Capitolo 35 - Casa

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Jungkook si trovava seduto su una sedia lungo il corridoio dell'ospedale dove era ricoverata la Signora Kim. Stava aspettando il marito. Taehyung chiacchierava amabilmente con una stanca Signora Kim, almeno ciò era quello che Jungkook presumeva dalla sua postazione. Non aveva voluto interromperli neanche quando un infermiera era entrata nella stanza della donna per annunciare che l'orario di visite stava finendo e che avevano ancora qualche minuto per passarlo insieme. Pur avendo ricevuto l'invito della Signora Kim ad entrare Jungkook aveva preferito rispettare il loro spazio concedendoli quei preziosi minuti.  Così era rimasto comodamente seduto su quella sedia a fissare le lancette dell'orologio a parete davanti a lui, aveva osservato lo scorrere inesorabile dei secondi.

Era contento che Taehyung gli aveva concesso di aiutarlo nonostante dovessero ancora risolvere il loro litigio. Da una parte era ancora impaurito da una possibile reazione del marito solo perché temeva di scoprire colpe che non aveva colto, colpe che si era fatto sfuggire. Dall'altra sapeva di dover parlare con l'altro non perché dovessero lasciarsi alle spalle quanto accaduto, se mai era il contrario. Jungkook aveva compreso grazie all'intervento di Seokjin e Jimin che quanto era accaduto doveva essere preso, fissato nella sua mente, e mai più dimenticato. 

Perché?

Perché doveva servire da base, da fondamento, della loro storia. Un fondamento che gli aveva fatto comprendere quanto Taehyung nonostante tutto tenesse a lui altrimenti non si sarebbe spinto così oltre al fine di proteggerlo, ma al contempo anche un punto fondamentale per far ricordare a se stesso che in quella relazioni erano in due. Nessuno doveva essere da solo. L'uno era il fondamento dell'altro. Jungkook per un breve periodo lo aveva dimenticato. 

Si chiese cosa dovesse aspettarsi da quel chiarire. Taehyung era stato chiaro, lo avrebbero fatto una volta a casa. Nella sua mente non si cancellava lo schiaffo che gli aveva dato. Si era disperato, ma quello schiaffo non era servito a nulla se non a farli allontanare. Così credeva Jungkook. Non si perdonava di essere stato così arrabbiato e disperato da aver colpito con la mano la guancia dell'altro. D'altronde sapeva perfettamente quanto fosse doloroso uno schiaffo. Suo padre lo aveva riempito di botte e lui non voleva essere così violento, anzi voleva allontanare qualsiasi forma di violenza.

Anche se provava a spremere le meningi per tentare di comprendere come stesse l'altro e come avesse preso tutto quello Jungkook non riusciva a trovare le risposte sia perché il comportamento di Taehyung era stato ambiguo fino a quel momento, l'attimo prima lo prendeva per mano e poi gli dava le spalle nel letto, voleva parlare ma si rifugiava alla Kim, sia perché non sapeva cosa aspettarsi dall'altro. Si disse che Taehyung non sembrava così arrabbiato, ma era anche vero che doveva pensare alla madre in quel frangente, forse aveva accantonato la sua rabbia o la sua delusione per riprenderla nelle mura della loro casa. 

Jungkook sentì il suo cuore riempirsi di amarezza nel ripensare alla questione "casa". Aveva ancora una casa o un qualcosa da definire tale? Sapeva di non essere mai stato parte di una casa, sia perché i suoi genitori lo avevano sempre escluso da una vita familiare sia perché era entrato abusivamente nella vita di Taehyung. Era stato così felice nel scoprire che il marito volesse dargli una casa, un posto in cui creare la loro vita, un luogo esclusivamente per loro. Finalmente si sentiva parte di un qualcosa. Eppure questa sua credenza venne spazzata via da un gelido soffio. Taehyung aveva solo il bisogno di cambiare luogo in cui vivere perché il padre si era spinto troppo oltre. Jungkook obbligava il suo cuore a non restarci male, infondo era quello che si meritava per non aver compreso le esigenze dell'altro. Se Taehyung aveva bisogno di "cambiare aria" allora l'avrebbe fatto senza pretendere nulla in cambio e senza avere quella speranza che lo aveva colto. 

Sì, non poteva rimanerci male, era lui che aveva capito male la situazione. 

Si ritrovò in mano le chiavi che Taehyung gli aveva affidato del suo appartamento. Si soffermò a fissare il porta-chiave a forma di coniglietto. Sorrise ricordandosi l'emozione che aveva provato quando gliele aveva regalato, ora che ci pensava bene avevano litigato anche quel giorno. Perché la loro vita era così ricca di litigi? Eppure ad ogni litigio corrispondeva il doppio dei momenti belli. Accarezzò il volto di quel coniglietto, si era sentito così parte del mondo dell'altro in quel lontano momento. 

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now