Capitolo 27 - Comunicato

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Il suo istinto gli diceva di scoppiare in una fragrante risata nervosa. Quello che aveva letto non poteva essere vero. Il Signor Kim non si era permesso di dichiarare pubblicamente senza il suo consenso i maltrattamenti che subiva? 

Vero?

Sentì fremere le mani. Era impossibile. L'incredulità faceva fremere tutto il suo corpo. Come si era permesso di fare una cosa del genere senza avvertirlo? Se non fosse stato il Signor Kim lo avrebbe ucciso. Si sarebbe diretto all'azienda e liberato tutta la sua furia. Aveva appena ripetuto a se stesso quanto ancora non si sentisse pronto nel fare un passo del genere ed ecco che quell'uomo lo faceva per lui. 

-Jungkook...- provò a richiamarlo Seokjin anche in lui si leggeva la più semplice incredulità. Ora capiva perché Jimin si era precipitato da loro, sapeva bene che quell'uomo aveva fatto una dichiarazione pubblica che non aspettava a lui fare.

Jungkook non gli rispose non perché non lo avesse sentito, ma perché cercava ancora di razionalizzare quella nuova informazione, ma nulla riusciva a portarlo verso la via della ragione. In testa aveva solo il pensiero che il Signor Kim si era permesso di fare un qualcosa che non doveva. Non ne aveva il diritto. 

Si chiese se Taehyung lo avesse letto. Improvvisamente però quel pensiero fu surclassato da un altro. Se Taehyung era al corrente di quel comunicato? Se sì perché non glielo aveva detto? Era già successo una cosa del genere con il fatto delle foto di copertina per la Kim, in più in quella settimana gli aveva mentito parecchie volte... Se lo sapeva e non gli aveva detto niente? 

Jungkook non avrebbe potuto sopportare o accettare una risposta affermativa. Si alzò improvvisamente sorprendendo i suoi amici. Doveva cercare Taehyung e porgli quella domanda sperando di non ricevere una risposta positiva. 

-Devo parlare con Taehyung- riferì senza dare ai suoi amici il tempo di seguirlo.

Jungkook percorreva con passo svelto quel corridoi per poi scendere con velocità, saltando qualche gradino, le scale dell'edificio di economia arrivando in pochi secondi all'uscita. Se il tempo di percorrenza del viale che divideva i due edifici, quello di economia e quello di moda, era di dieci minuti, Jungkook fu sicurissimo di poterci mettere la metà del tempo. 

Aveva fatto in tempo almeno a prendere il sua giaccone dato che l'aria fredda della sera gli stava congelando il volto. Per quei brevi minuti il suo naso era già ghiacciato, ma non gli interessava, quel moto lo faceva sentire riscaldato. Superò con forza qualche ragazzo che stava scendendo verso l'ingresso dell'università. Non si curò delle loro occhiate, in mente aveva solo il pensiero di dover raggiungere al più presto il marito. Sperava solo che quest'ultimo non c'entrasse niente, altrimenti come avrebbe reagito? 

Sicuramente si sarebbe sentito deluso, avevano già litigato per un qualcosa del genere.

-Jungkook, Jungkook- si sentì richiamare. Non si voltò indietro credendo che Seokjin e Jimin lo stessero seguendo. Non voleva parlare con loro di come si sentisse, doveva e voleva parlare esclusivamente con Taehyung. Prima parlava con lui e poi avrebbe analizzato i suoi sentimenti.

-Jungkook, Jungkook- si sentì afferrare per un braccio da qualcuno che aveva il fiatone. Ora che notava meglio quella non era la voce né di Jimin né di Seokjin. Si voltò solo per riuscire a vedere un ragazzo alto come lui con un cappello sulla fronte e una sciarpa intorno al collo che gli copriva la bocca. Nascosto in quegli indumenti Jungkook ci mise più tempo a riconoscere il ragazzo.

-Wow andavi di fretta eh- sospirò prendendo aria. Gli aveva corso dietro?

-Cosa ci fai qui Hanoh?- gli chiese di fatto interrompendo per quella sorpresa la sua corsa.

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