Capitolo quarantatre

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Bakugou's pov

Erano ore che non vedevo Kirishima. Quella notte, dopo che tornai in stanza, trovai il suo letto vuoto.
Facendo un giretto in corridoio, e dopo aver notato quanto casino ci fosse nella stanza del finto elfo, appresi che anche il mio ragazzo fosse lì. Lo intravidi seduto sul suo letto, intento a parlare con Natsuhiko e, ovviamente, il fratello segreto degli Uchiha.
Mi parve essere molto preso dalla loro conversazione e quindi, con la testa ancora piena di dubbi, tornai nella stanza senza dire una parola. Chissà cosa avessero quei tre di così importante da dirsi alle due di notte.

Tolsi le ciabatte e mi sdraiai a letto, ma non riuscii a prendere sonno. Mi rigirai per un po', fra le coperte, pensieroso, godendomi almeno il calore del mio letto. C'era qualcosa che non andava, con Kirishima, ultimamente. Beh, ovviamente. Io, il suo ragazzo ero stato lontano da lui a lungo. Forse si era sentito solo, e aveva cercato di occupare il tempo con qualcun altro. Non avrebbe avuto nemmeno torto. Ero un ragazzo tremendo, del resto, ormai lo avevo appurato.

Presi il telefono nella vanga speranza di far passare il tempo e svuotare la mente, e mi misi a guardare qualche video stupido su internet, ma avevo la testa da un'altra parte.
Si fecero le due e mezza, ed Eijirou ancora non tornava.
Continuai a rimuginare sulla conversazione avuta con Deku e Todoroki. Nessuno dei due era stato gentile, ma almeno mi avevano entrambi parlato onestamente. Anche loro ormai cominciavano a considerarmi un elemento di troppo nelle loro vite, ci avrei scommesso.

Già, dovevo essere inopportuno anche in veste di semplice amico. Inopportuno e insopportabile.
Mi coprii gli occhi con una mano. –Ma perché sono così?– mi chiesi. 

Forse la risposta è che io sono così e basta. Forse non tutte le persone nascono per stare simpatiche agli altri. Magari le persone come me nascono perché ogni tanto qualche errore la natura deve compierlo, o anche perché senza di me altra gente non si renderebbe conto di essere felice. O perché c'è altra gente ancora che deve capire che cosa non la rende felice, e forse il mio caso è proprio questo. 

Io sarei felice se sapessi che Eijiro è felice. Certo, lo sarei molto di più se lui fosse felice insieme a me, ma se c'è qualcuno che lo fa stare meglio io non posso farci niente. Forse esisto soltanto affinché lui possa capire che merita una persona buona, forte e magari più calma di me. Non conosco quel senpai, ma  non stento a credere che rientri nella descrizione del mio perfetto opposto. Probabilmente Eiji stava ancora con me perché ai suoi occhi sono il più virile di tutti, ma quando si renderà conto che la virilità in un uomo è cosa inutile, mi mollerà. Lo farà di certo in modo gentile, come suo solito, ma accadrà. Non posso pensare che non accadrà.  

D'altronde sono solo un quindicenne con problemi di rabbia. Come posso aver preteso che tutto questo fosse una storia seria, e non solo la cottarella adolescenziale che sicuramente era? 

Sospirai. Il mio cellulare era ancora acceso, e sullo schermo era in riproduzione una di quelle compilation di gatti spaventati dai cetrioli. (Sì, esistono gatti che hanno paura dei cetrioli). Avrebbe dovuto farmi ridere, ma in quel memento il mio morale era così sotto ai piedi che probabilmente avrei potuto trovarlo agli antipodi della Terra. 

Cambiai video, impostando una playlist di musica rilassante, una di quelle intitolate "it's 3am and I haven't slept yet". Era piacevole, ed azzeccatissima per la situazione. Per un attimo riuscii addirittura a far finta di esistere fuori dal tempo e dallo spazio. Mi cullai in quei tristi bassi, nei ritmi regoli, nel rumore d'un temporale. Per un attimo andò tutto bene, ma poi sentii la porta aprirsi e la stanza venire inondata dalla luce. 

Aprii una palpebra e poi l'altra, cacciai uno sguardo verso la porta. Kirishima era tornato, lo riconoscevo dalla sagoma dei suoi capelli in controluce. Era stanco morto, ma pur sempre bellissimo.

Tolsi le cuffie dalle orecchie, ed accesi a lucetta sul comodino, che illuminò la stanza. –Ehi– lo salutai a bassa voce. 
Lui mi rivolse un sorriso assonnato. –Ehi, ciao– sussurrò. Aveva le borse sotto agli occhi. –Ti ho svegliato?
Scossi la testa. –No, tranquillo. 
Si appoggiò ai piedi del mio letto. –Il senpai si è svegliato, ma non ricorda molto– spiegò. –Sia lui che i medici avranno bisogno di me per un bel po'.
–Nessun problema– mentii.
La cosa mi dava fastidio, ma se questo era il ruolo per cui ero nato me lo sarei fatto andare bene. Almeno avrei cercato di dare il massimo, finché fosse durata.
Almeno, volevo che Eijiro conservasse qualche bel ricordo di me.

Avrei voluto chiedergli cosa sarebbe successo in seguito, ma non mi parve il caso. Kirishima stava disperatamente chiedendo di poter dormire. 
–Su, riposati– lo incitai. –Si vede che ne hai bisogno. 
Lui annuì. Era ancora seduto sul mio letto. Mi rivolse uno sguardo e poi, raccolta una piccola dose di coraggio, accennò col mento al mio materasso. –Posso?– domandò.
Sorrisi appena. –E ti pare che ci sia pure bisogno di chiederlo? Vieni, tranquillo.  

Si tolse e pantofole con calma, sbadigliò e si sdraiò al mio fianco. Io lo avvolsi sotto le mie lenzuola con tutta la dolcezza di cui fossi capace e, una volta messo il mio ragazzo al caldo, questi appoggiò la testa sul mio petto. Mi sentii un po' rassicurato dalla sua ricerca di contatto, così tanto che quasi credetti di aver passato un'intera nottata a farmi solo paranoie inutili. 

–I cuscini di qua fanno schifo– si giustificò, pensando che forse messo là mi avrebbe dato noia. –Scusami, ma...
Soffiai piano per zittirlo, e gli lasciai un bacio in fronte. –Sssh, va bene– gli dissi con un sorriso che forse nel buio non riusciva a vedere. –Posso essere il tuo cuscino tutte le volte che ti va.

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Attenzione signori/e/*!

La storia durante le vacanze è arrivata ai 5k, quindi bisogna fare qualcosa di speciale per festeggiare!
Ho pensato quindi di fare qualcosa che sicuramente vi farà piacere, dato che siete un branco di piccoli pervertiti ;)
Nel prossimo capitolo ci sarà una scena un po'... va be', lo scoprirete. Diciamo che stiamo per mettere altro pepe alla trama, ecco.

Nikita

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now