Capitolo 22 - Attacco

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Quando il giorno prima lui e Taehyung avevano riaccompagnato Namjoon e Jimin a casa, i due Kim si erano a malapena guardati. Prima di rivelare ai due ragazzi in vacanza a Parigi cosa gli avevano omesso di dire erano rimasti d'accordo di fare un pranzo tutti insieme a casa di Namjoon, ma dopo le parole dello stesso ragazzo "Ognuno a casa sua" non c'era stato verso di attuare quel pranzo. Taehyung aveva guidato silenziosamente verso l'appartamento del cugino, quest'ultimo aveva addirittura rinunciato a sedersi davanti al fianco del guidatore. Negli occhi di Jimin si notava un po' di delusione per quel fatto, avrebbe voluto passare la giornata con Yoongi e quel pranzo gli dava la perfetta scusa, eppure allo stesso modo non aveva potuto non scambiare degli sguardi preoccupati con Jungkook. 

Alla fine del viaggio Namjoon era sceso senza salutarli e né Taehyung era sceso ad aiutarlo con le valige, era rimasto in macchina per poi ripartire in fretta. Per Jungkook non c'era stato verso di farlo parlare, ad ogni sua domanda Taehyung non rispondeva, o faceva finta di nulla, e alla fine aveva smesso di chiedere. In realtà non sapeva neanche cosa dirgli, non aveva esattamente capito cosa fosse successo tra i due cugini Kim anche se poteva ipotizzare che c'entrasse quell'omissione. Certo le sue erano solo ipotesi, Taehyung non gli aveva dato risposte. Per tutta quella domenica era rimasto seduto sul divano a fissare la televisione, anche se Jungkook poteva giurare che al domandargli della trama di quel film non avrebbe saputo rispondere. Taehyung non stava guardando nulla in particolare. 

Jungkook non era riuscito a farsi dire nulla se un "guarda il film", "Mi sto riposando", "è stato stancante", "tutto qui", " Non ho fame" e "Vado a letto". Il risultato? Quel giorno quando si erano svegliati Taehyung si era vestito in fretta per poter andare a lavoro e lui non aveva fatto in tempo neanche a preparare la colazione o chiedergli se lo accompagnasse da Jihoon. Alla fine aveva usato i mezzi di trasporto pubblici. Gli aveva mandato un messaggio per sapere se stava andando tutto bene e Taehyung non gli aveva risposto. Adesso più che preoccupato era nervoso. Diamine voleva fare il bambino? Quando si intestardiva Taehyung era insopportabile! E lui che si preoccupava pure!

Aveva passata l'intera mattinata, era quasi ora di pranzo, a pensare al marito, ma lui non si degnava neanche di rispondergli. Perché non gli diceva niente? Perché si era chiuso improvvisamente in quel mutismo selettivo? Jungkook stava impazzendo. E meno male che avrebbe dovuto pensare solo a farlo innamorare! 

-Jungkook!- Jihoon aprì la porta della sala comune divenuto il suo ufficio praticamente. 

-Sì Jihoon?- lasciò perdere il computer. In realtà lo aveva a malapena guardato nell'ultima mezz'ora. 

-Oggi chiudiamo prima, ho una cosa da fare...-.

-Oh- Jungkook guardò l'orologio a parere - è già ora di andare, scusami non me ne ero accorto-.

-Tranquillo, più tosto siccome settimana prossima inizierà di nuovo l'università fammi sapere quali giorni sei disponibile per l'apprendistato-.

-Certamente a giorni dovrebbe uscire il calendario- si alzò dalla sedia rimettendo a posto la sua roba e scendendo al piano di sotto con l'uomo. Trovarono Jennie che stava sistemando la sua postazione. 

-Oh eccovi, pronti per andare a casa?- gli chiese.

-Ovvio- rispose l'uomo -Volete un passaggio?-.

-Oh no io mi fermo da un'amica- rispose Jennie.

-Nono- si affrettò a rispondere anche Jungkook - io prendo i mezzi- il percorso della metro era abbastanza lungo da permettergli di pensare e riflettere su come doveva comportarsi con Taehyung. Era stato abbastanza dolce con il marito forse avrebbe dovuto utilizzare un tono più duro e pretendere che gli dicesse cosa stava succedendo? Come aveva detto ci avrebbe pensato durante il tragitto per arrivare a casa. 

Ananke: The LifeWhere stories live. Discover now