Capitolo uno

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Piccolo avviso prima di iniziare la lettura: a causa di un bug, alcun capitoli si sono spostati e non riesco a sistemarli. Vi prego di controllare il numero del capitolo per non perdere il filo narrativo (anche se questa fanfiction un senso non ce l'ha).
Mi scuso per il disagio,

_justasinner_

P.s. dovrei avere risolto ma voi controllate lo stesso, non si sa mai

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Bakugou's pov

"Non piangere, idiota di un Katsuki" pensai, la folla ad osservarmi ed una specie di museruola in faccia. "Sopporta. Puoi farcela".
Non potevo certo mostrarmi debole di fronte a tutta la nazione. Che eroe scoppia a piangere di fronte a tutti? Forse Merdeku ne sarebbe capace, ma io no. Io non ero forte, ma era quello che volevo far credere a tutti.
Il torneo dello U.A. si trasmetteva in diretta nazionale, quindi se fossi crollato in quel momento tutti mi avrebbero visto per quello che ero realmente: un ragazzino ansioso, traumatizzato e dall'animo fragile. E ciò, ovviamente, non doveva accadere. Che razza di figura ci avrei fatto?!
Squadrando il pubblico con lo sguardo mi sentii morir dentro. Era veramente un mucchio di gente. Migliaia e migliaia di occhi puntati su si me, sulle mie mosse, sui miei polsi bloccati. Ebbi un groppo allo stomaco ed il mio cuore si fece più rapido. Così tanti... tutti a guardarmi... ed io, bloccato come un animale in uno zoo, cosa mai avrei dovuto fare?
Cos'era peggio? Star calmo e soffrire in silenzio sperando di non farsi notare o fare un po' il pazzo, attirare l'attenzione e perdere ogni possibilità di essere chiamato da qualche agenzia?
"Fai qualcosa, cretino, distraiti!" pensai allora, impedendo a All Might di mettermi quella stupidissima medaglia d'oro al collo. "Se mi muovo abbastanza magari si allenterà anche la stretta..!"
–Congratulazioni, giovane Bakugou!– sorrise l'eroe, la medaglia finalmente al mio collo. Mi diede una pacca sulla spalla. –Sono fiero di te e di questo tuo traguardo.
–Tajskwigs auqksm tiaaj– urlai, ma di ciò che dissi non si capì nemmeno una sillaba. "Levatemi questa cosa" cercai di dire. Non capì. Nessuno capì.
–Sei stato fantastico– completò l'eroe, per passare al figlio di Endeavour, secondo in classifica proprio come suo padre.

"La prego, All Might, me la tolga... è cieco o si è reso conto che sto una merda?!" dal volto, una lacrima scivolò sotto la museruola e giunse fino al collo. Mi sentii nuovamente rapito dalle viscide mani di quel villain.
Non la vide nessuno, quella lacrima, o almeno era quello che pensavo. Continuai a muovermi e lamentarmi, sperando di riuscire ad ingannarmi da solo. "Se fai qualcosa, non penserai alle catene" mi dissi. "Forse me le leveranno... o forse no"

Andava tutto bene, no? Non dovevo stare così male. Non volevano mica capirmi come il villain di qualche tempo prima..!
Il bastardo a metà era un cretino e mi aveva lasciato vincere una medaglia che non meritavo di guadagnare così, ma a parte ciò... no. No, mi sentivo morire lo stesso. E non era solo colpa di Canada-man, anzi... di lui non me ne sarebbe potuto fregare di meno.
Seguire la premiazione fu impossibile. Stavo letteralmente affondando nel mio stesso panico, a causa di quella dannata museruola stretta intorno alla mandibola.
Levatemela adesso. Toglietemela, chiedo solo questo.
Levatemela, giuro che starò zitto per un po'. Non darò fastidio per ore. Anche fino a domani, ma levatemi questa cosa dalla faccia.
Levatemela... vi prego.
Non ce la faccio più.

–Toglietemela, cazzo!– strillai. Tutti sentirono, nessuno ancora capì. –La museruola, idioti!
All Might continuò parlare, lasciandomi solo un distratto e sorridente sguardo.
–La tolga– inisistetti, parlando quanto più chiaramente possibile. –...per favore.
L'eroe biondo non capì. Il figlio di Endeavor era troppo immerso nei suoi pensieri per accorgersi di me. Il corvo emo mi lanciò uno sguardo confuso, ma nemmeno lui capì la mia richiesta. La cerimonia andò avanti senza intoppi, le telecamere mi ripresero in preda al mio delirio. Stavo impazzendo, con quella cosa addosso.
Io urlai, l'ombra del viscidume di quel villain ancora sulla pelle. Ogni minuto che passavo legato a quel palo come fossi un criminale che attende la sua condanna, quelle schifose memorie non fecero altro che ritornare più vivide e forti sulla mia pelle. Era così realistico che se avessi avuto la bocca libera avrei vomitato anche in diretta. Non volevo ripensarci, ma più mi sentivo stringere il viso più quei ricordi riaffioravano, il mondo sbiadiva, restava solo quel nero viscido e opprimente. Avevo temuto di morire, quel giorno di un anno fa, anche se non lo diedi a vedere.

Un rumore fortissimo, tanti applausi dal mucchio di gente che mi stava guardando. Tante voci, notai, facevano il mio nome. Guardandomi lì, intento a dimenarsi come un animale, chissà cosa avranno pensato. Che sono pazzo? Probabile. Aggressivo? Sicuro. Ma nessuno, ci avrei sconnesso, si era avvicinato alla verità.
"Vi prego" guardai tutti intorno a me. Sembravano felici. "Aiutatemi"
I miei occhi parlavano per me. Nessuno ci lesse altro che non fosse la solita misantropia. Davvero, tra tutti, nessuno era riuscito a guardarmi negli occhi e vedere che ero sostanzialmente un cane incatenato?
Qualcheduno da un microfono annunciò la fine del torneo.
Avevo vinto. Bene. È finita.
Ora, vi prego, slegatemi.
Voglio respirare.

*****

Kirishima's pov

Tirai una gomitata a Sero. –Guarda Bakugou.
Il moro alzò un sopracciglio, confuso, ma si prese comunque un minuto buono per guardare il biondino che si dimenava come un pazzo.
–Sembra un animale in gabbia– commentò. –Molto incazzato, aggiungerei.
–A parte quello– dissi, avendo notato che non era una normale irritazione in stile Bakugou. Sembrava... non ditegli che ve l'ho detto, ma a me sembrava decisamente spaventato, come se stesse solo chiedendo di potersene andare da qualche altra parte.
–Non ti sembra sofferente?– gli chiesi, azzardando un po'.
–Mh... no, non direi– rispose il mio amico, in realtà con tono abbastanza indifferente. –Penso che sia arrabbiato perché Todoroki non ha dato il massimo, probabilmente, ma non credo che sia davvero ferito.
–Oh, okay– mormorai, ancora molto diffidente. –Se lo dici tu, bro...

Non credevo alla teoria di Sero, o meglio, pensavo che oltre a quello ci fosse molto altro. Da Bakugou-kun non c'era da aspettarsi che restasse tranquillo e sereno, ma così era troppo perfino per lui.
Feci la stessa domanda ad Ashido e Kaminari ma non mi diedero risposte soddisfacenti. La ragazza era d'accordo con Sero mentre Kamninari, completamente fregandosene della cerimonia, di Bakugou o delle mie domande, stava fissando un ragazzo della sezione ordinaria come se fosse un appetitoso pezzo di carne. Le opzioni erano tre: o si era innamorato a prima vista, o aveva il cervello in cortocircuito, o stava mettendo alla prova le sue scarse e confuse conoscenze di fisica per capire in base a che gravità funzionassero i capelli di quel tipo viola.

Comprendendo che da chi avevo intorno non avrei ottenuto niente di più utile di un "No, ma dai, è solo Bakugou!" decisi di rischiare e di andare a parlare faccia a faccia con il biondino dopo la fine della cerimonia. Probabilmente mi avrebbe solo bombardato di insulti e cacciato via, ma tentar non nuoce (ma forse in questo caso sì) e, alla fine, andai a cercarlo.

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now