Capitolo 24 - Parlare

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Jungkook stava preparando la cena. Dopo quell'apparizione a sorpresa dei suoi genitori era rimasto qualche minuto in più con i suoi nonni e poi avevano concordato di rivedersi ancora. Seokjin lo aveva riaccompagnato a casa e dopo avergli detto che quei due signori sembravano delle brave persone. La prima cosa che Jungkook fece appena rientrato a casa fu coccolare per un po' Yeontan, mettergli delle crocchette e giocare un po' con lui. Si fece una doccia veloce e poi tramite il suo cellulare pagò finalmente quella rata scolastica. Inizialmente si sorprese nel constatare che l'eredità della sua famiglia era passata così velocemente sul suo conto. Se il giorno prima sul suo nuovissimo conto bancario era presente solo lo stipendio del suo stage di fotografia, che comunque era una bella cifra, adesso quella stessa cifra appariva insignificante. Non era mai stato un tipo a cui interessavano i soldi, ma era comunque rimasto sorpreso nel vedere che la sua fortuna ammontasse a quegli zeri. Cosa avrebbe dovuto farci?

Per quel momento si era limitato a pagarsi gli studi. Effettivamente quello era il suo interesse primario, se si trattava di fotografia o economia quei soldi sarebbero serviti per i suoi studi e per null'altro. 

Ripensò all'incontro avvenuto con i suoi nonni. Gli aveva fatto piacere ricevere la loro protezione, mai nessun membro della sua famiglia si era schierato dalla sua parte. Era anche vero che gli unici membri della sua famiglia che conoscevano erano i suoi genitori, però il vedere con i suoi occhi quanto quei due signori tenevano a lui gli aveva fatto comprendere che forse poteva davvero creare con loro un rapporto. Forse potevano essere gli unici membri della sua famiglia a cui poteva rimanere legato. Ormai Jungkook era completamente deciso a tagliare ogni ponte con i suoi genitori. Se loro continuavano a volergli così male, a ritenerlo importante solo perché era il loro libretto degli assegni, lui non avrebbe rischiato di ricevere altri maltrattamenti. Non voleva essere più picchiato e né voleva ricevere la fredda indifferenza della madre. Finalmente sapeva che la cosa giusta da fare era vivere la propria vita. Adesso oltre ad avere i mezzi effettivi, aveva anche una vita a cui dedicarsi, i suoi genitori non lo avrebbero più controllato. Sapeva che doveva compiere ancora molti altri passi per lasciare alle spalle quella sua vecchia vita e allo stesso modo sapeva che il successivo da fare era riconoscere quei  nonni che non aveva mai conosciuto. Sperava che il tempo potesse aiutarlo. 

Jungkook si dedicò a preparare la cena afferrando il prezioso quadernino di nonna Younim. Tutto quello che era successo quel giorno non gli aveva fatto dimenticare le menzogne del marito. Nonostante si sentisse deluso per quell'omissione tanto da riuscire a capire i risentimenti di Seokjin e Namjoon avuti qualche giorni prima, Jungkook non voleva provocare un litigio. Ne dovevano parlare ma in modo logico e ragionevole senza che nessuno urlasse o spaccasse bicchieri. Doveva e voleva solo capire cosa aveva spinto Taehyung a mentirgli, magari lo aveva fatto per una buona ragione o perché lui riteneva che fosse una buona ragione. D'altronde lo aveva fatto anche Jungkook mentire per una buona ragione che poi si era dimostrata essere sbagliata dopo che aveva litigato con Taehyung. L'importante era parlare e comprendere il punto di vista dell'altro. Però Jungkook non poteva cancellare la sua delusione. E se non lo riteneva all'altezza delle sue aspettative? Se Taehyung credeva che non fosse in grado di aiutarlo? 

La paura di Jungkook consisteva nel venire a sapere che il marito non lo ritenesse in grado di affrontare i suoi problemi. Quell'esclusione di fatto poteva davvero assumere un significato del genere altrimenti perché Taehyung non gli aveva detto quanto suo padre lo aveva tormentato con piccole sciocchezze? Se erano davvero frivolezze che bisogno c'era di mentirgli? 

La colpa era sua? 

Una lecita domanda che Jungkook non poteva non farsi. Se quella domanda era comunque provocata dall'educazione subita nella sua famiglia, Jungkook non poté non notare un fondo di verità. Non era all'altezza delle aspettative del marito. Infondo lui, Jungkook, aveva davvero paura del Signor Kim. Oltre a rappresentare una degna figura autoritaria, spaventosa e mostruosa, quell'uomo era davvero il peggio del peggio. Davanti alla sua figura non riusciva mai a parlare perfettamente, a formare una frase di senso compiuto, non la smetteva mai di balbettare. Gli occhi di quel mostro così penetranti, sembravano scavargli l'anima alla ricerca delle sue paura più nascoste. Soggezione, era la parola che Jungkook legava a quegli occhi piccoli e languidi. Una volta aveva addirittura provato un senso di disgusto quanto gli aveva posato quegli stessi occhi addosso. Quella volta si ritrovò a promettere a se stesso di non ricevere mai più occhiate del genere. 

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now