐈𝐗

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Scorpius è l'unico ad essere riuscito a dormire.
Draco ed Esme lo hanno adagiato nella sua culla e hanno tirato un sospiro di sollievo non appena si è lasciato andare tra le braccia di Morfeo.
Adesso devono pensare a qualcosa di importante e sistemare una problematica che si sta mostrando molto più grande di quello che poteva sembrare.

La giovane donna esce fuori dalla stanzetta del figlio e si poggia contro il muro, sfregandosi le braccia e sentendo un brivido di terrore percorrerle la schiena. Le labbra si strofinano una contro l'altra e la fronte è aggrottata in un'espressione preoccupata.
Il marito chiude la porta della camera alle sue spalle e porta lo sguardo sulla compagna, intuendo che sia ancora scossa.
Le accarezza la testa e si avvicina a lei, prendendole le mani e posandoci sopra un breve bacio: «Sei pronta?».
«Non proprio...» ammette, accompagnata da un sospiro «Non parlo con le mie Antenate da troppi anni, Draco»
Ritornare a comunicare con quelle voci non è un'idea che l'entusiasma molto e la preoccupa una loro risposta.
Sa bene che tutto quello che è accaduto non è da sottovalutare, quindi è consapevole delle possibili cattive notizie che potrebbe ricevere.
Draco afferra le sue dita con le proprie e si dirigono in camera da letto, dove potranno per qualche minuto dedicarsi alla sua magia.
«Sai a cosa pensavo, Esme?» domanda mettendosi a sedere sul bordo del letto e invitandola a fare lo stesso con un cenno del capo.
«A cosa?» scuote le spalle e si accomoda al suo fianco, accarezzando una sua gamba e sentendo poi la sua mano avvolgere la propria.
«Ti ricordi quando hai sanguinato dal naso? O quando hai avuto un incubo? Pensavo che-»
«Sì, Draco, erano dei chiari messaggi» lo anticipa annuendo un paio di volte e socchiudendo gli occhi per qualche secondo.
Anche lei è arrivata alla conclusione che quei sintomi erano dei segnali riguardo qualche pessimo avvenimento.
Tuttavia, non essendo più abituata a quel genere di sensazioni non è riuscita a riconoscerle subito e, oltretutto, sono apparse in maniera flebile e in momenti disparati.

Esme si passa una mano attraverso i capelli bruni e mantiene gli occhi chiusi per qualche istante, cercando di tranquillizzarsi e ordinare i pensieri nella sua mente.
«Ho paura di cosa potrebbero dirmi...ho paura di ricevere delle brutte notizie» confessa al marito, voltandosi verso di lui e guardandolo con sguardo affranto.
Draco annuisce lentamente e inspira a pieni polmoni, comprendendo il suo stato d'animo e avendo la sua stessa preoccupazione.
Afferra la sua mano e si sforza a mostrarle un sorriso, volendo darle un po' di forza in più: «Affronteremo tutto assieme, qualsiasi cosa sia».
Lei ricambia la sua espressione positiva e attorciglia con forza le proprie dita contro le sue: «Sempre assieme, sì».
Il giovane uomo posa un bacio sulla sua guancia e nota che è ancora turbata, pensando ad un modo per poterle dare coraggio.
Ebbene sì, questa volta è Malfoy ad infondere coraggio ad una Smith temeraria.
«Se vuoi possiamo farlo insieme, Esme» le propone sempre sorridendo «Rimango vicino a te tutto il tempo»
«Lo vuoi fare ora, vero?»
«Lo sai anche tu che è la cosa giusta da fare»
Si morde il labbro inferiore e pronuncia un flebile "sì", sapendo che deve seguire il suo consiglio. Proprio per questo, decidono di intervenire immediatamente, senza perdere altro tempo.

Esme si mette a gambe incrociate sul materasso e immediatamente le sue mani vengono afferrate da quelle di Draco, pronto a darle ancora una volta il suo supporto. La guarda negli occhi in maniera estremamente seria e le mostra un piccolo cenno con il capo, facendole comprendere che può iniziare a dare voce alla sua magia.
Da troppo tempo non le sentiva e adesso dovrà compiere una piccola evocazione, addentrandosi nei meandri del suo inconscio e incontrando lì quelle persone che le sono state un tempo molto d'aiuto, guidandola in una profezia misteriosa.

Le palpebre di lei si chiudono ermeticamente e le labbra si muovono a tempo di un breve mantra ripetitivo.
Chiama le sue Antenate per poter conferire con loro e dopo un paio di minuti ecco che riesce a catapultarsi in quella vecchia e famosa stanza bianca colma di luce.
Lei si trova lì, da sola, e attende che qualcuno l'accolga per poterle parlare.
«Sei di nuovo qui, Esme»
Si volta e nota una donna guardarla con un breve sorriso dipinto in volto, avvicinandosi fluttuante al suo corpo e mantenendo le mani rugose dietro la schiena.
I capelli argentei ricadono sulle sue spalle e gli occhi scuri la fissano poco meravigliati: «Sapevamo che saresti arrivata».
«Mi avete mandato dei messaggi, ma non vi siete più proiettate nella mia mente. Come mai? Come mai non ho sentito le vostre voci?»
«Il nostro compito si è concluso nel momento in cui la profezia si è avverata, cara, ma abbiamo percepito delle vibrazioni negative, quindi abbiamo deciso di mandarti dei segnali»
Annuisce alle sue parole e iniziano entrambe a camminare, una al fianco dell'altra, così da poter continuare la loro discussione.

PUREBLOOD || She deserves betterWhere stories live. Discover now