Capitolo 34 - Dentro di sé

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Dire che Jungkook aveva avuto un illuminazione era dire poco. Almeno era questo ciò che il ragazzo stesso pensava. Quando Taehyung aveva lasciato l'appartamento si era seduto sul divano e non si era più alzato neanche per cucinare, mangiare o bere un bicchiere d'acqua. Aveva passato quel tempo a riflettere. Non sentiva il bisogno di nascondersi in quel suo angolino, forse non aveva neanche le forze per alzarsi da quel divano. 

Seokjin gli aveva detto di aver contatto troppo su Taehyung tanto che quest'ultimo si era sentito il dovere di essere quella roccia ferma in mezzo al mare in tempesta. In parole parafrasate  Jungkook credeva di aveva fatto poco e niente per mantenere quella sua promessa di far innamorare Taehyung. Era stato uno sciocco a gridare in faccia al marito quanto non si stesse impegnando per ricambiarlo, era lui quello che non si stava impegnando a fatto. Forse fu una conseguenza inattesa la sua. Pensava che tra lui e Taehyung non potesse cambiare nulla se non lo stato di quei sentimenti, invece si era sbagliato per poter innalzare lo status di quella loro relazione era necessario cambiare. 

Un cambiamento di prospettiva, potremmo definirlo. Lui, Jungkook, si era affidato a Taehyung nel momento del bisogno, lo aveva fatto entrare nel suo cuore proprio perché Taehyung era stato tanto tenace da sorreggerlo, diventare quella roccia, quel porto sicuro. Grazie a ciò Jungkook aveva potuto scorgere le particolarità di Taehyung e così innamorarsi di lui. Non stava dicendo che il marito non fosse entrato nel suo mondo, stava solo evidenziato come quanto poco lui, Jungkook, fosse entrato nel suo. E la colpa di ciò non era da affidare a Taehyung, non tutta almeno.

Sì Taehyung era restio a fare entrare chiunque nel suo cuore, questo effettivamente era un problema. Un problema che Jungkook non doveva accentuare ma risolvere. Questo era stato il suo errore, pensare che a Taehyung aspettasse il solo compito di risolvere quei suoi stessi problemi. Lui avrebbe dovuto aiutarlo in quello e non voltargli, metaforicamente, le spalle. 

Taehyung era stanco. Jungkook lo aveva letto chiaramente la notte passata in ospedale. Non era una stanchezza solo fisica ma della sua stesse anima. Taehyung era stufo di vivere quei momenti sempre uguali, monotoni, sotto l'ombra del padre, indossando quella maschera. 

Taehyung, e questo Jungkook lo notava con chiarezza solo adesso, aveva passato quei mesi a mettere in discussione se stesso. Era, se vogliamo, un abitudine che aveva preso con l'arrivo di Jungkook. Un esempio semplice era data dalla convinzione di non poter e non saper amare poi messa in discussione dal voler provare a ricambiarlo. E Taehyung gli aveva confidato come da quella prima messa in discussione sia partito tutta una seria di operazione che gli aveva fatto notare quanto sbagliata fosse la sua vita. 

E ciò che era peggio, ciò che Jungkook non riusciva a perdonarsi, era che Taehyung si era trovato ad affrontare tutto da solo. Lo vedeva giorno dopo giorno, e quelle settimane ne erano testimonianza, come il marito si era dato da fare per proteggere lui e al contempo cercare una via tra quella confusione della sua mente, università, lavoro e famiglia. Il risultato era che Taehyung era stanco e provato da tutte le emozioni passate, dal litigio con Namjoon al loro. E lui, Jungkook, non aveva saputo vedere le sofferenze di Taehyung perché si sentiva troppo felice che la sua vita stava andando bene. 

Jungkook ora comprendeva che aveva lasciato a Taehyung il compito di affidarsi troppe cose. Taehyung non era indistruttibile toccava anche a Jungkook farsi carico di quelle "troppe cose". Se qualcosa appariva insormontabile allora era giusto e opportuno dividersi gli incarichi. Se Taehyung era stato, ed è tutt'ora, il suo porto sicuro allora anche lui sarebbe stato ciò di cui Taehyung aveva più bisogno. E ciò di cui adesso Taehyung necessitava era di qualcuno che lo aiutasse a fronteggiare il ritmo frenico e stancante della sua vita. 

E proprio questa illuminazione costrinse Jungkook ad alzarsi da quel divano ed uscire da quell'appartamento. Sapeva della vita che Taehyung doveva condurre sotto il padre, sapeva quanto importante per lui fosse la madre e sapeva che non l'avrebbe mai lasciata sola nel momento del bisogno anche se il padre lo costringeva a lavorare il doppio. 

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now