Capitolo 20- Decisioni

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Jungkook era deciso. Sapeva cosa fare. Grazie alla chiacchierata con nonna Younim si era deciso a fare quel passo. Scese lentamente le scale notando che la pioggia continuava a cadere incessante ma il vento ed i fulmini cominciavano a placarsi. Forse quella tempesta stava per concludersi? 

Una volta finite le scale non annunciò fin da subito la sua presenza, preferì notare quei due Signori, i suoi nonni, seduti comodamente sul divano. Stavano guardando la televisione anche se Jungkook lesse nei loro corpi una certa aria di tensione. Avevano un nipote chiuso in camera al piano di sopra che non voleva parlargli dopo avergli sputato dei maltrattamenti che riceveva. Forse tesi era insufficiente per descrivere il loro stato d'animo. La donna sfogliava una rivista anche se Jungkook fu sicuro che non stesse effettivamente leggendo. Portava gli occhiali sul naso, ma questi erano divenuti opachi a causa del caldo vapore che usciva dal tè che la donna stava bevendo. L'uomo invece si era cambiato i vestiti. Non portava più quel completo elegante, ma un paio di jeans vintage e una maglietta color marrone.

Decise di annunciare la sua presenza con un delicato colpo di tosse. Se suo nonno si voltò abbastanza in fretta mentre la donna venne scossa dalla sua presenza. 

Quest'ultima si alzò in fretta- Jungkook...- non seppe più cosa dire. Infondo quel nipote gli aveva urlato contro di non voler più parlare con loro.

-Vi...Vi...- balbettò- disturbo?-.

-Oh no...- continuò la donna.

-Posso...Posso- non sapeva bene come comportarsi - farvi alcune domande?-.

I due signori rimasero sorpresi. Di fatto non risposero subito, si presero del tempo per guardarsi tra loro. Jungkook pensò di averla combinata grossa. E se adesso erano loro a non volergli più parlare? Forse li aveva delusi quando gli aveva urlato contro? 

Però anche lui era deluso.

-Certo Jungkook- rispose l'uomo - ti va di sederti?- e gli indicò la poltrona libera.

Jungkook guardò quel posto titubante, sapeva che doveva porgergli quelle domande, voleva farlo, ma era più forte di lui quell'istinto di scappare. Stava facendo la cosa giusta? Il suo cuore e la sua mente avevano smesso di parlargli. La decisione presa grazie a nonna Younim non sembrava poi così decisa. Eppure Jungkook costrinse le sue gambe a camminare fino a quella poltrona e mettersi seduto.

-Vuoi del tè?- gli chiese la donna.

Fece cenno di no con la testa. Non voleva rimanere più a lungo del tempo necessario per chiarire quella situazione. Non era per punirli, era lui che non riusciva ancora a stare con loro in modo normale. Infondo si erano conosciuti quello stesso giorno.

-Cosa vuoi sapere?- chiese l'uomo mentre la moglie si sedeva pronta per ascoltare.

-Prima di tutto...- Jungkook prese aria e riempì i suoi polmoni- vorrei scusarmi se ho urlato prima...-.

-Non ti preoccupare, capiamo- rispose la donna, solo allora Jungkook si permise di lasciar andare l'aria che aveva trattenuto.

-Ma prima che tu possa continuare- disse l'uomo - vorremmo farti noi una domanda...Se permetti-.

Jungkook annuì forse già sapendo di cosa si trattava.

-è vero? Di tuo padre?-.

-Sì...- sospirò Jungkook senza mezzi termini. Infondo non sapeva come addolcire quella pillola e né voleva addolcirla. Era comunque colpa dei suoi nonni se il padre lo aveva maltrattato. O forse no? Magari suo padre era sempre stato quel mostro e lo avrebbe picchiato anche senza quel fattore eredità. 

-Puoi raccontarci cosa ti faceva?- chiese la donna - Non vogliamo fartelo rivivere- si trovò a specificare - Sapevamo che tuo padre non era uno degli uomini più bravi del mondo, ma non abbiamo mai pensato che potesse arrivare a picchiare suo figlio-.

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now