Capitolo 65 - Decidere

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Jimin percorreva lentamente i corridoio della BigHit. Se era triste? Un pochino lo era. Yoongi era stato impegnato per tutti quei giorni e sicuramente lo sarebbe stato per le settimane successive per le promozioni del suo album. Per fortuna che Bang Si-hyuk credeva fermamente nel riposo degli artisti altrimenti non avrebbero avuto quel sabato tutto per loro. Gli era piaciuto da subito l'idea di Jungkook di organizzare una festa per Yoongi, almeno così poteva distrarre la sua mente e passare del tempo con il fidanzato. Ultimamente aveva troppe cose a cui pensare, la sua mente rischiava di esplodere. Prima sua madre che voleva denunciare Bogil, poi Yoongi che parallelamente voleva annunciare il loro fidanzamento. Ok, Yoongi non aveva detto proprio così ma la sostanza era che voleva renderlo pubblico. Il corvino riteneva che se nel corso del tempo sarebbe uscita la notizia del loro frequentarsi lui non l'avrebbe negata. 

Jimin aveva paura. Insomma se sceglieva di rendere pubbliche le accuse di Bogil non poteva annunciare contemporaneamente di essere fidanzato con Yoongi, la carriera del ragazzo ne sarebbe stata danneggiata. Un conto se era l'unico ad esporsi, non voleva trascinare nei suoi problemi anche il fidanzato. Forse era questo che gli impediva di dare una risposta a sua madre. 

Hanim gli aveva detto che poteva fidarsi, che era sicurissima che quella denuncia non lo avrebbe danneggiato, che la cosa poteva risolversi subito e che sarebbe stato al sicuro. Se quelle rassicurazioni da parte della madre gli avevano fatto considerare quell'idea dall'altra credeva di non riuscire a farcela. Se neanche Taehyung e Namjoon erano riusciti a fare nulla contro quelle voci un motivo doveva esserci, evidentemente tutto il mondo lo vedevano nello stesso modo di Bogil.

Una piccola parte di lui voleva ribellarsi, la sua parte razionale gli diceva di rimanere in silenzio per non danneggiare se stesso o chi gli stava vicino. Di se stesso, evidenziò Jimin, non gli interessava molto, aveva sopportato Bogil e quelle voci fino a quel momento poteva resistere ancora. 

Ne era sicuro? 

L'ultima ricaduta che aveva fatto gli faceva pensare di no. Per questo tentennava. Voleva compiere quel passo ma ne aveva paura. 

L'ultimo incontro con Bogil oltre a evidenziare la sua paura, oltre a farlo conciliare con sua madre, oltre a tutto questo, lo aveva spinto a riconoscere quanto non voleva più sentirsi così male. Voleva smettere di prendersela con se stesso, non voleva più conficcarsi le unghie nella carne, non voleva che quel Bogil potesse incidere sul suo lavoro. Voleva reagire, ma le conseguenze di quel reagire lo bloccavano inevitabilmente. 

Vi erano un mucchio di sè che tormentavano la sua teste, che non lo facevano dormire. Aveva passato notti insonni e qualche incubo era tornato. Non lo aveva detto a nessuno solo perché era andato a coincidere con i completi rovinati di Taehyung. Non lo stava di certo accusando, se Yoongi non fosse stato occupato con il lavoro gliene avrebbe parlato. No, non voleva neanche accusare il fidanzato, lui stava solo lavorando. Ciò che intendeva dire è che risentiva dell'assenza del corvino. 

Yoongi lo aiutava a mettere chiarezza fra il buio della sua mente. Il non averlo lì lo faceva sentire affranto, malinconico e afflitto. Sapeva che l'altro stava lavorando, però aveva tanto bisogno di lui in quel momento. 

L'attimo dopo a quel compianto Jimin si prendeva a schiaffi da solo. Amava Yoongi e gli piaceva il potersi affidare a lui, ma non poteva sempre contare sull'altro, non poteva attaccarsi a Yoongi come una cozza ad uno scoglio. Voleva provare da solo a prendere quelle decisioni, ma qui la domanda era... Ne sarebbe stato capace? Era pronto a prendersi la responsabilità delle sue azioni? 

Fino a quel momento le sue scelte non erano state esattamente sue. Voleva ballare certo, ma avrebbe voluto farlo a Busan, Taehyung aveva scelto per lui quella strada. Certo a quel tempo l'amico doveva affrontare le esigenze del momento, ma il senso era quello. Nemmeno quando si era trasferito a Seoul aveva scelto dove stare o quale lavoro fare nel mentre. Namjoon aveva fatto tutto lui. Non li stava accusando, stava solo ammettendo di essersi nascosto dietro le scelte degli altri così da non prendere le proprie responsabilità. Se gli altri sceglievano per lui allora le conseguenze non sarebbero state le sue. 

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now