Capitolo 74 - Pace

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Correre. Questo era ciò a cui Taehyung aveva pensato per quelle ultime settimane. Una corsa contro il tempo per completare e presentare le bozze da proporre per la sfilata. Non si era sentito sollevato neanche quando era arrivato l'atteso giorno X, quello della presentazione. Era più agitato che mai. Quella mattina si era svegliato presto solo per visionare quei modelli con la paura che suo padre potesse tirargli un ultimo scherzo. Quella notte non aveva dormito, anzi aveva dormito poco e male tanto da svegliarsi con un leggero mal di testa che lo aveva costretto a prendere fin da subito un medicinale. 

Era stato agitato, molto agitato, tanto da ritrovarsi alla Kim qualche minuto prima che essa fosse completamente operativa. Taehyung non fu sorpreso di trovare lì anche Daho, anche il ragazzo come ogni stilista si era anticipato per poter revisionare fino all'ultimo i propri lavori. Taehyung era sempre stato contrario a compiere modifiche l'attimo prima di una presentazione ritenendo che ormai quello che poteva fare l'aveva fatto. Di fatto non era arrivato in anticipo alla Kim per quello. Temeva solo che il padre potesse fargli un altro brutto scherzo. Come aveva detto questa paura gli aveva fatto perdere il sonno. Si sentiva agitato, troppo agitato. Fu sollevato nel vedere che i suoi completi erano ancora intatti e presenti. 

Quell'agitazione non era da lui. Si era sempre comportato, anche per nascondere il suo vero stato d'animo, con impassibilità e un pizzico di egocentrismo in tutte le passate sfilate, ma in quel momento era riuscito a nascondere la sua agitazione. Forse era dovuto al fatto che aveva lavorato il doppio per quei completi o per il fatto che alla fine era stato aiutato o forse era perché voleva dimostrare al padre di essere riuscito a rialzarsi da quel suo terribile scherzo che lo aveva fatto cadere a pezzi. Sì forse alla fine era per questo. In quei completi aveva messo tutto se stesso, tutta la sua voglia di lottare e vincere. Per lui quei completi, anche se rozzi e incompleti, rappresentavano il suo cambiamento, ciò che voleva diventare e ciò che voleva diventasse la Kim. Erano stati creati durante il periodo più duro per lui e Taehyung voleva rappresentarlo nei suoi abiti. Sperò davvero di poterli portare tutti e cinque, ma sapeva essere impossibile. Suo padre si sarebbe opposto. 

Ciò che successe effettivamente. Suo padre si era opposto. Non era una novità e stranamente quell'opposizione non gli fece neanche così male, forse era la consapevolezza che i commenti paterni su i suoi lavori non erano veritieri, ovvero dettati dalla strana e perversa mentre paterna che voleva affossarlo. In precedenti casi, in precedenti sfilate, i commenti di suo padre gli avevano fatto davvero male. Infondo suo padre era il Signor Kim, il numero uno in quel campo e lui troppo giovane. Infondo Taehyung credeva davvero che quelle critiche paterne fossero reali. Adesso invece non ci credeva così tanto. Forse sì un dettaglio o due potevano essere migliorati, l'aveva detto anche lui che erano campioni, ma di certo la maggior parte dei commenti specifici del padre servivano solo per colpire il suo cuore. Adesso se ne rendeva conto. Ecco perché stranamente faceva un po' meno male. Ecco perché Taehyung non gli aveva dato peso più di tanto. 

Taehyung sapeva, era consapevole, del suo potenziale.

Alla fine, di fatto, i suoi completi non vennero scelti tutti e cinque ma Taehyung non se ne dispiacque perché era comunque riuscito a farne accettare due. Due era molto meglio di nessuno. Ah cosa importante! Anche i modelli di Daho scelti erano due, quindi avevano di nuovo pareggiato. 

Nonostante il fatto che suo padre aveva provato di tutto per far affossare il resto dei suoi completi, riuscendoci, Taehyung non né fu dispiaciuto. Perché? Perché sapeva che quella era una guerra persa in partenza, una guerra non giocata ad armi pari. Non stava dicendo che non era triste. Un po' lo era, ma ormai se ne era fatta una ragione. Aveva capito che non era per colpa sua che quei completi non erano stati scelti. Suo padre come sempre aveva fatto di tutto per screditarlo. Non si stava arrendendo, solo che arrivato a questo punto trovava inutile arrabbiarsi o disperarsi. Alla fine due modelli erano sempre presenti.

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now