Capitolo 29 - Ananke pt. 1

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Quella sera anche se non stava piovendo il tempo non era dei migliori. Il freddo era così intenso da penetrare nelle ossa nonostante il pesante soprabito di Jungkook e la folta pelliccia di Taehyung. Erano rimasti d'accordo con Namjoon e Seokjin di incontrarsi direttamente in azienda. 

Taehyung, anche se conosceva benissimo la zona dove sorgeva la Kim, non aveva potuto evitare il traffico che la mostra di Jihoon aveva causato. Data la particolarità dell'evento, come ogni festa che si teneva alla Kim, il buon gusto e l'eleganza facevano da padrone e ciò significava anche saper gestire le richieste delle persone altolocate. Parcheggiatori gestivano il traffico di macchine e i valletti indicavano il percorso da seguire causando il nervosismo di Taehyung. Ci aveva messo dieci minuti per trovare parcheggio! Normalmente quando andava a lavoro in auto aveva già il suo posticino garantito, invece grazie a quell'evento i parcheggiatori stavano solo creando disagi. Per fortuna che Taehyung, come si è detto, conosceva a memoria quell'edificio e di fatto invece di seguire il fiume di persone che preferivano prendere l'ascensore, aveva sfruttato una via secondaria, tanto il risultato era lo stesso. Da quello che sapeva, come ogni evento che si teneva alla Kim, avrebbe dovuto fare un'elegante passerella davanti a giornalisti, fotografi e chi ne ha più ne metta. Suo padre faceva sempre allestire un ampia zona, di solito il piano inferiore a quello sfruttato, come zona di ingresso per gli invitati. Gli piaceva fare scalpore, essere sempre al centro dell'attenzione. 

Taehyung notando quello sfarzo che la Kim emanava quella sera pensò davvero che il padre soffrisse di un tale "disturbo". In effetti lo stesso Jungkook ammirava estasiato la bellezza di quell'azienda. Certamente era entrato altre volte in quell'edificio ma ogni volta rimaneva estasiato dallo splendore che quell'edificio potesse donare agli occhi dei visitatori. L'edificio era sempre lo stesso, alto, possente e magnifico, ma allo stesso tempo sembrava diverso come se la Kim avesse quel particolare potere di trasformazione. Forse era l'allestimento che Jennie aveva fatto che faceva sembrare la Kim così magnifica. Jungkook si appuntò di congratularsi con la ragazza anche se ipotizzava che per certi accorgimenti doveva per forza essere lo zampino del Signor Kim. Ad esempio quella lunga passerella con tanto di "red carpet" ( ma dove erano ai Mama?) riempita di fotografi. Jungkook comprendeva che gli invitati erano persone di alto rango, ma era proprio necessario una cosa del genere? 

Si chiese se almeno la metà di quegli invitati comprendevano o sapevano riconoscere l'arte di Jihoon. Di sicuro lui, Jungkook, l'avrebbe senz'altro apprezzata ed ammirata, ma allo stesso tempo comprendeva a cosa fosse dovuto quell'evento. Nessun fotografo poteva compiero il proprio lavoro senza un certo "sussidio". Quell'evento serviva proprio per vendere alcune particolari opere di Jihoon, le ultime fatte, e in più sarebbero state mostrate le sue opere più importanti e storiche. 

Il rapporto che legava Jungkook e i giornalisti non era mai stato dei migliori e, diciamolo, dopo il comunicato stampa della Kim, si era incrinato ancora di più. Non voleva denigrare il loro lavoro, ma cavolo potevano lasciarlo un attimo in pace. Era nervoso di fatto nel dover percorre quella passerella, quasi avrebbe chiesto a Taehyung di tornare a casa o nascondersi nel parcheggio. Non capiva il perché di quella sceneggiata e temeva che quegli stessi giornalisti potessero chiedergli dei maltrattamenti che subiva. 

Non fece in tempo a far capire a Taehyung i suoi timori che quegli stessi giornalisti si voltarono armati di macchina fotografica, registratori, videocamere e microfoni verso di loro. Le domande erano così tante e sputate così velocemente da non essere recepite dai due ragazzi e nonostante tutto erano ancora lontani da quel centro di attenzioni. Jungkook fu bloccato da quella "violenza" tanto da fermare Taehyung per un braccio, ma come temeva il marito non gli rivolse quel sorriso rassicurante di cui aveva bisogno. Erano arrivati alla Kim, dietro quei giornalisti poteva esserci il padre, Taehyung aveva indossato in fretta quella maschera di indifferenza. Jungkook si ritrovò a sospirare sconfitto, Taehyung non aveva perso tempo a tornare quel vecchio Taehyung. Di cosa si lamentava, glielo aveva detto e lui lo aveva accettato. Era per buona causa, ma il rivedere quello sguardo glaciale faceva terribilmente male al suo cuore. Cercò di aggrapparsi al suono della voce profonda di Taehyung chiamarlo con quel nomignolo che tanto gli piaceva, ricordandosi che tutto quello era solo una finta. Taehyung stava solo fingendo. 

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now