Capitolo undici

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Kirishima's pov

Quando ripresi conoscenza stava sorgendo il sole.
Sbattei gli occhi un paio di volte; misi a fuoco un soffitto bianco e poi di tutto l'ambiente a me circostante. Mi trovavo sdraiato su un letto di una stanza d'ospedale, Todoroki e Midoriya nei letti di fronte a me. Dormivano entrambi e non avevano un bell'aspetto. Erano usciti dalla battaglia con diverse ferite; Midoriya era tutto ingessato, dalla testa ai piedi.
Mi voltai di lato e vidi Tokoyami che, al contrario, era perfettamente sveglio. Anche il suo braccio destro era stato bloccato.
Notò che mi ero svegliato e mi rivolse un cenno di saluto. Sembrava alquanto stanco, e dubitavo fortemente che avesse dormito.

Mi guardai intorno alla ricerca di Bakugou, ma non lo vidi da nessuna parte; mi alzai quindi a sedere sotto lo sguardo del mio compagno di classe.
–Com'è finita..?– chiesi esitante, poco prima di essere investito da un mal di testa micidiale.
–Ahi...– mormorai, portando due dita a massaggiarmi le tempie ma, a sorpresa, mi ritrovai una fasciatura lungo tutta la circonferenza del cranio.
Tokoyami non rispose subito, limitandosi a tirare un sospiro.
–Tokoyami-kun..?– chiesi, insistente. –Dov'è Bakugou?
Lui scosse la testa. –Non lo sappiamo.
Mi ci volle un attimo per realizzare cosa stesse accadendo, e quando capii non ci volli credere.
–No...– mormorai, nascondendo le labbra dietro la mano destra, portata davanti al volto per proteggermi dal mondo reale. –Non può essere...
Tokoyami scosse il capo. –Mi dispiace, Kirishima.
–I villain..?
–L'hanno preso– confermò.
Nella stanza cadde un silenzio pesantissimo, ed io sentii il mondo crollarmi sulle spalle.

*****

Passate un paio d'ore, superato il mal di testa e dopo che gli altri ebbero ricevuto numerosi baci curativi da parte di Recovery Girl, mi ritrovai a parlare con quasi tutta la classe riunita intorno al letto di Midoriya. Jirou e Hagakure purtroppo erano ancora priva di conoscenza, e Yaoyorozu era con loro.
Nel corso della mattinata io e Todoroki avevamo avuto modo di parlare molto a lungo degli avvenimenti più recenti e delle nostre prossime intenzioni; lui non riusciva a convivere con l'idea di essersi fatto scappare i villain così facilmente -specialmente uno, disse, lo intrigava non poco- ed io, d'altra parte, non riuscivo a perdonarmi per quanto successo al ragazzo esplosivo. Avevo provato a proteggere Bakugou con tutte le mie forze, ma ero solo riuscito a svenire e farmi salvare proprio da colui che dovevo aiutare. Non mi ricordavo nulla ma Shoji era stato così gentile da raccontarmi tutto nei dettagli, ed ora mi ritrovavo a stringere con rabbia quel pezzo di stoffa insanguinato con cui Bakugou aveva fasciato le mie ferite.
E così, di comune accordo, decidemmo di andare a salvare personalmente il mio amato ragazzo esplosivo, con o senza l'aiuto degli altri.

–Quindi, grazie al segnale di Yaomomo...– disse Mina, ricapitolando in breve la nostra situazione. –...possiamo scovare i criminali..?
–Esatto!– dissi io, rivolgendo un ringraziamento mentale alla ragazza dai capelli neri.
–Avete intenzione di andare a salvare Bakugou per contro vostro?!– esclamò Iida, a dir poco esterrefatto. –Vi uccideranno!
–I criminali ci hanno probabilmente catalogato come obiettivi da eliminare– confermò Todoroki in completa onestà. –Tuttavia, dato che non possiamo sapere con precisione cos'abbiano intenzione di fare a Bakugou-kun, io e Kirishima abbiamo intenzione di andare a salvarlo.
Iida, stizzito, esplose di rabbia. –Voi siete pazzi! In quanto rappresentante io non posso assolutamente permettervi di compiere un gesto simile!– quasi urlò, suscitando disagio e stupore in tutti i presenti.
Nessuno, tranne forse Midoriya e Todoroki stesso, l'avevano mai visto così arrabbiato. Personalmente restai abbastanza scioccato da quella reazione, più degna di Bakugou che di Iida Ten'ya.
–Non se ne parla!– insistette, dopo un tentativo di replica da parte di Todoroki.
–Ma lo dobbiamo salvare!– ribattei io con la stessa veemenza del rappresentante di classe, opponendomi del tutto alla sua posizione.

–Ne ho abbastanza di quest-..?!– Shoji mise un braccio davanti ad Iida per zittirlo. Il ragazzo con gli occhiali restò effettivamente in silenzio, cedendo così la parola al compagno.
–Io capisco la frustrazione di Todoroki-kun e Kirishima-kun– disse con calma. –Anch'io, come loro, ammetto di essere turbato.
–Tuttavia– continuò. –Questa non è una situazione che possiamo né  dobbiamo risolvere da soli. Non è un qualcosa da gestire con dei semplici sentimenti, per quanto forti siano.
Tremante, Aoyama alzò una mano. –Io penso che dovremmo quantomeno parlare con All Might, prima di fare qualunque cosa...– mormorò. –Non abbiamo nemmeno un po' d'esperienza, ci ammazzeranno!
–È vero, è troppo rischioso– concordò Tokoyami. –Anche se non credo di essere nella posizione di poter parlare, essendo scappato dal campo di battaglia come un codardo...
Alla discussione si aggiunse anche un'irrequietissima Tsuyu. –Cerchiamo di calmarci, ragazzi– disse con un certo nervosismo, mangiando addirittura le pellicine di una mano. –Io non credo che sia il caso di infrangere ancora le regole... oppure finiremo per non essere poi così diversi dai villain che stiamo combattendo...

Nella stanza cadde un silenzio di tomba. Alcuni si scambiarono sguardi incerti e spaventati, altri usarono freddo. La verità contenuta nelle parole pronunciate dalla ragazza rana fu davvero pesante, e colpì l'orgoglio di tutti come piccoli proiettili di realtà.
Eravamo eroi e dovevamo agire secondo la legge, non pensando al nostro interesse personale... era questo che ci differenziava dai villain, dopotutto.
Tsuyu aveva ragione ma io, almeno quel giorno, in quella situazione, non potevo darle retta.
Io e Todoroki ci scambiammo uno sguardo silenzioso. Nel frattempo i nostri compagni si erano mutamenti accordati fra loro: nessuno avrebbe fatto nulla.
Furono degli stronzi, a mio avviso, ma non potevo rimproverarli. Non avevano torto, al contrario di me.

Un dottore spuntò nella stanza, chiedendoci di uscire per poter visitare il broccoletto.
Tutti uscirono in fretta, ma noi due restammo qualche secondo in più.
–Ho parlato con Yaoyorozu, ieri– dissi a Midoriya. –Se dobbiamo andare, dobbiamo andare questa notte. Non c'è più tempo.
Deku rimase in silenzio, pensoso.
–Non so se le tue ferite ti consentiranno di muoverti– aggiunse il ragazzo dai capelli a metà. –Ma abbiamo pensato di chiederti di venire perché, in fondo, penso che tu sia la persona più colpita tra di noi. Tu e Bakugou ci conoscete da anni, sarai preoccupatissimo.
Puntati i miei occhi in quelli del ragazzo allettato e lui fece lo stesso con me. Dire chi stesse peggio tra noi due era difficile, quindi non replicò.
–Ti aspetteremo davanti all'ospedale, stanotte– dichiarai infine, senza sapere che in realtà qualcuno ci stava ascoltando. –Se vuoi, o se puoi, vieni prima di mezzanotte. Passata quell'ora, io, Todoroki e forse Yaomomo partiremo con o senza di te.

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora