Capitolo 61 - Taehyung

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Taehyung non aveva propriamente dormito quella notte. Non aveva avuto incubi, questo era una buona cosa, almeno aveva evitato di svegliare di soprassalto anche il marito. Si era svegliato tranquillamente alle quattro del mattino. Tranquillo era un aggettivo da prendere e da non tener conto del significato. La sua mente pensierosa lo aveva semplicemente svegliato inondando la sua testa di pensieri riguardo a quanto successo il giorno prima. Erano gli stessi pensieri, si sentiva ancora demoralizzato, non trovava via d'uscita se non quella che "doveva" fare, ormai gli era rimasta come unica opzione quella che non avrebbe mai voluto scegliere. Non aveva più scelte né soluzioni, in questo senso la sua mente era vuota. Vuota di soluzioni e ricca di pensieri. Sì si spremeva le meningi pur di trovare un'altra soluzione. Soluzione che non sarebbe mai arrivata ed ecco perché la sua mente era ricca di pensieri. Sapeva cosa doveva fare ma non voleva farla perché pur se quella era l'unica opzione continuava a ripetersi che forse poteva fare qualcosa, un qualcosa che non gli veniva in mente. Forse tutto quello era colpa del suo stato, insomma era giù di morale, ma in quel momenti si sentiva a tratti depresso. 

Era stato per più di un ora a fissare il soffitto della camera da letto. Solo la luce della sveglia illuminava quel poco la stanza, per il resto Taehyung non distingueva neanche il soffitto che stava guardando. Al suo fianco dormiva di spalle il marito, Jungkook era ignaro dei pensieri che lo tormentavano, sembrava dormire beato per quanto anche per lui il giorno prima non era stato di fatto piacevole. Taehyung sapeva che si era comportato male mentre Jungkook cercava di aiutarlo e lo aveva dimostrato. Jungkook lo aveva spinto a cedere, si era comportato come un idiota. Eppure nonostante tutto ancora non sapeva cosa fare. Non voleva dire di aver perso la speranza, ma si sentiva in quel modo. 

Taehyung tornò a guardare il soffitto. Stava avendo gli stessi pensieri del giorno prima e non voleva riportarli di nuovo nella sua mente, da una parte sapeva di avere ragione dall'altra aveva paura di sentire la voce nella sua testa. Per questo continuava a guardare il soffitto. Le braccia incrociate dietro la testa, gli occhi fissi a quel mare buio, le labbra serrate. Taehyung sentiva solo il suono pesante del suo respiro e quello più leggero di Jungkook. Si era ripromesso di non pensarci per il momento ma se chiudeva gli occhi vedeva solo l'immagine di suo padre con stampato in faccia quel suo spavaldo sorriso che gli faceva sempre quando sapeva che aveva vinto. Se chiudeva gli occhi poteva sentire persino il suono della sua risata riecheggiare tra le sue orecchie come se quell'uomo fosse presente nella sua testa. Per questo aveva preferito rimanere sveglio a fissare quella parte della stanza, ma così facendo dava libero sfogo ai suoi pensieri. 

Non sapeva del perché quella volta aveva preso così male la mossa del padre, forse era perché non se lo aspettava davvero, pensava davvero che suo padre volesse confrontarsi "civilmente" o forse perché suo padre era stato inattivo per più di un mese o forse c'era dell'altro a cui adesso non riusciva a ragionare. Fatto era che quella volta Taehyung aveva come l'impressione che quello era l'ultimo campo di battaglia. Qualcuno avrebbe vinto, qualcun altro avrebbe perso. E lui si sentiva in quel qualcun altro. 

Una luce colpì l'oscurità che Taehyung stava osservando ferendo involontariamente anche i suoi occhi. Gli chiuse per un attimo solo per l'imprevedibilità di quella luce ma li riaprì subito spaventato dall'immagine irruente del sorriso sghembo del padre. Taehyung sbatté più volte le palpebre per abituarsi alla luce, in quell'attimo sentì il suo petto più pesante. Si accorse che la luce proveniva dalla lampada sul comò del marito. 

-Non riesci a dormire?- sbiascicò Jungkook una volta sistemato sul suo petto. Aveva gli occhi chiusi forse anche lui non si era abituato alla luce. 

-Sei sveglio?- chiese invece Taehyung. Sembrava dormire così profondamente l'attimo prima, l'aveva svegliato in qualche modo?

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now