Capitolo 39 - Disagio

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Taehyung era riuscito a raggiungere la Kim in tempo. Certo aveva saltato il pranzo per non dover perdere minuti preziosi. Era stata indetta finalmente la riunione per decidere le scadenza della prossima sfilata. No, non era quel giorno per fortuna. La riunione era stata fissata alla prossima settimana, ma questo non significava potersi rilassare, anzi Taehyung voleva avere tutte le carte in regola per poter partecipare alla sfilata e questo significava portarsi avanti con il lavoro. Per questo aveva raggiunto in fretta il laboratorio per potersi dedicare alle sue bozze. Visto che ciò che aveva creato era stato magicamente rovinato aveva tutta l'intenzione di avere almeno dei disegni pronti. Taehyung sapeva che quella riunione non era per gli stilisti, erano le alte sfere dalla Kim che si riunivano per fissare il tutto e dar inizio ai lenti preparativi. Di certo una sfilata non si creava dal nulla. Però proprio perché Taehyung conosceva i tempi di lavorazione che aveva deciso di portarsi avanti e avere dei disegni pronti così da evitare ogni possibilità di essere escluso dalla sfilata. Sapeva che sua padre era sempre in agguato così come sapeva che dopo la suddetta riunione sarebbe stata indetta quella per gli stilisti. Era proprio per ciò che Taehyung voleva essere pronto. Non doveva mostrare nessun abito solo i suoi disegni e sperare che dopo averli realizzati sarebbe stato scelto tra gli abiti di punta. Sì, alla fine il percorso interno per creare dal nulla una sfilata era davvero lungo. 

Ecco perché si era deciso a dividere quel pomeriggio tra il laboratorio e il suo studio. Voleva dedicare più tempo alla sua creatività e il restante alla monotonia di redigere o leggere documenti aziendali utili per la riunione. Taehyung sapeva che per quest'ultimo caso gli bastava davvero poco tempo visto che Namjoon il giorno precedente aveva fatto la gran parte del lavoro. Taehyung non voleva di certo annoiare la sua mente riportando tutti i compiti che doveva fare, gli bastò solo ringraziare silenziosamente il cugino per avergli dato quella possibilità. Così aveva trovato il tempo per andare dal Dottor Moon. 

Taehyung si toccò istintivamente lo stomaco. Era agito, molto agitato. Non sapeva del perché fossi così agitato nel pensare a quell'imminente visita da quello psicologo. L'aveva voluto lui per gli stessi motivi che si era ormai ripetuto mille volte per convincersi a prendere quell'appuntamento. Doveva fare qualcosa per se stesso, per guarire la sua malata mente che era stata, e lo era tutt'ora, troppo tempo a contatto con la mente insana del padre. Doveva farlo per se stesso. Eppure non poteva nascondere di essere agitato, quasi spaventato. 

Di cosa aveva paura? 

Non lo sapeva neanche lui. Di certo il dottore non poteva dirgli di essere così malato da non salvarsi... Oppure sì?

Taehyung sentì il suo stomaco contorcersi sotto quel pensiero. Adesso sapeva da cosa era spaventato. Quella paura era passata? No di certo. La sua gamba tamburellava troppo forte sul pavimento segno della crescente agitazione. Forse era anche irrequieto, notò subito dopo cercando di calmarsi. Non era razionale essere agitati per una semplice visita. Non doveva di certo vincere una gara. Doveva presentarsi, parlare con quello sconosciuto e poi tornare a casa con Jungkook. 

Taehyung sognava già quest'ultimo punto. Almeno poteva rifugiarsi dentro quelle mura con la compagnia del marito. Forse anche per questo aveva chiesto a Jungkook di accompagnarlo. Taehyung sapeva troppo bene che se ci fosse andato da solo allora non avrebbe mai messo piede dentro lo studio del Dottor Moon. Serviva qualcuno che lo spronasse, che lo incentivasse, a seguire quel percorso che si era prefissato. Non sapeva se era la scelta giusta da fare, parlava di quella di iniziare un percorso terapeutico, però se c'era qualcosa che non andava a qualcuno doveva pur chiedere aiuto. Solo Jungkook gli aveva dato la forza necessaria per fare quella scelta. Se si fosse ritrovata essere quella sbagliata l'avrebbe capito solo vivendola. 

Certo tutto questo essere consapevole non dava a Taehyung l'opportunità di essere meno agitato. Cavolo se stava sudando! Si passò una mano sulla fronte per poi asciugarla su i suoi pantaloni. Aveva davvero così paura di uno psicologo? 

Ananke: The LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora