Capitolo 51 -Secondo giorno

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Taehyung si trovava alla Kim seduto su uno sgabello davanti ad un tavolo da lavoro. Era nel laboratorio che condivideva con Daho, anche lui era presente, ma entrambi erano concentrati sul proprio lavoro. Quel giorno per fortuna Taehyung aveva finito le questioni amministrative abbastanza in fretta, anche grazie alla presenza di Namjoon, che si era preso carico delle questioni urgenti. Così Taehyung poteva dedicarsi alla creazione dei capi da proporre per la sfilata. Non sapeva quanti ne volesse proporre, non c'era un vero e proprio limite. Tra i suoi lavori solo uno poteva definirsi completo e "riposava" sul manichino dal venerdì scorso, un altro manichino era vestito per metà, un altro ancora aveva solo dei campioni di tessuto. Quando un modello smetteva di ispirarlo o non aveva idee per continuarlo lo lasciava da parte fin quando non trovava la giusta ispirazione passando ad altro. Era quello che stava facendo in quel momento. Non aveva voglia di lavorare sui manichini, stava cercando ancora qualcosa che gli dicesse, sì questo abito farà impazzire il mondo. Per adesso nulla la convinceva, ma entrato alla Kim aveva sentito quell'obbligo di sedersi su quello sgabello, prendere il suo quaderno da disegno e creare ciò che la sua mente gli aveva solamente accennato. Aveva lasciato libera la sua mano e senza riflettere troppo si era messo a disegnare.

Quella mattina aveva letto i messaggi che Jungkook la notte scorsa gli aveva mandato. Era quel messaggio che lo avvertiva di essere finalmente ad Atene e di stare dentro la camera d'hotel. Taehyung senza riflettere gli aveva scritto in risposta per poi ricordarsi della differenza di fuso orario. Se per lui erano le nove del mattino per Jungkook erano le due di notte, era impensabile che gli rispondesse infatti lo aveva fatto qualche minuto prima. Con l'arrivo del pomeriggio a Seoul in Grecia sarebbe arrivato il mattino. Jungkook gli aveva mandato una foto della colazione dell'albergo in cui si trovava e la vista fuori dalla sua camera. Da quello che Jungkook gli aveva detto si trovava proprio in centro. Taehyung aveva approfittato di quello scambio di messaggi con il marito per fare una breve merenda, un caffè é nulla in più. Poi si erano salutati in fretta perché Jungkook sarebbe uscito per seguire Jihoon per un lavoro e lui doveva tornare al laboratorio a finire il disegno.

Taehyung infatti continuava a sistemare in quella pagina bianca linee ben decise. Pian piano la sua idea stava prendendo forma.

Quanto era stato stupido il giorno prima si disse Taehyung. Come aveva potuto essere così testardo da non ammettere quanto gli mancasse il marito? No non era stato testardo né orgoglioso, aveva solamente avuto paura di constatare quanto doloroso potesse essere l'allontanamento con suo marito. Si era intestardito come aveva sempre fatto quando aveva paura di notare quanto "fragile" poteva essere. Forse non era neanche colpa sua, insomma era cresciuto in un ambiente che non gli permetteva di essere fragile.

Non poteva però, arrivato a quel punto, negarlo ulteriormente. La videochiamata con Jungkook della sera prima gli aveva aperto gli occhi, aveva riconosciuto quanto dolorosa era quella situazione senza il marito. Faceva male, dannatamente male. Si sentiva triste e solo. Sapeva di avere i suoi amici al suo fianco, ma l'assenza di Jungkook aveva inciso sul suo cuore più di quanto si aspettasse. Sì aveva capito, molto prima che il marito partisse, che quella separazione sarebbe stata per entrambi dura, ma non si aspettava che facesse così male. Per questo il giorno prima aveva fatto di tutto, persino sembrare un idiota, pur di non ammettere quell'evidenza. Sì di nuovo aveva avuto paura di affrontare il suo cuore, di nuovo ne era scappato e di nuovo era stato vigliacco.

Allora perché adesso lo ammetteva con facilità?

No, non lo stava ammettendo con facilità. Poteva ripeterlo nella sua mente ma non l'avrebbe mai detto ad alta voce. D'altronde faceva ancora fatica a sopportare quel dolore, l'assenza dell'altro. Tuttavia non poteva vanificare così i successi che aveva compiuto. Sì era stato un vigliacco il giorno prima ma era uscito da quel suo stato di paura da solo accettando quella sensazione all'interno del suo cuore simile alla tristezza. Mesi prima una cosa del genere era impensabile. Taehyung si era ripetuto che se davvero voleva continuare quel percorso terapeutico allora doveva affrontare più momenti come quelli. Doveva mettersi più volte in discussione.

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now