CAPITOLO 38

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CAPITOLO 38
Il mio vestitino bianco andrà benissimo per questa sera, non so come realizzare il mio make up, per questo decido di consultare alcune pagine su Instagram, a volte sono molto d'aiuto.
Tyler starà per arrivare e nel frattempo io non faccio altro che pensare a ciò che è successo in questi giorni, mi hanno destabilizzata così tanto che sto per uscire con un altro pensando ad un'altra persona, e questo non è da me, ma capisco che devo pensare a me stessa quando mi torna in mente che lui passerà la notte, e chissà quante altre a casa di un'altra, ed è una cosa che non deve riguardarmi.
Tyler mi scrive un messaggio su whatsapp, è arrivato, ed io lo raggiungo.
Entro in macchina e ci salutiamo, non lo vedevo da così tanto tempo che avevo persino dimenticato come fosse, e infatti, non sembra per niente male, o almeno è ciò che voglio pensare.
Ha un giubbotto di pelle sopra ad una canotta bianca, sta veramente bene.
"Finalmente ti vedo, pensavo di dover aspettare all'anno prossimo."
Scherza lui, ed io gli sorrido, chissà perché sapevo avrebbe detto una cosa del genere.
"Ti voglio portare in un bel posto, ma dobbiamo prendere l'autostrada."
Annuisco, chissà dove dovrà portarmi, so soltanto che l'ultima volta che ho preso l'autostrada è stato insieme a Justin, ma cavolo devo smettere di pensare a lui.
Saliamo sull'autostrada ed ecco che Tyler aumenta la velocità della sua macchina ed inizia a sfrecciare insieme alle altre.
Mi distraggo cercando di guardare il paesaggio, ma oltre i lampioni non si riusciva a vedere nulla, era tutto molto buio, la notte aveva preso il suo posto.
Ad un tratto, il vento alza il mio vestitino, cerco di abbassarlo subito, ma vedo che Tyler non ci abbia messo molto ad accorgersene, infatti i suoi occhi sono fissi sulle mie gambe, non giudico il suo gesto, penso che chiunque avrebbe guardato, ma non ci siamo mai trovati a stare da soli, non so se ci proverà, e non so se ci starei.
Dopo un po' di tempo finalmente arriviamo e la cosa più bella della serata è che siamo ad un bellissimo ristorante di pesce sul mare, ci sediamo ai tavoli e decidiamo subito di ordinare.
"Sai perché ti ho portata qui?" Mi chiede lui all'improvviso.
"No." Gli rispondo sinceramente.
"Perché ho capito subito che tu mi avessi etichettato come un cretino che ci prova con tutte ai bar, ed ecco che per riscattarmi e per farmi conoscere meglio, che ti ho portata in questo ristorante elegante."
Wow ha davvero ragione, era questo il motivo per cui lo avevo accantonato, ma non perché non fosse elegante, non è importante l'eleganza, ma perché non mi aveva tanto colpita il loro tentativo di approccio al bar, tutto qui.
"Hai ragione, devo guardare oltre e per questo ho deciso di vederti."
Bugia, ho deciso di vederti per cercare di non pensare a Justin, ma lui è ancora nei miei pensieri, me ne accorgo soprattutto quando uno dei camerieri si chiama come lui, l'ho visto dall'etichetta sulla camicia.
"Iniziamo da una domanda basic, di cosa ti occupi nella vita?"
Mi domanda una volta arrivata la frittura di pesce che insieme iniziamo a mangiare.
"Abbiamo un negozio di famiglia, in cui faccio la commessa, tu invece?"
Ecco, ad esempio questa domanda Justin non me l'aveva mai posta, ed oltre le cazzate che fa con Daniel, non so nemmeno di cosa si occupa.
"Sono uno steward di volo."
Wow, non pensavo facesse un lavoro così interessante, mi ha sempre affascinato.
"Sei fidanzata? Questa è la domanda numero 2." Mi chiede, ed ecco che a questa domanda così semplice, che mi torna in mente l'intera scena di Justin che mi bacia dietro l'albero di Theodore, continua ad essere molto presente nei miei pensieri.
"No, non lo sono."
"Perfetto."
Dice lui sorridendo.
Dopo mangiato, decidiamo di scendere in spiaggia ed ecco che prendiamo due lettini in cui decidiamo di sederci.
La luna questa sera era piena, ed è veramente stupenda.
Di solito quando fissiamo la luna, lo facciamo pur sapendo che è molto lontana da noi; ci attrae, ci trasmette pensieri, ci affascina, ma è lontana.
Nonostante la luna sia così lontana da noi, il suo fascino non ci stanca mai.
Un po' come te, Justin, sei lontano da me, ma non mi stanchi, mi attrai come se fossi sempre indispensabile.
"A cosa pensi?" Mi chiede Tyler, sto iniziando a capire che questa uscita potevo evitarla, gli ho solo fatto perdere tempo.
"A nulla." Gli rispondo, decido di continuare ad andare avanti per vedere se almeno un attimo riesco a smettere di pensarci.
Tyler si avvicina, ed ecco che mette la sua mano sulle mie gambe, lo sapevo che prima le aveva adocchiate, ed io decido di lasciarglielo fare, così continua ad avvicinarsi, finché non arriva a toccare le mie labbra con le sue.
Ci baciamo, e nel mentre, lui sposta le sue mani tra le mie gambe, fino ad arrivare sulle mie mutandine.

Bacio d'ingannoWhere stories live. Discover now