Capitolo dieci

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Bakugou's pov

–COME CAZZO CI SONO FINITO DENTRO QUESTA BIGLIA DI MERDA?!– strillai, battendo i pugni contro il vetro che mi circondava dal mondo esterno. –FATEMI USCIRE!
Ero diventato minuscolo, grande meno di un portachiavi, ed il mondo di fuori scorreva veloce e indistinto. Riuscivo ad udire le voci dei miei compagni di classe che strillavano il mio nome ma mi giungevano come lontane, ovattate e incomprensibili. Provai a far esplodere la biglia, ma non riuscii nemmeno a farle un graffio. La presi a pugni, a calci, tentai esplosioni e persino di imitare un rasengan, ma fu tutto inutile. Non si poteva evadere, era come essere in cella. E in una cella perfetta di sicurezza massima, oserei dire.

Mi sedetti sul pavimento della biglia a pensare. Da solo non sarei andato da nessuna parte, realizzai con una certa stizza, e la mia unica speranza era che qualcuno venisse a salvarmi.
Non mi andava particolarmente di fare il ruolo della principessa che attende che il proprio cavaliere la salvi.
Nel caso in cui il mio principe azzurro non fosse arrivato, continuai a pensare, avrei dovuto cavarmela da solo una volta uscito da quella biglia. Probabilmente mi sarei ritrovato da solo nel covo dei villain contro tutti quei pazzi; forse l'idea migliore era semplicemente attendere che si distraessero e scappare ma, conoscendomi, non sarei mai riuscito ad andarmene senza almeno prendere un po' a calci in culo quel criminale che mi aveva intrappolato o il suo capo.

Una nuvola di fumo ed un colpo d'aria fresca mi riscossero da quei pensieri, seguiti da un rumore di piccoli vetri rotti. Ero nuovamente della giusta dimensione, la biglia in frantumi accanto ai miei piedi ed un Deku affannato di fronte a me.
–Andiamo– ordinò il broccolo, afferrandomi per un polso e iniziando a correre verso l'interno della foresta.
Mi voltai all'indietro e vidi quel villain vestito come un mago ed un altro tizio bruciacchiato che lottavano contro il bastardo a metà, quello strano con sei braccia, quello con la faccia da uccello e Kirishima-kun. 

–Che sta succedendo?!– chiesi a Deku, correndo con lo sguardo rivolto al ragazzo dai capelli rossi alle mie spalle.
–I ragazzi li trattengono mentre noi torniamo da Aizawa o dalle Pussycats– spiegò lui, molto sbrigativo. –Sei il loro obiettivo, Kacchan. Dobbiamo andarcene da qui!
Mi bloccai. Il mio orgoglio non mi avrebbe mai permesso di lasciare che Merdeku fosse il mio principe azzurro e, soprattutto, che Kirishima rischiasse di ferirsi a causa mia. Oltre ciò, le urla ed i rumori dello scontro che avvertivo in lontananza non aiutavano certo a rendermi più tranquillo. Se si fosse fatto male a causa mia... non so che cosa avrei fatto. Avrei dato di matto, probabilmente.
Il mio eterno rivale strinse la presa sulle mie braccia con insistenza, sostenendo che dovessimo affrettarsi e raggiungere il professore. –Kacchan, so che detesti quest'idea ma, ti prego, per una volta dammi retta! Andiamocene da qui!
–Ma no, vaffanculo!– sbottai; lo mollai con violenza e tornai di corsa sui miei passi, a velocità doppia rispetto a prima.

Trovai un campo di battaglia degno del più crudele tra i film di guerra. Il tizio enorme con la maschera ed il figlio dell'eroe numero due stavano lottando contro il criminale dalla pelle bruciata; il corvo emo era invece a terra vicino ad una massa di legname in fiamme, probabilmente svenuto o morto, e Kirishima era alle prese con il villain con la maschera che mi aveva catturato. Nell'esatto momento in cui lo vidi, quell'uomo sbatté il ragazzo dai capelli rossi a terra; un po' di sangue schizzò tutt'intorno, sporcando il tronco di un albero ed il prato di cremisi. Mi sentii pervadere da un potentissimo istinto omicida nei confronti di quel tizio; non ci vidi più nulla e mi lanciai in battaglia.

–GIÙ LE MANI DA KIRISHIMA, BRUTTO PEZZO DI MERDA– urlai, fiondandomi a sorpresa sul nemico e colpendolo in pieno con un'esplosione di media potenza: fu abbastanza forte da fargli dei danni ma non abbastanza da ferire il ragazzo atterrato che, con mio orrore, non tentò nemmeno di spostarsi.
Il villain perse la maschera e vidi i suoi occhi spalancati dalla sorpresa.
–KACCHAN CHE CAZZO FAI?!– urlò Deku, arrivato in quel momento, vedendomi alle prese con il mio eroico salvataggio.
–NON TI IMMISCHIARE– risposi; quella distrazione mi costò cara. Il villain si rialzò da terra, con uno scatto mi fu subito dietro e mi tirò un colpo fortissimo in mezzo alle scapole. Se avesse preso giusto un paio di centimetri più in su forse mi avrebbe spezzato l'osso del collo ma, dato che non l'aveva fatto, intuii che non avessro intenzione di ammazzarmi. Era un punto a mio favore, dopotutto.

Gli tirai un altro pugno esplosivo in piena faccia e lo feci volare lontano con un urlo. Cadde dritto dritto sul suo compare, e consentii così anche ai miei due compagni di mandare a segno qualche colpo con più facilità. Deku si guardò intorno, indeciso, ma poi scelse di correre in direzione di Todoroki e di Shoji.
Li ignorai del tutto, raggiunsi Kirishima e mi inginocchiai al suo fianco.
Il ragazzo, immobile come una statua, sembrava quasi addormentato. Aveva la pelle pallida, la fronte sporca di sangue ed un taglio aperto che mi fece rabbrividire.
Mi chinai su di lui e grazie al cielo sentii il suo respiro. Era molto flebile, ma c'era. Poggiai anche un orecchio sul suo petto ed ascoltai il battito del cuore che, invece, era abbastanza regolare. Era stato messo k.o., ma stava bene. Sospirai, rilassato, accennai un sorriso e mi strappai una striscia di stoffa dal pantalone che indossavo. Non era un granché come fasciatura, ma la maglietta era troppo sporca per farci una benda. Gliela fissai intorno alla testa con cura, a mala pena consapevole della battaglia che si svolgeva alle mie spalle. In quel momento, pensai solo a Kirishima e a come poterlo aiutare.

Una decina di metri più avanti, il ragazzo-corvo si risvegliò. Non era molto in forma e di certo non era più il caso di farlo combattere. Sarebbe stato più un peso che altro, ma probabilmente sarebbe anche potuto scappare con più facilità rispetto agli altri.
I villain erano ancora impegnati con Deku e Todoroki ed in ogni caso non avevano interesse verso il ragazzo che volevo proteggere.
–Faccia da corvo, vieni qua!– lo chiamai, accompagnando l'urlo con un gesto sbrigativo.
Lui si alzò in piedi, un po' traballante, e ci raggiunse.

–È svenuto, ma sta abbastanza bene– gli dissi piano. –Bisogna portarlo via.
Quello annuì. –Aiutami a prenderlo.
Dall'altro lato della battaglia, anche gli altri erano in evidente difficoltà. Il bastardo a metà sanguinava da un braccio, quello enorme era più morto che vivo e Merdeku non riuscivo più nemmeno ad individuarlo.
La situazione era troppo grave per potermene andare.
Affidai Kirishima alle braccia sottili quel ragazzino; lui lo prese con difficoltà, dato che era grande il doppio di lui, e lo avvolse anche con quel suo quirk oscuro.
–Non posso, resto qui– gli dissi con determinazione, indivuando con lo guardo il criminale che mi aveva intrappolato poco prima. –Tu portalo dagli eroi. Io vado a spaccare il culo a quel villain che l'ha ridotto cosi.

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now