CAPITOLO 89

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''Tranquilli tanto verrà subito, non temete.''
''Come fai ad esserne sicuro?''
''Perchè credo che ci tenga davvero a lei, fidatevi di me, verrà di sicuro.''
''Se lo dici tu.''
''L'unico problema è che non so se riuscirà a trovarci, qualche indicazione gliel'ho data speriamo bene.''

Riesco a sentire solo queste parole non appena mi sveglio, perchè non appena se ne accorgono, smettono di parlarne.
''Ti sei svegliata.''
Mi dice Daniel avvicinandosi.
Non so per quanto tempo sono rimasta priva di sensi, so soltanto che ho un bavaglio sulla bocca che non mi permette di parlare, e sono anche legata con i polsi dietro la schiena.
Sopra al tavolo, in bella vista, riesco ad intravedere una pistola.
Inizio ad agitarmi e proprio in quel momento, Daniel toglie il bavaglio che mi impediva di parlare.
''Dimmi tutto.''
Dice in modo sarcastico scatenando una piccola risata da parte dell'altro ragazzo che era con lui.
''Cosa ci faccio quì? Cosa succede?''
Queste sono le uniche parole che riesco a pronunciare nonostante stessi tremando.
''Tranquilla Chloe, non ti succederà niente.''
''Daniel devi spiegarmi cosa sta succedendo e perchè mi trovo in questo posto.''
''Non c'è bisogno che ti spieghi, tra un po' avrai tutte le risposte e capirai tutto di chi è davvero la persona che hai avuto al tuo fianco.''
Non riesco a capire, Daniel si sta comportando in questo modo mettendomi alla guardia su Justin ma fino a prova contraria è stato lui ad anestetizzarmi e a legarmi.
''Liberami subito, non riesco a credere che tu mi stia facendo questo.''
Gli dico mentre iniziano a scendere delle lacrime dal mio viso.
''Non ti succederà niente.''
''Inutile che continui a dirlo! Già adesso sta accadendo qualcosa, non è cosa da tutti i giorni trovarsi legati ad una sedia!''
''Wow quindi non fa nessun gioco erotico con Justin.''
Dice il coglione che era con noi ridendo, ma continuo a piangere ancora di più non appena mi rendo conto che era anche Daniel a ridere.
''Ma chi cazzo sei tu? Chi cazzo sei?''
Inizio ad urlare e continuo ad agitarmi.
''Oh calmati altrimenti dovrò rimetterti il bavaglio.''
Mi dice il ragazzo che era con lui.
''Chloe, ho un valido motivo per comportarmi in questo modo, Justin non è chi pensi, quel coglione è un assassino, non immagini cosa abbia combinato e quante persone abbia ucciso, c'è lui dietro tutto questo.''
Per un attimo iniziano a tornarmi in mente i ricordi legati a tutto ciò che è successo in quest'estate, ma tra tutto ciò non mi vengono in mente omicidi.
''Ha ucciso molti uomini di Don Trevor, è un miracolo che lui sia ancora vivo, per questo sei quì, sei solamente un'esca, non ti succederà niente.''
''Quindi tu sei davvero dalla parte di Don Trevor.''
''Chloe, Don Trevor è come se fosse un secondo padre, è tutto per me, mi ha dato una nuova vita, degli obiettivi da raggiungere, lo rispetto e lui mi rispetta."
Daniel purtroppo sembra esser del tutto lucido dinanzi a questa situazione, non sembra che stia mentendo e solo assumendo questo atteggiamento riesco a capire che in realtà ha finto in tutti questi giorni, il vero lui è questo, colui che mi tiene legata ad una sedia come un'esca.
Continuo ad agitarmi, e i miei respiri diventano abbastanza profondi.
"Dalle un po' d'acqua che ha sete!"
Gli dice il signor sconosciuto.
"No grazie, non accetto niente."
"Cosa c'è? Non ti fidi?"
Mi domanda anche questa volta, in modo del tutto sarcastico, Daniel.
"No, per niente."
A quel punto prende una bottiglia d'acqua, ne versa un po' nel bicchiere e da un sorso.
"Ecco, adesso puoi bere."
Continuo a guardarlo in modo confuso, non so se ha davvero bevuto o se ha fatto finta, non so cosa possa esserci all'interno della bottiglia, vorrei non cascarci più e restare sveglia.
"Oh e va bene."
Questa volta riempie il bicchiere, e capisco che lo beve per davvero quando mi mostra lo stesso bicchiere vuoto.
"Va bene?"
Con un cenno capisce, e dopo avermi versato dell'acqua si avvicina a me e mi aiuta a bere, ne avevo veramente bisogno.
"Questa pensava che l'avvelenassimo."
Continua a ridere quel tizio.
Ad un certo punto veniamo distratti da un suono.
"Cos'era?"
Domanda Daniel guardando verso la porta impugnando la pistola che aveva lasciato sul tavolo, lo stesso fa il tipo che era con lui.
La tensione è alle stelle, peggio di qualche minuto fa, sento di stare nuovamente per svenire, ma non succede quando dinanzi ai miei occhi viene aperta la porta con un calcio.

Bacio d'ingannoWhere stories live. Discover now